Grandi...
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Grandi...
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Conoscevo questo video...molto bello...e poi Stefano Di Battista :muro((((
Imprendibile e davvero di grande gusto! :half:
DI BATTISTA è il migliore in italia,in questo momento....per me..
Ma va là... :smile:Citazione:
Originariamente Scritto da Albysax
io c'andrei là.. ;)
A parte gli scehrzi il DiBa piace anche a me, ma inizio a pensare che sia un po' troppo di maniera e veeeeecchio nello stile.
beh, dal mio punto di vista in questo particolare frangente Dalla gli fa le scarpe...
l'avevo scritto anche tempo fa nel forum, secondo me in questi video Dalla suona di molto meglio.
ma non solo, anche gli altri musicisti suonano meglio quando suona Dalla...
inzomma, saro' eretico, ma a me piace di più' Dalla di Diba.
sarà che a me di Battista non piace un granchè, però anch'io preferisco il gran Lucio in questi video....
pareri personali ;)
ovvio :smile:
... lo stavo pensando anche io... per me non c'è paragone al contrario: Di battista mi da molto di più e il suono di Dalla proprio non mi piace...Citazione:
Originariamente Scritto da Albysax
come siamo diversi... in fondo la musica è bella per questo... quello che arriva a me non è detto che arrivi agli altri...
:yeah!) ... in ogni caso avrei voluto esserci...
Gran classe.. davvero gran classe..
un'eleganza ed un gusto musicale non comuni..
Peccato che non abbiamo mantenuto un produzione di dischi jazz parallela a quella di cantautore.. ne avremmo viste delle belle..
Il punto è che questi concerti... sono delle "marchette"!
Dalla, jazzisticamente parlando, è praticamente inesistente... e i soldi li ha fatti suonando altro: non è un professionista del jazz, è un professionista del "pop".
Se poi aveva il potere economico per suonare del jazz con dei grandi professionisti del jazz... è un altro discorso.
Dualmente... se Di Battista non suonasse come suona (e in quel video semplicemente non suona), di sicuro non godrebbe dalla fama che ha e non avrebbe il curriculum che ha... e non avrebbe fatto i soldi che ha fatto.
Secondo me... un confronto "tecnico" tra Dalla e Di Battista non ha proprio senso.
ma infatti nessuno ha parlato di tecnica, me di jazz...
per quanto mi riguarda cerco di parlare di musica =)
Di Battista non ha suonato, il perché non lo so, ma lo immagino..
resta il fatto che Dalla è un grande artista.
Beh immaginavo che l'attenzione si sarebbe decentrata ovviamente su Di Battista... :amore::
Ma l'avete sentito suonare nel disco Parker's Mood....io ho il disco originale...con Kenny Barron al Pianoforte e una ritmica mostruosa.
In quel disco si sentono le sue potenzialità sonore, soprattutto il controllo su tutta l'estensione, e sull'altissimo.
Dai pianisti è considerato molto più di Rosario Giuliani - credo lo chiamino il pitbull - (che io preferisco per il fraseggio) per l'originalità.
Tornando a Lucio Dalla, :fischio: al clarinetto è molto a suo agio, a mio parere. Poi per fare Jazz bisogna studiare, scomporre e ricomporre/inventare almeno 30 ore al giorno. :D-:
che questo concerti sono delle marchette posso pure essere daccordo....che tra di battista e dalla non ha senso "oggi" un confronto tecnico sono daccordo....non sono tanto daccordo quando dici che dalla jazzisticamente è inesistente....Dalla nasce jazzista...in poco più di sei mesi che suonava spazza via da un gruppo jazz professionistico Pupi Avati come solista al clarinetto (che tra l'altro come dice lui stesso ...questo ragazzino mi fece capire la differenza tra talento e passione) ....che poi sia diventato un professionista del pop non c'è dubbio, ma se avesse fatto tutta la vita il jazzista, sarebbe stato di sicuro un jazzista bravo.....ma più povero.....ah per finire tra gli altisti italiani non c'è storia...il più grande è Giuliani.....Citazione:
Originariamente Scritto da tzadik
il vecchio e un po' stucchevole vizio dei feticisti di uno strumento: scambiare l'abilità tecnica per valore artistico, farne un fine e non un mezzo. Di Battista è un atleta dello strumento, con un fraseggio asettico e noiosissimo, tutto muscoli ma senza un goccio di anima. I milioni di note che ha suonato nella sua carriera non ne valgono una non dico di Parker ma neppure di Art Pepper. Dalla è stato uno straordinario musicista, pop certo, ma pur sempre un musicista (del resto, anche Cole Porter, Kern, Arlen o Rodgers facevano musica leggera, ma che genialità compositiva e che raffinatezza armonica!). Di Battista, invece, è un solo abile mestierante.
Eddie Henderson stava attraversando un periodo di crisi, incontrò Davis e gliene parlò. Dopo averlo ascoltato un po' distrattamente, Miles lo fissò negli occhi e gli disse: "Il tuo problema è che suoni la tromba, prova a suonare la musica e vedrai che tutto cambia"...
A rilke,
I gusti sono gusti.
Ma dire a Di Battista, senza anima, è veramente una grande cazzata!!!!
E ancora più cazzata, dire,
Abile mestierante!
Mi scuso per i toni coloriti, ma certe affermazioni davvero sono troppo,rispetto i gusti di tutti pero, parlare male e nn essere obiettivi proprio no!
Il punto è che quello era un concerto jazz... non un concerto pop... e quindi è normale fare certe valutazioni.
Non c'entra niente "valore strumentale contro valore artistico".
La tecnica è uno strumento che serve per esprimersi... chi non ha tecnica si esprime con la tecnica che ha, chi ha la tecnica può scegliere quanta usarne e in quel contesto Di Battista ne ha usata poca.
Guardando la cosa da un visione più sassofonistica... più tecnica hai, più lavori, meglio vivi.
Se non hai la tecnica... o c'hai il marketing o ti serve qualcuno che abbia il marketing... e diventi ricco.
Se hai la tecnica e il marketing (curriculum e storia)... diventi ancora più ricco.
...concordo su molti punti...penso che di Battista abbia molte qualità, ma penso anche che sia stato sopraffatto dalla sua stessa tecnica straordinaria. Migliaia di note suonate a velocità supersonica. con articolazione perfetta e intonazione da diapson, ma molta ripetitività nel fraseggio e poche note che sfondano come proiettili blindati...l'alto non è uno strumento che mi fa impazzire, ma ripeto Rosario Giuliani è un'altra cosa e il suo sax mi entra dentro nell'animo....Citazione:
Originariamente Scritto da Rilke
http://www.youtube.com/watch?v=NL82Vrvw-Tc
guardate questo video è un concerto da markette come dice Tzadik...ma il solo di Giuliani è molto ma molto più interessante di quello di Di Battista che, non solo fa qualche chorus in più rispetto a quelli stabiliti( e questo è stata la causa della lite tra i due), ma ripete almeno 5-6 volte la stessa frase....poveretto il primo sassofonista (Greg Abbate) che ha dovuto suonare con questi due mostri sacri... :lol:
@xavabal: sul concetto di obiettività, concetto molto ma molto problematico, mi sembra che tu abbia idee molto basiche (pari, del resto, e lo ribadisco, alle capacità artistiche del mediocre Di Battista, un buon session man, nulla di più). Affrontare poi una discussione, limitandosi a replicare alle opinioni altrui bollandole come "cazzate", la dice lunga sulla forza delle tue argomentazioni, chapeau!
@tzadik: a te rispondo più volentieri. La mia voleva essere una modesta riflessione di carattere estetico, niente di più. Tu fai un ragionamento, anche condivisibile, di industria culturale, per dirla con Adorno. Si tratta di approcci completamente diversi. Per dirla in soldoni, Michael Brecker è stato probabilmente il più virtuoso sassofonista degli ultimi decenni. Tuttavia, non c'è un solo suo lavoro (ma neanche un brano) che possa essere inserito nel canone delle grandi opere della musica jazz. Ornette Coleman o Albert Ayler non brillano certo per tecnica, intesa in senso scolastico o accademico, eppure hanno fatto la storia della musica, in senso lato, del Novecento.
... a me Di Battista piace... e parecchio pure... definirlo senza anima lo trovo un puro parere personale.
Comunque sia: se a me piace uno senz'anima il fatto che a qualcun altro piaccia o meno non mi tange...
vorrà dire che io continuerò con i miei ascolti e l'altro con i suoi... (che mi torna? :mha!( )...
evviva i sassofonisti senz'anima! :lol: ... (evviva pure la libertà). Ciao
@darionic: nel video sembra quasi che Abbate faccia fatica ad articolare e a stare sul tempo (è palese alla fine dell'esposizione del tema).
Giuliani fa un solo meno tonale e più personale.
Di Battista fa un solo più didascalico o didattico.
Se poi andiamo a vedere i soli di Parker... troviamo una miriadi di pattern quasi uguali che si ripetono.
Se dobbiamo metterla in termini di "cuore", il più avanti era Urbani... e trasmetteva di più.
@Rilke: il tuo limite sta nel voler giudicare musica suonata/prodotta/concepita in questi anni, con musica suonata 50/60 anni fa'.
Riguardo a Brecker... non sto a discutere, ascoltando "Timeline" e "Wide Angles"... tutto quello che dici su di lui, và in frantumi, anche usando un metro di valutazione non adatto alla periodo in cui è stata registrata quella musica... anche non apprezzando Brecker (come musicista e come "innovatore" dello strumento).
Ornette e Albert Ayler hanno portato un approccio diverso nel fare musica... ma comunque lo stile jazzistico che proponevano era quasi di nicchia e rimane di nicchia. Poi Ayler è morto e la musica di Ornette ha perso tutto il suo potere rivoluzionario.
Ovviamente il genere Ayler e Ornette che proponevano era comunque funzionale al periodo storico in cui è stato prodotto, supportato da un certo tipo di critica (musicale) e da un certo clima politico.
Se poi facciamo ragionementi in termini di "industria musicale"... per approcciarsi allo studio del jazz, si va ancora a parare sui fondamentali: Parker e Coltrane e poi tutto il resto.
La musica è espressione di quello che succede attorno al musicista... però in alcuni casi il messaggio musicale può essere talmente completo, intenso e autoreferenziale che sopravvive anche se lo si sposta dal periodo storico in cui è stato prodotto (questo è tipico per certa musica classica ed è tipico per certi stili gezzistici).
@tzadik: ti rispondo sommariamente solo su alcuni punti, c'è molta carne al fuoco ed è impossibile affrontare in un post argomenti così complessi. 1) Rimango convinto che Brecker sia un artista minore (sono comunque in buona compagnia: non c'è un solo testo serio di estetica musicale che lo prenda in considerazione). Dotato di una preparazione tecnica mostruosa, Brecker è in grado di fare qualsiasi cosa abbia in mente grazie alla sua abilità, è a suo agio ovunque, sia in un brano di Paul Simon o degli Steely Dan sia con Hancock o Metheny. Peccato che tutta questa cornucopia tecnica si realizzi spesso (sempre?) in registrazioni immacolate ma noiosissime, curate fino allo spasimo ma asettiche come una sala operatoria hi-tech. A mio avviso, tutti i suoi album solisti sono una gelida esibizione di passaggi sassofonistici in acciaio temperato all'interno di un paesaggio musicale leccato fino al manierismo più stucchevole. Nonostante le modulazioni raffinate e indubbiamente scaltre, gli arrangiamenti sempre calibrati al millesimo e l'energia che Brecker immette in ogni suo intervento, la sensazione del teorema ben svolto è difficile da cancellare. Nonostante gli sforzi di variare ritmo e atmosfere, la sua marmorea vena compositiva non è dotata di sufficienti sfumature per differenziarsi troppo tra un brano all'altro (guarda caso in Wide Angles, il disco che tu citavi, il pezzo migliore, Evening Faces, non è suo ma di Don Grolnick.... 2) Non mi pare un'obiezione molto sensata sostenere che non si possa "giudicare musica suonata/prodotta/concepita in questi anni, con musica suonata 50/60 anni fa". Sarebbe come dire che, parlando di Cormac MacCarthy non si possa tirare in ballo Faulkner, così come analizzando Ligeti si debba tacere di Bartok o uno studio su Cattelan possa prescindere dall'influenza di Duchamp, mah. 3) Per quanto riguarda Ornette,ti rispondo parafrasando Calvino: i classici sono opere che quanto più si crede di conoscerle per sentito dire, tanto più quando si ascoltano davvero si trovano nuove, inaspettate, inedite. E ancora, un classico è un opera che non ha mai finito di dire quel che ha da dire. Altro che Ornette datato.. Un caro saluto
Rilke ti quoto tutto :-)
questo catalogare musicisti così diversi in base ai propri gusti musicali (quello è asettico,quell'altreo ha tecnica ma non anima,quell'altro ha
anima ma fa cacare tecnicamente,quell'altro mi resta sui coglioni!) è veramente deleterio... :zizizi))
...poi..."Ornette Coleman o Albert Ayler non brillano certo per tecnica, intesa in senso scolastico o accademico, eppure hanno fatto la storia della musica, in senso lato, del Novecento"...mah! :BHO: ...questo è alquanto opinabile,chi l'ha detto che seun musicista ha fatto
la storia della musica,con una musica abbastanza di nicchia,(è per questo che ci sono entrati nella storia) devono per forza essere
considerati dei geni...nella storia della musica italiana,per esmpio,c'è anche mario merola!...lasciamo a casa queste considerazioni,
non è tanto da musicisti...secondo me..
:mha...:
Secondo me... il limite è dei critici che hanno generato queste idee per puro onanismo intellettuale (vedi la considerazione che aveva Zappa dei critici musicali).
Sta di fatto che a livello artistico/jazzistico... Brecker/Metheny/Mehldau/Potter sono già il punto di riferimento per la nuova generazione di jazzisti.
Coltrane, ai suoi tempi, era considerato allo stesso modo in cui considere il defunto Brecker... poi pian piano si è capito che non era machismo sassofonistico, ma evoluzione del linguaggio.
Cambia l'epoca, cambia il contesto politico/sociale... cambia il linguaggio, cambia il contenuto (è successo lo stesso al rock/pop).
Il problema successivo è che per capire determinata musica bisogna conoscere anche i fondamenti musicali... non basta saper catalogare solo le sensazioni che la musica provoca a livello inconscio/subconsio/intestinale.
Se mentre l'evoluzione discorso tecnico/armonico di Coltrane era una conseguenze lineare (matematica) del punto da cui era partito.
Nella musica di chi è venuto dopo/parallelamente a Coltrane, partendo da Henderson, il discorso armonico non era più così lineare (e volendo tonale)... per comprenderlo bisogna entrare in un ambito di conoscenze che non sono di competenza dei critici musicali (basta vedere le critiche a Cafiso: prive di senso e faziose).
A me Brecker non stanca... tutto quello che ha una coerenza formarla chirurgica... ogni nota è lì per un determinato motivo, non per esibizionismo.
quoto quasi tutto....la grande verità è che i tempi son cambiati davvero...tutto è in evoluzioneCitazione:
Originariamente Scritto da tzadik
Senza voler offendere nessuno: secondo me vi fate troppe storie... :lol: ... non si può ascoltare e basta? senza andare a pensare cosa volesse fare uno, cosa pensasse nel momento in cui suonava... che scale o pattern facesse, se faceva 52 note o 54 al secondo, se fosse un metro di paragone per gli altri... se avesse un'anima o 2 teste, se avesse le ditta paralizzate ma suonava col cuore... se il fumo della sala gli offuscasse la vista... se trasportava nella sua musica il profumo delle violette dei campi da cui era passato 5 giorni prima... ma siamo più semplici, suvvia!... (questa è la mia opinione eh!... se uno si diverte a scervellarsi su ipotesi e analisi matematiche... buon per lui)... io ho un approccio più diretto: mi piace - non mi piace: ma a pelle, non per analisi del DNA...
Mi piace per un verso la disarmante semplicità di un Chet Becker (non so neanche se si scriva così ;) ) e da un altro la tecnica di Di Battista... mi piace per un verso l'inesplorato di Coltrane e per un altro la poesia di Urbani...
Poi ci sono brani di questi artisti che non mi piacciono... ma questo non vuol dire che in quel momento diventino "sterili" o freddi o impersonali: sono semplicemente fuori dal mio gusto in quel momento...
Ciao.
andando un po O.T. Rilke: potresti passare dalla sezione "presentazioni" e dirci qualcosa di te? ;) ... (se lo hai già fatto perdonami e mandami il link, che mi interessa. Grazie).
apprendo da Albisax che per entrare nella storia della musica bisogna fare cose "di nicchia". Si impara sempre qualcosa. Così come apprendo che è veramente deleterio che uno esprima le proprie opinioni su musicisti, cercando di argomentare le proprie analisi, in quanto "non è cosa da musicisti". Prendo atto e mi taccio, lasciando a casa le mie considerazioni e promettendo di meditare tra le quattro mura della mia cameretta sulla folgorante analogia tra Ornette Coleman e Mario Merola.
un ascolto piacevole , probabilmente si sono messi daccordo per provare a suonare con uno stile old stile (Di Battista che ha una capacità non comune suona poche frasi con alcuni effetti ..... Dalla suona più a lungo e gli viene dato molto spazio.....la sensazione è che sia per la scelta del pezzo sia per lo stile sia per tutto il resto sia un vestito confezionato per lui).
mi sembrano ingenerose le critiche a Brecker e allo stesso Di Battista
@tzadik: temo che tu abbia avuto un brutto rapporto con la critica musicale, cosa molto facile visto il livello medio soprattutto di quella italiana (con qualche lodevole eccezione). Un critico vero (musicale, ma anche artistico o letterario) conosce eccome i fondamenti, anzi molto di più dei fondamenti, della materia di cui si occupa. Solo che deve cercare di ampliare l'orizzonte e non può accontentarsi solo di quella conoscenza, deve avere un bagaglio molto ampio di saperi altrimenti è un cialtrone che parla con l'intestino, come giustamente scrivevi. Uno dei più grandi di tutti è stato T. W. Adorno che, oltre che filosofo e sociologo, era anche musicista e compositore. Non a caso, personaggi di piccolo calibro tipo Berg, Schonberg o Webern, certo non al livello di Brecker o Pat Metheny, lo consideravano una stella polare.
Le solite verità assolute di chi sa tutto e ed ha una intelligenza superiore. Brecker è un artista minore, in quel album il pezzo più bello è di Groelnik, mi sono perso qualcosa? È stato dato il ruolo ed il titolo di Giudice assoluto portatore della verità? Umiltà, dubitare qualche volta di sé stessi e credere che il proprio percorso, umano, professionale e musicale, è cosa unica che appartiene solo a noi stessi. Esistono anche altri percorsi, giusti e sbagliati allo stesso tempo come il nostro. Ri_saluti
caro New York nights, la tua è la classica argomentazione sofista: di fronte all'imbarazzo sostanziale, scagli l'argomento ad personam. Non discuti quelle che, a quanto vedo, appaiono opinioni eretiche, di lesa maestà breckeriana (figurarsi!), ma mi attacchi sul piano personale. Io non sono portatore di nessuna verità, tantomeno assoluta (per quanto mi riguarda, tutto ciò che è assoluto appartiene alla patologia). Ho solo espresso il mio pensiero, cercando di argomentarlo, tutto qui, e di aprire una discussione (credo che in un forum questo si faccia).
Caro si. Le tue argomentazioni sono intelligenti, ponderate, strutturate ed anche, come tu stesso hai detto, largamente condivise. Dire che Di Battista è fine a se stesso, o affermare che ''trovo'' Di Battista fine a se stesso sono due concetti completamente diversi e frutto di processi mentali diversi. Si confonde la soggettività con l'oggettività. A te Brecker non piace, a me sì, quindi quale sarebbe lo scopo della discussione una volta presentate le proprie posizioni? Convincere l'altro di aver ragione? Dimostrare la verità dei fatti? Per quanto poveri o ricchi che siamo mentalmente i gusti rimangono tali, salvo quando si afferma che Kenny G è il migliore anche tecnicamente, ecco, a quel punto condivido una certa deviazione...ma è un altro discorso...
comunque Adorno come sassofonista non si discute :ghigno:
http://www.youtube.com/watch?v=2Y6ByoQ8CJQ
se lo diceva pure Bob Berg
ihihihhihii
Non credo che nessuno di noi due voglia convincere l'altro di avere ragione. Non credo neanche però che nessuno di noi viva di gusti, opinioni, "verità" dati una volta per tutte e non più confutabili. Credo che se io e te ci troviamo su questo forum e dialoghiamo è in fondo proprio perché non crediamo che la nostra visione estetica sia l'unica vera, ma perché siamo disposti a revisioni, approfondimenti e rielaborazioni delle nostre convinzioni, accettando anzi solleticando la discussione dei risultati a cui abbiamo creduto di poter giungere
Rilke, non sei oggettivo,
Parli molto bene usi un sacco di parole, io sono un po' più grezzo, telo dico in 3/4 parole, dici un sacco di cazzate!!
E lo ripeto i gusti sono gusti, l oggettività è un'altra cosa, e si, con una persona non obbiettiva non ho argomentazioni, tanto è inutile
sì, però vedi di non insultare
1 volta, 2 volte, 3 volte ... il tuo concetto lo hai espresso, se hai altre argomemtazioni OK altrimenti sei stato chiaro, possono bastare.Citazione:
Originariamente Scritto da xavabal
Giusto, concordo.Citazione:
Originariamente Scritto da Rilke
A volte quando si è fermi nelle proprie convinzioni si rischia di esser fraintesi.
Con la tastiera può capitare.
visto che Rilke è un Critico di professione ne approfitto per chiedere delucidazioni su una cosa che ho notato in generale e che anche in questo topic si è manifestata.
Ho notato, dicevo, che (quasi sempre) cio' che piace allle "masse" non piace al critico... e viceversa... E' ad esempio il caso di parecchi films di vari festivals o appunto di musicisti o di canzoni di concorsi vari...
Ora io mi chiedo: dove sta' l'inghippo?... cos'è che il critico sente che un buon musicista o un appassionato o un semplice "utente finale" non sente?... o è solo la prassi? (intendo: il critico esalta la nefandezza più grande del mondo perchè è appunto "critico" e si fa' così...).
Mi sfugge qualcosa per forza... perchè succede questo il 99% delle volte...
Forse "l'arte" del Critico è diversa dall' "arte del popolo"?... :mha!( Ciao.
Premesso che concordo più o meno su quanto espresso da tutti i messaggi, almeno da quei messaggi che portano un parere supportato da una qualche argomentazione valida (intendiamoci: con valida posso intendere anche un'affermazione del tipo "quell'artista mi piace mentre quell'altro proprio no"). E' evidente che alcune posizioni stimolano di più la discussione, alcune altre meno, alcune proprio per niente. Riguardo a quanto detto precedentemente da qualcuno tenderei a concordare con chi predilige un po' più di espressione rispetto a una tecnica che a volte, quando tirata allo spasimo, può essere un po ingombrante, asettica, e fine a se stessa.
Non mi pare, però, che questo possa essere applicato all'intervento di Di Battista in questo bellissimo Blue Monk, intervento che, al contrario, mi sembra molto misurato, forse, ma solo forse, leggermente prevedibile (il che potrebbe magari anche voler dire che se fossi in grado di farlo, quelle note mi sarebbe piaciuto metterle allo stesso posto) comunque mai eccessivo e sempre puntuale.
L'intervento di Dalla è da par suo. Della musica ha una visione globale, di insieme. Di Dalla penso si possa dire che era (sigh!) un grande musicista, e questo ricomprende senz'altro tutto il resto. Anche in questo Blue Monk suona il clarino e allo stesso tempo usa la voce e la usa in modo molto particolare. E comunque anche la sua tecnica con il clarino era assolutamente ottima. Assolutamente fuori dal comune invece la sua curiosità e la sua voglia di sperimentare in campo musicale. Ringrazio quindi per questo filmato che non conoscevo e che ho guardato con un po' di nostalgia pensando a un grande artista che non c'è più...
ciccio..io mi esprimo male lo so però ho scritto questo:Citazione:
Originariamente Scritto da Rilke
"questo catalogare musicisti così diversi in base ai propri gusti musicali (quello è asettico,quell'altreo ha tecnica ma non anima,quell'altro ha anima ma fa cacare tecnicamente,quell'altro mi resta sui coglioni!) è veramente deleterio..."
se non ti piace DiBattista va bene...ma dire tutte quelle menate (lui non lega nemmeno le scarpe a Parker o a Pepper o a Woods) si
cade nel ridicolo...nella musica non ci sono competizioni e gare...per quanto riguarda merola era una provocazionee comunque la musica
di Coleman non è per tutti...ciccio...medita medita nella cameretta che poi si diventa ciechi! :D
Mix sei un grande...la penso proprio come te... :bravo:Citazione:
Originariamente Scritto da mix