Ti dò la seconda versione della risposta. In una sola parola: il viaggio.
Visualizzazione Stampabile
Ti dò la seconda versione della risposta. In una sola parola: il viaggio.
Per usare risposte sintetiche, quando ascolto quello che mi piace, questo è quello che cerco.
http://rififi.altervista.org/wp-cont...44445549_n.jpg
Tu non sei mai superficiale! E ti spieghi molto bene.
Non essendo un letterato, per me non è tanto facile descrivere le emozioni che mi dà la musica e sicuramente sarò abbastanza impreciso ...
Come punto di partenza riporto una frase di Gustav Mahler che così descriveva il suo lavoro: "In una sinfonia io costruisco un mondo". Ecco la prima cosa che mi ha sempre affascinato nella musica è questo: un viaggio in un altro mondo e la prima conseguenza è che ho sempre preferito le forme estese. La canzonetta o il pezzo da 3 minuti mi dice poco anche se è un capolavoro. Al contrario, un assolo di Coltrane di 20 minuti, anche sconclusionato, infarcito magari di errori tecnici, mi dà un'emozione fortissima perché in qualche modo lo sto seguendo nel suo viaggio verso qualcosa (che cosa sia poi non riesco a spiegarlo ...). Quindi ho apprezzato il progressive perché aveva questa propensione ai grandi affreschi, delle sinfonie ho già detto, mi piaceva il Miles Davis elettrico dei concerti in cui la musica continuava ininterrotta per più di un'ora, ecc...
Per la seconda fondamentale caratteristica della musica che mi piace mi rifaccio anche qua ad una frase di un grande musicista, questa volta contemporaneo e di estrazione jazzistica, Henry Threadgill, che ad un giornalista che gli chiedeva perchè la sua musica fosse sempre così "ruvida", "dura", rispose che il mondo che lui vedeva era così: duro, violento dove i deboli sono sempre sconfitti, come poteva lui fare una musica diversa se quello che vedeva era solo dolore? Io questo "dolore" del mondo lo vedo esprimersi in musica in due aspetti per ognuno dei quali faccio due nomi: Albert Ayler e John Surman. Nel primo c'è la rabbia per quello che di brutto c'è in questo mondo nel secondo c'è una nostalgia per un mondo diverso. La via di mezzo ad esempio la vedo in un Wynton Marsalis, per cui il mondo sembra andare benissimo così com'è ed infatti la sua musica (aldilà delle indubbie capacità tecniche) mi dice poco.
Non so se si capisce qualcosa ... :D
Tanti anni fa rientro a casa, vado nella mia stanza e faccio un gesto inusuale per me ma penso per un quindicenne in genere: accendo la radio, giro la manopola della sintonia senza cercare nulla in particolare ma curiosando. Ad un certo punto esce, prepotente, un bellissimo e lancinante suono di sax: fermo la manopola e mi ritrovo completamente rapito da quella musica magnifica e struggente, nulla a che vedere con quello che suonavo nelle sale da ballo dei paesetti nella provincia irpina. Non riesco più a distogliere la mia attenzione da quella musica finchè non finisce la trasmissione ed il presentatore annuncia: Dal disco "Spirits rejoice" di Albert Ayler, avete ascoltato "Angels". Da quel momento in poi la mia vita si è arricchita di quella splendida musica che è il jazz e penso che artisti come Ayler, Sun Ra, George Adams, Duke Ellington, Eric Dolphy, Lester Bowie e tanti altri meravigliosi musicisti di jazz sono parte indivisibile della mia vita, angeli intorno a me.
Tratto da "Music of the Angels" di Pasquale Innarella.
La domanda è intelligente, ma non di facile risposta, proverò a dire la mia.
Io credo che ci siano molti modi di ascoltare musica, si può partire da un ascolto emotivo, oppure da uno puramente tecnico, bisognerrebbe arrivare ad un giusto compromesso e poi non sempre ci troviamo nella giusta condizione di ascolto, spesso capita di passare sopra a cose, che poi ascoltate con più attenzione rivalutiamo, ed in cui troviamo sfumature prima non recepite.
Io per esempio le prima volte che ascoltavo Lester Young, facevo fatica, mi sembrava un suono poco sassofonistico, preferivo decisamente Coleman Hawkins, ma poi ascoltandolo con attenzione, ho capito la modernità e l'importanza di quel modo di suonare.
Io spesso ascolto anche musica, pensando a considerarla colonna sonora di possibili scene di film inventate, il cinema è un altra mia passione.
Certo si và anche a periodi, in alcuni momenti si preferisce un tipo di musica, io amo molto il jazz, ma anche la musica d'autore.
Uno che mi mette sempre di buon umore è il cantante Nicola Arigliano, che sapeva swingare alla grande, oppure il grande Fred Buscaglione, le sue canzoni erano piene di jazz e di ironia, ma penso che siano in pochi a conoscerlo, per motivi anagrafici.
Ammazza pochi a conoscere fred dal whisky facile? :-)
Intendevo chi è giovane, forse non sà neanche chi era Fred Buscaglione, ma se è conosciuto non può che farmi piacere, io lo ricordo in televisione, ma ero un bambino.
è una gran bella domanda... talvolta odio profondamente i jazzisti e tutte le pippe mentali che si fanno perdendo di vista il fine ultimo, che è la musica e il bello.. a volte ascolto gente bravissima a suonare ma che non mi dice assolutamente niente... odio l'idolatria tipica tra jazzisti tipo: hai sentito quello che mostro???
io amo la melodia in tutte le sue forme... mi piacciono le canzoni, i temi....rimango ancora incantato a sentire l'adagio del concerto per clarinetto di mozart...ma anche alcune vecchie canzoni dei pooh, paul mccartney, altri cantanti italiani... e poi ovviamente tutti i grandi sassofonisti del passato... comunque è davvero un esercizio interessante quello aperto da questo topic...un bell'esame introspettivo
Ci sono degli spunti stimolanti: Buscaglione p.e. è apprezzabile perché comunque è un narratore, come uno che racconta barzellette surreali, un po' un antesignano dei Blues Brothers che invece delle influenze R&B si ricollega direttamente allo Swing.
Sopratutto mi ritrovo nelle considerazioni 'spaziali': la musica è veramente un viaggio, una creazione, una dimensione: la qualità dello spazio o etere non a caso è il suono, ed il senso ad esso associato è ovviamente l'udito (non a caso l'orecchio è anche l'organo responsabile dell'orientamento); non sono d'accordo circa la lunghezza dei brani: si può viaggiare da un continente all'altro in diversi modi usando differenti veicoli e velocità, ma il viaggio passerà attraverso lo stesso spazio. O meglio, non potrei affermare che una poesia di pochi versi 'valga' meno di un poema Epico di migliaia di versi, e viceversa.
Mi piace la musica, dire tutta forse è eccessivo, ma rende l'idea.
Dalle canzoni di musica italiana anni 70 e 80 su cui , quando viaggio solo in auto, canto ; alla musica classica , operette, musica pop, rock , jazz !
Tutto ciò che mi emoziona in senso positivo, che non mi fa angosciare, e che mi trasmette buone sensazioni la ascolto, la riascolto e poi ancora la riascolto !
Io cerco il lirismo
patetico!!
si certo il Pathos è l'essenziale
sono nato nella terra di Verdi :mha!(
per spiegarmi: il lirismo per me è Alabama suonata da uno che come me è bianco.
:sonno: