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Guarda... siccome conosco molto bene Mario Marzi, gliel'ho chiesto direttamente a lui!
Attualmente non si trova perché è uscito con la rivista, ma fra non molto dovrebbe uscire per la casa discografica EMI CLASSICS!!! Non so se rendo l'idea... lo trovi anche nel negozio sotto casa se vuoi...
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Ciao a tutti, ritorno dopo un po' d'assenza. Il sax per me è una ferita ancora aperta, perché è sempre stato il sogno della mia vita. Purtroppo ho aspettato troppo...avrei dovuto iniziare a settembre scorso, ma per problemi alla schiena e per paura di aggravarli col peso dello strumento, ho permutato il mio sax con un flauto traverso. L'anno scorso, però, mi sono interessato all'uso del sax in musica classica, perché ne sono appassionato, e vi consiglio il sito di questo autore: http://www.dimitrinicolau.it
Lui scrive molto per strumenti a fiato ed ha scritto anche dei concerti per sax notevoli. Io ne ho sentiti 2.
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ciao teo,ho ascoltato questi cd,ma secondo il mio maestro,almeno mondelci o marzi ,non sono il massimo almeno per il vibrato che usano...lui proviene da scuola francese e mi ha consigliato totaro,delangle...e altri..sinceramente a me piace marzi e mondelci...ma anche bornkamp.In definitiva tu che ne pensi...pensa..una volta mi stava ascoltando albonetti e il mio maestro..e diedero due pareri contrastanti(naturalmente) sul tipo di espressione...che fare?
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Ciao!
Io non so chi sia il tuo maestro, e quindi non posso giudicare e comunque non lo farei in ogni caso.
So solo che tutti i nostri insegnanti vengono dalla scuola francese, così come gli stessi Mondelci e Marzi!! Si sono diplomati da Londeix al corso superiore negli anni 80.
Da qui bisogna capire se per noi (ovvero noi stessi) l'espressione e la tecnica espressiva che fa uscire dal sassofono la scuola francese è adatta al nostro strumento, al repertorio che si sta eseguendo, e così via.
La scuola italiana che ha per capostipiti questi due grandi esecutori si distacca in alcune parti dalla scuola francese, e una di queste è il suono e l'espressivitÃ* dello strumento, considerando la scuola francese un pò piatta e afona.
Io personalmente la penso in questo modo, poi ognuno è libero di pensare al sassofono come vuole.
Secondo me, il suono prodotto dalla scuola francese è innanzitutto impersonale, sembrano tutti lo stesso sassofonista, come delle macchine. Inoltre produce un suono abbastanza chiuso e piccolo, che a mio parere non è il suono naturale del sassofono.
Qualcuno potrebbe dire che i primi sassofoni avevano questo tipo di sonoritÃ*.. è vero.. ma si è subito evoluto in sassofoni molto più armonici e duttili fino ad arrivare al Mark VI che dal mio punto di vista è il TOP.
Io consiglio di far scorrere l'espressivitÃ* che si ha dentro senza costrizioni particolari, basta non andare fuori contesto per il repertorio che si sta studiando.
Il vibrato è una tecnica che in ogni epoca ha avuto le sue evoluzioni e un bravo interprete sa adeguare il vibrato a seconda del brano e dello stile. Non c'è un solo vibrato, come non c'è un solo linguaggio musicale riferito allo stile.
Dai nostri maestri dobbiamo prendere quello che di buono c'è da prendere, ma solo tu puoi decidere quello che buono e quello che non lo è... quello che per me è buono te l'ho detto, poi vedi tu!
;)
Teo
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capito,il mio maestro piacciono i libri di londeix,ma non la sua espressivitÃ*,forse è questo che lo rende così..vabè...
grazie ;)