Re: Lavoro intensivo su II-V-I
La situazione e' ancora piu' estrema... ne ho descritta solo una parte: oltre a "scomporre ed affrontare un pezzo alla volta", io "misuro" ed annoto ogni cosa che faccio, e mi assicuro sempre che ogni cosa che faccio sia ripetibile in futuro e non sia "venuta bene per caso". E se prima non ho un piano per affrontare uno studio di un qualche tipo (ad esempio lo "studio intensivo II-V-I") generalmente neanche mi ci metto... l'approccio "random" proprio non fa per me: prima di cominciare a studiare i II-V-I penso a cosa voglio esattamente ottenere, poi mi faccio l'elenco dei passi necessari, e poi comincio a farli... sono fatto cosi'... :zizizi)) E' un approccio da programmatore di computer (cosa che ho fatto nella vita, ci sono pezzi di mio codice che volano da qualche parte sopra le nostre teste), e che mi sono portato dietro in ogni lavoro che ho fatto... e diciamo anche fuori dal lavoro. Ho anche insegnato, ed ho constatato che questo approccio paga tantissimo.
Tornando al sax, al momento sto migliorando in maniera abbastanza evidente... finche' continua vado avanti cosi'. Per il momento sono straconvinto che il mio sistema, per me, funzioni alla grande e che il rapporto risultati ottenuti / tempo impiegato sia nettamente positivo. Poi, ovviamente, sarei il primo ad essere contento di superare tutti questi schemi, ma prima di farlo devo mangiare pane e cicoria ancora per un bel pezzo.
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
hai tutto il mio rispetto
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Io trovo giusto e formativo il percorso che reminore sta'svolgendo,l'unica domanda che mi sovviene e':ma in tutto questo c'e' un maestro?TE lo chiedo perche' secondo me senza maestro di punti morti ne avrai tanti!
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Ce l'ho, tanto per non far nomi e' Sandro Satta.
Ma sono arrivato ad un punto in cui, per un periodo, tanto vale che vada avanti da solo. In questi tre anni di studio ho imparato un sacco di cose (grazie a Sandro ma anche, e molto, grazie a saxforum) che, a livello cosciente e con il giusto tempo per pensarci, so fare. Ma le devo rendere automatiche ed ho deciso di lavorare un anno (principalmente, non proprio solo) su questo. In questo anno di consolidamento un maestro non mi serve: so cosa devo fare e come farlo, proprio perche' me lo ha insegnato lui, ma la mia testa ha imparato piu' velocemente delle mie mani ed e' tempo di livellare. Tra un anno faro' il punto della mia situazione e vedro' cosa mi serve... anche se gia' credo di saperlo. Se sapessi suonare il sax con la sicurezza con cui pianifico eventi lontani... :lol:
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Basta lavori forzati,guarda cio' che ti circonda,cerca di trovare ispirazione da situazioni,ritmi che senti,passeggiate che fai ,cose che l eggi,fatti che ti colpiscono e prova a riprodurre al sax i tuoi particolari sentimenti,e' un lavoro che basta cominciare e poi continuare a sviluppare,prova. Ezio
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Bene...ho capito cosa vuoi dire Marco...cmq dal mio punto di vista una persona al fianco ci vuole sempre...anche per suggerirti il modo migliore per mettere in pratica quello che già sai....senza nulla togliere al tuo maestro in questi casi è propedeutico cambiare...se vuoi te ne consiglio uno in zona Napoli che potrebbe illuminarti il cammino!!
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Forse non mi sono spiegato bene. Io volevo dire che da un lato esiste lo studio puramente tecnico, ed è una cosa. E aggiungo che fai benissimo a perseverare in questo Re minore. E' fondamentale. Dall'alta parte c'è la questione puramente "artistica" di ciò che rappresenta la musica come l'espressione dell'animo umano attraverso di essa. In ogni forma d'arte è così, il principio può essere applicato alla musica, alla pittura, scultura etc... Non ho detto che una cosa escluda l'altra, ASSOLUTAMENTE NO. Ma credo che non ci si debba fossilizzare unicamente su uno dei due aspetti descritti (in questo caso quello tecnico), con un approccio puramente matematico. Questo per non rischiare di eseguire cose tecnicamente perfette, ma prive di espressione. Ho sentito qualche tempo fa Delta city blues eseguita da un tedesco, mi sa che su youtube si trova ancora. Una cosa tecnicamente perfetta, c'era dentro tutto quello che un bravo sassofonista dovrebbe saper fare (tranne lo slap :-). Ok, e parte questo? Beh, il nulla. Insomma, direi che prima è nata la musica con l'uomo, e poi le regole musicali scritte. E' da elogiare la perseveranza nello studio, specie per chi durante il giorno deve lavorare, ma okkio a non far diventare questa cosa il fine e non il mezzo.
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
quel tedesco è un ottimo sassofonista ma se ti cimenti su delta city blues il paragone con Brecker sarà sempre ingeneroso.
non per niente Brecker riusciva a gestire 4 ottave e più con un suono straordinario , in più aveva un senso dello swing non comune e una capacità di modificare l'altezza della nota non comune con un senso del tempo come pochi altri e molto altro ancora.
l'unico aspetto tecnico che il tedesco (pur ottimo sassofonista) è riuscito a replicare quasi fedelmente è la festione degli armonici.
il suono però ..........
l'argomento del messaggio è lavoro intensivo sul II V I .
tutto valido quello che leggo su sentimenti , passeggiate ecc.. ma hanno poco a che vedere con l'argomento in questione.
per Overtone: l'espressione a mio parere è una parte integrante della tecnica.
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Il fatto che tu abbia un approccio razionale e metodico fa parte del tuo carattere e va bene così, la cosa tra l'altro offre i suoi vantaggi concreti ma attenzione a non sottovalutare quello che ti sta dicendo in modo corretto Overtone.
Io, a mio tempo, sono arrivato ad assumere una teoria un po' provocatoria ma funzionale verso l'approccio all'improvvisazione. Parto semplicemente dall'assunto che per acquisire la tecnica esistono tutti i testi, gli esercizi e le procedure del mondo mentre per imparare ad improvvisare no. Naturalmente non è vero ma voglio pensarla così ;) . In pratica i patterns, lo studio dei II-V-I, quello sui turnaround, le sequenze di accordi di settima dominante come pure le loro sostituzioni e così pure tutti i testi sull'improvvisazione, Andy McGhee, Ramon Riker, Oliver Nelson & Co. sono sempre e soltanto esclusivamente tecnica... da intendere in senso lato ma pur sempre solo tecnica.
L'improvvisazione è un fatto creativo personale e nessuno potrà insegnarti come far uscire una certa idea mentre suoni, potranno solo suggerirti delle procedure utili ma bisogna che tu ci lavori in modo da trovare il tuo approccio personale che renderà il tuo assolo naturale come quando parli di un argomento che conosci.
L'errore più comune è quello di cercare UNA chiave generale di decodifica per tutta l'improvvisazione. Ce ne sono tante. Pezzo Bebop = armonia densa con tanti cambi veloci > sei stai dentro gli accordi rispettando cadenze e modulazioni stai già portando a casa la pelle :ghigno: , pezzo modale > qui se stai troppo fermo sull'accordo, le sue triadi ecc.. svuoti uno stadio in un minuto e mezzo, devi trovare il modo di uscire e rientrare senza sbattere troppo la porta! Pezzo Blues/Funk/Rock > se non dai peso alle note nessuno si accorgerà che stai suonando e soprattutto perchè e così via per tante situazioni-tipo diverse.
Devi trovare le tue chiavi che ti permetteranno di aprire quelle porte che ti interessano, attraverso le quali accedere ai diversi approcci improvvisativi più che ai diversi generi.
Il tempo è tiranno. Se ti metti a tavolino a scrivere un solo su un brano, probabilmente in un paio d'ore, tra matita e gomma, qualcosa di buono esce senz'altro, peccato che questo tu non riesca a farlo in tempo reale, mentre suoni su una ritmica che fila. Il mio consiglio è: DILATARE all'infinito il tempo di permanenza su un accordo. Suonare ad lib. sullo stesso accordo per decine di minuti cercando di sviluppare il fraseggio contestuale e così con l'accordo successivo. Su Dm7 - G7 - Cmaj7, ad esempio, puoi usare anche soltanto la scala maggiore di C ma la sonorità del tuo fraseggio deve assumere "colori" diversi a seconda dell'accordo a cui ti stai riferendo. E' abbastanza banale poi usare 8 note come scala di riferimento invece che 7: si tratta del cromatismo F - F# - G che fa "girare" tutto molto meglio. Poi introdurrai le alterazioni sul V grado: la 9+ e la 9- sono come il Gatto e la Volpe e vanno a braccetto, la 5b è una dissonanza forte e gravitazionale, la 5+ dà un colore molto forte, ecco... ragiona per colori, trova il modo di far emergere i colori da una progressione armonica, fallo ad lib. per ogni accordo, poi, quando cominci ad avere un po' di materiale pronto sotto le dita prova a suonare a blocchi di 4 battute per accordo e poi riduci ancora lo spazio per ogni accordo, questo ti costringerà ad una sintesi personale.
Ci sarebbe da parlarne per giorni, il tuo insegnante saprà guidarti in questo territorio dove magari tu sei un po' riluttante per via del tuo taglio razionale. Buono studio! :saxxxx)))
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Il messaggio di overtone e' chiaro e condivisibile, cosi' come e' chiara e condivisible la tua analisi della quale cito un passaggio particolarmente applicabile: "Devi trovare le tue chiavi che ti permetteranno di aprire quelle porte che ti interessano..".
Il punto e' proprio questo, io non mi ammazzo di esercizi "matematici" per raggiungere una perfezione stilistica asettica e fine a se stessa. Io lo faccio perche' sento (e magari mi sbaglio) che questa e' la mia via per liberarmi e riuscire un giorno a dire qualcosa di almeno piacevole, se non bello. Diciamo che devo acquisire un minimo di bagaglio tecnico (dal quale sono aime' molto lontano) per potermi esprimere. Non ho la mentalita' del virtuosismo tecnico e non e' il virtuosismo che cerco... cerco una via di espressione. Per la quale pero' mi serve un minimo di bagaglio tecnico che al momento non ho.
Poi, e questo ha il suo peso, per quella che e' la mia mentalita' non trovo noioso fare scale, arpeggi ed altre cose di questo genere che immagino facciano venire il latte ai coglioni ai piu'. Fare questi esercizi per me e' come un mantra, mi rilassa come se facessi yoga... probabilmente mi deriva da quello che ho imparato facendo arti marziali: pensiero lento e azione veloce... forse e' questo quello che cerco: acquisire automatismi che permettano alla mia mente di pensare ad altro mentre le mia mani suonano il sax. Un po' come fa un bravo pilota quando guida: la sua mente non e' concentrata nella sequenza meccanica di gesti che deve fare per cambiare marcia, quello lo fa chi sta imparando a guidare. Il pilota esperto pensa alla meta, ed ha sempre presente chi gli sta attorno... lui decide di cambiare marcia ma l'atto fisico lo fa il suo corpo in automatico, non lui.
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Niente da obbiettare, la tecnica ci vuole tutta, devi spostare molto materiale dal cervello (sede dell'attenzione cosciente) verso il cervelletto (sede dell'automatismo, come la gestione dell'equilibrio quando si va in bici), in un processo dove il cervello viene di volta in volta liberato dall'attenzione verso le componenti "meccaniche" che devono passare in automatico per potersi occupare di questioni "più alte".
Per questo, se non disponi di molto tempo per studiare, devi essere molto selettivo sulla tecnica dando la precedenza a ciò che veramente serve per poter poi ricavare del tempo da utilizzare in ricerca ai fini dell'l'improvvisazione.
Ho detto "ricerca" non "cazzeggio", ti assicuro che si può fare un lavoro molto serio e perfettamente articolato/organizzato sull'improvvisazione ma DEVI incominciare a fare un lavoro di esplorazione che sarà il tuo personale e che ti porterà ad avere i tuoi esercizi e le tue procedure. In genere l'input viene dai pezzi: è di fronte alla difficoltà di una certa sequenza armonica che si cercano le procedure giuste per affrontarla e quindi si creano gli esercizi ad hoc. Mi pare di aver capito che hai buone conoscenze informatiche: ti lascio immaginare cosa si può fare con un editor audio sulle basi minus-one anche solo a livello di rallentare, cambiare tonalità, mettere in loop alcune sezioni............. basta, che sto finendo l'inchiostro :lol: ! - :saxxxx)))
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
Grande Davide..condivido appieno tutto quello che hai detto..
Re: Lavoro intensivo su II-V-I
ho letto i messaggi di DavidePozzolo e mi trova molto daccordo su tanti punti...per esempio mi piace quando dice di applicare o addirittura inventare un esercizio in base al brano che stai studiando e in base alla sua struttura armonica.
Io è da un pò che dedico il poco tempo che ho per studiare affrontando uno standard al giorno....che leva il medico di torno.. :lol: diceva Basso ci sono 7000 standard ai voglia di suonarli tutti....
Ogni standard ti pone di fronte una struttura diversa, un tempo diverso, insomma un approccio diverso....ascolto alcune versioni dei grandi che hanno suonato questo standard e poi comincio a suonarlo anch'io....iniziando dal tema che deve essere eseguito bene ...e concludendo con l'improvvisazione....è in questa fase che ogni standard mi "regala" un lick, una frase nuova che io poi utilizzerò in seguito....per finire registro una mia versione dello standard....e coloro che frequentano la sezione "i nostri files"...lo sanno bene.... :lol: