Re: Il bebop io lo imparo così...
@juggler
i miei interventi sui tuoi interventi non volevano essere polemici. Anzi scrivi delle cose molto interessanti, così come è interessante il dibattito che ne è scaturito con gene, puma, phae ecc.
Tanto interessante che possibilmente per dargli maggiore visibilità e posibilità di contributi, avevo suggerito l'apertura di un topic apposito sull'approccio ed eventuale imitazione dei vari stili musicali, i pro i contro ecc.
Mentre il topic era stato aperto a seguito di una domanda di Lucab espressamente tecnica su come imparare lo stile bebop indipendentemente se è giusto o no imparare uno stile già morto e sepolto....
comunque se il topic ha virato verso questi nuovi lidi non fa niente, perchè l'argomento è interessante lo stesso....
Re: Il bebop io lo imparo così...
Dario ma come fai a dire ......lo stile bebop indipendentemente se è giusto o no imparare uno stile già morto e sepolto ...... Il bop non è uno stile morto e sepolto, il bop è la pietra miliare, sulle cui fondamenta, nasce il jazz moderno, il jazz post bellico ...... è la scintilla che ha permesso al lessico jazzistico di evolversi, mutare, passando tra cool, hard bop, modale, free, avanguardia, mainstream per arrivare ai giorni nostri ......
Sapete per chi nutro profonda ammirazione, ne cito uno, per rimanere in tema di creatività, Steve Coleman che è riuscito a coniugare, sintetizzare, 60 anni di black music, dal bop al funk, passando per l'Africa e Cuba. Il suo fraseggio è pieno di bop ..... La verità che imparare il bop non è facile ....... :ghigno:
Re: Il bebop io lo imparo così...
Sarò molto sintetico, per quanto riguarda lo studio in generale alla fine, nonostante i diversi approcci, il fattore comune è avere tempo libero a disposizione....io dopo aver lavorato, portato a passeggio il cane, pulito e a fasi alterne cucinato, sono sfinito, e non ho ancora figli!
Sull'altro tema, molto interessante, ricordo il mio prof di filosofia, il quale usava dire che il maggior dono è quello della sintesi, del passato e del presente. Per il resto le tesi sono come detto interessanti, però mi sembra sempre che del presente si parli spesso senza conoscerlo a fondo. Nei confronti del passato si esibisce sempre una grande umiltà, mentre per il presente ritengo che ci sia troppa presunzione nel licenziare il tutto come poco significativo, quando alla fin fine è palese che non lo si conosce a fondo.
Sto imparando, forse, una concetto, limiti.
Siamo limitati, tutti, nessuno escluso, la nostra percezione, i nostri ricordi, le nostre capacità, il nostro giudizio.
Ed è meraviglioso.
Re: Il bebop io lo imparo così...
Magari se identifichi a quale realtà del presente ti riferisci (come si fa a sintetizzare tutto ciò che circola?)
nicchia espressiva, musicisti o altro...si comprenderebbe meglio?
Ad esempio, quali "bop extension" trovi oggi significative o degne d'attenzione?
Re: Il bebop io lo imparo così...
Nel concreto mi riferisco a diversi sassofonisti jazz in attività, di cui abbiamo già parlato in molte altre discussioni. Ci cono moltissi artisti personali, che hanno il loro percorso formativo ben identificato, ma che sono unici e degni di attenzione, molta attenzione. Potter, Seamus Balke, Redman, Greene, Chris Cheek, Mark Turner, e tanti altri che probabilmente non conosco nemmeno.
Sono post bob? Sono modern jazz? Boh??!!! Non so come definirli ma hanno un loro spazio.
Ultimamente sto approfondendo moltissimo Seamus Blake, questo ragazzo è incredibile, ha una infinità di progetti, stili e gruppi, ma la sua impronta c'è sempre, la sua unicità è sempre evidente e chiara.
Giusto, non si può conoscere tutto ciò che circola, appunto, dato che siamo limitati occorre farne un sintesi, cercare di raccogliere ciò che per noi è più significativo, scartare ciò che non lo è, accettare che ci saranno cose che non sapremo mai, e che la nostra sintesi è comunque limitata in ogni caso.
Re: Il bebop io lo imparo così...
Bene, Seamus Blake...
Partire dai propri limiti, significa essere umani e quindi capaci di produrre
qualcosa dotata di senso e condivisibile, fra le tante opzioni possibili.
E soprattutto, se si restringe il campo, si riesce a focalizzare meglio...
Quali caratteristiche apprezzabili musicalmente, credi Blake possegga?
(non ti soffermare solo sulla tecnica strumentale: strumentisti eccellenti
ce ne sono a tonnellate...)
Re: Il bebop io lo imparo così...
Le cose che più preferisco in lui sono le sue idee, che non trovo in altri, la melodicità in ogni situazione, la sua dolcezza e sincerità. Le sensazioni che mi dona sono diverse rispetto a quelle di altri musicisti, i colori che sa creare.
Mi interessa veramente poco la tecnica, che ormai è a livelli stratosferici per tutti, e non è sicuramente un metro di giudizio mio personale. Parlo di sentimenti.
Tutto ciò è frutto della mia cultura (o scarsa cultura?), dell'ambiente in cui sono cresciuto? Del condizionamento che ho subito dall'esterno?
Sicuramente, ma torno al concetto di LIMITI.
Non mi piace molto impostare la cosa come un esame o una bilancia su cui soppesare le proprie valutazioni.
Come avevo già detto in altri ambiti, proprio rispondendoti, non ho ragione, ma nemmeno torto, quello che posso ritenere valido io, o chiunque altro va rispettato e accettato, per quello che è, un'opinione personale, un gusto personale.
Re: Il bebop io lo imparo così...
Melodicità...bene
Qualche titolo?
Se partiamo dall'assunto che quando parliamo, non esprimiamo verità, ma immagini mentali
ecco che usciamo dall'impasse e soprattutto si aboliscono le "classifiche"..."meglio o meno di quello, un po' di quell'altro ecc. ecc"
e si comprende un percorso umano e stilistico, osservandolo senza giudicare.
Re: Il bebop io lo imparo così...
L'essere umano che descrivi non esiste, ogni nostra azione è frutto del propio giudizio, della propria valutazione, e della proprio esperienza. Quale paio di calzini usare, dove andare a prendere il caffè, quale musica ascoltare. Di Blake gli album Live in Italy, Bellwether, Lite at Smalls sono esemplificativi della sua musica, nonché molte delle registrazioni in cui compare per la Criss Cross.
Re: Il bebop io lo imparo così...
::saggio:: juggler è un po' troppo cervellotico per i miei gusti
Re: Il bebop io lo imparo così...
@gene se ascolti l mp3 all'inizio del topic che è una mia registrazione , capisci quanto sono intriso di bebop, quanto lo ami e quanto lo consideri come la rivoluzione musicale del 900....
la mia era una battuta che ricalcava alcuni interventi precedenti....
Re: Il bebop io lo imparo così...
Luca B: "juggler è un po' troppo cervellotico per i miei gusti."
Non sei tenuto a leggermi...risparmi tempo e magari suoni di piu'
e non ti viene il mal di testa (o ti viene ma non per causa mia).
NYN:"L'essere umano che descrivi non esiste, ogni nostra azione è frutto del proprio giudizio, della propria valutazione, e della proprio esperienza. Quale paio di calzini usare, dove andare a prendere il caffè, quale musica ascoltare. Di Blake gli album Live in Italy, Bellwether, Lite at Smalls sono esemplificativi della sua musica, nonché molte delle registrazioni in cui compare per la Criss Cross".
Se ti vedi come individuo, contento di appartenere ad un target, i cui desideri e felicità dipendono solo dalla capacità d'acquisto di certi beni voluttuari messi a disposizione dal mercato, è una tua scelta.
Esistono certe persone (per te, non esistono; certo, sono una minoranza ristretta: per me molto significativa ...)
ma entriamo in un altro campo (stili di vita) che esula dall'ambito di tale topic.
Grazie per le segnalazioni...mi auguro di poter avere la possibilità di poter ascoltare Blake in differenti contesti live
magari quel "Live in Italy" vedrò di rintracciarlo.
Re: Il bebop io lo imparo così...
Cioè...tu non indossi i calzini??? Nemmeno d'inverno? :shock:
Scherzi a parte, sei andato ben oltre alle mie parole ed al loro senso, e sinceramente non penso di essermi espresso così male.
Non dovresti sempre cercare di sminuire le altre persone in questo modo, e se non è il tuo intento, come credo, allora ti assicuro che il tuo modo di porti in diverse circostanze è fuorviante. Giudizio mio relativo ai tuoi post ovviamente.
Non ho fatto alcun riferimento all'essere consumista od alla mia felicità che dipende dalla mia capacità di acquisto. Dimmi tu se questo non è giudicare un'altra persona.
Detto questo, a ribadire quanto avevo già cercato di dirti, posso anche concordare con molte delle tue affermazioni che sono davvero interessanti e spunto di riflessione, ritengo però che esse appartengano molto di più al mondo delle idee piuttosto che a quello reale dove viviamo noi uomini (e donne), tu compreso.
Detto ciò allora se hai intenzione di buttarti su un solo disco di Blake ti invito ad ascoltare Live at Smalls, è più recente e nella formazione ci sono anche Bill Stewart (qui si che la tecnica mostruosa si sente, anche se riesce a creare colori che riesco a riconoscere quasi immediatamente) ed un giovane chitarrista norvegese, Lage Lund, che merita grande attenzione.
Re: Il bebop io lo imparo così...
Vabbè...non mi va di giocare alla "sagra degli equivoci": non lo so, c'è qualcosa che non va nella ns. comunicazione.
Colpa mia? Forse...e non provo neanche a farti notare, cose a cui, probabilmente non fai caso perchè so poi come la metteresti...quindi, non importa!
Rispetto alla prima domanda: (altra cosa a cui non crederai) io camminerei scalzo tutto l'anno; non soffro il freddo ai piedi, le scarpe per me sono una tortura e sono costretto a portarle per "convenzione sociale".
Ma appena non ho di tali "problemi": sandali o infradito forever! Che vuoi...vengo da Marte!
Peccato che tu sia un po' troppo suscettibile e che credi che tutti debbano avere/vivere certi "schemi"...
Grazie ancora per la premurosa segnalazione...appena potrò, sentirò...
Re: Il bebop io lo imparo così...
Conosco anche chi con 40° (di notte) non sopporta il condizionatore, perchè....sente freddo! Non vengono da Marte, ma, come dire, sono certamente al di fuori della norma. Non per questo però si ritengono al di fuori di certi "schemi"....