Re: Bergonzi dal pulpito...
Ottimo video, e molto utile anche...per suonare il flauto, i princìpi sono gli stessi. Ottimizzare la tecnica del suono, non vuol dire altro che essere il più naturali possibili. Tutte queste cose le ho sperimentate nel flauto traverso, dove l'aria, da sola, si comporta esattamente come un ancia. Grazie per il video!
Re: Bergonzi dal pulpito...
Di niente, adesso mi viene da pensare che ho quando ho iniziato non avevo la minima idea di quello che facevo...non che sia cambiato di molto.. :lol:
Re: Bergonzi dal pulpito...
Lo avevo visto anch'io tempo fa, ed effettivamente dice delle cose che sembrano ovvie tanto sembrerebbero facili e naturali... Certo credo sia anche molto coerente con l'impostazione jazz, perchè non credo proprio che per l'impostazione classica tu possa semplicemente imboccare naturalmente come dice Jerry e soffiare, facendo pure uscire l'aria ai lati della bocca! Sono proprio questi condizionamenti a rendere la vita difficile al saxofonista! Evviva Bergonzi! Evivva la libertÃ* di imboccare naturalmente! Evviva l'ancia che suona da subito, e che non si deteriora mai! :DDD: :lol: ;)
Re: Bergonzi dal pulpito...
Re: Bergonzi dal pulpito...
Tornando a Bergonzi ero curioso (chi io? giammai!) di sapere che becco suona e questo e' quello che ho trovato:
http://www.mouthpiececafe.com/Mouthpiec ... fault.aspx
http://www.mouthpiececafe.com/PhotoGall ... ID=1054-34
http://www.mouthpiececafe.com/PhotoGall ... ID=1054-34
Inutile dire che il modello e' il Bergonzi's Slant Supreme, dovrebbe essere .105 (7*), ora ci serve un volontario a caso per verificare che sono buoni, AAAAAAALLLLLLL!?
:fischio:
Re: Bergonzi dal pulpito...
A Quarna usava un Otto Link in Ebanite vera (rossastra, tipo bachelite) Vintage sul Balanced Action: un suono fantastico, scuro e pieno...
Re: Bergonzi dal pulpito...
Citazione:
Originariamente Scritto da Sax O' Phone
Lo avevo visto anch'io tempo fa, ed effettivamente dice delle cose che sembrano ovvie tanto sembrerebbero facili e naturali... Certo credo sia anche molto coerente con l'impostazione jazz, perchè non credo proprio che per l'impostazione classica tu possa semplicemente imboccare naturalmente come dice Jerry e soffiare, facendo pure uscire l'aria ai lati della bocca! Sono proprio questi condizionamenti a rendere la vita difficile al saxofonista! Evviva Bergonzi! Evivva la libertÃ* di imboccare naturalmente! Evviva l'ancia che suona da subito, e che non si deteriora mai! :DDD: :lol: ;)
Onestamente nn riesco ad apprezzare il sax nell'impostazione classica, mi sembra che perda un bel pò della sua formidabile personalitÃ*. Anche se gradi musicisti come Ravel e Mussorgsky, lo hanno utilizato in immortali pagine del repertorio sinfonico, vedi Bolero e il vecchio castello, dai Quadri di un'esposizione... ma quanta differenza con il feeling del sax di Cannonball Adderley....eppure, è sempre lo stesso strumento!!
Re: Bergonzi dal pulpito...
Non posso che darti ragione fabbry ma e' anche vero che non ho ascoltato tantissimo repertorio classico con il sax.
Il suono del sax per me e' certamente qullo Jazz, fuori dal guinzaglio di dover fondersi con altri tipi di strumenti e con la piena liberta di esprimere in modo diverso il proprio suono.
:saxxxx)))
Re: Bergonzi dal pulpito...
Io sinceramente sono invece invidioso del saxofonista classico (Marcel Mule che è vissuto cento anni!, Larry Teal, Don Sinta, Ed Fraedrich, Sigurd Rascher...) della sua padronanza tecnica, ed anche il suono del sax nei contesti musicali da te citati è straordinario ed affascinante; per i miei ovvi limiti d'etÃ* (ormai son decrepito :ghigno: ) non cercherei mai di arrivare a tale definizione del suono, e quindi mi accontento della sua espressivitÃ* molto più legata al jazz, che trovo ci è anche molto più vicino emozionalmente. Scopro anche con sorpresa che la definizione dell'idioma è più consona ad esprimere l'individo, con i suoi limiti e le sue pecche, ma anche con i suoi slanci e la sua unicitÃ*: credo così sia anche motivo per accettare sé stessi, nella propria interezza e particolaritÃ*, forse portando infine all'unione dell'inevitabile frammentazione dell'esistere...
Forse mi sto addentrando troppo, ma nella Musica Classica ben eseguita è come contemplare una grandissima Opera, ricca di particolari e molto definita, sin nei minimi dettagli. Il Jazz può essere a tratti altrettanto grande, ma ha questi accenti e movimenti che lo rendono meno definitivo, più aperto all'interpretazione sia di chi lo ascolta, ma anche di chi lo esegue, quindi più infuenzato e maggiormente comunicativo dal e nel presente. Infatti concordo anche con la teoria che non lo vorrebbe registrato, ma sempre dal vivo, nel momento... Uno dei miei pezzi preferiti: Moment's Notice di Coltrane!
:saxxxx)))