Regole da seguire per testare un sax
Molto spesso quando provo un sax, non avendo un iter preciso da seguire, mi ritrovo a fare: scale, frasi di brani, armonici, sovracuti e tutto quello che in quel momento mi passa per la testa. Alla fine, ho solo una gran confusione..... e basta. Sarebbe utile avere uno schema preciso che aiuti anche a fare dei confronti.
Qualcuno ha dei suggerimenti?
Re: Regole da seguire per testare un sax
gli armonici per il suono e l'intonazione .
e una scala cromatica per la meccanica.
qualche accordo anche con le posizioni alternative (anche per verificare le chiavi a rischio)
poi se ho tempo riprovo tutto non solo con il bocchino titolare ma anche con altr (o con diversi setup sostituendo solo l'ancia).
ad esempio mi è capitato di provare un sax relativamente faticoso (rispetto al mio selmer I serie il Mk6 si prendeva più aria per saturarlo)
a volte capire le potenzialità di un sax non è cosa semplicissima.
ciao fra
Re: Regole da seguire per testare un sax
Io per provare l'intonazione faccio cosi': prima di tutto un La naturale (Fa# sul contralto, Si sul tenore) che controllo con il diapason (ma all'occorrenza anche a orecchio). Poi parto dal La e faccio III, V e VIII (Do#, Mi, La naturali) per individuare eventuali problemi di intonazione su quelle specifiche note. Poi stessa cosa partendo dal Mi e via cosi' sul ciclo delle quinte fino ad esaurirle tutte. Poi come ha detto fcoltrane qualche bella scala cromatica e poi... ad libidum per il feeling generale.
Re: Regole da seguire per testare un sax
Perchè gli armonici sono importanti per l'intonazione? Cioè se il sax è intonato anche gli armonici saranno intonati?
Re: Regole da seguire per testare un sax
il suono del sax secondo me è il suono del BB basso nota fondamentale di tutti gli armonici .
poi se confronti gli armonici con le stesse note sulle posizioni normali ti rendi conto sia dell'intonazione relativa sia di eventuali problemi di uniformità. (non solo di intonazione ma ad esempio di timbro)
tempo fa ho provato un mk6 che era stato registrato su alcune chiavi con spessori inadatti (e sia l'intonazione sia il timbro era carente in maniera rilevantissima sulle chiavi incriminate e di meno sulle altre posizioni.
ciao fra
ciao fra
Re: Regole da seguire per testare un sax
La prova di uno strumento (sia esso nuovo o usato) è un evento quasi magico per tutti i saxofonisti, può capitare di provare uno strumento da quattro soldi e stare lì con la curiosità di un bambino per cercare di capirci qualcosa in più. Non parliamo poi di quando ci si trova tra le mani un piccolo gioiello, l'emozione è a mille.
Tuttavia, quando si prova uno strumento e soprattutto quando si intende fare un acquisto, bisogna andarci con i piedi di piombo e lasciare che le emozioni ci coinvolgano alla fine del test.
Quando provo un sax, soprattutto se usato, prima di montare il bocchino lo passo praticamente al microscopio, in particolare:
- Controllo tutti i tamponi e cerco di individuare eventuali problemi di chiusura (se non sono a casa, dove ho la "leak light", utilizzo le cartine da sigarette per una grossolana conferma)
- Controllo tasto per tasto eventuali squilibri/difetti nella tensione delle molle
- Controllo la presenza di eventuali giochi della meccanica
Questa fase preliminare "a secco" è fortemente consigliata perché a volte certi difetti non sono immediatamente evidenti. Per farvi un esempio, qualche tempo fa un amico mi ha lasciato il suo tenore Mark VII perché lo portassi dal mio tecnico, lamentava problemi di chiusura nei tasti 5-6 (Mi-Re gravi). Dopo cena monto un attimo il sax per vedere un po' la situazione e miracolo...lo strumento non presentava alcun problema: un po' stupito prendo la lampada ed effettivamente c'era un problema di chiusura, in parte dovuto anche all'usura dei tamponi. Perché non mi sono accorto di nulla suonando? Semplicemente perché avendo lo strumento una meccanica più dura rispetto al mio, automaticamente mi sono adattato ad essa e premendo leggermente di più il difetto non era evidente.
Ovviamente questo accade perché essendo abituato a suonare spesso strumenti diversi, ho sviluppato una sorta di "adeguamento automatico", un po' quello che accade ai collaudatori di automobili che non hanno problemi a gestire l'acceleratore di una Ferrari e poi passare a quello di una 500, non ci pensano, il cervello fa tutto in automatico.
Proprio per questo è importante cercare di evidenziare subito eventuali problemi di ordine meccanico, soprattutto quando non si ha molta esperienza: un problema meccanico può comportare per esempio difetti di intonazione e una persona non esperta può facilmente credere che il problema sia egli stesso, mentre invece è un problema dello strumento.
Detto ciò, conclusa l'analisi visiva dello strumento si può passare al riscaldamento dello strumento, fase importantissima che consente di provare lo strumento nelle condizioni più idonee (sappiamo tutti che uno strumento non riscaldato non può mai esprimere tutto il suo potenziale).
Per il riscaldamento sono ottimi i suoni filati e ancor di più gli armonici che permettono di riscaldare bene tutto il fusto. Terminata la fase di riscaldamento si può procedere gradualmente con alcune scale su tutta l'estensione dello strumento o con la scala cromatica, prima lentamente (per valutare sommariamente l'intonazione) e poi a velocità più sostenuta. Come "stress test" utilizzo la scala cromatica a circa 150-152 bpm, a questa velocità di solito se ci sono problemi di ritardo nell'azione della meccanica (tamponi che si incollano leggermente, tensione non omogenea, chiavi non sufficientemente lubrificate ecc...) escono subito fuori.
Per l'intonazione può andar bene anche qualche breve esercizio sugli intervalli.
A questo punto, dopo aver escluso la presenza di evidenti difetti, aver scaldato lo strumento, scaldato le mani, valutato sommariamente l'intonazione e il feeling con la meccanica, passo alla prova vera e propria che nel mio caso spesso prevede alcuni frammenti tratti dal repertorio classico piuttosto che da quello jazzistico. L'obiettivo è essenzialmente quello di mettere meglio in mostra eventuali problemi di intonazione e valutare la risposta dello strumento in alcuni passi particolari (es. per valutare la spontaneità di alcune note del registro sovracuto utilizzando certe combinazioni piuttosto che altre, per apprezzare meglio la sonorità dello strumento in un dato contesto, ecc...).
Una volta concluso l'esame "autoptico" potrete dare massimo sfogo alle vostre emozioni e valutare se quello strumento fa per voi o no.
In ogni caso la prova dello strumento è sempre un qualcosa di estremamente personale, va bene tracciare alcune linee guida (come suggerito più su, controllo generale, riscaldamento, valutazione intonazione, valutazione meccanica, ecc...) ma l'importante è che la prova si svolga sempre nella massima tranquillità, senza fretta alcuna, da soli (se preferite/non ritenete necessario la presenza di un orecchio "terzo") o insieme ad una persona più esperta: non è raro infatti ritrovarsi in una situazione come quella di fcoltrane e leggere il tutto come un difetto quando magari si tratta semplicemente di una peculiarità di un certo strumento.
Purtroppo la prova dello strumento è una delle situazioni in cui l'esperienza conta di più, infatti io consiglio sempre di far provare lo strumento a qualcuno più esperto proprio perché, come si dice...due teste ragionano meglio di una. ;)
Re: Regole da seguire per testare un sax
Eh . . . come non essere pienamente d'accordo con MBB !
Io mi permetto di aggiungere solo una cosa, paragonare il suono con le note che danno possibilità di posizioni diverse (per esempio Bb e C) , poi il passaggio dal C# al D e dal Eb al E; tutto questo per verificare l'omogeneità del suono nei punti solitamente cruciali. Resta il fatto che se si ha in mano uno strumento blasonato alle volte si può essere influenzati in partenza
Re: Regole da seguire per testare un sax
Secondo Voi, è utile fare delle registrazioni sonore per fare delle valutazioni sulla qualità del suono?
Re: Regole da seguire per testare un sax
Secondo me no, perchè i fattori che entrano in gioco possono risultare fuorvianti!
Seppur utilizzando componentistiche di alta qualità (microfoni, registratori, diffusori, ecc), la fedeltà al "tatto" non sarà mai equiparata, quindi fare totalmente affidamento a una registrazione per carpirne le sonorità di uno strumento, è estremamente negativo!
Re: Regole da seguire per testare un sax
Io invece sarei propenso a dire di si'. Ascoltare la registrazione (di buon livello) dello strumento dovrebbe dare un'idea piu' neutra di quello che esce fuori rispetto alle sensazioni che si provano suonandolo - le quali pure sono ovviamente importanti. Inoltre permette di sentire e risentire i particolari, e di fare confronti quasi "in parallelo" sullo stesso passaggio. Conosco un professionista che ogni volta che mette mano su un nuovo strumento la prima cosa che fa e' registrare dei sample che poi confronta con il suo strumento abituale.
In ogni caso vale sempre una cosa: bisogna sapere quello che si fa, nessuna registrazione per quanto ben fatta potra' essere d'aiuto se non si hanno idee chiare su quello che si vuole ottenere.