Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
"As a member of the Academy Jazz Ensemble, Greene won the Most Outstanding Soloist award at the 1993 Berklee College"
Ciao Filippo, questo è un estratto della biografia di Greene.
Non conosco il mondo accademico americano quindi non mi sento di giudicarlo, però pare che anche Jimmy sia passato da quelle parti.
Vero Blanchard non è un ragazzino, come Mintzer, i Marsalis Borthers, Metheny, Corea, Jarrett, Lovano, Liebman...ma in ogni caso sono, per fortuna, tutti in attivit*.
Se Brecker fosse vivo lo annoverei in ogni caso come jazz moderno, e a fianco di questi grandissimi nomi ci tantissimi giovani che stanno dicendo la loro e stanno continuando (consapevoli) la strada di tutti i loro grandi precedessori.
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
la musica, cosi' come il mondo, si evolve ed esce a mio parere dai modelli tradizionali. La domanda forse oggi da farsi e' cosa sia il jazz, come lo definireste voi. A me sembra che i musicisti contemporanei abbiano intrapreso ciascuno la propria strada spingendosi in ambiti molto personali con contaminazioni di vario genere (etnico, fusion, elettronico, etc. etc.) giacche' faccio fatica a inquadrare questa musica come jazz in senso tradizionale. E' finita cioe' l'epoca degli standard etc.
Come qualcuno ha detto, oggi c'e' solo la differenza tra musica bella e musica brutta secondo i gusti di ciascuno di noi.
Per fare un esempio calcistico in tempo di mondiali: una volta le nazionali erano formate da giocatori pienamente autoctoni (ad esempio i tedeschi si chiamavano Franz, Kurt, Gherard, Gerd, etc.) mentre oggi sono piene di "oriundi" frutto dell'immigrazione e della contaminazione dei popoli (e personalmente mi piace di piu' cosi'), e quindi fai fatica a riconoscerti. Un turco (Ozil) e' il miglior giocatore della Germania (per non parlare delle singole squadre di club). Esiste il calcio e basta, giocato bene o giocato male, non piu' il calcio tedesco o quello francese o belga, proprio come la musica.
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
@NYN: Un conto è "passare da quelle parti" avendo ben chiaro di non dover far parte di una moltitudine composta da cloni, un conto è entrare nell'ordine d'idee di...non avere idee proprie, almeno per quello che sento io.
@Presidè: sempre preciso, conciso e pratico.
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Si si Filippo sono d’accordo con te, lui è un esempio, ci sono tante standardizzazioni sterili in giro (ripeto non conosco la Berklee) ma nonostante ciò ci sono anche tantissimi artisti che meritano, eccome! Credo c’entri relativamente dove hanno studiato, voglio solo dire che il jazz attuale è in fermento e merita di essere ascoltato!
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
D'accordissimo. Anzi, direi che la musica in generale è in fermento e merita di essere ascoltata senza pregiudizi. Tra l'altro dove si studia è vero che c'entra poco ma riferendosi al jazz, il "metodo Berklee" è quello che utilizzano praticamente tutti, dall'America a Siena...e penso anche nei conservatori per il triennio jazz. Insomma, i libri sono quelli, i metodi sono quelli, e su quelli si lavora, spesso e volentieri concedendo poco o niente allo stimolare l'emergere delle individualit* che, quando sono molto forti emergono da sole ma magari tante altre avrebbero bisogno solo dei giusti inputs. Non che sia facile, certo, ma almeno provarci...
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Citazione:
Originariamente Scritto da New York nights
Sax O’Phone, quali sono le basi concrete che ti portano a giudicare e sminuire le emozioni che IO provo ad ascoltare un concerto dei miei artisti preferiti???
E come me tanti altri??? Perché ritieni che quello che hai vissuto tu abbia un valore trascendentale e quello che ascolto io no?
.
Questo sei tu a dirlo! L'esperienza collettiva e spontanea che ci fu a Woodstock credi che ora sia ripetibile pagando un biglietto (pure salatamente)? Individualmente puoi ascoltare qualsiasi cosa ed avere profonde esperienze trascencendentali (la bellezza sta nell'occhio di chi vede). Quindi per favore non attribuirmi cose che non penso, che non ho mai detto o scritto e categorie a cui non appartengo: io rimango un diforista!
Ag Salut!
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Forse ti avrò frainteso ma la sostanza del discorso non cambia...
Mio padre è stato a Woodstock e l'ha vissuta, non basterebbero mille pagine del forum per trattare a fondo l'argomento, l'esperienza collettiva e spontanea ha diversi punti di vista ed è stata, per fortuna...vissuta in miliardi di modi diversi.
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Citazione:
Originariamente Scritto da juggler
Jacopo, devi leggere meglio ciò che uno scrive, prima di polemizzare: innanzitutto, non ho affermato che lo studio non serve, ma studiare in un certo modo non serve (assimilazione acritica di patterns e soli famosi, concentrazione sulla tecnica fine a se stessa, innanzitutto, senza riuscire a fare sintesi che abbiano un significato)
e la mia critica è rivolta ad un "revivalismo fine a se stesso" (ovvero privo di idee) che è una delle tendenze (non l'unica) di parte del jazz contemporaneo: poi, a te, questa tendenza può non dispiacere e sei libero di pensarlo!
Astratte sono le tue polemiche, anche perchè scarsamente motivate se non da una sorta di "risentimento" non meglio definito, motivato e molto "sui generis".
le mie polemiche sono motivate dal fatto che tu critichi un modo di affrontare lo studio molto pratico e pragmatico in favore di una ricerca astratta di una efficace sintesi che abbia un significato! che vuol dire? poi si critica il modello della Berklee... intanto tutti gli studenti che vengono fuori di lì sanno suonare! non tutti quelli che escono dai conservatori Italiani sanno suonare bene...
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Bene siamo a "chi ce l'ha più lungo"; quelli del metodo berklee o quelli usciti dal conservatorio?
Vale la pena, a questo punto, ricordare un'ovviet*; suonare bene non significa automaticamente fare buona musica.
Si trover* più facilmente da lavorare, ma altro è la professione, altro è l'arte.
Ma è ancora poco, qualcuno si chiedeva perchè alcuni dischi possiamo ascoltarli duemila volte mentre di altri prendiamo atto con un ascolto massimo due se qualcosa ci ha incuriosito?
Io parlo da ascoltatore, non da musicista (per cui prescindo dal fatto che chi studia possa lavorare su un disco e studiarlo ascoltandolo fino a che ne ha trovato tutti i segreti che gli servono), credo che dipenda dal fatto che in certa musica si sia versato un elemento vitale, condivisibile e che produce sempre nuova emozione, in altra musica ci sono anche grandi capacit*, sottili invenzioni, grande energia, ma manca quella magia che ti fa dire ogni volta: si, le cose stanno assolutamente in questo modo.
La stessa cosa avviene con film, libri, pitture e con certe persone che possiedono il dono di attrarre a se gli altri indipendentemente dal loro atteggiamento o cultura.
Dove si trova questa magia? si dice che per scrivere un libro di successo siano necessari tre elementi fondamentali, purtroppo nessuno sa quali sono. :D-:
Studiamo studiamo, ma non dimentichiamo di vivere ogni tanto.
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Jacopo: "le mie polemiche sono motivate dal fatto che tu critichi un modo di affrontare lo studio molto pratico e pragmatico in favore di una ricerca astratta di una efficace sintesi che abbia un significato! che vuol dire?"
Non c'è intelligenza senza sintesi: che piacere c'è nel piegare la propria sensibilit* rispetto ad un' "altro sentire"?...è come parlare per pensieri gi* pensati...luoghi comuni...è come un pensiero religioso, induce al fanatismo e rende insensibili perchè si diventa come "macchine" che devono produrre e non esprimersi!
Non sono le scuole che fanno l'artista...è l'artista che appare a se stesso: un artista si sente tale, ancor prima che qualcuno glielo dica...se non ne è convinto innanzitutto lui, nessuno lo considerer* mai artista: è connaturato alla sua natura e si nutre del proprio narcisismo e della propria ossessione-compulsiva che è il suonare, la voglia di suonare, la voglia di farsi sentire e per questo è in grado di gioire e soffrire.
E' esattamente il contrario dell'umilt*: è la quintessenza della vanit*.
Circa l'umilt*, i miei maestri mi hanno insegnato:
"L'umilt* che si conquista attraverso uno sforzo cessa di essere umilt*. Una mente che si fa umile non è più una mente umile. Solo quando si è umili, ma non di un'umilt* coltivata, solo allora si è in grado di affrontare i tanti problemi pressanti della vita, perché non ci si ritiene importanti, non si guarda alle cose attraverso il filtro delle proprie urgenze e del proprio senso di importanza; si considera invece il problema in sé e così si è in grado di risolverlo".
L'artista è umile solo verso la sua arte perchè è la cosa nella vita che ricopre di maggiori attenzioni; la rivalit* fra artisti esiste da notte tempore ed è una fra le piu' spietate.
NYN: è un peccato che cadi in affermazioni dal dubbio gusto e decisamente "ineleganti": hanno piu' un effetto boomerang
anzichè essere assertive, arrivando ad un "virtuosismo bislacco" perchè scrivi sceneggiature create dai tuoi stati d'animo piu' che della tua riflessivit*.
Ti potrei citare molte cose che sicuramente non conosci e non hai mai ascoltato...e non ho bisogno di associarti a nessun essere vegetale o animale, fossile e transgenico che sia: e poi, noto sempre riferimenti americani..."tu vo' fa l'americano" ancora tira...no, grazie: il mondo è piu' vario! Ha ragione STE SAX: la globalizzazione è la fine delle tradizioni ovvero chiunque può diventare esperto di qualunque tradizione artistica, musicale o quant'altro; il meticciato è ciò che offre i risultati piu' interessanti; basta con le barriere, gli steccati, i confini, i dualismi, le razze...
Sono interessato alle forme musicali non all'ossessione rispetto ad un genere o ad uno stile strumentale, perchè in musica la forma è il contenuto...ma sono sempre piu' convinto che è piu' affascinante la musica al di l* della forma, che non improvvisa su strutture, ma crea strutture all'interno di articolazioni mutanti e reticolari ed esistono molte modalit* attraverso le quali ciò è realizzabile, tessuti sonori non prevedibili nel loro concatenamento ma ugualmente coerenti.
Tutta la musica associabile a tale "percorso ideativo" raccoglie il mio entusiasmo...tutto il resto dopo un po' mi annoia...e un eterno "giro giro tondo"...
Nessuno voleva fare una guerra generazionale, ma indicare un cambiamento di sensibilit*: la disumanizzazione dei processi comunicativi che ha investito anche la maniera di intendere, produrre e fruire di musica: è un consumo come tanti e di tipo quantitativo e nella quantit* è difficile distinguere la qualit* o non diventa piu' una caratteristica essenziale.
Di lui, pochi sanno l'esistenza...ed è giusto che ve ne parli: Vincenzo De Luci, promettente trombettista, con grandi belle esperienze e collaborazioni internazionali: un incidente lo paralizza completamente, ha completamente perso sensibilit* con tutto il corpo, non parla...con l'aiuto di medici, si è fatto costruire un supporto che gli permette di suonare una "slide-trumpet" e riesce a fare ciò:
http://www.youtube.com/watch?v=FxJgGlJJK0M
Ma anche questo...con particolari supporti ottici e l'uso del computer...
http://www.youtube.com/watch?v=vvRdqBEE ... re=related
Please, buttate nel cesso...tutte le vs. pippe mentali!
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Ti potrei citare molte cose che sicuramente non conosci e non hai mai ascoltato...e non ho bisogno di associarti a nessun essere vegetale o animale, fossile e transgenico che sia: e poi, noto sempre riferimenti americani..."tu vo' fa l'americano" ancora tira...no, grazie: il mondo è piu' vario!
Sono tante le cose che non conosco Juggler, non ho mai affermato il contrario. Ma come hai giustamente gi* detto tu, la mia vita, le mie risorse e la mia mente sono limitate pertanto devo rivolgermi alla “sintesi”.
Per inciso…io sono americano (nato a New York, ecco il perchè del mio nick) e ammetto di conoscere il jazz italiano solo grazie ai grandi nomi e a quanto mi offre il luogo in cui vivo (in questo sono fortunato).
Nessuno voleva fare una guerra generazionale, ma indicare un cambiamento di sensibilit*: la disumanizzazione dei processi comunicativi che ha investito anche la maniera di intendere, produrre e fruire di musica: è un consumo come tanti e di tipo quantitativo e nella quantit* è difficile distinguere la qualit* o non diventa piu' una caratteristica essenziale.
Mi sembra un concetto alquanto astratto e comunque applicabile ad ogni "periodo" musicale e genere.
Concludo dicendo, e sono sincero, che mi piacerebbe davvero avere la possibilit* di fare discussioni del genere con persone interessanti come Zkhalima, Sax o'Phone e te Juggler, di persona, perchè in ogni caso sono opportunit* di arricchimento personale.
Ciao!
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Citazione:
Originariamente Scritto da New York nights
Concludo dicendo, e sono sincero, che mi piacerebbe davvero avere la possibilit* di fare discussioni del genere con persone interessanti come Zkhalima, Sax o'Phone e te Juggler, di persona, perchè in ogni caso sono opportunit* di arricchimento personale.
:cry:
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Che bello, un thread sull'arroganza diventa una sorta di terapia di gruppo, è bene che si lasci andare a mano libera il proprio pensiero, sarebbe anche opportuno rileggersi per capire meglio di cosa si sta parlando.
Io credo che ci siano delle situazioni in cui è necessario fare degli sforzi per entrarci, e anche così, senza un particolare piacere, possano darci degli insegnamenti, io ascolto, per esempio dei dischi di Lee Konitz e faccio fatica, quel suono di latta non mi piace, il suo fraseggio è meccanico e contorto, emozioni zero, ma mi faccio violenza e lo ascolto.
In altri casi, sento venti secondi di un brano e nei prossimi giorni devo, DEVO, avere l'intera produzione di quel musicista, ad esempio è andata così con Archie Shepp, forse più ancora che con Trane.
E così, quando mi prende la furia di ascolto, arriva un amico e mi dice; ascolta questo, e io; che schifo, lasciami perdere.
Tutta la mia esperienza musicale si è costruita su passioni totali, ma anche su ascolti ragionati, a seconda delle stagioni del mio spirito, quello che ho imparato è che non ho mai finito, e che non esiste un unico criterio per valutare la musica.
Mi è piaciuto molto quello che ha detto juggler sull'artista, credo anch'io che la volont* di esserlo non basti, è necessaria una autoevidenza, c'è del narcisismo e tutto quanto, e che si sia umili solo nei confronti della propria arte è un'altra grande verit*.
Lo stesso vale per il riconoscimento dell'artista visto da fuori, Come dicevo ci sono dei veri e propri gorghi di attrazione rispetto ai quali puoi solo dire; è evidente, questo è un artista, senza bisogno di contare le semibiscrome in una battuta a 280 di metronomo.
Questo lo dico perchè il jazz attuale non mi ha ancora preso all'amo, costringendomi a cercare senza tregua ogni fiato, persino di musicisti che amo, come Leibman, riesco a vivere con pochi dischi.
E poi, grazie, veramente grazie per il video di Vincenzo De Luci che siede nell'olimpo dei musicisti privati fisicamente di qualcosa, (nel suo caso veramente molto), e che hanno saputo fare di questo un'arte inimitabile, come solo una grande sofferenza distillata da tanta fatica può fare.
Quella versione di "Mi sono innamorato di te" così come è suonata, per l'effetto delicatissimo dello slide e per la capacit* di condensare in se tutto quello che Vincenzo non può più fare in altro modo è insuperabile e nessuna scuola, se non quella durissima della vita, può insegnare a farlo.
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
Citazione:
Originariamente Scritto da Jacoposib
...
poi si critica il modello della Berklee... intanto tutti gli studenti che vengono fuori di lì sanno suonare!
Cazzo se sanno suonare!!! :shock:
Re: Atteggiamenti Saxofonisti jazz nei confronti di altri generi
si infatti! poi io non sto parlando di arte ma di preparazione e di studio continuo. senza di essi dopo un po' si finisce per suonare sempre la stessa roba!