Re: Nicolas Slonimsky - Thesaurus of Scales and Melodic Patterns
Probabilmente, dovresti essere sincero con te stesso e chiederti se e cosa vuoi effettivamente raggiungere...i "metodi", tanto pratici che teorici, oggi sono tanti...ciò può essere un vantaggio o creare solo una gran confusione...nessun metodo è completo o risolve tutti i problemi: dobbiamo trovare sempre delle "azioni complementari" che completino un "quadro" che talvolta è arido se diventa unicamente esercitazione su scale, arpeggi, giri armonici ecc. Non appartengo a questo "orientamento - new academy" (di tipo "muscolare") che si è andato diffondendo nel corso degli anni, soprattutto in riferimento al jazz...da piu' risultati, imparare a memoria quante piu' melodie possibili (jazz o altro) ed eseguirle in modi differenti... trasportarle in diverse tonalitÃ*...trascrivere qualche brano o solo, semplice o complesso (in base al grado di evoluzione raggiunto)...scegli gli "stili" o autori verso i quali avverti una "sintonia"...compila un quaderno di "frasi originali" da aggiornare in continuazione...ciò offre un evoluzione costante e nel tempo può manifestare una certa originalitÃ*...può essere vero anche il contrario...non esistono strade univoche...ognuno deve (partendo, naturalmente, da una base solida di conoscenze) creare il proprio "metodo"...e ciò che hanno fatto tutti...da Beethoven a Berio...da Armstrong a Zorn...
Re: Nicolas Slonimsky - Thesaurus of Scales and Melodic Patterns
Grazie ancora juggler, ottimi consigli e condivido che l'esercizio muscolare fine a sé stesso può essere deleterio e arido; trovo che comunque lo studio della struttura armonica e delle scale per me è necessario non solo per rendermi famigliare il suono ed il meccanismo, ma anche per trovare quella sicurezza necessaria alla possibilitÃ* di esplorare quegli spazi musicali mentali sconosciuti che si dischiudono, ed in questo senso credo che lo Slonimsky possa sicuramente stimolare questa possibilitÃ*.
Nella pratica giornaliera non tralascio mai di suonare anche dei pezzi melodici, e semplicemente di improvvisare sia a orecchio che seguendo una qualche progressione di questi pezzi.
Mi sono anche accorto compiacendomene, che il corpo a volte conosce i movimenti prima ancora di qualsivoglia teoria mentale: per esempio io ho grosse difficoltÃ* a memorizzare un pezzo, ed a volte mi chiedo se non sia una necessitÃ* inconscia di lasciarmi libero, ma improvvisando ritrovo delle frasi che non sapevo di aver memorizzato.
La cosa per me fondamentale in questo momento è la pratica costante, che non dev'essere però mai meccanica, ma attenta e consapevole, e per questo cerco sempre anche stimoli differenti.
Re: Nicolas Slonimsky - Thesaurus of Scales and Melodic Patterns
Gli spazi che ti apre lo Slonimsky non sono proprio sconosciuti...gran parte dei patterns presenti nel Thesaurus sono tratti da compositori come Bach, Schumann, Scrjabin, Shostakovic, Schonberg...e partono tutti avendo C come tonica...immagina quanto lavoro su un solo pattern si può fare se si procede nella trasposizione per quarte o per quinte...variandoli ritmicamente (gli studi tecnici sono sempre omoritmici per ottenere omogeneitÃ* di suono e di digitazione...se si cambia l'andamento ritmico si opera giÃ* ad un livello "improvvisativo"...e anche lo studio piu' "palloso" può diventare interessante e stimolante) e poi...solo ciò che ti emoziona ha un senso...