Re: Mark VI, ho bisogno di te!
Un conto è sentire uno strumento da fuori, un conto è sentirlo da dentro... poi ci sono i gusti personali di chi suona e di chi ascolta...
Citazione:
Originariamente Scritto da xavabal
... era la coia del mark vi 86ul scusate
...che sulla carta potrebbe essere la copia di un SBA... ;)
In effetti però se hai budget, io prenderei anche il Mauriat... non sa mai che devi suonare in posti "a rischio"... :mha!(
Un sax taiwanese non lo toccano, ma un Selmer di 70 anni... però...
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
i prezzi dei veri vintage Americani non costano di più deo mouriat,ed altri mande in Tawan o cina,quindi perchè prendere una copia quando possiamo avere gli originali?Per i Selmer invece è un'altra cosa. :saxxxx)))
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
Cina è Cina... però Taiwan è Taiwan.
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
Però Parigi è parigi e USA è USA,ma da che mondo è mondo i paesi che hai citato non mi sembra abbiano avuto una grande tradizione nella liuteria :saxxxx)))
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
Però, il mercato dice il contrario... :mha!(
Nel tempo che, noi occidentali, perdiamo a tentare di giustificare la "nostra passata superioritÃ*"... i "musi gialli" fanno ricerca e sviluppo...
Tant'è... che se si permettono di vendere strumenti a quasi 3000€ senza preoccuparsi della "crisi" (e senza fallire), evidentemente sanno quello che fanno e dire il contrario non mi sembra razionale, indipendentemente dalla tradizione.
Non sto parlando di cosa è meglio e peggio... sto valutando oggettivamente quello che succede...
Se un professionista sceglie di mettere nell'armadio un Selmer da 8000€ per suonare un sassofono fatto a Taiwan da 2500€, piuttosto che dare del pazzo al professionista, è meglio domandarsi quali possono essere le cause di questa scelta... indipendentemente dalla propria ideologia e dai propri gusti.
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
io faccio il musicista e del mercato francamente.......Ci sono dei marchi e non cito quali che pagano dei bravi musicisti per suonare con i loro prodotti organizzandogli concerti,io ne conosco diversi che quando i concerti li organizza il marchio sponsor suonano con quelli ed i concerti che trovano loro suonano con i Selmer MKVI oppure con il Conn.Io sono per natura free e suono con quello che mi piace come dovremmo fare tutti.Poi chi ha degli interessi fÃ* il suo gioco allora cerca di piazzare quello o quell'altro......sempre il mio pensiero ....e non solo :saxxxx)))
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
i Giapponesi hanno costruito dei buoni sax(vedi Yamaha) ma hanno copiato spudoratamente i Selmer quindi grandi ricerche non l'anno fatte. è vero che alcuni esemplari tipo i soprano li anno migliorati,ma una cosa sono i giapponesi yamaha un'altra i Cinesi e i made in Tawan.Poi se alcuni musicisti hanno messo nel cassetto strumenti ottimi per suonare con quelli made Tawan te l'ho spiegato prima,io li conosco alcuni.Se quelli buoni non gli servono più,digli se te lo vendono.Vedrai che ti diranno no!quando sarÃ* finita la collaborazione risuoneranno con i suoi. :saxxxx)))
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
Nedo,
tu li hai provati i Muriat?
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
si ho provato tenore e baritono non ti dico che non suonano ma sinceramente con i miei e tanti vintage che ho provato non li cambierei.Ogniuno ha i propri gusti e come dico sempre questa è la mia opinione.però dire che uno li prende per il basso prezzo non è corretto perche a quel prezzo o anche meno si trovano degli ottimi vintage :saxxxx)))
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
"acche" a parte mi sembra di rileggere le stesse considerazioni che a suo tempo si facevano verso Yamaha da parte dei Selmeristi/Connisti/Kinghisti, ecc....
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
io non penso di essere un Selmerista etc.di tenori es.neho 3 SelmerMKVI Buescher400 eConn chu berry,di baritono Ho iolConnChu Berry e Buescher Big b.io provo i sax e secondo la mia esperienza e gustodecido se mi piacciono oppure no.Di un baritono Mouriat mi hanno chiesto €2800,i miei due baritoni li ho pagati ioConn€2500 ed il buescher €1500,va bene che il buescher poi l'ho revisionato da me ed avro speso in materiale €200 euro.quindi come vedete sono meno costosi i miei vintage del Mouriat e sinceramente come sonoritÃ* non li cambierei.Io non parteggio con nessun marchi ripeto scelgo secondo i miei gusti.Dato che li riparo posso fare anche una considerazione siu materiali.recentemente un amico di Milano ha comperato un soprano cinese che a vederlo sembra bello, ed è sempre nei pasticci come gli ho detto a causa della meccanica non proprio robusta. :saxxxx)))
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
Secondo me tzadik ha perfettamente ragione quando afferma, più o meno, che siamo "vittime" di una sorta di sciovinismo per quanto riguarda i prodotti italiani oltre che di tutta una serie di pregiudizi. E' certamente vero che la storia di questo strumento sia stata fatta dagli americani e dai francesi con questi ultimi (Selmer) che sono divenuti il punto di riferimento sia per la qualitÃ* intrinseca degli strumenti che per il semplice fatto che alla fine, tutti i professionisti di un tempo li usavano, e che quelli odierni li usano anche se magari alternandoli ad altre marche, giapponesi o taiwanesi che siano.
C'è un fondo di veritÃ* sul fatto che "non fanno più gli strumenti che facevano negli anni '40, '50, '60.....ma anche '70 ed '80...e mi pare pure ovvio. Tutto progredisce. La tecnologia si applica in qualunque campo, sax inclusi. Anche le Automobili (con la A maiuscola) erano...cosa? italiane e tedesche. Ma poi piano piano sono arrivate le giapponesi e giù a dire che non erano auto.....per poi dover ammettere che auto come le Honda sono eccezionali....poi le coreane.....stesso discorso. La veritÃ* è che con l'aiuto della tecnoloogia e della globalizzazione chi ci guadagna è il mercato cioè noi, perchè abbiamo una scelta sicuramente maggiore e la concorrenza -se è vera- ci permette, sic et simpliciter- che ci fottano meno soldi con la storia della griffe.
Il caso italiano poi è particolare. Nel campo dei sax, ma anche dei clarinetti, delle trombe, ecc. (chitarre e violini a parte insomma vale per tutti gli strumenti) noi non abbiamo MAI avuto alcuna tradizione. Quali erano le nostre marche? Amati, Grassi, Orsi, Borgani, FISM (Rampone....). Tutti strumenti che ad essere benevoli, quando non erano delle ottime copie dei Selmer (vedi i Grassi Professional degli anni '80), li usavano solo ed unicamente in banda. Nessun musicista vero li avrebbe mai presi in considerazione.
Oggi, sia grazie all'eccellente politica di rinnovamento di R&C ed "in parte" di Borgani unite ad una intelligentissima azione di marketing e di endorsers che "infiammano i cuori", molti di noi sono giustamente orgogliosi che vi siano questi riferimenti nazionali relativi proprio al nostro strumento. Ma eccedere nelle dichiarazioni assolute, mi sa tanto di sciovinismo "alla francese" un pò anacronistico per chi lo esprime, visto che poi invece accettiamo la globalizzazione per tutto il resto, acquistiamo i bocchini in America, le schede audio in Germania, i diffusori ad Hong Kong....vediamo marche come Aizen o Francois Louis che prima nessuno avrebbe mai preso in considerazione per via dell'utilizzo di resine invece che della "pura ebanite" divenire il punto di riferimento di "tutti noi", ma il sax...
...il sax no: sembra che esso debba essere rigorosamente "fatto a mano" -come se ci fosse un'altro modo di farlo-. Magnifichiamo la totale artigianilitÃ* quasi che un sax per essere un buon prodotto presupponga che si debba cavare il rame ed il zinco dalle miniere per ricavare l'ottone, che poi esso debba venire fuso in un braciere, che vi sia un omino che lo martella con un utensile vintage e che poi chi monti i tamponi, le molle e serri le viti sia una figura mistica, possibilmente laureato in fisica quantistica.
Ora, a parte il fatto che l'ottone è una lega e che come tale può (e deve aggiungerei io) essere soggetta a studi per migliorarne le qualitÃ* acustiche, quindi in continua evoluzione, ciò che realmente conta in un sax, secondo me, è il risultato finale, oltre alla durata nel tempo. E qui entrano in campo numerosi fattori: la bontÃ* del progetto che condiziona sia il suono sia l'intonazione che la durata nel tempo, ma anche i materiali scelti, l'assemblaggio, ecc. ed ovviamente, come qualunque altro prodotto sulla faccia della terra, qualche strumento uscirÃ* più fortunato e qualcuno meno fortunato, a maggior ragione visto che l'industrializzazione del prodotto è in ogni caso minima.
E se è minima lo è semplicemente perchè "non è un bene di largo consumo". Se lo fosse, e quindi se ne fosse gisutificato l'investimento per la progettazione e realizzazione di robot industriali per la costruzione, state pur certi che i migliori sax (e con tolleranze molto inferiori a quelle odierne) uscirebbero dalle catene di produzione. E anche in questo caso, ahimè, non credo proprio che noi saremmo mai considerati come il non plus ultra.
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
quoto zkalima e nedosax e aggiungo che, anche liberi da pregiudizi e da "fette di salame sugli occhi" (e sulle orecchie...), io in tutta onestÃ* non riesco a capire come si possano acquistare i nuovi sax taiwanesi e co. a quei prezzi.
Citazione:
Originariamente Scritto da nedosax
Di un baritono Mouriat mi hanno chiesto €2800,i miei due baritoni li ho pagati ioConn€2500 ed il buescher €1500,va bene che il buescher poi l'ho revisionato da me ed avro speso in materiale €200 euro.
il punto è proprio questo........se ci fosse una differenza di prezzo notevole a favore dei mouriat capirei ma dato che invece è il contrario (!) proprio non capisco come si possa preferire un mouriat.
il discorso può essere applicato anche ai selmer anche se lì ovviamente non è così semplice....
io non comprerei mai un sax che "ha il suono markVI" (.....?!......) a 3000 e passa euro quando con un pò di pazienza e a 4000€ o poco più posso prendere il markVI "quello vero" :mha!( che è un investimento, e che comunque, a quanto sembra, resta superiore... anche se magari quei sax gli arrivano abbastanza vicino).
discorso diverso per i R&C che non vogliono replicare nulla e puntano sù qualcosa di realmente nuovo....
ma le "brutte copie" e a quei prezzi proprio non le capisco :mha!(
hanno molto più senso i vecchi grassi dove ritrovi delle caratterisiche simili e spendi magari 1/5 o anche meno rispetto ad un markVI....quelli sì!
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
Bene,bella cronistoria,quando iniziai a stu diare il clarinetto nel 56 mio padre con molti sacrifici mi compro un rampone e Cazzani molto bello,a quei tempi non tutti se lo potevanopermettere,ma i migliori erano comunque i Buffet Crampon per me irraggiungibili a quei tempi per i costi.Adesso siamo nel 2010 ed i migliori sono sempre quelli.tornando ai sax,la cura e gli ottimi materiali che usavano a quei tempi adesso non li usano,inoltre la manadopera costa molto di più ed ecco perchè i grandi marchi hanno dovuto peggiorare la produzione emolti sono addirittura falliti.Adesso ci sono gli orientali dove la manodopera costa pochissimo ,ma talvolta aime anche i materiali sono scadenti....ed io quando compro non faccio tanti sondaggi di mercato,provo ,ascolto e compro ciò che mi piace.Sinceramente prima di comprare cinese andrei su un marchio Italiano costruito in italia .Non quelli assemblati in italia con materiali cinesi
Re: Mark VI, ho bisogno di te!
GiÃ* Andrea, ma c'è anche chi lo strumento lo vuole nuovo. Oramai si è diffusa tra tutti, anche tra i neofiti (mentre prima era prerogativa solamente dei professinisti) la "mania" del vintage.
Il suono è importantissimo ovvio, ma la meccanica non può certo essere completamente tralasciata.
E' probabilmente vero che a paritÃ* di soffiatore "medio" (con medio intendo noi) soffiare in un Mauriat o in un Conn ti dÃ* subito l'impressione che non c'è storia. Il Conn è molto ma molto ma molto più bello come suono.
Però il Conn magari ha una lastra che sta vibrando da 50 anni ed il Mauriat ancora è nuovo. Tra l'altro se nello stesso strumento ci soffia un professionista le differenze non sono proprio così evidenti.
Ho avuto per qualche tempo il sax tenore che ora possiede salsax, un SML Gold Medal argentato. Alla prima impressione un suono portentoso e ricco, ricchissimo (ma poco scuro per i miei gusti). Alla seconda impressione ho continuato a preferire il mio SA80. Alla terza impressione ho notato che semplicemente cambiando il setup il Sequoia non è che ci facesse una cattiva figura, anzi. Alla quarta impressione ho pensato "ma come minkia si fa a suonare con una tastiera così?".
Ed il discorso non cambia. Quel Gold Medal è degli anni '60, quindi una lastra che vibra da molto tempo e questo, volenti o nolenti, ha i suoi effetti sul suono. E per la meccanica parliamo degli anni '60 quando le tastiere erano giÃ* "accettabili". Ho ascoltato diversi saxofonisti quest'estate. John Tchicai suona un Chu Berry. Suona benissimo, ha un suono enorme. Ma ho ascoltato gente che suonava SBA, MarkVI ed anche un Serie II ed avevano uno splendido suono ugualmente.
Ho ascoltato Cisi con attenzione alla Masterclass con il suo R&C avendo bene in mente il suo suono con un SuperTwenty che ho ascoltato ad un metro da lui per due ore.
Ragazzi, alla fine, poche seghe. Siamo NOI che facciamo il suono. Poi, ognuno si trova più a suo agio con un certo strumento ed un certo setup. Magari è anche una questione psicologia. E' importante sentirsi a proprio agio. Io ho provato a registrarmi in varie situazioni, con diversi strumenti e setup. Dopo il necessario "adattamento" quello che esce è sempre il MIO suono e le differenze si assottigliano di molto.