Visualizzazione Stampabile
-
Re: "Sfogare" il sax
Alcuni pragonano il sax alle scarpe, infatti esse(inizialmente un pò scomode)dopo un pò di tempo prendono la forma del piede di chi le indossa!
Inoltre col tempo si slaccano naturalmente delle parti del sax, ciò lo aiuta nell'emissione degl'armonici!
:saxxxx)))
-
Re: "Sfogare" il sax
Secondo me ha ragione BB quando dice che uno strumento debba essere suonato molto e bene; è un fattore fisico (io essendo ignorante in materia non sono in grado di approfondire ma), i materiali che lo conpongono hanno una loro struttura molecolare che, seppur impercettibilmente, cambia forma (non del tipo che un Sax diventa una Tromba :lol: ), ma nel senso che acquista più flessibilitÃ* ed asseconda il flusso d'aria rendendolo più armonioso. ... chiamiamolo anche assestamento! ;)
-
Re: "Sfogare" il sax
Quoto, Riquoto e Straquoto nuovamente...e, se non lo avete capito, quoto Isaak :lol:
No, scherzi a parte, prendete in considerazione ciò che sto per dirvi. Non voglio mettermi nel piedistallo (proprio NO) però, io possiedo sicuramente uno tra gli strumenti più antichi e maturati tra tutti gli utenti di questo forum e posso assicurarvi che:
- la differenza tra uno strumento nuovo ed un vintage è abissale. Che si tratti del migliore tra i Selmer o tra il più "feccioso" delle cineserie, la struttura molecolare del tessuto cambia e molto più notevolmente di quanto si possa immaginare ( se poi prendete in considerazione il mio Sassofono, il quale fusto è argentato e per di più formato da connite, il processo è ancora più evidente ). I primi cambiamenti, si avvertono all'interno della campana. La linea al centro che si viene a formare, tende ad allargarsi come se fosse una crepa. Ed effettivamente il processo è omonimo: segue l'emissione dei suoni. I suoni, sono come la "chiazza" ma anche la spinta motrice del dilagarsi di tale impuritÃ*. ImpuritÃ* stessa che, a mio parere, oltre a sottolineare la maturazione progressiva dello strumento, arricchisce e spezza ( esteticamente ) la sinuositÃ* della campana medesima.
Ecco, questo è il segno dal quale si deve partire per riconoscere il vero " Vintage ". Posso assicurarvi che il mio Sassofono, per quanto giÃ* fosse stagionato, ha mutato e continua a mutare il suono progressivamente nel tempo. Tralasciando l'intesa che ormai ci lega :azzangel la sua flessibilitÃ* è aumentata vertiginosamente e le vibrazioni contribuiscono ad allargare come una spirale concentrica la chiazza di cui sto parlando.
-
Re: "Sfogare" il sax
ciò non toglie che si possa trovare anche tra i vintage ( compreso i famosi Selmer MKVI ) dei sax che suonano male nonostante siano stati suonati tanto.
Secondo me ha ragione gm85, l'unico a sfogare é chi lo suona ;)
ciao
Al
-
Re: "Sfogare" il sax
Ma infatti, non stiamo parlando di un Guarnieri o di uno Stradivari, il cui legno si stagiona, è più soggetto all'umiditÃ* ed alla secchezza; certo conta moltissimo il materiale iniziale che viene usato negli strumenti musicali; il sax ha tutta una meccanica che deve assestarsi, così come i tamponi, e quindi si dice un sax sfogato in quel senso, penso... Io non credo ci siano delle alterazioni nelle leghe che possano essere percepiti a livello del suono neanche in cent'anni...
-
Re: "Sfogare" il sax
Citazione:
Originariamente Scritto da Sax O'Phone
Io non credo ci siano delle alterazioni nelle leghe che possano essere percepiti a livello del suono neanche in cent'anni...
Hai ragione, però come tutte le cose, nulla è eterno, quindi come il Legno (ma in maniera molto ma molto più lenta), anche le leghe si deteriorano influenzando così tutta la meccanica e leggermente anche il timbro (percettibile solo probabilmente al proprietario del Sax che l'ha suonato x 50anni).
E' anche vero che conta molto l'esperianza umana, il processo evolutivo delle prestazioni non è direttamente proporzionale all'invecchiamento dello strumento.
Una persona può suonare una vita e non capire la differenza di Suono che aveva il suo strumento quando era alle prime armi.
Mentre altre persone hanno una percezione superiore anche dopo pochi anni o addirittura mesi.
Come dici te "Sax O' Phone" ci sono diversi fattori da tenere conto, il così detto assestamento degli elementi, ma alla fine sono tutte supposizioni che si fanno, è difficile capire se quello strumento 50anni prima suonava in modo differente, quando nel frattemo magari, è stato ritamponato 10 volte..........qualcosa cambia sempre. ;)
-
Re: "Sfogare" il sax
Ciao a tutti,
ho letto con molto interesse il thread e vorrei dire che secondo me, vale la pena di fare qualche test empirico... perchè non registrarsi, magari in concomitanza dell'acquisto, del cambio di sax o magari a seguito di lavori di tamponatura, ecc.? E poi magari dopo un annetto rifare la registrazione....? Scommetto che il suono è diverso...
Io sono partito con uno yamaha YTS-25 e devo dire che i giapponesi hanno una lega che secondo me si modifica meno nel tempo. Poi sono passato a Selmer (Reference 54), ok tutt'altra impostazione ma...all'inizio il suono era chiuso, privo di armonici. Dopo 5 anni era migliorato e anche di parecchio! Il fatto è che il sax è uno strumento vivo, perchè noi ci soffiamo dentro e vibra...e non è mica cosa da poco...non dobbiamo pensarlo come un pezzo di metallo e basta...negli anni, gli armonici suonati, le vibrazioni, le differenze di temperatura, noi stessi, tutto contribuisce a plasmare il suono di quel sax.
Pensate solo alla mole di vibrazioni a cui è sottoposto nel corso degli anni...quando si suona si generano degli armonici complessi, e secondo me col tempo mutano (seppur di poco) la composizione molecolare della lastra.
Se prendete un Sax del '38 rimasto insuonato ed uno dello stesso anno suonato in modo normale sentirete un abisso di differenza!! Basta chiedere ai collezionisti, in genere posseggono strumenti suonati molto poco, con il 99% di lacca originale...
Pensateci, in tutti questi anni non sono mai stati fatti degli studi di ricerca seria sulla dinamica molecolare dei saxofoni...Secondo me conosciamo ancora poco circa questi meravigliosi strumenti...
-
Re: "Sfogare" il sax
Ma scusa come fai a registrarti? Dopo un anno che suoni tutti i giorni per forza il suono deve essere meglio! La pratica ripaga sempre e si migliora sia la tecnica che il suono. Come fai poi a dire, dopo un anno o dopo 50, che è merito del "sax maturato" ?? :mha!(
Non lo so l'unico modo per scoprire se è vero tutto ciò è di finanziare una ricerca scientifica, dai facciamo una colletta noi di saxforum!!! :lolloso:
-
Re: "Sfogare" il sax
Per registrarsi è sufficiente un registratore digitale...o il computer...
E' giustissimo quello che tu dici, che con la pratica si migliora sempre, suono compreso, però sarebbe cmq interessante registrarsi e ascoltare le differenze...
Dico ce un sax matura perche vibra, e a furia di vibrare la struttura molecolare cambia, di pochissimo se vogliamo ma cambia. Ho avuto modo di ascoltare un tenore Mark VI di un collezionista, era immacolato. Un 5 cifre per la precisione. Poi lui stesso ne ha suonato uno tutto malandato, slaccato, e iper-abusato, bè quest'ultimo suonava diversissimo!! Da non crederci...
Eppure mi sono dovuto arrendere all'evidenza. Capiamoci, l'impronta del suono era la stessa ma c'erano più armonici, era più caldo...
Cmq io ci sto per il finanziamento alla ricerca struttural-molecolare del sax!! :ghigno:
-
Re: "Sfogare" il sax
Anch'io la penso come FrankRanieri ;)
Se esistesse una macchina del tempo .... tutti i nostri dubbi sarebbero fugati :lol:
Anche il tempo gioca un ruolo molto determinante a riguardo ;)
-
Re: "Sfogare" il sax
Citazione:
Originariamente Scritto da isaak76
Secondo me ha ragione BB quando dice che uno strumento debba essere suonato molto e bene; è un fattore fisico (io essendo ignorante in materia non sono in grado di approfondire ma), i materiali che lo conpongono hanno una loro struttura molecolare che, seppur impercettibilmente, cambia forma (non del tipo che un Sax diventa una Tromba :lol: ), ma nel senso che acquista più flessibilitÃ* ed asseconda il flusso d'aria rendendolo più armonioso. ... chiamiamolo anche assestamento! ;)
... da quello che resta di una laurea in fisica conseguita tanto (troppo) tempo fa, non penso siano sufficienti le vibrazioni a modificarne la struttura melocolare! penso che piuttosto sia l'uso dello strumento nel tempo a modificarne alcune caratteristiche, con la vernice che si leva in maniera non uniforme, la polvere che si deposita, l'umiditÃ* che lentamente corrode, la meccanica che si smussa e si adatta ecc. ecc.
D'altronde un test si potrebbe fare, avendo a disposizione (sigh) un analizzatore di spettro e verificando come e se cambiano le armoniche (in fisica son al femminile!) con l'utilizzo quotidiano (ad esempio su tre note)! Posso provare, e se lo trovo tra i miei ex colleghi vi farò sapere! :saxxxx)))
-
Re: "Sfogare" il sax
Citazione:
Originariamente Scritto da FrankRanieri
Ciao a tutti,
ho letto con molto interesse il thread e vorrei dire che secondo me, vale la pena di fare qualche test empirico... perchè non registrarsi, magari in concomitanza dell'acquisto, del cambio di sax o magari a seguito di lavori di tamponatura, ecc.? E poi magari dopo un annetto rifare la registrazione....? Scommetto che il suono è diverso...
Io sono partito con uno yamaha YTS-25 e devo dire che i giapponesi hanno una lega che secondo me si modifica meno nel tempo. Poi sono passato a Selmer (Reference 54), ok tutt'altra impostazione ma...all'inizio il suono era chiuso, privo di armonici. Dopo 5 anni era migliorato e anche di parecchio! Il fatto è che il sax è uno strumento vivo, perchè noi ci soffiamo dentro e vibra...e non è mica cosa da poco...non dobbiamo pensarlo come un pezzo di metallo e basta...negli anni, gli armonici suonati, le vibrazioni, le differenze di temperatura, noi stessi, tutto contribuisce a plasmare il suono di quel sax.
Pensate solo alla mole di vibrazioni a cui è sottoposto nel corso degli anni...quando si suona si generano degli armonici complessi, e secondo me col tempo mutano (seppur di poco) la composizione molecolare della lastra.
Se prendete un Sax del '38 rimasto insuonato ed uno dello stesso anno suonato in modo normale sentirete un abisso di differenza!! Basta chiedere ai collezionisti, in genere posseggono strumenti suonati molto poco, con il 99% di lacca originale...
Pensateci, in tutti questi anni non sono mai stati fatti degli studi di ricerca seria sulla dinamica molecolare dei saxofoni...Secondo me conosciamo ancora poco circa questi meravigliosi strumenti...
Si, ecco: era proprio ciò che intendevo. Facile a dirsi dopo che qualcuno lo ha giÃ* scritto, ma diciamo che io avevo scritto la parte precedente il tuo magnifico discorso, senza analizzare e dilungarmi sulla conclusione pratica.
Il suono cambia e muta nel tempo come qualsiasi altra cosa, la struttura molecolare dello strumento, beh anche. Ovviamente, seguendo questa scia temporale, inarrestabile e "trascendente" (oserei dire) anche il Sassofonista cambia: muta la sua condizione, può andare avanti tecnicamente e musicalmente, come può anche regredire. Ad ogni modo, l'avanzamento e le modifiche temporali, fisiche e tecniche sono percepite da tutti gli elementi sopra citati. Questo è sicuro.
-
Re: "Sfogare" il sax
.... per chi conosce l'inglese e ha tempo è voglia consiglio: http://www.phys.unsw.edu.au/jw/saxacoustics.html
in cui si parla dell'impedenza acustica degli strumenti (quella che secondo me varia col tempo....)
...... ma è meglio forse, anzi, sicuramente suonare!!!!! :saxxxx))) :saxxxx))) :saxxxx))) :saxxxx)))
-
Re: "Sfogare" il sax
Io credo che il tempo trasforma piu' il nostro corpo, la nostra mente, il nostro modo di suonare che il sassofono. Credo nell'uomo e nelle sue capacitÃ*. Per definizione il sassofono è uno "strumento", senza di noi lui non puo' nulla... noi qualcosina riusciamo a fare!
Saluti a tutti gli elucubratori.
-
Re: "Sfogare" il sax
Citazione:
Originariamente Scritto da ciak
Saluti a tutti gli elucubratori.
:lol: non potevi trovare terminologia Migliore :yeah!)