Re: Miles Davis sui musicisti classici
OT: il jazz è una musica che non ha bisbevogno di essere suonata "a click"... il "click" serve più che altro per una questione di editing...
Per non avere bisogna del click, bisogna sapere suonare a tempo...
Senza il click, l'editing si fa lo stesso, si perde più tempo ma si fa lo stesso... :zizizi))
Gli studi e le tecniche di registrazione sono cambiati: una volta il jazz lo si registrava in una singola stanza dove c'era un contatto fisico... ora gli studi sembrano sale operatorie e il contatto fisico non c'è c'è solo il contatto visivo di telecamere e monitor. È chiaro che un certo tipo di feeling diventa molto difficile da ricreare... ed è che oggi come oggi, chi ha esperienza in studio anche a livello psicologico, "vince"... :zizizi))
Tutti vorrebbero registrare in uno studio come l'Abbey Road, ma chi hai soldi per farlo? Hancock? Shorter? Jarrett??? :mha!(
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Abbey road??? vuoi dire Englewood cliff!!!!!!!!!! :saxxxx)))
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Quoto..quando parlo di click è il concetto di pensiero che c'è dietro..chiaro che il jazz non ha bisogno del click però se un jazzista che vuole incidere un disco di jazz, entra in studio con la mentalitÃ* di quando va (sempre in studio) a registrare musiche per colonne sonore, dischi pop ecc allora non va bene..vale la stessa cosa per il contrario..quel che voglio dire è che ci deve essere una differenza nell'approccio! Quel che intendo è che per quanto gli studi sembrino sale operatorie, o sedi distaccate nella NASA per fare jazz serve musica,non serve niente di più di quello che serviva nel 1940,50ecc,serve te stesso e stop..Per la produzione Pop di oggi invece si che può avere senso tutto l'armentario di mac e protools..il jazz è un MODO, è un "dialetto", è una cosa ben precisa, è creare un "campo emotivo" di 100000volt..
La sfida e il "dovere" di chi fa musica in generale ma nel jazz in modo particolare è fare un disco o un concerto dove le persone che ti ascoltano arrivino a casa con un'emozione addosso, con un qualcosa insomma..Poi si dice che il jazz è di nicchia ed è "morto"..se caso mai il jazz è sempre più di nicchia è perchè chi va ad ascoltare un concerto (e parlo anche di un neofita) non gli arriva una cippa e si annoia..
Se a mia nonna gli faccio sentire Parker, C.Baker, Trane, Rollins,Mcpherson,Pepper,Jamal ecc pur non capendo niente sente che "succede qualcosa" e li seduta alla fine ci rimane! Siamo sommersi ora di video internet con ottimi studenti, professionisti, virtuosi di tutto il mondo che fanno ascoltare il solo di Donna lee, Giant steps ecc, nei locali o teatri spesso idem, dove alla fine di tutto non succede però niente. Ed ecco che mia nonna :lol: si alza dalla sedia prima della fine..Abbiamo una grande responsabilitÃ*, è difficile uscire da certi tunnel ma almeno ci si può provare. ;)
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Se tu fossi una donna mi innamorerei di te.
Re: Miles Davis sui musicisti classici
meno che c'è phil che mi difende!
Re: Miles Davis sui musicisti classici
punti di vista.
io non sopporto i jazzisti che suono 1000 note al secondo e non ci trovo nulla di coinvolgente, ma alcuni di voi lo guarderanno con le lacrime agli occhi...
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Dipende se quelle 1000 note al secondo hanno una logica che l'ascoltatore riesce a cogliere...
Non tutti i jazzisti sono in grado di fare 1000 note al secondo e non tutti gli ascoltatori sono in grado di cogliere la logica dietro così tante note al secondo... :zizizi))
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Sono due linguaggi e forse anche due mestieri diversi...
Il musicista classico ha l'obbiettivo di trasmettere il messaggio musicale del compositore mediandolo attraverso la sua interpretazione che consiste nella ricerca assidua dei più piccoli dettagli: ogni attacco, ogni dinamica, ogni accento,ogni variazione di tempo, l'intonazione e il timbro di ogni nota hanno un significato particolare e fondamentale che fa la differenza tra un buon esecutore e un artista riconosciuto.
Anche per il jazzista il valore più importante è quello della ricerca ma rispetto al musicista classico questa si esplica attraverso un linguaggio meno formale (che si formalizza sempre di più man mano che viene sempre più insegnato piuttosto che tramandato) e con l'utilizzo dell'improvvisazione. I jazzisti rappresentano la figura di compositore-esecutore (che prima del novecento era comune nella musica classica e che poi è andata perdendosi) e quindi portano avanti una ricerca musicale personale in cui il linguaggio condiviso viene assimilato e personalizzato di pari passo con la costruzione di un'identità musicale.
Premesso ciò che si è già detto sul personaggio di Miles rimane ovvio che un musicista classico che non sa interpretare (perchè non conosce) il linguaggio jazz si troverà in difficoltà in una situazione del genere. Così come un jazzista, anche se ha un'elasticità maggiore, sarebbe inadeguato (se non ne conosce il linguaggio) nel suonare una tarantella, della musica pop, di Haydn o di Berio.
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Duke Ellington diceva che esistono solo due tipi di musica: buona e cattiva.
Così, esistono musicisti buoni e cattivi: musicisti classici buoni e cattivi, jazzisti buoni e cattivi e chi più ne ha più ne metta.
I giudizi dei musicisti sulla musica degli altri musicisti e a volte anche della propria raramente valgono qualcosa. Ognuno ha la propria particolare visione e spesso le posizioni sono estreme.
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Siamo nel mare delle approssimazioni, quello che ha detto Davis dei musicisti classici si può tranquillamente dire di moltissimi musicisti jazz, solo che per un esecutore classico non è un errore essere perfetto nell'esecuzione, per un jazzista esser chiuso nell'esecuzione di arpeggi e pattern atutte le velocità e tonalità è un limite inaccettabile.
Chi ha più libertà ha anche molta più responsabilità, un musicista classico è un esecutore, un jazzista dovrebbe essere un autore.
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Chiarimento: nella classica si è SEMPRE improvvisato talchè moltissime forme che sono poi state codificate nascevano come improvvisazioni libere "tout court" (preludio, toccata, improvviso etc...) oppure su un basso dato (ciaccona, passacaglia etc...), che non è altro che un giro armonico, ESATTAMENTE come nel Jazz.
E' in questi ultimi 100 anni che si è completamente persa questa prassi favorendo il musicista-macchina-lettore-di-note del quale nemmeno io ho molta stima. Solo nell'organo è rimasta l'improvvisazione come pratica "normale".
Non è detto che però non si possa fare e non è detto che non esistano grandissimi interpreti classici capaci di comporre e improvvisare...
Re: Miles Davis sui musicisti classici
comincio a conciliarmi benissimo con queste vostre posizioni! (david e zkalima)
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Altra provocazione: quanti sono i Jazzisti che "compongono" musica sul momento, prendendosi tra l'altro enormi responsabilità in modo eclettico e originale e quanti sono quelli che invece (ri-)propongono successioni di patterns e schemi "pre-impostati" (magari con enorme padronanza tecnica) quasi sempre identici oltreché battuti milioni di volte da altri musicisti?
Inutile dire che i miei preferiti sono quelli che rientrano nella prima categoria e sono pochissimi rispetto ai cosiddetti "masturbatori" (per dirla con le parole di "The Commitments", che invece abbondano nella seconda. Ci sono secondo voi grandi differenze inoltre tra la seconda categoria e un musicista "classico" che legge una partitura in modo asettico senza comprendere i fraseggi e cosa voleva comunicare il compositore e preoccupandosi soltanto di snocciolare note su note (purché siano quelle scritte)?
Re: Miles Davis sui musicisti classici
io quoto in pieno il giudizio di david. La musica è sempre stata in evoluzione, e nella classica l'improvvisazione era all'ordine del giorno. il discorso su musica buona e cattiva è un'altra cosa, ed è molto soggettivo, anche per un genio come Miles, che, ad esempio, nella sua grandissima lungimiranza e genialità, disprezzava e ripudiava il bebop tradizionale di un altro genio come Parker, nonostante le sue radici musicali e artistiche NASCONO da esso. un altro esempio: le variazioni goldberg, che si potrebbero considerare la "summa" del repertorio pianistico (almeno per me), sono nate dall'improvvisazione su di un tema, riproposto in tutte le sue possibilità. provate a immaginare, bach con le variazioni ha improvvisato quasi tre ore di musica, sempre nuova. altro parallelo, molto più calzante, sono i capricci di paganini. in pochi sanno che i capricci di paganini scritti sono quasi sempre postumi alla prima esecuzione. paganini improvvisava, assolutamente. si nota anche nel 24° capriccio. la classica e il jazz sono mondi estremamente contingenti, ma il fatto che guardino in direzioni diverse non significa che non marcino insieme!
altro esempio, più personale. io per studiare le scale uso il metodo di bergonzi...e sono un saxofonista "classico". eppure bergonzi (jazzista) ha eviscerato combinazioni e pattern tecnici che ritrovo in musica come Berio, Milhaud, Glazounov, Denisov...e sì, anche nelle trascrizioni di Bach. La musica non è mai una strada unica, tutto è già stato inventato e tutto è in comunicazione! ::saggio::
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Questo significa che nella musica classica è successo cento anni fa quello che è successo nel jazz trenta anni fa, un congelamento creativo, per fortuna che, anche se poche, ci sono eccezioni in entrambi i casi.