Bisogna riconoscere a Coleman di essere un wayfarer del Free Jazz con The Shape of Jazz to Come del 1959, mentre Coltrane in quel periodo muoveva i suoi primi passi più significativi in un ambito musicale più strutturato ma molto originale.
Credo si debba tener conto che Coleman faceva il lavapiatti pur di suonare come riteneva, ed era denigrato ed osteggiato sia dai produttori che da alcuni musicisti jazz; se ben ricordo Davis nella sua autobiografia parla di Coleman, di come pur andandolo ad ascoltare non gli piacesse: sopratutto lo infastidiva che volesse suonare strumenti che non conosceva affatto. Vado sempre a memoria, ma Miles Davis parla proprio di quel periodo in cui Coleman per sbarcare il lunario faceva qualsiasi altro mestiere, non trovando ingaggi remunerati per la sua musica; Davis suonava con il quintetto poco distante da dove si esibiva Coleman, ed andavano ad ascoltarlo (ivi incluso Coltrane), e sebbene non esprima giudizi negativi in assoluto su Coleman, non sentiva la sua musica.
Coltrane nel 15mo capitolo del libro di Porter in varie interviste e citazioni conferma il suo debito ed ammirazione per Coleman: 'I'm following his lead. He's done a lot to open my eyes to what can be done...'
Coleman quindi rimane una pietra migliare nell'aver segnato un cambiamento di approccio e stile nella musica, ma quanto poi ciò che è stato prodotto in questa sia entrato a far parte del linguaggio di Coltrane per renderlo a lui debitore secondo me rimane molto dubbio; in definitiva mi sembra che juggler abbia fatto un'analisi molto centrata sulla questione.