Re: Camera larga vs camera stretta
"confortevolmente" è un termine che lego alla condizione di assenza di sforzo.
ed il principio che ha enunciato Tza è ormai patrimonio della didattica e della tecnica sassofonistica :
per studiare il sax lo sforzo è da evitare.
crea rigidità inutili e controproducenti.
il vero problema è definire cosa sia lo sforzo per ciascuno di noi.
io ad esempio se suonassi con una ancia n1 rico ed un bocchino yamaha 4c farei uno sforzo enorme.
per controllare una stretta esuberante, una emissione eccessiva, una intonazione irraggiungibile , un corpo del suono impossibile.
un volume disgraziato.
ma farei altrettanto sforzo ma di senso opposto con un link 10 stella in metallo con una ancia 4 vandoren. :lol:
Re: Camera larga vs camera stretta
Citazione:
Originariamente Scritto da stivlesi
E' vero che la resa è data dall'intera catena di fattori, dove le variabili maggiori sono rappresentata dalla fisiologia del suonatore, ma pur presentando le geometrie dei bocchini infinite possibili combinazioni (per di più in abbinamento con l'ancia) è vero che queste geometrie sono studiate per un ben determinato risultato.
In estrema sintesi, cito da un manuale:
LA CAMERA: è la principale “area di risonanza” del suono. Se pure la curva e gli altri parametri sono di grandissima importanza, è però dimostrato che una camera ben costruita può dare ottimi risultati con qualsiasi tipo di apertura. Una camera stretta darà più volume e più proiezione al suono: una camera ampia darà un suono più “caldo”: pareti interne molto squadrate enfatizzano gli armonici acuti facilitando gli “overtones”, pareti curve daranno un suono più dolce.
Però per la mia esperienza e altre che ho letto, ad esempio, il suono più dolce e caldo non esce in automatico ma richiede adattamento dell'esecutore allo strumento con lo specifico setup, paradosalmente un setup che ci fa sembrare di emettere con facilità da subito (come anche un'ancia) con il progredire dello studio e dell'adattamento mostrerà facilmente dei limiti nella crescita della qualità del suono e delle possibilità espressive.
la mia esperienza è del tutto diversa.
la "fisiologia "del suonatore ha una influenza sul suono davvero esigua.
il principio è : più tecnica di emissione hai meno la fisiologia limita il suono.
il controllo del suono in tutti i suoi aspetti da la misura della tecnica di emissione.
anche il riferimento al suono caldo o dolce non mi sembra per nulla solido.
già il termini sono suscettibili di incomprensioni.
Trane ha un suono caldo o freddo ?
e Lovano ha un suono caldo o freddo?
e Lovano rispetto a Trane?
e Brecker?
il termine dolce poi è davvero di difficile comprensione.
contrapposto ad amaro ?
o semplicemente alla omogeneità della intonazione?
Re: Camera larga vs camera stretta
Dolce nel senso di non aggressivo
Re: Camera larga vs camera stretta
si però quello fa parte più di uno stile nel modo di suonare penso... sono d'accordo con fcoltrane quando dice " il vero problema è definire cosa sia lo sforzo per ciascuno di noi." e io aggiungo in funzione a cosa si vuole ottenere in qualità di suono e quanta preparazione si ha alle spalle.