Riporto articolo comparso su "Brescia oggi", ma ciascuno diffonda/comunichi come tale situazione
sta evolvendo nelle varie regioni e città.
http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/ ... refresh_ce
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Riporto articolo comparso su "Brescia oggi", ma ciascuno diffonda/comunichi come tale situazione
sta evolvendo nelle varie regioni e città.
http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/ ... refresh_ce
e si Jug, conosco perfettamente la situazione abitando a Brescia e ti devo dire che mentre l'anno scorso ho suonato tantissimo (una cinquantina di serate), quest'anno e' cominciato magro magro e c'e' davvero poco da fare. Un vero peccato, ma e' colpa dei proprietari dei locali e del pubblico stesso.
continuo dopo perche' ora devo uscire di fretta .........
continuo ...........
dicevo che e' colpa dei proprietari dei locali, veramente grezzi e poco o per nulla inclini a offrire alla clientela qualcosa di diverso e raffinato. Faccio un esempio che in 30 anni non mi era mai capitato, in un nuovo ristorante moerno di Brescia (faccio anche il nome perche' sono veramente degli s......, si tratta de IL FERMENTO) con un casino infernale fatto dal vociare dei clienti sono venuti a dirci di abbassare il volume che gia' tenevamo basso tanto che non sentivo gli altri neppure a due metri. Abbiamo comunque abbassato il volume (facevamo bossa nova quindi immagina che volume potevamo avere) e sono venuti ancora una volta mentre stavamo suonando in modo sgarbato a dirci malamente e maleducatamente di abbassare ancora. Beh, ce ne siamo andati all'istante smontando tutto in un baleno con la gente che ci diceva di rimanere e che non erano d'accordo.
Colpa poi anche del pubblico in genere, non parlo della circostanza di cui sopra, perche' non e' disponibile verso la musica e solo con molta fatica quando riesci ad appassionarli, allora ti riconoscono professionalita' e applaudono convinti. Sembra quasi che sono loro a farti un favore a sopportarti e non tu che fai un favore a loro dandogli anima e cuore.
Questo ovviamente in una piazza come Brescia dove i posti canonici per fare musica non ci sono piu'. L'unico locale serio, ilJazzonlive, sta chiudendo e non c'e' veramente altro al di la' di qualche pub/birreria o ristoranti vari dove come dicevo e' difficilissimo e disarmante suonare.
Aggiungi che il cantante con le basi (massimo rispetto ma e' il massimo del minimo) soppianta il gruppo live con costi molto piu' bassi.
Io che non ci devo campare e lo faccio per divertirmi, non bado a compensi e quindi mi basta suonare pero' dopo le ultime uscite nelle quali non sei considerato e ti senti quasi sopportato dal proprietario e snobbato dal pubblico mi chiedo: ma chi me lo fa fare? Per fortuna non sono tutti cosi' e quindi qualcosa in giro si trova sempre pero' se uno guarda all'estero dove in ogni paese la situazione e' migliore e c'e' rispetto non solo per chi suona ma anche per la musica in generale come forma di cultura, c'e' poco da stare allegri da noi.
Questo succede a Brescia
........Charlie si era sentito vietare, al pari dei suoi colleghi il passaggio attraverso l’ingresso principale del locale. Di lì potevano entrare solo i bianchi. Si vendicò passando di tavolo in tavolo, dove erano seduti i musicisti, e mandando in frantumi, uno dopo l’altro, i bicchieri in cui questi avevano bevuto. La direzione, spiegava, non li avrebbe più usati perché erano stati contaminati dalle labbra di gente dalla pelle scura.......
questo, purtroppo, accadeva non molto tempo fa al grande Parker...
quello che narri non mi stupisce ...
pazienza e perseveranza ;)
Just, se non si ha nulla da dire, si può evitare di fare della retorica spicciola con "citazioni vintage"...
E' un tentativo di riflettere sulla situazione complessiva di chi lavora (o cerca di farlo) con la musica
e la dimensione complessiva utenza (pubblico)/gestori/organizzatori in Italia e ora.
Ste, oltre alla situazione dei locali, che come descrivi mi sembra abbastanza "omogenea" in tutta la ns. penisola,
con qualche isolata eccezione, qua e là, siamo in una situazione in cui anche "realtà istituzionali",
festival e rassegne "storiche" si trovano a "tirare i remi in barca" e a non sapere se e/o fin quando potranno esistere/resistere...
Poco piu' di 3 anni fa (2008), Ilaria Scattina, ha girato un documentario sulla disastrosa situazione della musica live in Italia:
pur non essendo un documento esaustivo, mette in luce, tuttavia, diverse problematiche che tutte insieme fanno un mix abbastanza esplosivo
e deprimente, in cui probabilmente quello che assistiamo oggi è piu' un effetto che una causa...
la crisi, poi, sembra il paravento con cui giustificare tutto, in senso peggiorativo...un'altra "pezza" lanciata verso una decadenza da "basso impero"...
http://vimeo.com/2687833
Vediamo, nei limiti del possibile, di evidenziare complessivamente le cause di questo lento disastro, cercando di comprendere
i vari aspetti e magari prospettare se e in che modo possono crearsi nuovi scenari: se tutto sta crollando, forse qualcos'altro
dovrà pure rinascere, con basi diversificate...e quali possono essere? I "musici" son quelli che per primi dovrebbero prospettare
delle possibili soluzioni o alternative...anche perchè solo lamentarsi, come sempre e in ogni caso, non porta da nessuna parte.
probabilmente Just evidenziava che da sempre i musicisti hanno avuto grandi difficoltà .
(a tutti i livelli soprattutto se non si trattava di musica che facilmente raggiungeva il grande pubblico)
trovo che la musica sia tristemente sottovalutata e in un momento di crisi siano i musicisti a soffrire più di altri.
Il jazz, ma anche altre forme musicali, sembrano sopravvivere solo quando nasce un felice connubio tra la passione e volontà di qualche organizzatore, accompagnato da un utile apporto del pubblico/privato a sostegno.
Mano a mano che vengono meno ed escono di scena certi personaggi, i festival, e le iniziative da quat'ultimi organizzati, se ne vanno con loro.
Sicuramente è un problema di cultura musicale, di un mancato sostegno pubblico ad alti livelli, della crisi, e di tutto il resto che più volte ci siam detti. Personalmente però, ho il dubbio che la componenete maggiore sia proprio l'assenza di persone che metteno in quello che fanno passione, che si impegnano per creare qualcosa.
L'ho vissuto direttamente più volte, un corso jazz con lezioni e jam finale, grazie alla disponibilità di alcuni locali poi naufragato per via della svogliatezza di alcuni, la banda cittadina che rischia il naufragio non per assenza di fondi (allora, non oggi....ndr) ma per la scomparsa di un paio di bandisti che si occupavano praticamente di tutto e con nessuno disposto a prenderne il posto.
ecco,secondo me,il nocciolo della questione...per non parlare dei media...da noi viene soloCitazione:
Originariamente Scritto da New York nights
propinata musica leggera 24h su 24 salvo rare eccezzioni la sera tardi;c'è stato
un assottiglimaento (non trovavo le parole) culturale molto marcato negli ultimi anni e questo
è innegabile.Per quanto riguarda la crisi...bè...è dappettutto in europa,però altrove non ci sono stati tagli alla cultura come da noi,all'etstero investono sempre in cultura...
questoè il mio punto di vista..
l'episodio 'citato' mi sembrava emblematico per sottolineare quello che hai inteso e ribaditoCitazione:
Originariamente Scritto da fcoltrane
chiedo venia se sono apparso retorico
La musica ben fatta (musica classica, pop, jazz, progressive, rock) andrà avanti con maggiori difficoltà ma andrà avanti. I modi di far musica credo cambieranno, dovranno per forza cambiare, ma obbligheranno coloro che di musica vivono a reinventarsi o a proporre cose nuove.
Cercare formule dove le arti si "sposano": musica-letteratura-pittura-danza possono interagire e mostrare un tangibile risultato del continuo divenire del genio creativo umano.
Cercare formazioni originali: nell'ambito musicale chi avrà originalità, pur nella semplicità di un progetto presentabile perché come spesa è ancora affrontabile economicamente dai gestori dei locali, avrà la possibilità di farsi ascoltare.
Importante sarà spingere chi legifera ad alleggerire gli orpelli dei balzelli che gravano sulla musica dal vivo (SIAE ENPALS) almeno per le categorie sotto la soglia minima di reddito, oppure dare la reale possiiblità di esibire un prodotto gratuitamente nel caso in cui per es. non vi sia altro che rimborso spese.
Infine cercherei di incrementare la diffusione dell'offerta didattica popolare: aumentiamo il gusto di imparare la musica e di fare musica da parte della gente che, a mio avviso, avra più tempo per affinare la propria musicalità e per imparare a suonare (possibile che di popolare ci sia solo il ballo? Le bande dove son finite?).
Sono d'accordo sulla necessità di aumentare la cultura musicale di base. Chi sa apprezzare la musica (di qualsiasi genere) magari qualche volta preferisce rinunciare ad una serata in pizzeria a favore di un concerto.Citazione:
Infine cercherei di incrementare la diffusione dell'offerta didattica popolare: aumentiamo il gusto di imparare la musica e di fare musica da parte della gente che, a mio avviso, avra più tempo per affinare la propria musicalità e per imparare a suonare (possibile che di popolare ci sia solo il ballo? Le bande dove son finite?).
Per quanto riguarda le bande (almeno qua al nord), vivendo praticamente solo di volontariato, sono in genere molto discontinue e tante volte la formazione musicale viene un po' trascurata.
A Padova e Vicenza sopravvivono le rassegne più importanti, magari perché dietro hanno sponsor di un certo spessore (cito il Porsche Live a PD che si è svolto pochi giorni fa, o il Vicenza Jazz Festival in maggio) o perché un locale è riuscito a crearsi un bel giro (il Panic Jazz di Marostica ad esempio).
Sono però appuntamenti che chiamano artisti di grande attrattiva e ben noti, mentre latitano le occasioni per sentire (io vado a sentire) tanti altri artisti meno noti e qualche volta meno "scontati".
Anche per gli altri generi musicali la situazione è difficile, direi tragica. Un articolo di qualche tempo fa che descrive la situazione dei locali a Vicenza è questo e purtroppo è estremamente realistico
http://www.nuovavicenza.it/2011/12/tutt ... rockeggia/
beh, i grandi nomi piu' o meno non fanno fatica a suonare anche da noi perche' il richiamo degli appassionati e' per fortuna forte e quindi sia le rassegne all'aperto sia nei locali c'e' sempre il tutto esaurito e quindi l'organizzatore/proprietario del locale e' sempre contento. Il problema vero rimane per noi gente comune di semiprofessionisti/professionisti non conosciuti che non possiamo con il nostro nome riempire le sale e allora le occasioni sono sempre molto scarse. Il piu' delle volte il proprietario si aspetta che sia tu a portargli gente, ma il tuo ruolo e' quello di suonare non di fare il pierre, quindi dopo un paio di volte ti lascia a casa.
Verissimo; che poi, a me appassionato ascoltatore, piace andar a sentire sia i grandi artisti internazionali ma anche musicisti meno acclamati: ho assistito a concerti bellissimi suonati in posti sconosciuti
Una parte della colpa secondo me va anche (almeno a PD) ai quotidiani, che nella pagina degli spettacoli spesso menzionano solo gli eventi più importanti o quelli che si svolgono nei soliti locali, ma agli altri non dedicano neanche una riga. Mi è capitato di sentire bei concerti solo grazie al passaparola, magari casuale... A Vicenza invece il quotidiano locale fa una meritoria opera di diffusione di tutto quello che gli arriva in redazione
Per come la vedo io... la musica e i vari format musicali sono comunque soggetti alle leggi di mercato... e parliamo di intrattenimento.
È giusto che il promoter abbia un qualche tipo di "ritorno" di qualche tipo.
Piuttosto spesso invece è il promoter a essere poco competente.
Generalmente, il costo non è un problema dipende qual è il "ritorno" per il promoter.
Qui si chiama in causa il tipo di format che il musicista (o chi per lui) propone al promoter... e come viene proposto e pubblicizzato.
Nessuno fa niente per niente.
Quindi per me "tempi duri per la musica dal vivo" a me non dice niente: chi vende "qualità", non ha mai problemi... il problema è capire come vendere questa qualità e come far sì che questa "qualità" abbia visibilità e grande partecipazione da parte del pubblico.
Questo vale anche a bassi livellli...
non ti seguo molto Tza, secondo me quando un proprietario di un locale ti prende per suonare durante la settimana perche' si aspetta di lavorare di piu' con la gente che gli porti (e non con la giusta promozione che dovrebbe fare lui tramite segnalazioni al giornale locale, passaparola, etc., in fondo il locale e' il suo mica il tuo) e poi vede che il locale rimane vuoto e che gia' pagando la siae va sotto con le spese, tu in quel posto non ci suoni piu' perche' il locale perde.
E' giusto che il promoter come lo chiami tu abbia un ritorno, ma il ritorno se lo deve cercare lui, noi facciamo un altro mestiere. Come vendere la qualita' dovrebbe a mio avviso essere un problema del gestore/proprietario/promoter che prima cosa dovrebbe saper riconoscere la qualita' nella proposta musicale e poi valorizzarla con una corretta azione di marketing.
... perchè la gente non va a sentire il jazz dal vivo... e la musica dal vivo in generale ??
sono tante le questioni sul tappeto...
1. eccessiva offerta di musica (televisione, radio, mp3, youtube, ipod con 40 giga di musica dentro...) e conseguente svalutazione della stessa;
2. lo spettacolo tradizionale (musicisti che suonano sul palco, che espongono i loro brani e pubblico seduto in sala che ascolta...) credo che abbia fatto il suo tempo, purtroppo... è dura la sera, dopo una giornata di lavoro, uscire di casa, andare in un locale, ... quando a casa hai il pc..., il rapporto costi/benefici tende sempre di più per stare a casa...
Forse funziona ancora per i grandi nomi...
3. mancano soldi, ma non credo sia la questione principale... le cose che davvero piacciono, la gente non se le nega...
quindi... per fare uscire di casa qualcuno bisogna che trovi in un pub, in un locale, qualcosa che a casa non trova...
e qui ragazzi c'è da sbizzarrire la fantasia... (donne? ok, a volte funziona...) ma quello a cui più spesso penso... è il coinvolgimento... fatto in vari modi....
lo spettacolo asettico in cui uno fa la presentazione (quando va bene dei pezzi) e li esegui ormai è diventato una pizza,... banale..
bisogna scherzare col pubblico...o trovare il modo di interloquire... aprire un canale comunicativo molto forte... ed è molto difficile (soprattutto per chi caratterialmente non ci è portato, come il sottoscritto...).
il pubblico preferisce quando succede qualcosa di imprevisto... si diverte di più quando il gruppo sbaglia e deve ricominciare il pezzo di quando invece va tutto liscio...insomma... deve essere qualcosa di £diverso" da quello che può fruire stando a casa...
detto questo mi fermo perchè non so neanche io dove voglio arrivare.. ma l'importante è il punto di partenza... lo spettacolo tradizionale non funziona più... bisogna inventarsi altro...
:BHO:
"si diverte di più"
questo è un altro "problema"...cosa s'intende per divertirsi?? bisogna per forza essere divertenti per fare uno spettacolo interessante??
questo è triste, a mio parere
Ste... è lì che sbagli.
Se ragioni così... avrai sempre problemi a suonare in determinati posti.
Tu al promoter vendi un prodotto (o format) e sei tu che gli garantisci che il prodotto funziona... esattamente come può essere per elettrodomestico.
Ognuno fà il suo lavoro... ma ognuno deve porsi nelle condizioni di farlo al meglio.
Ora con i social network puoi avere una visilibità enorme, a costo zero... e con pochissimi click.... poi la differenza la fai sul palco!
Qui ci sono delle cover band che girano a 2000€ + IVA e suonano comunque tanto... perchè? Perchè il promoter sà che chiamare quel gruppo porta automaticamente tot gente e con quello ci guadagna.
Solo a un certo livello, la promozione può farla il promoter... a basso livello bisogna farsela da soli però con i mezzi che ci sono oggi, per far promozione bastano non più di 5 click del mouse!
@dany... per "divcertirsi" intendo dire essere coinvolti... compartecipare emotivamente... nel senso che dico io puoi "divertirti" anche ad ascoltare uno che suona spiritual di coltrane...
Su questi argomenti (misica live nei locali) sono d'accordo con Tzadik.
O sei tu che porti gente al locale, o nisba.
Almeno così funziona dalle mie parti.
Probabilmente in un mondo ideale le cose dovrebbero funzionare all'inverso...ma prima si è realisti e prima si capiscono certi meccanismi.
Mantenere unito un gruppo con il quale voler suonare musica live per locali richiede una grande impegno di promozione e sviluppo, se manca quello i progetti si sfaldano.
Non è un problema tirar su 250 - 350 euro con il quale garantire un minimo per la soppravivenza dei musicisti (anche si potrà discutere all'infinito sull'effettiva "non" valorizzazione della musica live), il problema è garantire al locale che avrà un ritorno netto adeguato.
Funziona così dappertutto... il salto di qualità lo fai quando la "promozione" comincia a girare da sola: cioè quando il "format" è talmente "apprezzato" che le voci corrono da sole... senza l'ausilio da parte del musicista.
Per quella che è la mia esperienza (cioè per quelli che sono i format musicali, con cui ho suonato)... tutto dipende dal target del prodotto musicale... e dalla "notorietà" del format!
ha ragione...funziona così anche da queste parti...la cover band nella quale suonavo saltuariamente anch'io(fa di tutto,è unjuke boxCitazione:
Originariamente Scritto da tzadik
ma questo è un altro discorso) riempe i locali della zona (ma battono anche il perugino e la meremma adesso,oltre ai matrimoni)
grazie alla miriade di amici sia usuali che virtuali (attraverso FB) che li seguono.E per i gestori della zona sono una garanzia.
Oltre al fatto che sul palco sono carismatici,sono molto coinvolgenti con il pubblico(insomma son ganzi!) e hanno un repertorio
molto ruffiano che alla gente piace(qui ci sarebbe da aprire un altra discussione!).Loro non hanno un promoter o impresario,
il promoter sono loro stessi attraverso FB..
comunque all'estero le cose sono un po' diverse,così mi hanno detto amici musicisti per loro esperienza...
la gente paga per andare nei locali dove fanno musica dal vivo e gli artisti che suonano non sempre sono conosciuti...
culture diverse
quindi, se per caso, come mi è successo 6 anni fa, vengo a trieste dove mi sembra impossibile che mi conoscano, devo portare io la gente al locale?? per fortun a quel giorno che suonai al Naima il locale era pieno comunque, e apprezzarono molto più di quanto potessi immaginare anche pezzi come Spiritual, Impressions, Dear Lord, Blue Train, A love supreme e anche uno mio sperimentale...
culo della situazione ovviamente...
Si... attenzione che però il promoter è una figura diversa: http://it.wikipedia.org/wiki/Promotore_musicale
Per eventi piccoli di solito è la stessa persona che mette i soldi per i concerti. ;)
Capisco invece che suonando generi musicali "meno in vista", tutto sto meccanismo è difficile da comprendere... però bisogna sfruttare i social network (non MySpace... che non lo caga più nessuno!!!)... specialmente chi ha nell'attività musicale una buona fetta del suo reddito.
Ovviamente poi bisogna "suonare" e "saper lavorare".
All'estero si paga per sentire musica... però ci sono anche degli ambienti per poter far musica migliori dei nostri.
Hai il locale che ha un palco allestito, luci etc etc... Qua in Italia sta cosa non esiste, anche se fai una figata, devi sempre tener conto della parte tecnica (e dei sui costi), per quello che ho visto io è molto più semplice vendere un "format all inclusive" (gruppo musicale, service audio, service luci... tecnici audio e tecnici luci) che vendere solo la parte musicale. :zizizi))
infatti questo gruppo che dicevo io organizzano,tramite una discoteca delle mie parti,anche concerti e/o rassegne dove suonano anche altri
gruppi anche insieme a loro...spesso a tema...e i soldi per organizzare li mette la suddetta discoteca,cioè un proprio budget che affida a loro
e ci rientra anche il loro compenso....hanno tirato su un bel giochino..
La mia opinione è questa: se da un lato la colpa è del pubblico che preferisce pagare meno ed ascoltare musica non live, il gestore del locale ha una responsabilità morale non indifferente nel non "rischiare" più... e di andare sul "sicuro"...
Colpa di chi non diffonde più la musica a livello scolastico, colpa di chi preferisce tagliare sulla cultura e che su altro...
Alla fine il pubblico diventa sempre ignorante e pretende solo di divertisri, anche con musica di bassa qualità.
Ma c'è una parte di responsabilità dei musicisti, che sembrano essere diventati dei "tecnici della musica" e non più degli artisti, gli artisti suonano prima di tutto perchè hanno passione per la musica, si fanno pagare come è giusto che sia, ma sono disponili a divulgare il loro sapere, coinvolgono il pubblico e
creano cultura.
I tecnici della musica, suonano solo se vengono pagati, non divulgano nulla se non a pagamento,
se li fai suonare qualche minuto di più di quello previsto dal contratto chiedono gli straordinari.
Non suonano per passione, ma suonano perchè è l'unico lavoro che sanno fare.
L'artista può anche decidere di mantenersi con altro lavoro, e suonare senza dover scendere a compremessi di basso livello musicale.
In fine, la concorrenza è diventata enorme, tutti i diplomati si sentono i migliori, tutti si sentono delle prime donne, e se devono suonare dal vivo devono essere al centro dell'attenzione...
Bisogna mettersi in testa che vivere con la musica è difficile, è non è detto che si riesca per forza.
Non prendete il mio discorso come un generale attacco alla categoria dei musicisti, di cui anchio faccio parte, ma come un iperbolazione di difetti che in questo momento di crisi appaiono enormi più di quanto lo siano
Se la musica bisogna farla per professione... non si può non tenere conto dell'aspetto economico.
Ci si può permettere di non pensare ai soldi solo quando il cachet è molto alto e/o si ha già raggiunto il benessere economico.
Il mondo della musica è cambiato, è tutto cambiato, il mondo va molto più veloce e i costi per alcuni servizi sono aumentati.
Da questo... si è sviluppata la figura del "turnista" (con tutto quello che ne consengue).
La musica è prima di tutto è un business... poi si può anche farla passare per cultura.
Ci si lamenta tanto dei tagli alla cultura quando di fondo... la gestisce pubblica o pseudo-pubblica della "cultura" ha generato una serie di sprechi... tipici della gestione pubblica di qualsiasi cosa.
Moltissimi grossi festival vengono sponsorizzati da enti pubblici (per riuscire ad accedere agli spazi dove fare le manifestazioni culturali)... ma di fatto sono tutti possibili grazie a soldi privati.
Quoto sul fatto che spesso la preparazione "accademica" non fornisce gli strumenti (non tanto tecnici, quanto gestionali) per esercitare la professione.
il problema del cache è importante, ma io visto giovani che avevano appena iniziato l'attività chiedere cachet che neanche gente che suona ventanni si oserebbe chiedere
... è una questione di qualità del prodotto (che il "giovane" vende) e di eventuale ritorno economico (che il "giovane" porta al promoter).
Il cache non è una questione "anagrafica".
Credo che gli organi di informazione, TV, in particolar modo, fanno molto ma molto poco per far conoscere la buona musica, è fare avvicinare i giovani al Jazz, mai un concerto jazz, ho un programma televisivo dedicato solo a dei giovani musicisti.
I giovani, devono avere l'umiltà di accettare di "fare la gavetta" molti grandi jazzisti hanno cominciato a suonare nelle cantine, poi nei club, successivamente ai piccoli festivals, poi ai festival regionali e dopo molti anni ai grandi festival.
Ci vuole l'umiltà di voler faticare per fare un percorso, molti giovani invece rinuciano a suonare subito dopo che qualcuno gli ha detto "no" e gli a chiuso le porte in faccia.
Con l'impegno e l'umiltà si può anche riuscire a farcela,
qualche mese fa, con mio grande stupore mi telefonò il grande Gianluigi Trovesi perchè gli avevo inviato un CD con alcune mie composizioni jazz, lui mi chiamò per dirmi che l'aveva ascoltato e per incoraggiarmi.
Io dissi: "le faccio io complimenti per la sua musica" e lui rispose ironicamente "ormai la mia carriera è quasi finita..."
L'umiltà di Trovesi dovrebbe essere l'esempio per chi comincia, lui a 70 anni trova ancora il modo per "sminuirsi" e va in giro a suonare ancora con lo spirito del giovane.
Molti giovani di oggi hanno 20 anni ma vanno in giro a suonare con lo spirito dei 90 anni pretestuosi.
Capisco la visione un po' "romantica" della musica... e il modo di approcciarsi alla musica (musica intesa come "lavoro).
Però non ci vedo nessun problema... una volta come adesso, i "geni" emergono sempre e non è una questione di gavetta.
La qualità della musica che si produce (e che poi si va a vendere) è spesso indipendente dall'esperienza, maturata con la gavetta.
I tempi sono cambiati... i meccanismi per cui un talento riusciva ad avere un successo pubblico sono cambiati.
Quoto sul fatto che in alcuni casi il talento non basta per affrontare la musica, come attività lavorativa.
Vi siete mai chiesti come mai molte delle persone uscite dai talent show, poi non fanno "subito" una intensa attività concertistica?
invece la gavetta è molto importante, se fatta nella giusta maniera, ti crea le basi per capire come funzionano certe cose.
Pure Mozart, il genio assoluto, faceva Gavetta componendo contraddanze, componendo messe alla maniera salisburghese, Bach fece molta gavetta per imparare bene il suo mestiere.
Certe cose le capisci (e riesci a metterle in pratica) anche se le studi e se qualcuno te le insegna in un modo razionale... adesso funziona così, c'è poco da girarci attorno.
Il cache poi comunque va in base alla qualità della musica che vendi... la "gavetta" e in parte il "curriculum" possono anche passare in secondo piano.
Valgono le leggi di mercato.
le leggi del mercato valgono sempre anche a discapito della qualità
Si però è fare sbagliato far passare l'equazione: "musicista giovane" = "musica di bassa qualità". :zizizi))
non è questo che affermo, ma che il giovane deve avere più umiltà nel proporsi, anche nel caso fosse il più grande musicista del mondo
Cafiso non e' molto umile (così mi hanno detto) e x come la vedo io fa bene.
secondo me non fa bene, ci sono numerosi grandi concertisti che hanno fatto dell'umiltà il loro pregio, oltre ovviamente alla bravura.
Parlo di Abbado per la musica classica, Bollani per il jazz, Fresù per esempio è molto umile e disponibile.
Se sei bravo non hai ragione per non essere umile, se uno non è umile probabilmente è perchè ha paura che ci sia qualcuno che è più bravo di lui.
Gente come Cafiso dovrebbe imparare che al mondo non c'è solo lui che suona bene il sax.
Io Cafiso l'ho sentito dal vivo... e non mi è sembrato "non umile".
Nel suo caso... le reazioni degli altri sassofonisti è di altra natura: si chiama "invidia". :zizizi))
Ci sono altri che suonano bene... pochi artisticamente/tecnicamente/sassofonisticamente sono al livello di Cafiso... e parlo anche di gente che suona da 40 anni. È una verità che bisogna accettare.
se ricordo bene, tempo fa Cafiso è stato invitato ad esibirsi dal vivo alla Casa Bianca, poi non so come sia andata a finire.
però probabilmente il fatto che questo ragazzo suoni ad altissimo livello può infastidire altri musicisti che suonano da svariati decenni e quindi magari un po di invidia o gelosia c'è.
il fatto che Cafiso non sia umile o invece lo sia, penso faccia parte delle leggende che vengono create artatamente attorno al personaggio. la realtà è che per musicisti di alto livello -giovani o meno giovani- il lavoro (forse) non manca anche se tutti dobbiamo fare i conti coi tempi che corrono.
Magari fosse vero gf...
é un pò troppo presto per stabilire un giudizio complessivo musicale su Cafiso, non credo ci sia invidia, ma consapevolezza che forse Cafiso bravissimo tecnicamente, sia stato un pò "bruciato" subito fin quando era ragazzino, ammetto che era fuori dal comune per la sua età, ma un pò più di "anticamera" e sala d'aspetto non gli avrebbe fatto male, e lo avrebbe fatto maturare di più, alla sua età ha già raggiunto il massimo di quello che può dare.
Io ho visto dal vivo Cafiso ad Iseo jazz, come persona non mi sembrava molto umile, si dava un poco di arie...
Mentre gente come Fresù, Bollani, Trovesi, ... Coscia secondo me hanno capito l'importanza del non considerarsi i migliori.
alla fine bisognerebbe essere in grado di coniugare la bravura con l'umiltà.
Sul fatto che ci sia lavoro,... forse per Cafiso c'è lavoro, ma per gli altri?
quelli che non hanno avuto la fortuna di essere stati bambini prodigio?
il lavoro si misura non guardando i livelli alti ma guardando la base dei musicisti, cioè quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese, a me che Cafiso lavori o meno non m'interessa, m'interesserebbe che ci fosse più lavoro per tutti
X incrementare il lavoro dovrebbero imporre x legge il divieto assoluto delle basi a formazioni con piu' di 3 elementi.
So di orchestre che stanno lasciando a casa bravi musicisti x prendere gente che a malapena sa tenere in mano uno strumento (tanto x fare finta e' piu' che sufficiente) ma che costa molto meno.
Riguardo a Cafiso, se matura ancora un po' marcisce e cade dal ramo.
Rosario Giordano: "X incrementare il lavoro dovrebbero imporre x legge il divieto assoluto delle basi a formazioni con piu' di 3 elementi".
Ma sai, Rosario...trasponendo la tua considerazione, allora...dovrebbero mettere anche una legge ed obbligare un'azienda ad avere meno macchinari per far lavorare piu' persone? Perchè dovrebbe valere solo per la musica?
Non appartiene alla logica produttiva che noi occidentali abbiamo esteso su scala mondiale.
Per gravi problemi familiari, non posso seguire, nè contribuire come vorrei a questa come ad altre discussioni...
Do un piccolo dato per rientrare in topic.
Comunicato della Tosky Records apparso anche su FB:
"Siamo spiacenti dover comunicare a tutti i nostri clienti ed utenti che il concerto/presentazione They Say It's Spring del Marco Acquarelli Quartet feat. Alice Ricciardi del 30 Marzo 2012 previsto ed organizzato al club Ke Nako a Roma e' stata improvvisamente annullata dalla direzione artistica e dai titolari del club stesso senza alcun preavviso, per cause non dipendenti dalle nostre volontà'. Tutti coloro che hanno acquistato il biglietto online sono stati già' rimborsati del prezzo del biglietto. Siamo davvero imbarazzati nel constatare che la situazione dei club dove si fa live music peggiora di giorno in giorno".
La promozione di tale concerto è iniziata circa 4 mesi fa: costo biglietto Euro 10,00 (e si riceveva all'ingresso pure il CD...avete capito bene
Euro 10,00 = CD + concerto live).
C'è qualcosa che sta saltando...
Evitate di mettere davanti questioni o antipatie personali per questo o quel musicista (ne abbiamo tutti, ma non ci portano lontano...)
E' tutta la "piattaforma dell'entertainment musicale" che sta subendo sconvolgimenti e trasformazioni: ed è questa la centralità della discussione.
Tutti quelli che citate che considerate piu' o meno umili (ma si usa con troppa generica superficialità questo termine: ci sono anche tanti falsi umili...) e che hanno o ottengono un seguito o che hanno avuto riconoscimenti apprezzabili o sono ora "di grido" hanno avuto i loro "santi protettori" o appartengono ad epoche in cui le cose funzionavano diversamente...
Cafiso senza l' "aura protettiva" di Winton Marsalis...Bollani senza Rava...(e si potrebbe continuare)
sarebbero diventati quelli che sono ora? Probabilmente sì o chi lo sa...ma naturalmente quegli incontri sono stati per loro la manna!
C'è aldilà dei meriti/demeriti (o qualcos'altro vogliate), il fattore "fortuna" associato ad avvenimenti, persone o fatti occasionali a cui
la professione "musicista" è legata ed è innegabile.
La funzione dei social network, negli scenari attuali andrebbe approfondita:
si è detto, ad esempio, "Myspace è morto..." è vero, ma nessuno spiega perchè...
eppure, "Myspace" è stato la "manna" per alcuni gruppi sconosciuti...poi è decaduto...
sono questi processi che bisogna comprendere e approfondire
come anche su come stanno cambiando gli orientamenti del pubblico
(anche perchè niente pubblico, niente lives):
che poi vi piaccia di piu' questo o quello...rientra nel gusto personale
e non inficia la questione complessivamente, nè i cambiamenti in atto.
Ciao, scusa ma il paragone mi sembra un po' "tirato".Citazione:
Originariamente Scritto da juggler
Tu compri un prodotto, che poi l'abbia costruito una macchina o un operaio non cambia niente, a te interessa il prodotto finito e quello ti viene dato.
Tu vai a "sentire" qualcuno che suona DAL VIVO, vuoi sentire quel qualcuno che DEVE suonare dal vivo, non che faccia finta scimiottando dei movimenti piu' o meno veritieri! Tu hai pagato una consumazione, un biglietto d'entrata ecc ecc per sentire uno che suona, non che ti prende x il culo!
mi vien da star male a sentire tutti sti discorsi!! :doh!: sopratutto perchè purtroppo sono gli unici argomenti di cui sento parlare negli ultimi tempi....e non solo nel ramo musicale!! ci stiamo proprio dirigendoverso una fine lenta e agonizzante......spero di sbagliarmi :zizizi))
Non credo che l'acquisto di un prodotto, elimini un senso di responsabilità che ovviamente non sempre e non tutti abbiamo:Citazione:
Originariamente Scritto da Rosario Giordano
certo... chi compra un iPhone (come un qualsiasi altro prodotto) guarda le prestazioni e l'uso che ne deve fare;
che poi, dietro a quel prodotto ci siano storie raccappricianti di sfruttamento di uomini (i casi di suicidio alla Foxconn come gli orari di lavoro massacranti dei dipendenti Amazon ecc.) diciamo pure che gran parte dei consumatori se ne frega...
Certe situazioni o condizioni non possono interessarci solo se toccano i ns. interessi/bisogni: certe "storture sistemiche" coinvolgono tutti
e non solo particolari settori.
Se in certi ambiti musicali, viene accettato l'atteggiamento della "simulazione", evidentemente quella "simulazione" nulla toglie
al risultato che il pubblico si aspetta...e quindi ciò accade...
E' chiaro che non sono d'accordo con tale andazzo...ma come vedi e come ben comprendi, il risultato causa-effetto non cambia...