Re: Un ultimo saluto al mio Serie II
Guarda Gil io ho anche un tenore serie III (preso ad un prezzo moolto buono) di cui sono molto contento.. è un sax che avrà 5 o 6 anni... ma veramente il suono cambia tantissimo anche solo cambiando l'ancia... e l'ho pagato un terzo o forse un quarto di un mk6.. e ci farò le stesse cose che farei con un mk6... tutto è soggettivo e tutto dipende (Prima di tutto) dal portafoglio di ognuno di noi...
Io amo soprattutto i selmer perchè hanno una "pasta" diversa da altri che ho provato.. peccato costino un casino di soldi! :cry:
Re: Un ultimo saluto al mio Serie II
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Originariamente Scritto da gil68
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Originariamente Scritto da Rosario Giordano
Si Matteo, l'SA 80 II e' davvero un grande sax, un modello indovinato, versatile, che davvero permette di fare di tutto.
Allora perché diversi sassofonisti,qui sul forum,dicono che va bene soprattutto per la musica classica?Forse perché hanno tutti la fissa del MK 6? Beato chi ce l'ha,come te...ma non tutti possono spendere cifre allucinanti x i Selmer più vecchi... :mha!( E poi si é appurato che,in diversi casi,per i SA II (e forse anche Serie III e Reference)più recenti o anche nuovi di pacca,basta una migliore regolazione delle chiavi ecc.per farli suonare molto meglio rispetto a come sono appena usciti dalla fabbrica,poi conta anche il bocchino,le ance,ecc.oltre che naturalmente chi ce l'ha in bocca!E,quando sono nuovi,conta quanto tempo vengono suonati...più a lungo si suonano,prima si sfogano...
Perché c'è la fissa del Selmer Mark VI?
Forse perché dopo che l'industria del sax americana è stata distrutta dall'avvento del rock'n'roll all'inizio degli anni Sessanta per un sacco di anni se volevi un sax coi cosiddetti c'era solo il Selmer Mark VI e poco altro. Poi sono arrivati i giapponesi e finalmente i tedeschi si son messi a fare i sax col loro nome invece che fare gli stencil per gli altri, però siccome l'Italia è un paese fermo da quarant'anni qui si pensa ancora che viviamo negli anni Settanta - e quindi per noi c'è solo la Selmer.
Aggiungi che per ragioni storico-economico-culturali noi una volta eravamo i cugini poveri dei francesi, e quello che veniva dalla Francia era legge: e quindi automaticamente gli strumenti francesi erano i migliori e da copiare. Non a caso in Italia si usano clarinetti, oboi e fagotti con la meccanica francese e non quella tedesca.