Re: costruzione di un solo
In anni di ascolto di centinaia di musicisti non mi sono mai accordo che usassero dei modi comuni per sviluppare i soli, credo che ognuno abbia un concetto personale e maturato con il proprio stile e con la propria storia.
La metafora del sesso si presta bene per quanto riguarda il raggiungimento di un risultato, in termini di piacere e di comunicazione, credo che a posteriori possiamo vedere una "logica" in quello che è successo, ma non credo che Joe Henderson pensasse: adesso faccio così, poi arrivo a quello e dovrebbe poi risolversi in quest'altro. credo che la situazione e i musicisti contribuiscano in modo consistente, in altri casi la personalitÃ* del musicista è tale che si tira tutti dietro, come si fa a dire che c'è un metodo? a volte è essenziale restare soli nel solo e inseguire il proprio pensiero, senza pensare troppo.
http://www.youtube.com/watch?v=Liy6TQ8FLR4
Re: costruzione di un solo
X just: :smile:
uno dei miei Insegnanti mi costringeva, durante un solo, ad immaginare cosa avrei fatto 3 o 4 misure dopo rispetto a quella in cui mi trovavo...estenuante, all' inizio, ma estremamenter formativo.
Non si tratta di "pensare" ma di "immaginare"... :smile:
Re: costruzione di un solo
Citazione:
Originariamente Scritto da phatenomore
X just: :smile:
Non si tratta di "pensare" ma di "immaginare"... :smile:
:bravo:
Re: costruzione di un solo
Se non si è padroni di una idonea tecnica strumentale e di una solida preparazione armonica, puoi pensare di immaginare quando vuoi......il solo non esce...se sai i numeri fino a 10, la tua capacitÃ* cognitiva è limitata da 0 a 10, per quanto ti sforzerai, li sei e li rimani....se invece conosci i numeri da 0 a ...miliardi......il tuo "limite", la tua capacitÃ* sarÃ* molto, molto più ampia.
ho sentito interventi "colti", poetici etc., la realtÃ* rimane una, per suonare servono una serie di competenze che si acquisiscono col tempo e con lo studio...il resto sono cazzate, elugubrazioni.
Non è un fatto di musica e basta, in ogni attivitÃ* umana per raggiungere degli obiettivi bisogna sudare, impegnarsi, studiare....O pensate che per correre i 100 metri (ad esempio), sotto i 10 secondi, uno si sveglia la mattina e fa qui tempi!!!
Io quando sono stanco, ho non ho voglia di suonare/studiare, penso a quanti sassofonisti conosco (parlo di gente che suona sul SERIO), e di quello che hanno fatto e fanno per arrivare al loro livello, a quanta conoscenza strumentale e armonica hanno. Tutti dico tutti si sono fatti un c..lo pazzesco, altro che poesia.....
Chiudo citando quando scritto da Zkalima "a volte è essenziale restare soli nel solo e inseguire il proprio pensiero, senza pensare troppo", bella bellissima frase, c'è un piccolo problema, se la metto in pratica io, può essere che a random, possa, qualche volta andarmi bene....se lo fa, chi lo sa fare... allora è come dici tu!!
Citi Joe Henderson....cercati qualche suo assolo, ci vedrai una logica ferrea, il fatto di uscire fuori e rintrare dentro, annodare una matassa e districarla, presuppone una competenza, una conoscenza, che certamente non è frutto del caso!!!!
Mi sembra di essere stato chiaro.......
Re: costruzione di un solo
concordo con Gene :muro(((( e aggiungo che purtroppo nel solo il limite tecnico balza agli occhi in maniera ancora più immediata.
ciao fra
Re: costruzione di un solo
Si, si, certo, sempre tenendo conto che parliamo di arte e non di sport.
Re: costruzione di un solo
Per suonare, bisogna conoscere bene il proprio strumento, la sua storia, letteratura, stili ecc.
In quanti piu' stili si impara a suonare, tante piu' frecce si avranno al proprio arco...
Imparare stili diversi significa innanzitutto cantare in modi diversi...
L'improvvisazione, è vero, si può imparare...ma è preferibile che lo strumentista sia portato per l'improvvisazione: vi sono strumentisti che sono negati per l'improvvisazione...o credono di poterla imparare mandando a memoria le "frasi" di grandi assoli o imparando patterns...
Cantare qualunque cosa e suonare qualunque cosa in stili diversi: è questa la base dell'improvvisazione.
Se si conoscono accordi, scale ecc. si è facilitati, ma non significa essere o poter diventare migliori improvvisatori: Urbani, Jimi Hendrix (2 casi eclatanti) non è che sapessero tutte 'ste scale, accordi...eppure, improvvisatori viscerali come loro non ce ne sono perchè loro sapevano cantare tutto ciò che facevano o quello che stavano per suonare o decidevano di suonare...
Di Charlie Parker, per esempio, si guarda sempre l'aspetto muscoloso e accelerato...
Rallentate il tutto...e vi accorgerete che tutte le frasi di Parker sono cantabili, possono essere cantate...
Se non sapete cantare, nello stile scelto, tutto ciò che suonate, non sapete cosa state suonando...
per me, il nocciolo della questione è tutto qui...
Re: costruzione di un solo
sono l'ultimo a poter dar consigli su come si fanno i soli e l'intervento di juggler racchiude gran parte del mio pensiero e idea di solo.
Non voglio aprire (altre) dispute su solista Vs solista ma vorrei volo fare un esempio sui miei ascolti: un solo di hendrix o di urbani mi "dice" tutto e mi stupisce in mille modi un solo di brecker forse mi stupisce ma non mi "dice" nulla.
Re: costruzione di un solo
Bravo Puma, saper fare tutto a volte è un limite drammatico, infatti è dalla sottrazione che si costruisce uno stile, e spesso un limite ha determinato grandi figure musicali, (nel jazz naturalmente, come chitarrista classico, Django Reinhardt o Orace Parlan avrebbero avuto poca fortuna).
Nel cuore nasce un solo, e un musicista dovrebbe avere la tecnica sufficiente per farlo, Coltrane aveva bisogno della sua tecnica ipertrofica per la profonditÃ* del suo sentimento e pensiero musicale, tecnica che se anche raggiunta con decenni di studio e sacrifici non garantisce di produrre lo stesso spirito e sentimento che esprimeva Trane)
La tecnica di Ben Webster o di Lester Young, per esempio è orientata verso un risultato determinato, e non sull'aver più frecce possibili al proprio arco.
Se invece parliamo della vita professionale di un musicista oggi, più tecnica possiede più possibilitÃ* ha di lavorare, ma si tratta di competenza professionale, lo stesso vale per un programmatore informatico, l'arte è un'altra cosa.
"Avevo finito di suonare e a un certo punto arriva uno nel camerino e mi dice: "io, la tua musica, la suono meglio di te"...
Dale Turner (Dexter Gordon) in "Round Midnight"
Re: costruzione di un solo
Trane era anche molto molto curioso ed aveva pure molta fretta di capire/studiare/scoprire/confermare/esprimere, chissÃ* se è vero come qualcuno dice che lo era perchè sentiva vincina la sua fine, in interstellar space mi pare che si sia "sfogato" ed abbia fatto un super-sunto della sua arte delle sue scoperte e della sua espressione
probabilmente a causa del tremendo deterioramento/decadimento della della cultura generale trovo che oggi, un musicista geniale ma privo dei canoni commerciali non potrebbe campare con la sua musica (arte). Un hendrix o un urbani oggi sarebbero semiprofessionisti secondo me.
Personalmente negli ultimi anni trovo molto molto più geniale e interessante la produzione di alcune band composte da "semiprofessionisti" che trovo più artisti di tanti "professionisti".
Re: costruzione di un solo
Puma ha scritto: " Un hendrix o un urbani oggi sarebbero semiprofessionisti secondo me."
E' verissimo...soprattutto per il fatto che i suddetti non curavano la loro immagine: oggi, che piaccia o meno, diventa un limite imperdonabile per un professionista...
Re: costruzione di un solo
La costruzione di un solo è, secondo me, sempre un fatto personale, cioè non possiamo fissare una regola generale. Tralasciando la imprescindibile necessitÃ* di avere l'adeguato bagaglio tecnico sia armonico che strumentale, è proprio la personalitÃ* della costruzione che distingue lo stile di un musicista da un altro, forse è proprio questa la vera improvvisazione.
Ci sono probabilmente delle regole comuni da seguire per quanto riguarda l'incipit e la conclusione e per quanto riguarda lo stile generale dettato anche dal brano che stai eseguendo (non puoi applicare la stessa costruzione per un blues, una ballad, una bossa o uno standard "tirato"), ma lo sviluppo vero e proprio è sempre estremamente soggettivo e, sempre secondo me, puo' anche prescindere ad un certo punto dalla mera applicazione delle regole armoniche dettate dagli accordi, che comunque bisogna conoscere (però se poi in un punto non applichi alla perfezione una superlocria chi se ne frega, l'importante è che riesci a dire quello che vuoi e a trasmettere il Tuo messaggio).
Lo stile che applichi poi lo fanno tanto anche i musicisti con cui stai suonando, il vero interplay nasce da una unitÃ* di intenti comune che deriva dall'aver suonato insieme e quindi dal conoscersi e non può essere scientificamente ricercato. Io qualche volta mi sono scontrato con musicisti "tecniconi" che sono, secondo me, spesso pianisti ma, SOPRATTUTTO CHITARRISTI che, tutti infarciti delle loro strasupermega conoscenze armoniche, non riescono a pensare ad una linea melodica nell'improvvisare, ma solo ad una noiosa sequenza di scale accordi, sostituzioni ecc. e che, tanto peggio, Ti rinfacciano se fai qualche nota, magari solo di passaggio, che non sta perfettamente nell'accordo o nella scala, senza pensare che però quella nota "sbagliata" (per loro) aveva, nell'ambito del TUO solo, comunque una logica.
I musicisti, naturalmente sempre secondo me, si dividono in due categorie: quelli che vogliono suonare per far vedere che sono i più bravi (mettendo sempre e comunque sul piatto tutta la tecnica di cui dispongono) e quelli che vogliono suonare per il pubblico.
Io personalmente cerco sempre di tenere ben presente la linea melodica del tema, richiamandola anche all'occorrenza: Ti salva da eventuali casini, Ti permette di non cadere nel puro tecnicismo fine a se stesso e di dare un risultato dettato da una semplicitÃ* di fondo che alla fine favorisce anche l'ascoltabilitÃ* del Tuo solo da parte del pubblico.
Tante volte mi sono accorto che, ascoltando un solo di qualche grande mi viene da pensare in prima istanza: "c...o cosa ha fatto!!!". Poi quando lo vado a trascrivere, analizzandolo dunque in maniera depurata dal contesto, dal suono, dal vibrato, dalla velocitÃ* ritmica dell'esecuzione, dalle leggere variazioni ritmiche estemporanee che tutti utilizziamo quando improvvisiamo, il tutto è molto più semplice di quello che sembrava all'inizio.
Scusate per la lunghezza dell'intervento, spero di non essere andato in OT ma ho scritto solo alcune considerazioni che mi sono venute d'impulso.
Re: costruzione di un solo
Mingus diceva che ci sono due tipi di musicisti, quelli che quando improvvisano fanno esercizi e quelli che compongono.
Per comporre è evidente che bisogna aver qualcosa da dire e la tecnica sufficiente per farlo, per gli esercizi vige la meritocrazia...
Re: costruzione di un solo
ciao a tt . mi sono letto tutti i post, e vorrei permettermi di dire la mia dal basso della mia esperienza.per me fare un solo è come il pittore che deve dipingere un quadro.Se non conosce le tecniche non puo dipingere, se le conosce tutte ma non sa cosa dipingere che razza di dipinto farÃ* ?si mette a copiare i dipinti degli altri ?una volta ho suonato con un tastierista che non sapeva una nota scritta, non aveva mai aperto un libro di studio , pero a sentirlo era una favola,beh per quanto gli consentisse la sua non preparazione. con questo non voglio dire che lo studio e la preparazione non servano ,per me va coltivato tutto quello che aiuta, studio , ascolto dei vari artisti, e chi piu ne ha piu ne metta. Forse per fare un solo degno di nota al posto del sangue dovrebbe scorrere il genere musicale che si ama, cosi se non si ha la tecnica mostruosa, bastano tre note per fare qualcosa di bello,a me piace molto di piu lavorare sull'esppressivita che sulla diteggiatura . Altrimenti come si spiega che un passaggio facile facile fatto da questo non dice niente , fatto da quell'altro urca miseria ? la musica è un espressione dell'anima, chi non ha anima che si esprime ?una tecnica della miseria e basta.E con questo credo di aver detto tutto.ciao gente che soffia nei sifoni.
Re: costruzione di un solo
Il problema, Corvo, è che oggi c'è l'ansia del know how, e chiunque sente un solo deve sapere quanto e come, con che setup, che accordi e quali scale, quanto di metronomo ecc.
Una volta, anche se la competenza non era certo minore, ci si concentrava sulla musica e sulle emozioni che questa produceva.
Sono tempi in cui se non sei un perito in qualche cosa ti sono precluse molte porte, e se non diventi esperto nessuno ti sta ad ascoltare.
Diversi anni fa non importava il tuo status professionale, ci si accontentava di stabilire se chi avevi di fronte era un artista, senza che questo portasse ad un pensiero elitario.
Ma ancora molti ottimi musicisti non leggono la musica e suonano trasportandoci con loro, oppure la conoscono profondamente e fanno ugualmente battere il cuore, il resto è ragioneria.