Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
@Puma,
ho apprezzato l' energia di molti dei tuoi post (Liebman a parte... :smile: [a culo]) e ti invidio il copyright dei fiskioni! Però, vai a riguardare la nostra polemica precedente e scoprirai che ho chiesto di essere bannato io, non di bannare te!!!!!!!!!
Adesso si capiscono un po' di cose in più...
Mi hai spiegato il perchè delle tue reazioni e lo stesso provo a fare io:
studio 4 ore al giorno (in macchina), alzandomi all' alba e saltando la pausa pranzo al lavoro. Praticamente tutti i giorni della settimana. Non lo dico per fare l' eroe (col libricino sotto il braccio :D [senza culo]), anzi, a volte mi sento un maniaco più che altro e, comunque sia, a sera sono (quasi sempre soddisfatto, ma) sfasciato.
Vista così, ammetterai che quelli che "cioè faccio il free jazz", "l' importante è esprimere qualcosa" ecc. senza che ci sia neanche un' ombra di serietÃ* e di sacrificio mi facciano solennemente incaXXare (e non mi riferisco a te che non fai il "cioè, free jazz", nè mi ci riferivo prima, credimi).
Tra l' altro, senza voler esagerare nella distensione che mi sembra di intravedere, apprezzo il Punk come tutte le altre espressioni artistiche che hanno voltato una qualche pagina. :smile: [senza culo]
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
per i grandi del Jazz comunque la tecnica era un dettaglio. non la massima aspirazione. dettaglio da affrontare però....
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Mettiamola così: il jazz è una delle poche musiche dove si può anche fare la storia senza essere grandi strumentisti,ma avendo altri talenti..se uno deve andare a suonare musica classica in orchestra o da solista, la sua funzione è anche essere una sorta di "braccio meccanico", bisogna essere puliti c'è poco da fare, il passaggio deve essere perfetto, la dimensione artistica conta ben meno.
Nel jazz tra coloro che avevano particolare facilitÃ* e bravura tecnica possiamo trovare O. Peterson, J.Griffin, C.Adderley, C.Brown, Sal Nistico, Rollins,B.Evans, Parker,JJ Jonhson, P.Woods e tanti altri..ma pensiamo per esempio a A.Jamal, W.Shorter,S.Rivers,J.Byard.O. Coleman, C.Baker, M.Davis ecc questi ultimi non hanno la stessa facilitÃ*, pulizia o naturalezza tecnica sullo strumento rispetto ai citati precedentemente ma hanno fatto la storia lo stesso..questa è l'essenza del jazz, musicisti che in un ambito accademico o classico non avrebbero avuto tante possibilitÃ*. ( Intendo dire che tra le file dei Berliner non li vedrei molto bene i vari Rivers, Shorter, Baker eccc)
Ci sono tanti tipi di "bravure e talenti" nella musica, diciamo che per abitudine e per scuola classica le persone identificano il fenomeno o il bravo in colui che ha grande tecnica, ma grazie al jazz capiamo che può essere molto più importante avere il talento del "feel", dell'arragiamento, del capire la musica intorno a noi e saperla organizzare, di creare un suono, emozioni. Detto questo, bando ai venditori di fumo,che pensano che suonare a casaccio sia figo! PJM
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
cosa intendi per grandi strumentisti?
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Questi intendeva...
Citazione:
Originariamente Scritto da PJM
Nel jazz tra coloro che avevano particolare facilitÃ* e bravura tecnica possiamo trovare O. Peterson, J.Griffin, C.Adderley, C.Brown, Sal Nistico, Rollins,B.Evans, Parker,JJ Jonhson, P.Woods e tanti altri..
... e poi quelli che sono venuti dopo: Brecker, Berg, Garrett... Joshua Redman... insomma tutti quelli che facevano talmente tante note da riuscire a rompere un sax (vedi Brecker e Garrett)...
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
come si fa a non essere grandi strumentisti nel jazz.....
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Beh, Miles Davis non lo era certamente eppure è uno di quei nomi imprescindibili nella storia del Jazz e della Musica.
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Pian piano, l'aspetto "disumanizzante" di certa pratica strumentale sta venendo fuori...
Come per articolare un pensiero, bisogna conoscere le "parole giuste" per esprimerlo, così in musica: il punto è possedere il vocabolario tecnico che ci serve o serve nel contesto in cui si opera.
Per gli accademici, non c'è speranza: la "sofferenza" supera la gioia, perchè l'addestramento prevede come affrontare le "gimkane" della pagina scritta e di una moltitudine di "sensibilitÃ* diverse" (compositori)
Negli altri generi, dipende da quali aspetti si è attratti: la potenza, l'energia, la spettacolaritÃ*,
la danzabilitÃ*, l'intimismo...che ciascuno deve riconoscere in se stesso ovvero durante lo studio, bisogna essere capaci di sviluppare la propria capacitÃ* autocritica con discernimento e comprendere quali sono gli aspetti (suono, articolazione, agogica, dinamiche ecc) che ci piacciono e vengono facili e quelli su cui bisogna lavorare, ma se c'è un obiettivo di fondo da raggiungere, non fine a se stesso.
Tzadik ha detto una triste veritÃ*: i gruppi non posseggono piu' una "base comunitaria" - per intenderci, il quartetto di Coltrane, passava giornate a fare take dello stesso brano fino a quando il grupppo suonava come "entitÃ* unica"; Sun Ra ha tenuto in piedi un orchestra per 30 anni, autoproducendo i suoi dischi...
Se si incontrano degli "estranei" per suonare, tutto 'sto feeling e interplay scatta se c'è comunanza di intenti...e "magie" in tal senso non possono accadere immediatamente... anche se talvolta può accadere anche il contrario, quando si è in particolare "stato di grazia"...
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Esempio pratico.
Ho ascoltato a "La Sosta" il quartetto di Mark Sherman (vibrafonista). Concerto stupendo, i musicisti si divertivano palesemente a suonare e l'interplay, la forza, la comunicabilitÃ* erano eccezionali. Ancora ho i brividi e ricordo distintamente anche la scaletta dei pezzi....ed è passato più di un anno......è un quartetto che suona insieme da 8 anni. Cito questo perchè è in ogni caso un jazz che si può definire "classico" sia come scelta dei brani che come lessico espressivo.
Sempre lì ho ascoltato lo splendido Emanuele Cisi chiamato per comporre un quintetto con Pietro Condorelli come leader.....altro gruppo (quintetto) "classico"... ora a parte il fatto che Emanuele mi ha affascinato ed estasiato con il suo sax, tra l'altro un Super 20, la situazione ad ogni brano era: "facciamo questa?"...... il livello generale ovviamente era alto ma....era chiaro come non fosse un vero gruppo e questo, volente o nolente traspare.
Poi c'era il quintetto di Greg Osby che "classico" non è e che ha portato il concetto di interplay ad un esponente altissimo, con delle dinamiche impressionanti per estensione, per un'assoluta mancanza di sguardi e di "one, two, three, four", per un continuum senza pause tra un brano e l'altro ed una musica che scaturiva letteralmente dalle anime per raggiungerne altre....beh, la smetto sennò mi commuovo... :cry:
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Gli Yellowjackets sono insieme da più di 25 anni, con Mintzer dal 91 e ora è anche tornato Kennedy. :saputello E che interplay!
Piccolo esempio ma ce ne sono tantissimi altri, ripeto....qualcosa in giro che meriti di essere ascoltato c'è... :fischio:
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
io non riesco a capire il fatto dei grandi strumentisti,qualcuno mi puoòspiegare meglio,perchè ce un fatto di incompresione a livello linguistico
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
scusate l'OT ma mi spiegate questa cosa delle "faccine a culo e senza culo"? Saro' poco sveglio ma non l'ho capita :mha!(
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Se ti capita per le mani il "Finnegans wake" di Joyce e incominci a leggere puoi rimanere sconcertato, se non ti immergi in un nuovo tipo di lettura: molta arte è "riflessione" sui propri mezzi...o la creazione di un nuovo mondo immaginario...
Ognuno possiede il proprio immaginario...
e ciascuno sceglie i "suoni" che identificano meglio la propria immaginazione. la possibilitÃ* di "creare mondi" con relazioni diverse...
Gli "sperimentatori" sono stati criticati in ogni epoca, perchè scoprivano nuove relazioni sonore
che rimettevano in discussione ciò che era comunemente accettato...poi diventano a loro volta dei "classici" in epoche successive...
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Citazione:
Originariamente Scritto da PJM
ma pensiamo per esempio a A.Jamal, W.Shorter,S.Rivers,J.Byard.O. Coleman, C.Baker, M.Davis ecc questi ultimi non hanno la stessa facilitÃ*, pulizia o naturalezza tecnica sullo strumento
non sono per niente d'accordo. i musicisti "con poca tecnica" che citi secondo me sono tutti dei gran tecnici. Shorter ha un controllo dello strumento veramente incredibile, Ornette Coleman per scaldarsi suonava i pezzi di Parker a velocitÃ* folli. Chet aveva anch'egli un controllo pazzesco... Miles non studiava un ***** perchè se ne sbatteva ma da giovane suonava... altrochè se suonava! STUDIO GENTE!!! STUDIO!!! NON PUGNETTE!!!
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
io non capisco più allora cosa intendete con tecnica, perché se quelli che hai citato non hanno tecnica...allora....non so....che diavolo è la tecnica??? Suonare sedicesimi a 240 di metronomo è solo un aspetto della tecnica, non è la tecnica. Mi sa che qui si confonde la velocitÃ* delle dita con la tecnica.