Non voglio dubitarlo, ma non certamente attraverso i "Patterns for jazz"
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Non voglio dubitarlo, ma non certamente attraverso i "Patterns for jazz"
Fai e capisci quello che vuoi. Pattern for jazz non serve ad esporre temi ma ad avere un approccio con l'improvvisazione. Comunque e' l'ultima volta che ti rispondo.
Mi dispiace! Secondo me, però, l'approccio corretto con l'improvvisazione non è quello dei patterns, anche se scritto dall'autorevole Oliver Nelson. Tu puoi fare tutti i patterns che vuoi e non dire niente a nessuno!
Mi è venuto in mente un consiglio che Michele Bozza mi dette molto tempo fa. L'ho seguito e, tuttora, devo dire che mi viene spontaneo agire così nell'accingermi a studiare un brano.
Bozza diceva di iniziare a suonare "qualcosa" utilizzando solo la tonica, la terza e la settima dell'accordo; non certo in un ordine prestabilito ma a piacere. Il resto delle note viene quasi da se (a questo punto inizia ad entrare in gioco la contestaualizzazione della scala da usare). Del resto un vecchio proverbio dice che un accordo è già mezza scala!
Questo sistema utilizzato sugli Aebersold o su basi self made, secondo me è interessante da provare.
Konitz mi ha detto di suonare prima sulle note degli accordi, così come ha detto Bozza. Ma,questo, chi l'ha detto prima? Konitz o Bozza?
Le due cose non sono esattamente identiche: Bozza suggerisce di evitare la quinta, e questa omissione sistematica immagino generi una differenza nel sound del solo. Io personalmente ho sempre usato, in questa fase di studio, tutte le note degli accordi quinta compresa. Ma l'idea di ometterla mi sembra ottima e la provero'.
Tu, personalmente, hai sempre usato in questa fase di studio tutte le note degli accordi, quinta compresa, ed hai fatto molto bene. L'idea di ometterla a me sembra di molto sbagliata, nel senso che in questo modo si creano dei vuoti melodici.
Scusa la mia ignoranza, ma Bozza è un grande jazzista?
Ciao re minore, intervengo solo per correggere il tiro su quello che mi aveva detto Bozza all'epoca, per evitare inesattezze.Citazione:
Originariamente Scritto da re minore
Il suggerimento di incominciare a suonare con settima tonica e terza non significa omettere la quinta. Significa solo che quelle tre note sono vicinissime e da sole danno già il senso dell'accordo. Questa tecnica serve a familiarizzare con il brano e basta.
Invece l'esclusione della quinta dai tasti del pianoforte (laddove la quinta non sia diminuita o eccedente) è una tecnica di accompagnamento che invece viene raccomandata e non genera alcun vuoto armonico.
Un conto è l'improvvisazione e un conto è l'accompagnamento.Citazione:
Originariamente Scritto da re minore
Ogni tanto prova ad andare a casaccio, chiudi gli occhi e segui solo quello che ti viene in mente ascoltando la base, cercando di imitare maccheronicamente qualche frase che ti ricordi di dischi che ti piacciono, farai un sacco di errori, ma ti servirà a conoscerti, tutti abbiamo dei tic e fanno parte del nostro linguaggio.
E' importante integrare la struttura con l'aleatorietà, nel senso che nessuno ha detto che un solo deve avere questa o quella forma, bisogna anzi arrivare a liberarsi di certi legami standardizzati io studierei scale e accordi e tralascerei allegramente i patterns, però la musica è fatta di frequenze esatte che risuonano tra loro in un determinato modo e su determinati tempi, di questo è necessario avere consapevolezza, quindi tu che stai iniziando non fare la minchiata che ho fatto io che adesso annaspo a studiare le scale e gli arpeggi per recuperare.