Coleman - Kostabi: libertà e limiti nell'improvvisazione...
Breve performance...che lascia molto perplessi...il contributo che Ornette Coleman ha dato al jazz e alla musica americana è indiscutibile, ma questa breve performance...boh!
So giÃ* che i "detrattori" di Ornette, non vedono l'ora di "sfogarsi"...e quindi prendetevi una vacanza xchè le vs. reazioni/opinioni sono piu' che prevedibili...giÃ* troppe volte sentite!
Mi rivolgo soprattutto a chi apprezza lo stile di Ornette Coleman...ponendo qualche semplice domanda:
1) Cos'è la libertÃ* nell'improvvisazione?
2) LibertÃ* è accettare qualunque suono...in qualunque modo esca dallo strumento?
3) Qual è il limite tra libertÃ* e aleatorietÃ*?
4) Se, per ipotesi, ammettiamo che, in senso artistico, i 2 concetti possano coincidere...Ornette può essere allora considerato la "versione afroamericana" di Cage?
http://www.youtube.com/watch?v=YQqizKMmYRY
Re: Coleman - Kostabi: e libertà e limite di improvvisazione...
mah... il suono di ornette è quello, lo si riconoscerebbe anche se stesse sotto la fantozziana conca con la patata in bocca.
Re: Coleman - Kostabi: e libertà e limite di improvvisazione...
:lol:
muuudiiii
Fantozzi è lei ???
:lol:
Re: Coleman - Kostabi: e libertà e limite di improvvisazione...
ecco un paio di video per ascoltare ed avere una idea del suono di Coleman
quando lo ho ascoltato era molto più simile a questi rispetto al video con il pianista dove sembra che non suoni
http://www.youtube.com/watch?v=FztwFEk2 ... re=related
http://www.youtube.com/watch?v=72SVN9sO ... re=related
http://www.youtube.com/watch?v=mREYJE2FWOE
ciao fra
Re: Coleman - Kostabi: e libertà e limite di improvvisazione...
e quindi quello del video con kostabi NON è il suono di coleman?
il suono di un musicista evolve con gli anni. cambia, non necessariamente diventa più "bello", ma diventa più malleabile, o, se preferisici, si adatta e si conforma "emotivamente", nel bene e nel male, al contesto in cui il musicista si muove. ornette in questo caso sembra (ma che ne sappiamo noi?) non aver voglia di suonare, e sicuramente non si tratta della sua performance migliore. ma ripeto, quel suono è talmente personale che stenterei a non riconoscerlo con due chili di cera colati nelle orecchie.
ricordo che su queste pagine qualcuno aveva sollevato il fatto che il cannonball dell'ultimo periodo quando suonava sembrava ubriaco... ho preferito non rispondere :)
Re: Coleman - Kostabi: e libertà e limite di improvvisazione...
mmmmm "il suono si evolve diventa più malleabile si adatta e si conforma emotivamente"
a me sembra solo diverso , e ci vede una involuzione.
la cosa singolare è che siamo tutti daccordo sul fatto che non sia una delle performance migliori del musicista.
quando però parliamo di suono cominciano le giustificazioni.
sarÃ* una scelta , era svogliato piripì e piripÃ*.
non è più semplice riconoscere che il suono si modifica anche solo soffiando meno.
ciao fra
Re: Coleman - Kostabi: e libertà e limite di improvvisazione...
Fracoltrane ha scritto: "se un artista decide di presentare un progetto nel quale coesistono un linguaggio antico e la musica afroamericana può decidere di far coesistere questi due mondi apparentemente separati, o può decidere che è il caso di suonare i propri limiti . Nel primo caso creerÃ* arte nel secondo caso no".
Se "faccio coesistere 2 mondi apparentemente separati", faccio una scelta e ogni scelta comporta delle possibilitÃ* e dei limiti...potrò ottenere dei risultati, un certo tipo di effetti o "soluzioni formali"..e dovrò scartarne degli altri...
Se affronto un mio "limite" (che è un po' come affrontare certe "paure"...) trovando delle soluzioni, posso scoprire un universo nuovo...e il mio "limite" può trasformarsi in un punto di forza: Ornette non voleva suonare sugli accordi...agli altri sembrava un limite, lui l'ha trasformato nel suo punto di forza! Il Miles "acerbo" non raggiungeva i "sovracuti" con la stessa facilitÃ* che aveva Dizzy: ha "rimodellato" il suo stile partendo dal suo limite...
Entrambe le situazioni...possono dare buoni o cattivi risultati!
"E' una questione di scelta, puoi decidere di comunicare o puoi decidere di non comunicare".
Posso decidere di comunicare che non è piu' possibile comunicare, perchè nessuno ha piu' voglia di ascoltare le ragioni dell'altro, del diverso ecc. ma solo ciò che è conforme alle proprie aspettative, alle proprie visioni, ai propri egoismi!
O anche...che non è piu' possibile comunicare perchè nessuno ascolta le proprie "voci interiori": preoccupato solo della propria immagine e dell' "effetto" che ciò suscita negli altri o nell'inseguire un..."modello"...
A proposito di limiti e..."possibilitÃ* alternative": ero poco piu' che un "pischelletto"...e un dì...seconda metÃ* degli anni '70 mi trovavo a Bologna...un amico mi dice: "Oggi pomeriggio...dobbiamo andare all'aula magna dell'universitÃ* perchè c'è un concerto di John Cage..." Andiamo...il tutto organizzato dai collettivi della sinistra extraparlamentare, compagni di Lotta Continua ecc. (era l'epoca...) Cage era considerato un musicista americano che faceva "controcultura"...sala gremita di freak, cappelloni, "sconvoltoni" di ogni tipo, studenti pseudo-rivoluzionari ecc....e naturalmente l'immancabile "servizio d'ordine"...messaggio col megafono: "Compagni, compagni...per favore...silenzio...sta arrivando il M° John Cage..." Applauso fragoroso...entra Cage, capelli scompigliati, barba incolta, vestito con un pantalone e una maglietta completamente stropicciati, come una persona che dorme/vive da una settimana con gli stessi vestiti...
Silenzio...Cage incomincia a pronunciare senza microfono una sorta di "OM" monocorde...con variazioni vocaliche e ad intonazione variabile tendente al calante...
1...2...minuti...primi colpi di tosse del pubblico e qualche mormorio...3...4...fischi...e dai fischi, grida, insulti...e tutto il repertorio creativo di un pubblico, gabbato e inferocito...servizio d'ordine schierato in assetto di guerra...megafono "Compagni, compagni...per favore...calmatevi...per favore, un po' di silenzio...per favore, attenzione...il M° Cage vuol dire qualcosa..." Cage col megafono (traduco in italiano): "Fantastico, meraviglioso...performance riuscita!
Non siete venuti ad un mio concerto: sono io venuto ad ascoltare il vostro!" Risate fragorose e applauso liberatorio!
Un gesto semplice ma altamente eversivo: smascherato anche il conformismo e la "stupiditÃ* rituale" dei "compagni" dell'epoca! La frattura culturale che Cage pone rispetto ai "rituali" delle sale di concerto e alle "aspettative percettive" del pubblico è simile alla rottura che Ornette realizza rispetto alle consuetudini della "jazz community": in fondo, è come se dicessero..."Vi affannate tutti a fare/dire le stesse cose, sempre allo stesso modo...e non vi accorgete di quanto accade dentro/fuori di voi...ed è per questo che siete diventati sordi!"
Cage è stato allievo di Schonberg, il quale un giorno gli disse: "L'armonia sarÃ* sempre un muro con il quale ti scontrerai!"
Cage rispose: "Ho intenzione di andare al di lÃ* del muro..."
Riconoscere il suono del sax...quanti saprebbero riconoscere l'autore di questo lavoro?
http://www.youtube.com/watch?v=8cSVWx5e_Ew
Errata corrige: il nome del pianista, citato nel mio 2° post che ha collaborato con Ornette è Joachim Kuhn, non Steve...
Non so chi ha fatto l'aggiunta al titolo...opportuna...ma "e libertÃ* e limite di improvvisazione" è leggermente infelice...tanto piu' che "limite di improvvisazione" sembra una prescrizione giuridica o da codice della strada, contro gli schiamazzi notturni...
Sarebbe preferibile: "Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione"
Re: Coleman - Kostabi: libertà e limiti nell'improvvisazione...
comunque in quella circostanza Coleman decise di comunicare e provò con l'improvvisazione a unire il linguaggio delle launeddas con quello afroamericano.
suonare i propri limiti e cosa diversa da affrontare i propri limiti.
hai però centrato il problema : se scientemente l'artista vuole provocare una reazione sia che utilizzi la musica sia che utilizzi altro sarÃ* frutto di scelta.( :half: )
il problema è quando il musicista non decide proprio nulla e suona senza suono senza forze .
per me questo è suonare i propri limiti .
(quando in pratica comunica solo la sua poca voglia di suonare).
ti racconto anche io un aneddoto :
O Coleman suona in Italia con musicisti italiani ed il suo gruppo.
il progetto piace e lo stesso Coleman ne è entusiasta.
si suona, tutto va bene , e addirittura lo stesso O Coleman si accorda per suonare altre date
(probabilmente entusiasta per la musica).
a questo punto però intervengono gli organizzatori e il manager dell'artista che mette il veto.
ci si aspetterebbe da colui che ha rappresentato la libertÃ* nel jazz una presa di posizione......
patate patate ........:evil: :muro(((( il progetto è definitivamente affossato.
ciao fra
ciao fra