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Re: Piede indipendente
ciao Edo, entro in discussione dicendoti che sicuramente meglio del tuo piede è il fido metronomo. Nel post non dici se usi piede+metronomo o solo il piede...
tutti gli insegnanti usano o dovrebbero far usare ai propri allievi questo strumento. La mancata pratica (corretta aggiungo) può generare grosse lacune ritmiche che possono portare ad essere sempre "troppo avanti" o "troppo indietro" su un dato ritmo di un brano.
Per contro, se è importante l'uso ciò non deve scadere nell'abuso...quindi usare il metronomo fin da subito, se vuoi puoi aggiungere il piede, ma è anche altrettanto vero che poi bisogna capire (con l'aiuto dell'insegnante) quando è il momento di togliere il metronomo, cosa affatto scontata.
Questo perche usare il metr. sempre sicuramente ti migliora per certi versi ma ti toglie il gusto e la possibilità di giocare con il ritmo stando su fraseggi ad esempio più rilassati come nelle ballads ecc.. con tutto questo non voglio dire di usarlo solo nella fase iniziale e di non farlo mai più, ma "che non si diventi schiavi del metronomo!"
(porto un'esperienza diretta in ambito conservatoresco: l'uso del piede in ogni caso è sempre stata pratica nefasta e criticata dal mio prof che aveva di certo le sue fisse. Aggiungo che secondo me spesso si può eccedere nell'uso di una certa cosa o di un'altra.. e gli eccessi sono sempre deleteri..alla fine dei giochi ci vuole varietà nello studio e mai legarsi a pratiche ripetute come se fossero riti)
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Re: Piede indipendente
In questo momento uso solo il metronomo, il piede è fermo.
Il maestro insiste per l'uso e dopo qualche mia iniziale difficoltà ho imparato a convivere bene con questo inesorabile strumento. Nell'ultima lezione ho chiesto di approfondire le modalità di utilizzo e ne ho avuto un grande beneficio.
Per me giocare con ritmo e fraseggi è ancora lontano, studio da poco più di un anno e ne ho 47...non è facilissimo partire da zero alla mia età.
Inoltre, quando vado a lezione, arrivo mentre il maestro studia, quasi sempre con il metronomo. Per me è un messaggio dal duplice significato: sia sull'importanza dell'uso del metronomo come strumento tecnico, sia sulla passione e sull'impegno che il maestro continua ad avere per la musica e per il sax. E' davvero una lezione!
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Re: Piede indipendente
bene allora, sei sulla strada giusta..buon studio !
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Re: Piede indipendente
Citazione:
Originariamente Scritto da fbisbo76
ti toglie il gusto e la possibilità di giocare con il ritmo stando su fraseggi ad esempio più rilassati come nelle ballads ecc.. con tutto questo non voglio dire di usarlo solo nella fase iniziale e di non farlo mai più, ma "che non si diventi schiavi del metronomo!"
(porto un'esperienza diretta in ambito conservatoresco: l'uso del piede in ogni caso è sempre stata pratica nefasta e criticata dal mio prof che aveva di certo le sue fisse. Aggiungo che secondo me spesso si può eccedere nell'uso di una certa cosa o di un'altra.. e gli eccessi sono sempre deleteri..alla fine dei giochi ci vuole varietà nello studio e mai legarsi a pratiche ripetute come se fossero riti)
E' vero che il metronomo porta a schematizzare molto lo studio (mi capita in certi pezzi che hanno piccole cadenze oppure dei "ritardando" di suonare col metronomo... non è che lo spegni e poi lo riaccendi), però per la fase iniziale dello studio è comunque fondamentale per tutti i motivi che voi sapete meglio di me. Poi è chiaro che, una volta interiorizzato il pezzo, uno lo interpreta e in certi punti cambia il tempo, ma lo fa VOLONTARIAMENTE e non perchè non ha presente la pulsazione.
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Re: Piede indipendente
esteticamente è abbastanza orrenda come immagine....il piedino che va a tempo...
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Re: Piede indipendente
Citazione:
orrenda come immagine
concordo, non mi è mai piaciuto vedere il piede battere il tempo, non mi piace nemmeno quando viene fatto da qualche cantante, figuriamoci da un sassofonista.
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Re: Piede indipendente
Aggiornamento sul tema.
Da fine settembre ho iniziato la scuola serale con un nuovo Maestro, il quale ha insistito molto sull'utilizzo del battere il piede per aiutarsi a stare a tempo.
Mi ha suggerito di iniziare con esercizi ritmicamente semplici e suonando lentamente, cercando di far proseguire il piede con il ritmo mentre le dita suonano la melodia. La cosa mi ha onestamente creato qualche grattacapo, grande noia e frustrazione. Il massimo è stato quando, suonando prima di Natale con i miei amici chitarristi, sono incappato in una giornata assolutamente negativa dal punto di vista del tempo (musicale), cui è seguita una rovinosa caduta del sax (mai chiudere temporaneamente la custodia solo con il velcro!), conclusa con qualche chiave fuori posto e una bottarella alla gabbia del Mib.
Sax dal dottore, vacanze per me.
Dopo 2 settimane senza suonare, quasi d'improvviso, in una specie di catarsi, le cose hanno iniziato a sistemarsi, il piede segue il ritmo e il resto suona. Certo, il risultato non è perfetto, ma ho tratto un enorme beneficio nella sicurezza e decisione degli attacchi dopo note e pause lunghe (dove prima mi perdevo alla grande).
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Re: Piede indipendente
Perdere il tempo durante pause e note lunghe e' fisiologico, finche' non lo si supera. Accade anche con gli accordi: un pezzo dove gli accordi cambiano spesso puo' paradossalmente risultare piu' facile di un pezzo modale spinto, come ad esempio "footprints", dove ti fai le mezz'ore con lo stesso accordo: se non sei ferrato li' ti perdi.
Pero', a mio modestissimo parere, non e' qui che ti aiuta battere il piede. Io credo che la capacita' di "andare a tempo" possa essere divisa in due fattori:
1. non anticipare ne' ritardare i singoli quarti (o ottavi o quello che prevede il brano);
2. sapere sempre dove ci si trova nella progressione del brano.
Le due cose sono legate, ma non sono la stessa cosa. Battere il piede ti aiuta nella prima, ha infatti un po' la funzione del pendolo nell'orologio a pendolo, ma non e' di nessuna utilita' nella seconda. Per la seconda, a mio avviso, bisogna fare due cose: la prima e piu' importante: ascoltare, ascoltare mille volte il brano che dovrai suonare seguendone l'armonia (piuttosto che la melodia) in testa fino ad interiorizzarla.
La seconda (prendimi con le molle su questo punto, potrei essere smentito perche' queste sono conclusioni mie non suffragate da alcuna particolare autorita'): sviluppare un "senso della progressione" che ti porti a suddividere istintivamente una progressione armonica in spezzoni di 8 misure. Moltissimi standard jazz sono strutturati su sezioni di 16 misure, che saranno quindi composte da due si questi spezzoni. Per me 8 e' il numero giusto: 4 e' troppo limitante, e 16 (almeno per me) troppo dispersivo. Inoltre, se batti i due quarti invece del quarto singolo (cosa che io tendo a fare spesso) le 8 misure ti diventeranno 16 con lo stesso "senso istintivo" che avrai sviluppato.