Qualcuno di voi utilizza questo setup cioè ancia Dura con un apertura becco aperto? conosco alcuni che possiedono un suono ricco di armonici pur avendo un setup fuori dal comune..!
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Qualcuno di voi utilizza questo setup cioè ancia Dura con un apertura becco aperto? conosco alcuni che possiedono un suono ricco di armonici pur avendo un setup fuori dal comune..!
Chi ha il "fisico" (io no di certo...) può benissimo suonare con becco aperto ed ancia dura; sicuramente ci vuole, oltre che una certa predisposizione naturale, anche un'impostazione ottimale...e per facilitare ancor di più l'emissione, ci vogliono anche becchi sì aperti, ma che siano assolutamente a posto, non certo becchi difettosi, disallineati o storti nel piano e nei binari; i parametri che "entrano in gioco" sono quindi svariati...può anche capitare che un certo tipo di ancia dura su un certo becco aperto non suoni affatto, ma un'altra, d'altra marca e tipo, invece sì (a parità di durezza, beninteso)
Comunque mi riferisco ad vandoren a45 jumbo e ancia dura
io ho suonato per un sacco di anni con un ottolink Eb ebanite 10* e ance 3,5 adesso suono con un drake jazz 10 e ance 3,5.
Devo esser sincero non faccio alcuna fatica, e ricordo che nn ho fatto nessuna fatica neanche all inizio quando decisi di provare un 10*
Credo ci voglia una predisposizione naturale.
Ma ricordo che nn e detto che un becco 10* abbia più volume o armonici di un 7*
Un A45 è un bocchino aperto, ma non estremamente aperto... per me sul contralto un bocchino comincia a essere ""estremamente aperto"" da 0,095" in sù.
Poi bisogna vedere:
1) come fa lavorare l'ancia il bocchino: l'apertura, presa da sola, come parametro funzionale... non dice molto...
2) quanto dura è l'ancia e che tipo di ancia è.
Citazione:
Originariamente Scritto da alexsax
Ciao, fra i vari setup che ho, c'e' anche un Jumbo Java 75 (quindi 105 di apertura) con ance sintetiche Hahn n.3 e Bari Medium, non faccio particolare fatica, anzi (pero' io spingo molto di diaframma)
Io suono con un Stm 8 e una classica Vandoren 2/Fibracell 2,5. Non so quanto un 8 possa esser considerato aperto, ma oltre queste ance non riesco ad andare.
Penso che oltre ad avere una normale impostazione del labbro e respirazione diaframmatica ci sia una predisposizione naturale della persona nel resistere ore a suonare senza sentirsi affaticato. Io ho iniziato 50 fà con aperture basse sia sui saxofoni che sul clarinetto ed ora da più di 30 anni suono con imboccature aperte, 95/100 sul contralto,120 sul tenore con ance 2 1/2 -3 senza accusare fatica nel suonare mentre conosco dei bravi saxofonisti che dopo mezzora che suonano con queste aperture sono belli spompati. Bruno.
Chi ce la fa...può farlo benissimo; io non riuscirei mai a suonare con un tale setup... :mha...: :doh!:Citazione:
Originariamente Scritto da xavabal
10* e 3.5? Ma mi dovrebbero metter un compressore dietro!
Meyer 7 (su scala ottolink dorebbe essere un punticino in meo) e Plasticover 2.5
ciao a tutti,secondo me e' determinante la camera del bocchino.
Ho suonato per vari anni un ponzol di metallo 0,120 mm poi un Guardala MB II 0,115mm entrambi con ancia del 3 ,non avevo grandi problemi.
Adesso che sono passato ad un freddie Gregory ebanite 7* modello Mark II roll over ,vado bene ma se a parita' di ancia 3 aumento l'apertura del Freddie Gregory sicuramente farei fatica gia' con un 8 ovvero 0,110.
Sfiderei chi suona con aperture 10 /10* a emettere un suono con un Freddie GregorY HR,nel caso contrario regalo il bocchino.
Sto' a scherza' ,anche perche' un 10 Freddie Gregory non mi sognerei mai di acquistarlo.
la mia idea è che quando le aperture sono esagerate insieme ad ance particolarmente dure rileva più dell'emissione il modo di stringere o mordere.
tutto questo ha una influenza su: volume corpo timbro omogeneità intonazione ecc..
le differenze tra un bocchino chiusissimo ed uno apertissimo possono essere limitate o rese quasi inesistenti per singole note e che abbiano determinate caratteristiche di volume timbro ecc...
molto più difficile è rendere tutto il registro del sax eguale prescindendo dal setup , e ancora di più portare tutte le note del registro alle estremità per ciascuna degli aspetti tipo volume corpo timbro ecc....
che brutta espressione ........................ doh!
provo a fare alcuni esempi:
suono con un francois louis 9 .
o con un guardala 8
o con un gaia in metallo 8
o con un conn precision 5
o con un link 10 stella.
la "fatica" che faccio per produrre suono è più o meno la stessa, il risultato per alcuni aspetti è molto simile.
gli ultimi due bocchini necessitano di ance diverse rispetto agli altri 4 per i quali invece vige il principio della interscambiabilità .
Angelo ha centrato il problema: non è soltanto l'apertura che concorre ha aumentare/diminuire la resistenza del becco ma anche la camera e, aggiungo io, il facing del becco e la forma della punta.
Ad esempio un Roll-Over tipo Slant abbassa un poco la resistenza del becco conferendo più armoniche acute e soprattutto un'attacco più facile e diretto.
Quindi non è detto che a un'apertura maggiore corrisponda sempre una grande resistenza. Inoltre se i becchi sono "efficienti", cioè senza particolari difetti e ben bilanciati, si può indurire il rapporto senza notare particolari problemi o una "fatica" eccessiva. Ad esempio con il mio Slant 10 da soprano posso tranquillamente utilizzare ance n°3 senza avvertire particolari problemi.
A monte di tutto... bisogna ricordarsi che il sassofono si può ""sostanzialmente"" modelizzare come un circuito RL (o anche RLC).
Ancora più a monte di questo, bisogna ricordarsi cos'è che genera il suono, nel sassofono (e cos'è poi che genera tutto il resto, armoniche, pitch): è l'ancia, l'ancia viene posta all'interno di un flusso di un fluido (che viste le condizioni fluidodinamiche all'imbocco, possiamo anche considerare non comprimibile) vibra, generando una vibrazione.
Ora... tutto quello che poi va a influenzare la vibrazione dell'ancia (resistenza meccanica sulla vibrazione dell'ancia, resistenza fluidodinamica nei primissimi mm del bocchino o impedenza acustica, dovuta alla forma del fusto corrispondente a ogni nota) va influenzare le condizioni per cui bisogna fornire una determinata portata d'aria e pressione per generare un suono.
Quindi, è difficile generalizzare sui rapporti... specialmente quando si va in condizioni limite (intendo per apertura del bocchino o rigidità dell'ancia).
Esempio: io il bocchino 10* (anzi... 10**... 0,138") che usava xavabal l'ho provato... in quel caso per come era lavorato il bocchino (era lavorato in maniera particolare, non convenzionale) effettivamente suonarlo con ance meno dure di una #3,5 (genericamente taglio jazz) effettivamente generava più problemi che vantaggi... non era una questione di "morso", ma solo di come il bocchino faceva deformare l'ancia (che, ricordo, non ha un profilo longitudinale piatto o lineare).
Bocchino che aveva "analogie" per il modo in cui faceva funzionare le ance era il Navarro "Maestra" che ho avuto per le mani: con ance sotto #3 di durezza, era troppo difficile da suonare (...).
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Uno nel corso della sua vita sassofonistica prova cose diverse... fino trova quello con cui ha il maggior confort, nel suonare.
Maggiore è la sensibilità che sia nell'approcciarsi all'hardware, più breve sarà la ricerca (se di ricerca si può parlare.
Per me, alla fine è tutto materialmente piuttosto semplice. :zizizi))
Personalmente, io scopro qualcosa di nuovo... ogni volta che riesco a provare cose nuove.
Mah ... facile che io dia una lettura parziale ma trovo che queste domande presuppongano un atteggiamento da sfida, un po' machista del tipo 'se non suoni rapporti impossibili non vali un tubo' .Citazione:
Originariamente Scritto da alexsax
La domanda ha il pregio di chiedere quali siano le esperienze degli altri e il difetto di cui sopra. Per quel che mi riguarda il miglior rapporto - per ora - mi sembra di averlo trovato con aperture grandicelle (9*) e ance morbide (2, 2 1/2).
Ricordo a tutti che non stiamo facendo una maratona : qui la capacita' polmonare e la potenza del morso hanno un valore del tutto relativo :smile:
Emanuele Cisi e Joe Lovano usano aperture enormi ed ance in pietra!
Tone Edge EB 8* e Rico Royal 3 non so come definirlo, ma per il momento mi funziona parecchio (alternato a un V16 T9 a seconda delle necessità di "sparare")
Uno setup che uso abbastanza spesso (sax alto) e' Jody Jazz DV 8 (090, quindi un po' piu' aperto del Vandoren A45 che e' 085) con legere signature 3. Essendomi ormai abituato a spingere col diaframma non faccio particolare fatica.
Il JJ DV ha un praticamente una resistenza nulla.
Come ho detto in precedenza:
Citazione:
Originariamente Scritto da tzadik
Sempre usato il mio bergarsen sms 100-2 con ance plasticover 3,5,per me il giusto rapporto,con ance più morbide proprio non riesco a suonarlo...infatti,visto che vengo da lunga inattività,sono tornato alla ricerca di un nuovo setup che stanchi meno il labbro...