Nota: Gli schizzi sono schematici e non pretendono di essere matematicamente corretti!
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Nota: Gli schizzi sono schematici e non pretendono di essere matematicamente corretti!
Il profilo alare con la sua particolare forma “a goccia” fa si che nascano due tubi di flusso, uno superiore e l’altro inferiore:
• il tubo di flusso superiore ha una restrizione di sezione lungo il dorso del profilo: lì la velocità aumenta perché l’aria è incompressibile. La sua pressione di conseguenza diminuisce;
• il tubo di flusso inferiore che lambisce il ventre del profilo alare non ha restrizioni, quindi i valori di velocità e pressione dell’aria rimangono inalterati o quasi.
http://imageshack.us/photo/my-images/83 ... lalre.jpg/
• Schematizzazione del profilo alare
Risulta quindi una pressione più piccola sul dorso dell’ala rispetto al valore di pressione sul ventre e nasce così la spinta idrodinamica, indicata in rosso in fig. il profilo viene così “risucchiato” verso l’alto!
http://imageshack.us/photo/my-images/19/ariar.jpg/
Lato superiore:maggiore distanza = maggiore velocità relativa = minore pressione statica
RELATIVO FLUSSO D’ARIA
Lato inferiore:minore distanza = minore velocità relativa = maggiore pressione statica
Sezione trasversale schematica di una tipica superficie aerodinamica
La relazione inerente tra i due lati di una superficie aerodinamica e le due linee costituenti il foro parabolico di Adolphe Sax dovrebbero essere adesso abbondantemente chiare. Una semplice inversione delle due linee del profilo alare e la loro successiva proiezione nella forma conica risultano nelle reali proporzioni che Adolphe Sax costruì nel foro del suo sassofono:
http://imageshack.us/photo/my-images/26 ... olico.jpg/
saluti a tutti ...grazie dell'attenzione.
La trattazione è corretta sul profilo dell'ala è anche corretta.
Per applicarla al corpo del sassofono bisogna fare dei distinguo.
Prima di tutto, le componenti di velocità nel moto di un aereo... sono praticamente parallele al profilo dello "scheletro" dell'ala.
E c'è un campo di moto sia sopra che sotto l'ala... e questo, insieme alla spinta orizzontale dei motori, crea "portanza"... per le cose dette sopra.
In un sassofono... il campo di moto è solo all'interno del corpo... un residuo di campo di moto c'è all'esterno della campana: quindi il sistema esemplificativo non è coerente (per l'ala si prende l'esempio di un campo di moto "esterno", quello che succede dentro il sassofono... è un campo di moto "interno"... in un condotto.
Il campo di moto dai fori... è radiale e non assiale.
Poi bisogna considera che il corpo dello strumento presenta discontinuità (i fori con relativi camini).
Il campo di moto dipende dal numero di Reynolds e il numero di Reynolds dipende dal diametro, che lungo il corpo dello strumento varia.
Ergo quello che succede dentro lo strumento (campi di moto, gradienti di pressioni)... è piuttosto complicato da descrivere analiticamente, è facilmente rappresentabili numericamente (analisi FEM).
Oltre tutto... il vero effetto della conicità lineare o parabolica, a occhio, lo si sentirebbe soltanto in regime turbolento.
Non voglio contestare nessuno... ma le ipotesi fisiche citate fino ad adesso mi sembrano piuttosto deboli per giustificare alcuni "effetti" analizzati (specialmente per quanto riguarda il sassofono... sul bocchino il discorso è più articolato e sicuramente più interessante).
Oltre a questo... credo che all'inizio del Novecento, le tolleranze per costruire un corpo di sassofono (all'epoca ottenuto per piagatura di una lastra piana) probabilmente non garantivano nemmeno un profilo perfettamente parabolico (e questo dipendeva sostanzialmente limiti tecnologici/metodologici, non di progetto).
Viceversa... al giorno d'oggi, non sarebbe così difficile ottenere un corpo con profilo matematicamente parabolico... secondo un profilo esatto ben determinato e con tolleranze geometriche e dimensionali molto strette.
Ovviamente il costo per fare una cosa del genere sarebbe enorme e, come da ogni valutazione ingegneristica, il rapporto costo/beneficio non giustificherebbe il costo.
È cosa reale invece che gli strumenti più vecchi fossero più conici degli strumenti venuti dopo.
Questo credo fosse sostanzialmente dovuto ad aspetti:
1) diventava più semplice il calcolo per il posizionamento/dimensionamento di fori e relativi camini
2) tecnologicamente era più semplici da costruire... ed era più semplice ottenere una precisione geometrica/dimensionale maggiore.
Guarda che è una questione fondamentale. Se pensiamo al fatto che alcune orchestre sinfoniche adottano come standard un diapason accordato ai 440 hz e altre ai 442 hz e che per esempio la Selmer (quella vera, di Parigi) produce dei modelli di clarinetti con frequenza 440 hz e altri con frequenza 442 hz, si può capire anche cosa può voler dire un intero semitono o anche di più di differenza.Citazione:
Originariamente Scritto da phatenomore
Mi spiace, ma non condivido.Citazione:
Originariamente Scritto da lauromusic
Intanto, è ovvio che il suono dello strumento inventato da Sax non è e non può essere quello del sassofono contemporaneo.
In primo luogo, perché in 170 anni la tecnologia è cambiata, sono cambiate le esigenze commerciali, è cambiato il gusto e la fruizione della musica. Tutti gli strumenti musicali non sono certo quelli di un tempo: si può sapere perché il sax avrebbe dovuto restare uguale? perché ha avuto un inventore con nome e cognome certificato? Anche il clarinetto l'ha avuto, solo per dire un altro strumento a fiato, eppure il clarinetto di oggi non è certo quello di Mozart.
In secondo luogo, perché bisognerebbe anche mettersi d'accordo su quale sia "il suono" del sassofono. Sentiamo, qual è il suono di un sax? se provo a limitarmi alle marche blasonate attuali ed entro in un negozio a provare 10 contralti (o tenori ecc.) con il medesimo setup otterrò, se non 10, almeno 5 o 6 suoni marcatamente differenti: quale di questi è quello legittimo? Quello dell'azienda che ha più soldi per intortarsi il maggior numero di maestri?
p.s.: a proposito della sua ricostruzione storica: ma non è stato forse Henri Selmer a rilevare la fabbrica di Adolphe Sax? come facciamo a dire che la Selmer ha deviato dal progetto originario?
http://www.youtube.com/watch?v=U-ow2uvNt40
(siccome di fisica non ci capisco niente, almeno ravvivo il topic)
:D
E io no. In ogni caso, non essendo possibile trovare un criterio deterministico per stabilire cosa sia il "nobile suono del sassofono", stiamo parlando di aria fritta. Sono opinioni personali, materia nella quale ognuno e' libero di avere le sue: non ha senso pretendere che le proprie abbiano una valenza oggettiva. Con questa mentalita', che e' propria del fanatismo religioso, si arriva alle guerre di religione. Che hanno gia' fatto troppi morti.Citazione:
Originariamente Scritto da lauromusic
Io, poi, credo che non vi sia nulla che costituisca a priori "l'unica base valida" per fare qualcosa. Basti pensare a quali si riteneva fossero le "uniche basi valide" ai tempi di galileo...
Bah, anche qui hai esplicitato solo tuo punto di vista, assolutamente non dimostrabile e quindi non oggettivo. E' una tua opinione, non un fatto.Citazione:
Originariamente Scritto da lauromusic
Per quanto riguarda le mutazioni genetiche, forse ignori di cosa stai parlando. Ogni forma vivente di questo pianeta, te compreso, e' il risultato di innumerevoli mutazioni genetiche... se le trovi orrende... non ti vuoi bene! :smile:
@ re minore: :bravo: :bravo: :bravo:
A parte tzadik che possiede delle conoscenze specifiche e il professore che ci ha dedicato tempo e studi a mio modesto parere tutti gli altri hanno parlato del niente più assoluto.
E' facile, molto facile screditare il lavoro di altre persone alla maniera italiana, con risolini, video stupidi, applausi e robe del genere.
Molti dei partecipanti a questo argomento sempre a mio modesto parere sono stati molto maleducati e provincialotti mostrando una chisura mentale disarmante che è poi la stessa che imputano alla controparte (ma fin qui nulla di strano: noi italiani siamo fatti così. Noi siamo la nostra classe politica ma ci crediamo meglio: Nietchze aveva ragione...).
...si vede che adesso il mio numero di detrattori qui dentro aumenterà, pazienza.
Detto questo dico la mia (che immagino non interesserà a nessuno).
Il sassofono è nato per essere suonato in un certo genere e nel corso del tempo è stato utilizzato per generi completamente diversi.
E la costruzione dello strumento non mi sembra che sia un mistero che sia cambiata.
Rascher e Coltrane hanno avuto un modo completamente diverso di approcciarsi allo strumento.
Detto questo (e non avendo detto nulla di meno di ciò che è stato già detto), direi che l'opzione migliore in questo caso sia affidarsi a della valida bibliografia e valide fonti. Il proprio credo personale non fa la scienza.
Ah, adoro sia Rascher che Coltrane (ma preferisco la musica classica al jazz).
Ed il nobile suono del sassofono... il Prof. Lauro lo descrive come quello originale.
Non capisco perchè sia inaccettabile questa frase... dato che è nato per la musica colta e non destinato alle masse (ma potrete tranquillamente smentirmi nel caso io stia dicendo una boiata).
Saluti
non voglio essere polemico sul tuo intervento, seethorne, perchè è un tuo parere e come tale lo rispetto al 100%. credo però che nessuno abbia schernito il prof. che anzi, si è preoccupato di pubblicare il suo lavoro e di rendere partecipi tutti gli utenti del forum, cosa non da poco se consideriamo l'accademismo che impera in Italia. detto ciò gli interventi sono stati sempre educati e, anche quando si dissentiva dai risultati della ricerca, si è sempre argomentato il perchè non si era d'accordo. io per primo ho contattato il prof. il quale con molta disponibilità e gentilezza mi ha inviato la tesi (che ho letto con piacere ma, ahimè, non ho le basi tecniche e scientifiche per poter capire fino in fondo). detto questo si può discutere su cosa sia il vero suono del sax, e qui si attraversa più la strada della filosofia che della fisica...ed ecco che nascono i dibattiti. attenzione ho detto dibattiti, non polemiche. ho trovato affascinante al massimo la tesi di Tzadik che con molta umiltà ha tirato fuori concetti che manco se vedevo superquark (dannato Tzadik, ma quante ne sai?? ;) ) e nonostante questo ha detto che non vuole contestare nessuno.....insomma, più che di scontro e di derisione a me sembra che si sia trattato di una chiaccherata al bar con più pareri per uno stesso argomento (da qui l'ovvietà dei pareri multiformi). in ultimo...il mio video era un chiaro modo per dire che non ci capisco una fava quando la cosa si fa tecnica e che quindi ci rido su, non tanto per i concetti espressi dal prof. quanto per una mia inadeguatezza, quindi al limite ironizzavo sulla mia ignoranza :lol:
altra cosa: il sax non è nato con una vocazione esclusivamente classica, anzi...ricordiamo che A. Sax dotò diverse bande militari dei suoi prototipi che erano sax e non solo (fra cui anche sax ormai dimenticati come il sax in Fa), quindi la sua idea era di uno strumento multiforme e adattabile a vari contesti ( e visto che il jazz ancora non esisteva ovviamente non potè pensare a tale utilizzo)
my two cents
In realtà il saxofono nasce in un contesto in cui non c'era nessuna contrapposizione tra musica colta e musica "extra" colta.Citazione:
Originariamente Scritto da seethorne
Una contrapposizione netta semmai esisteva tra musica militare e musica non-militare; nel primo caso il saxofono venne accolto a braccia aperte mentre nel secondo caso abbiamo dovuto attendere gli anni '20 del secolo successivo per poter parlare di una reale integrazione (che poi secondo me non c'è mai realmente stata). La musica "militare" ricopriva nell'800 un ruolo fondamentale:
1) serviva a divulgare mediante pot-pourri i capolavori operistici;
2) dava lustro al prestigio nazionale;
Inutile dire che dietro a questo "mondo parallelo" della musica, giravano delle ingenti somme di denaro, somme di denaro che hanno permesso a molti inventori di innovare praticamente tutti gli strumenti dell'orchestra di fiati.
Tutta la produzione musicale ottocentesca per saxofono inoltre, salvo rarissime eccezioni, è incentrata su un repertorio virtuosistico, di indubbio interesse tecnico quanto povero dal punto di vista musicale, soprattutto se paragonato ai coevi miti del romanticismo, da eseguire accompagnati da una fanfara militare (vedi anche i miei articoli sul pioniere del saxofono E. A. Lefebre).
Per il resto condivido molto di quanto affermi, compreso il richiamo a una maggiore serietà nel trattare argomenti delicati e interessanti.
salve
dico subito cos'è che non capisco e che,di conseguenza,mi impedisce d'avere un'opinione:conosco,per altre vie,quale ' è il comportamento dell'aria quando il suo flusso si divide incontrando un profilo alare,quando i due flussi divisi hanno due differenti velocità...quello che non capisco è che il flusso,mi pare,non si possa dividere per poter parlare di una parte "costretta" ad accelerare per potersi riunire all'altra,dentro un sax,mi pare,anzi,che il flusso dell'aria non possa,costretto com'è dentro al tubo, dividersi proprio...E' qui che sono fermo,è qui che mi sono perso e,se qualcuno ha capito mi farebbe piacere che mi spiegasse,meglio con parole poco tecniche,dove si trova il profilo d'ala...Questa mia è una richiesta seria e nessun intendimento nasconde che non sia il desiderio di capire.
un ringraziamento anticipato.
il nero
Grazie mille David per la tua preziosa correzione. Non ero a conoscenza dell'importanza della musica militare in quell'epoca. Il quadro ora mi è un po' più chiaro.
Red, mi scuso se ho mal interpretato il senso del tuo video. Rimango comunque della mia opinione (non me ne vogliate) sull'andamento generale del thread che a mio avviso deve essere molto più di una chiacchierata da bar (a parte il fatto che di scherni fra le righe ne ho letti un bel po' (mentre dall'altra parte ho visto un atteggiamento pacato e disponibile e mai irriverente nonostante, come hai detto anche tu, il suo ruolo), e anche nemmeno troppo fra le righe) data la bellezza di un argomento così interessante e del gran lavoro svolto. Non posso valutarne personalmente la perfetta correttezza perchè non ne ho le basi ma sicuramente vorrei addentrarmi di più.
Poi ci sono una tonnellata di chiusure, battaglie, discussioni trite e ritrite che non ho assolutamente voglia di tirare in ballo, ma che mi hanno fatto cascare le braccia una tonnellata di volte (leggasi fanatismo verso marchi, generi musicali, interpreti, e quant'altro).
Ma generalmente i thread à la "Yamaha vs Selmer" e "Mark VI vs the world" et similia non mi suscitano grande interesse (anzi) e ne sto alla larga. Questo invece è molto più interessante, almeno per me, e gradirei non fosse mandato in vacca.
Insomma, non interessa a nessuno sapere com'era stato concepito, chi sono gli artisti che più di tutti si sono impegnati verso un utilizzo filologico dello strumento? Forse se tutti facessero come Rascher il mercatino del forum chiuderebbe immediatamente? W la gam?
Troppe chiacchiere...
Buona musica a tutti.
@seethorne e red: qualsiasi utente del forum con una laurea scientifica (anzi direi solo con una cultura scientifica un po' oltre la media) di ste cose (fisica dei fluidi) ne sa MOLTO più di me.
Detto questo, ricordiamoci che la "tesi" di cui si è discusso qui è un "tesi musicale" e non di un corso di fisica/ingegnerie... quindi considerazioni sulla fisica del fenomeno forse non erano nemmeno necessarie.
Però per attribuire quelle che sono state le "variazioni" nel suono dello strumento causate dell'evoluzione del "progetto" (dello strumento stesso) sicuramente saranno state fatte delle ipotesi sulla fisica dello strumento, ben precise.
Provo a spiegare il perche' il 3D ha preso questa piega. Sostanzialmente il sunto della tesi, per come e' stato riportato qui e':
1. Il sax di Sax e' diverso dai sax odierni;
2. Il disegno dei sax odierni ha "tradito" il disegno originale;
3. Il disegno originale "e' migliore" di quello contemporaneo.
Il punto 1. e' banalmente vero, ma l'unica cosa che si capisce chiaramente circa le differenze e' che l'A. non ha molto chiaro il fenomeno fisico che sta discutendo, per il quale rimanda al Kelly. Se a supporto dei propri ragionamenti si ritiene opportuno introdurre considerazioni su fenomeni fisici e' d'obbligo un minimo di rigore formale (sono considerazioni scientifiche o no?) e di comprensione sia del fenemeno che si sta descrivendo che dei metodi matematici usati per tale descrizione. Altrimenti e' meglio lasciar perdere.
I punti 2. e 3. sono questioni di opinioni personali e, come tali, soggettive e discutibili. Molti interventi erano basati su questo punto: semplicemente non si accetta (io a priori non lo accetto) che qualcuno mi venga a dire che "A e' oggettivamente meglio/peggio di B" portando a sostegno argomentazioni fumose e opinioni personali (scritte peraltro in un italiano molto approssimativo). Vengono citati "esperimenti" ma leggendo si capisce che i risultati degli stessi sono tutte considerazioni personali: non viene riportato un dato che sia uno.
L'impressione che rimane, dopo attenta lettura, e' che il tutto sia costituito da opinioni personali spacciate per verita' oggettive.
Questo e' quello che molti (me compreso) hanno contestato. Siamo liberi di contestare anche bibbia e vangelo, non solo le opinioni personali su un sax. Del resto quando si sale in cattedra (ed in questo non c'e' niente di male - lo faccio anche io quando e' il caso) bisogna sapere che si va incontro ad un contraddittorio.
condivido in pieno Re, è quello che volevo dire....è un forum e quindi le opinioni è giusto che ci siano specie in argomenti in cui la scienza c'entra poco (alludo al fatto che il suono del sax A è migliore o più autentico del sax B). per quel che concerne le tesi fisiche illustrate non mi pronuncio perchè non ho le basi scientifiche richieste, neppure le più elementari! io credo che se le opinioni vengono espresse con rispetto ed educazione, non ci deve essere limite al poterle fare
Tra l'altro nemmeno nel trattato di John E. Kelly sulla fisica del sassofono... c'è formalismo fisico/matematico.
Il succo della questione è che si vogliono attribuire certe cose a un evoluzione del progetto dello strumento, per dimostrare rigorosamente queste ipotesi... bisogna fare per forza riferimento a una trattazione fisico/matematica dello strumento.
Per esempio, sul trattato sul bocchino originale di Adolphe Sax, c'è un mimino di trattazione fisico/matematica, ci sono prove/esperimenti... con conseguente esposizione dei risultati in grafici/tabelle... quindi le ipotesi vengono argomentati con dati che hanno una interpretazione univoca.
Cioè, per dirla in termini che capisco anch'io, è 'na gazzada...
E' chiaro che se si parla di fisica, occorre presentare dati certi.
Se invece si parla di estetica bisogna fare dei distinguo (parlo ovviamente da possessore di una doppia famiglia a canneggio "vintage-style"):
1) è vero dal mio punto di vista che saxofoni pre-seconda guerra mondiale (mi riferisco principalmente a Conn, Adolphe sax e Buescher) accoppiati a becchi a camera molto larga danno risultati eccellenti se suonati in contesti classici; ho da poco suonato in sinfonica col mio Chu Berry unitamente al mio Slant 5 e devo dire che sia l'intonazione che il suono erano eccellenti (faticava molto di più il mio collega con un seconda serie e beco c* a stare in sezione). Il timbro in particolare tendeva ad essere molto più omogeneo con la sezione dei legni e non presentava la tipica caratteristica a "prevaricare" il suono degli altri strumenti d'orchestra. Scomparivano in particolare le tipicità d'intonazione che caratterizzano i sax classici moderni (basati sul disegno del SA-80), ovverosia re centrale ultra-crescente, re basso ultra-calante, do# afono da correggere con una posizione innaturale e che rende il suono soffioso (3 + portavoce), acuti iper-crescenti etc...;
2) in musica non esistono verità assolute, di conseguenza i vantaggi sopra esposti possono essere delle pecche inaccettabili per chi fa generi diversi. Ad esempio se si suona in una sezione R&B si ha necessità di avere un suono molto più proiettato e compresso in quanto si deve stare in sezione con un trombettista e un trombonista che ci distruggeranno i timpani. Anche passare a livello di armoniche una sezione ritmica composta da basso batteria e chitarra elettrica non è facilissimo con un setup simile (poi ovviamente conta molto il manico);
3) parlare di involuzione dello strumento è possibile solo ed esclusivamente rapportandosi al genere al quale ci si riferisce: le politiche delle majors che per offrire un prodotto unico e che si può piazzare più facilmente aumentando i guadagni (sax a canneggio esclusivamente stretto) hanno da sempre sgomitato in conservatori ed accademie per ottenere il primato del sax classico sbaragliando di fatto l'eccelsa produzione made in USA, la trovo piuttosto scorretta. Scorretta nei confronti dei musicisti in primis che devono "combattere" con mezzi in adeguati in generi musicali dove emissione, rotondità di suono e intonazione sono tutto.
Una persona "del settore" (di cui ovviamente non faccio il nome) mi disse come aneddoto che gli ingegneri yamaha con le loro conoscenze, le loro macchine ed i loro computer giunsero alle stesse conclusioni di Adolphe Sax. Quell'uomo era un genio.Citazione:
Originariamente Scritto da tzadik
Dipende su che "campo".Citazione:
Originariamente Scritto da seethorne
Ricordo che all'epoca di Adolphe Sax c'erano già le equazioni con cui si potevano prevedere i campi di moto (con annessi e connessi) chiaramente con i mezzi dell'epoca non era immediato "risolverle" rigorosamente. La risoluzione numerica di alcuni problemi è una cosa che si è sviluppata più tardi, nel '900. http://tzadik.xoom.it/emoticon/TFRykn8TT.gif
Se poi andiamo a guardare come è fatto un sassofono Yamaha... beh, per certe cose, forse è lo strumento odierno... più "lontano" da come l'aveva concepito Adolphe Sax. http://tzadik.xoom.it/emoticon/TFRykn8TT.gif
essendo anche un motociclista noto delle similitudini! quando ci fermiamo al bar a parlare di moto c'è sempre quello che decanta le vecchie Laverda o Guzzi degli anni '70 che senti come vibrano, che devi avere il manico sennò esci fuori strada, che quella era la vera moto....poi però chissà perchè quando si sale su una moto moderna che tiene le traiettorie come una spada e non ha buchi di erogazione, che consuma un decimo di quelle di trenta anni fa allora si comprende un dato ineluttabile: che la tecnologia ti rende la vita più facile. e sfido qualunque nostalgico a farsi 300 km di fila con un ferro di 30 anni fa (lo puoi fare ma ne esci distrutto)...ora, per tornare on topic, non è che metto in dubbio tutto quello che è stato detto, ma dire che in yamaha hanno scoperto quello che A. Sax già sapeva....bhè, come dire....mi pare una gran boiata. se non altro perchè il sax già esisteva quindi c'è ben poco da capire: lo studi e vedi com'è fatto. non dimentichiamoci le migliorie meccaniche che nel tempo sono state fatte (basta prendere un sax di 25 anni fa o precedente e accorgersi della facilità dei sax odierni). e non venitemi a dire che oggi tutti i sax suonano uguali e che i selmer, gli yamaha e compagnia bella suonano tutti uguali perchè anche questa è una boiata. è come per le moto. con la moto d'epoca ci vai al bar o al raduno di pochi km, ma non la usi tutti i giorni....se la devi usare con intensità allora vai sulle cose più comode che ti facilitano la vita, senza per questo rinunciare al carattere
IMHO
;)
25 anni fa' c'era già il Serie II e di migliorie tecniche, rispetto al Serie II ne sono state fatte poche. Poi chiaramente qualche produttore ha scelto usare soluzione tecniche molto precedenti alle soluzioni tecniche già presenti su Mark VI/VII (per fare un esempio) ma sono scelte costruttive (o forse filosofiche). :zizizi))Citazione:
Originariamente Scritto da red
si, a parità di modello hai certamente ragione tu....io volevo dire che c'erano sax dalle meccaniche dure o dai levismi delicati o grossolani ecc....cose che oggi non ci sono più perchè anche il peggior sax cinese comunque attinge dal lavoro fatto nel passato (magari ci sono pecche enormi su altri fronti come assemblaggio, intonazione, finiture e materiali scadenti ma se guardiamo bene sono tutte copie selmer/yamaha/yanagisawa come progettazione, segno ovvio che copiare le cose che funzionano e magari tentare delle migliorie è molto più conveniente e redditizio)
;)
non c'è stretta correlazione fra le cose in sè e per sè :)Citazione:
Originariamente Scritto da tzadik
altrimenti tutti i fisici e matematici potrebbero costruire strumenti completamente nuovi e fantastici...
se hai gli strumenti ma non sai che farne che fai? sax ha inventato uno strumento (un fantastico strumento).
e la frase riportata non intendeva stretta correlazione fra il sax di adolphe sax e i sax della yamaha. e ha per me valenza di aneddoto simpatico (leggenda? poco importa) e niente più, non avendo in mano i rapporti delle ricerche nel campo.
Mi secca fare il guastafesta... :mha!(
Nel 1864 Adolphe Sax presentò un secondo brevetto per il "suo strumento" in cui affermava che il profilo parabolico sarebbe scomparso e in favore di un profilo lineare.
(...)
Sono stati fatti esperimenti sugli strumenti originali di Adolphe Sax... e ne è venuto fuori che quegli strumenti avevano grossi problemi di intonazione.
Molto tempo dopo (per tutta una serie di fattori) si è cominciato a creare profili con un andamento variabile... poi siamo arrivati a strumenti moderni.
Secondo me... l'evoluzione dello strumento è dovuta non solo a un evoluzione sonora... ma anche a un'evoluzione dei metodi di progettazione/calcolo e delle tecnologie per realizzare fisicamente lo strumento.
Quindi... per chiudere il cerchio bisognerebbe tenere conto anche di variabili esterne alla funzione musicale stessa dello strumento.