Bhe, è certo che il 'critico' dovrebbe essere mosso innanzitutto... dall'amore per il soggetto che lo interessa!
Ovvero, deve avere una grande passione che lo spinge ad approfondire, se non proprio a partecipare, alla forma d'arte che lo coinvolge e che lo muove.
In questo senso può essere persino utile non solo al pubblico, ma all'artista stesso, fornendogli chiavi di lettura che gli permetteranno appunto di strutturare la propria opera; il guaio per l'artista è che se poi spende le proprie energie in questo, rischia di perdere la propria capacità intuitiva, e forse per questo molti maestri preferiscono dire bischerate lasciando ai critici l'interpretazione delle loro azioni creatrici, ed usano il loro tempo a sviluppare il loro modo espressivo.
Insomma, una passione condivisa che nasce dall'artista, che contagia il critico che la trasmette al pubblico. Certto non sempre questo accade, per vari motivi.