Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
Ho avuto la fortuna di provare alcuni meravigliosi alti MK7 di Alex Musco nonché diversi tenori. Premesso che gli alti di Alex erano al top a livello di settaggio li ho trovati estremamente bilanciati e precisi, sia a livello di emissione che d'intonazione. Personalmente gli acuti un pelo crescenti non mi disturbano, anzi. Se vogliamo trovare una pecca oggettiva è quella del grave un pò stitico e inscatolato, ma è una caratteristica che ho riscontrato un pò in tutti i Selmer post anni '50. Il suono purtroppo va in una direzione totalmente opposta rispettoa quello che ho in testa io, di conseguenza è una tipologia di sax che non mi interessa.
Il gap che ha accumulato questo modello a mio parere è stato grandemente influenzato dal fatto che l'utente medio, dopo aver suonato una vita sul MK6, si aspettava un sax che andasse in quella direzione migliorandone le pecche (e credetemi, nel MK6 ce ne sono eccome... ve lo dice uno che ha in cantina un 5digits e che ha suonato una vita su un alto 130.000 e su un tenore 110.000).
La Selmer ha un pò "sorpreso" i più costruendo uno strumento che invece andava in una direzione radicalmente diversa (se non opposta) con soluzioni davvero audaci e che sono state rigettate da subito con sdegno a mio parere eccessivo, ma il tradizionalismo è un atteggiamento che ci contraddistingue da sempre).
Tuttavia torno a ripetere che la sua funzione di sax "urlatore" la assolve perfettamente e lo trovo ottimo per sovrastare una combo elettrica o situazioni dove si suona in combinazione con elettronica e diavolerie simili.
Per quel che riguarda i sax dei grandi non si possono fare generalizzazioni in quanto è un campo così vasto che chiunque può tirare acqua al proprio mulino e ce ne è per tutti i gusti: molti hanno scelto un determinato tipo di sax perché quando sono andati in negozio per prendere un sax definitivo il negoziante gli ha detto "pigliati il sax X che è il migliore" (e su questa politica Selmer e tante altre ditte ci hanno puntato assai e continuano a farlo); altri perché dopo anni di ricerca sono approdati a questo o a quello strumento; altri ancora (vedi Konitz) perché è il primo sax professionale che gli hanno regalato i genitori e non hanno nessuna idea di cambiarlo; altri perché hanno ceduto alle lusinghe di aziende (e anche qui negli anni '50 la Selmer faceva man bassa, ma lo stesso dicasi per gli anni '30 con Conn e Buescher) vedi Hawkins al quale donarono uno SBA con tripla placcatura oro e il suo nome inciso sopra e così via...
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
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Originariamente Scritto da David Brutti
Tuttavia torno a ripetere che la sua funzione di sax "urlatore" la assolve perfettamente e lo trovo ottimo per sovrastare una combo elettrica o situazioni dove si suona in combinazione con elettronica e diavolerie simili..
Questa è una cosa che proprio non riesco a capire, magari David mi puoi aiutare, vista anche la tua esperienza.
Io ritengo che un conto sia il timbro ed un suono, nel sono di presenza di frequenze basse, medio e alte, ed un conto sia il volume.
Alcuni suoni nella "massa" tendono a sparire, come detto in situazioni elettriche un suono carico di bassi tenderà a sparire, ma quando si parla si situazione elettriche...non c'è sax che tenga, si deve usare il microfono, MK VI MK VII o SBA o R1jazz che sia! E allora se per avere un sax urlatore devo rinunciare a tutta una serie di altre caratteristiche sinceramente ritengo che si tratti di una scelta sbagliata, a prescindere.
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
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Originariamente Scritto da Jason Kessler
Per non parlare del discorso del valore economico....mi sembra veramente che il fine sia solo una autocelebrazione per giungere alla conclusione che il possessore dle MK VII è il più furbo ed intelligente perchè ha uno strumento che vale 10 pagato 2, e tutti gli altri sono degli imbecilli perchè hanno strumenti che valgono forse 10 ma pagati 50...
Sul forum si sono sempre dette una marea di baggianate
eh già...proprio così...
A parte che qui nessuno è mk settista....per quanto riguarda l'autocelebrazione sei proprio sicuro che non è il contrario?
io conosco una miriade di persone che hanno mk6 ciofèche, (ma anche mk7,non ho mai detto che che quest'ultimi son tutti bòni,anzi!)
pagati dio solo sa quanto,che sventolano il fatto di avere il non plus ultra dei sassofoni,quando poi...lasciamo perdere...
vedo molto provincialismo in tutto ciò...
come ho sempre detto...certi pregiudizi son duri a morire..
Buon Anno a tutti anche da parte mia e...stateme bbòni!
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
Parlo OVVIAMENTE di situazioni con sax amplificato!
Certi strumenti purtroppo in situazioni estreme non passano, non e' una questione di volume ma di timbro. Il mk7 tende ad avere enfatizzate le frequenze alte, ad avere un registro sovracuto facilissimo e potente e un attacco molto punchy, di conseguenza per certe robe puo' essere uno strumento senz'altro interessante. Ovviamente per come suono, io dovendo rinunciare a tante altre robe che per me sono importanti non mi sognerei mai di utilizzarlo, ma lungi da me demonizzare questo sax. Francamente invece non trovo le pecche di intonazione segnalate, o almeno non mi sembrava cosi stonato rispetto a un comune serie uno o serie due. Ripeto: ho provato mk7 perfettamente settati e tenuti in condizioni ottimali, saro' stato fortunato.
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
Imputare problemi di intonazioni semplicemente a una errata disposizione e dimensione dei fori di alcune note è segno di cattiva (o almeno superficiale) comprensione del funzionamento da un punto di vista acustico dello strumento stesso.
Qua siamo in un campo scientifico oggettivo, non si tratta né di tradizione né di superstione né di dogmi (per i dogmi basta accendere la tv la domenica mattina).
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Ho provato un numero limitato di Mark VII.
Al di là del canneggio (che di per sé non è che faccia una enorme differenza sul suono... andrebbe considerato il canneggio tenendo conto della conicità del corpo.... sempre e comunque)... sul Mark VII, sul Serie I e sul Serie II (non sul Serie III e nemmeno sui due Reference) è cambiata l'intonation tendency (specialmente sulle note alte). Anche io non ho notato problemi di intonazione (poi bisogna vedere anche anche in quali condizioni d'uso si presentano questi problemi... e soprattutto con quale bocchino).
A che cosa è dovuto questo cambiamento?
Alla combinazione di una serie di fattori che vanno dal canneggio/conicità dei primi centrimetri dello strumento (si potrebbe considerare anche la giunzione tra chiver e corpo), al canneggio/conicità del chiver, alla dimensione del chiver (...), alla forma del chiver.
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Riguardo al confort... stesso ragionamento... dipende tutto da una serie di fattori, che non vanno presi singolarmente, ma vanno combinati tra loro... quindi: peso dello strumento (sulla bilancia), posizione del baricentro dello strumento, forma e proporzioni del chiver rispetto al corpo (...), posizione dello strumento una volta imbracciato (e conseguenze inclinazione della testa/bocca una volta "imbracciato" lo strumento), ripartizione del pesi una volta imbracciato lo strumento... e via così.
Personalmente l'ergonomia della meccanica del Mark VII (che forse oggettivamente è stata calcolata su mani grandi...) non mi ha mai dato problemi (e io ho le mani molto piccole): in ogni caso riuscivo a raggiungere tutte le chiavi, senza particolari acrobazie per quanto riguarda l'avambraccio e il polso (viceversa su alcuni Conn... alcuni chiavi non riesco a raggiungerle se non spostando la mano).
Mi dava fastidio la posizione con cui dovevo tenere lo strumento per ritrovare quel confort (sulla posizione della testa... che poi si tramuta anche in facilità di emissione) che posizione che per me non è agevole (e non è agevole per nessuno che arriva da un Mark VI/SBA/Serie III/Reference)... posizione che però vedo quasi sempre adottare da sassofonisti classici (direi "tradizionali") sia sul contralto sia sul tenore (e pure sul baritono).
Da questo punto di vista... il Mark VII risulta "facile" da suonare tenendolo in quella posizione... e nonostante sulla carta dovrebbe trattarsi di uno strumento pensato per musica elettrica, mi viene più facile da pensare che l'ergonomia sia stata "calcolata" sulle specifiche di quello che cercava un sassofonista classico dell'epoca.
Il fatto che poi il suono percepito del Mark VII sia completamente diverso da come lo si percepisce su un Mark VI (oltre a una questione di "canneggio") è anche a causa della posizione dello strumento mentre si suona (credo sia una cosa elementare).
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
Caro Alessio...anche i dogmi sono duri a morire :ghigno:
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
Citazione:
Originariamente Scritto da David Brutti
Parlo OVVIAMENTE di situazioni con sax amplificato!
Certi strumenti purtroppo in situazioni estreme non passano, non e' una questione di volume ma di timbro. Il mk7 tende ad avere enfatizzate le frequenze alte, ad avere un registro sovracuto facilissimo e potente e un attacco molto punchy, di conseguenza per certe robe puo' essere uno strumento senz'altro interessante. Ovviamente per come suono, io dovendo rinunciare a tante altre robe che per me sono importanti non mi sognerei mai di utilizzarlo, ma lungi da me demonizzare questo sax. Francamente invece non trovo le pecche di intonazione segnalate, o almeno non mi sembrava cosi stonato rispetto a un comune serie uno o serie due. Ripeto: ho provato mk7 perfettamente settati e tenuti in condizioni ottimali, saro' stato fortunato.
straquoto!
Non so chi era ad essere intervistato non ricordo. Forse Shorter o Ayler che per un periodo suonarono con il mark 7. Dicendo che era uno strumento progettato per rendere al meglio in situazioni elettriche. Erano gli anni settanta e il jazz virava verso questa direzione e il sette, come dice giustamente david, enfatizzava le frequenze alte.
Per quanto riguarda l'intonazione non ho mai avut uno strumento più intonato del sette. Su tutti i registri. Anche il mark 6 che posseggo bisogna di un'aggiustatina del pich in alcune note e poi non parliamo dello zephyr...
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
ayler non può essere perchè è morto nel '70! comunque sia, quanto la fate lunga!
:lol: :lol:
ne ho provato uno, mi è sembrato come tutti gli altri selmer, intonato, preciso, affidabile, meccanica ottima, niente di che come suono, ma ovviamente non posso espriemermi molto non avendolo avuto per più di 10 minuti
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
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Originariamente Scritto da Danyart
ayler non può essere perchè è morto nel '70!
l'ho detto che non ricordavo. Forse era Shorter oppure Sanders non me lo ricordo , ma l'ho letta :lol:
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
Stai a vedere che è meglio il mio J. Michael hahahahah ( sdrammatizzo ) :saxxxx)))
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
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Originariamente Scritto da darionic
l'ho detto che non ricordavo. Forse era Shorter oppure Sanders non me lo ricordo , ma l'ho letta :lol:
Era Joe Henderson... poi tutti sanno come è andata a finire... :lol:
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
Claudio.....dove sei? :ghigno:
Re: Mark VII, "il peggior sax della Selmer"?...
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Originariamente Scritto da tzadik
Citazione:
Originariamente Scritto da darionic
l'ho detto che non ricordavo. Forse era Shorter oppure Sanders non me lo ricordo , ma l'ho letta :lol:
Era Joe Henderson... poi tutti sanno come è andata a finire... :lol:
Buon anno Tza...a parte che ho visto su Wikipedia che Henderson é morto nel 2001, in che senso "tutti sanno com'é andata a finire"? :BHO: