Miles Davis sui musicisti classici
Nella sua autobiografia con Quincy Troupe , Miles a un certo punto dice (non ho il libro sotto mano) qualcosa tipo:
I musicisti classici sono dei robot. Sanno suonare solo quello che gli metti davanti, ed è difficile suonare con loro perché non sanno metterci l'anima e vogliono suonare tutte le note così come sono scritte (dice che i suoi trombettisti diventavano rossi a suonare gli arrangiamenti di Gil Evans perché non volevano perdersi nemmeno una nota). Dice che tecnicamente/musicalmente appunto, sono dei robot, precisi, suonano tutti uguale. Ammette l'esistenza di grandi musicisti classici ma alla fine non li considera nient'altro che degli esecutori (ovviamente non si riferisce ai grandi compositori classici di cui ha massimo rispetto). Parla della sua difficoltÃ* (in particolare ai tempi di fare il disco Sketches of Spain) di trovare un compromesso tra musicisti che suonassero gli arrangiamenti di Evans e musicisti che ci sapessero mettere del sentimento, tra musicisti insomma che sapevano leggere benissimo ma suonavano senza feeling, e musicisti che non sapevano leggere ma interpretavano alla grande.
Insomma, ma i musicisti classici sono davvero così limitati? O è un caso di "arroganza" da jazzista? Un musicista classico come Horowitz (non so come si scrive) è davvero inferiore a Horace Silver (per dirne uno) solo perché si "limita" a leggere la musica scritta? Si può quindi concludere che un grandissimo virtuoso classico (sceglietene uno) è solo un grande tecnico (come afferma Davis), niente di più che una macchinetta macina note? Sì deve quindi dedurre che tali "robot" come li chiama Miles siano privi di valore artistico? Se il musicista è limitato, robotico, allora che giudizio si può dare del suo pubblico? Dizzy Gillespie ha affermato che un musicista jazz non dÃ* mai il massimo in studio, un jazzista va conosciuto ai concerti. Questo certamente non è vero per un classico, si può quindi affermare che un classico non arriva al "cuore" del suo ascoltatore? Miles vuole suggerirci che la musica classica è morta con la scomparsa dei suoi grandi compositori? Vuole forse farci intendere una superiore longevitÃ* del Jazz?
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Prevedo scintille in questo thread. :D
Comunque io sono abbastanza d'accordo con Miles, fermo restando che come in tutto vi sono le dovute eccezioni. Mi viene in mente Glen Gould ad esempio...
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Quello che diceva Miles Davis va preso con le pinzette... considera non solo il Miles Davis musicista, ma il Miles Davis "come figura sociale": un borghese nero arricchito e in generale un grande business man.
Il contenuto del pensiero di Miles Davis può contenere anche delle cose oggettive: i professionisti classici che arrivano a un certo livello sono effettivamente dei "robot" rispetto alla maggior parte dei professionisti jazz (dell'epoca, adesso ci sono anche dei jazzisti "robot").
Nel percorso per diventare un professionista classico, la tecnica strumentistica e la lettura sono le cose principali e fondamentali... il resto passa decisamente in secondo/terzo piano.
Però, in quel ambiente professionale (musica classica), l'eccellenza è richiesta solo per quelle cose lì... le cose richieste sono di meno, però su quelle poche cose bisogna essere perfetti.
Quindi... è una questione di punti di vista e il punto di vista di Miles Davis era il punto di vista di uno che suonava jazz (e che con il jazz ci ha fatto tanti tanti soldi!). :zizizi))
La cosa oggettiva che rimane però è che per suonare jazz ci vuole una certa astrazione, astrazione che a un musicista classico seppure professionista (per quello che deve fare) non serve e che quindi non ha sviluppato nel suo percorso di formazione musicale (se il musicista in questione ha scelto una carriera esclusivamente "classica").
Re: Miles Davis sui musicisti classici
io penso che chi guarda a se stesso ne ha giÃ* a sufficienza... ;)
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Guardate che Davis era un musicista...mica la VeritÃ* Assoluta.... mi sono sempre stati sulle palle i luoghi comuni, come i siciliani sono mafiosi, i napolatani ladri, i milanesi lavoratori e via menando......penso che ognuno e quel che è, ci sono musicisti di classica eccelsi ed altri meno, lo stasso vale per il jazz, come per tutti i mestieri ......... il resto mi sembrano cazzate !!!!
Re: Miles Davis sui musicisti classici
"Guardate che Davis era un musicista...mica la VeritÃ* Assoluta.... mi sono sempre stati sulle palle i luoghi comuni, come i siciliani sono mafiosi, i napolatani ladri, i milanesi lavoratori e via menando......penso che ognuno e quel che è, ci sono musicisti di classica eccelsi ed altri meno, lo stasso vale per il jazz, come per tutti i mestieri ......... il resto mi sembrano cazzate !!!!
verissimo!
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Ehem, Daniele ma non eri tu che.... "sono alto come un sardo"? :D
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Non portano molto lontano questi pseudo-distinguo fra musicisti classici-jazz, tanto piu' se ci si riferisce all'opinione di un musicista, che sia Miles o un'altro poco importa...
Miles ha dato giudizi negativi, anche su Ornette, Dolphy, Sheep e tanti altri...salvo poi ricredersi in un secondo momento...o quando musicisti che suonavano con lui come Tony Williams difendevano ciò che lui disprezzava o probabilmente non capiva o non rientrava semplicemente nelle sue "visioni musicali"...
Giudizi negativi sugli esecutori classici sono stati espressi anche da Glenn Gould, che di certo non era un jazzista, il quale soprattutto si riferiva alla scelta dei repertori...ovvero quelli collaudati, quelli giÃ* "presenti nelle orecchie" di ascoltatori, che vogliono solo ciò che giÃ* conoscono e di cui magari conoscono anche sfumature sottili...
Sono certi "sistemi accademici", presi alla lettera o come veritÃ* assolute, che possono rendere "robotiche" certe individualitÃ*...e che si tratti di jazz o di musica della tradizione colta europea, non cambia nulla...
Tanto certi esecutori accademici quanto certi jazzisti sono, oggi, speculari: recitano "a soggetto" una parte che è sempre la stessa...improvvisare tenendo come riferimento solo un giro di accordi, ormai non porta da nessuna parte, nè ci sono i margini per essere creativi: si dimostra solo di "essere competenti" rispetto ad un certo stile...e nulla piu'! Cicli poliritmici, sezioni pluritematiche, nuove sperimentazioni timbriche, accostamenti di stili differenti e quant'altro possono portare la "direzione improvvisativa" verso nuovi lidi...
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Citazione:
Originariamente Scritto da Filippo Parisi
Prevedo scintille in questo thread. :D
Comunque io sono abbastanza d'accordo con Miles, fermo restando che come in tutto vi sono le dovute eccezioni. Mi viene in mente Glen Gould ad esempio...
Ho proprio finito ora di leggere un simpatico aneddoto su Glen Gould
FINE OT
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Minkia quanta "prevenzione". Eppure luca ha ben specificato che Davis -personaggio scontroso e sicuramente sopra le righe- si riferiva alla sua realtÃ*. Cioè quella di un grande artista, e musicista jazz per il quale secondo lui "era difficile suonare con dei musicisti classici". Ma non per suonre Bach bensì per fare jazz e del livello che pretendeva Miles tra l'altro. Cita anche Sketches of Spain e dice ciò su cui tutti saremmo sicuramente d'accordo al di lÃ* della questione di voler apparire più o meno "contro": suonare gli arrangiamenti di Gil Evans può essere relativamente semplice per un musicista classico ben dotato, suonarli con "sentimento" (quello richiesto dal linguaggio e dalla storia stessa del jazz) è ovviamente qualcosa di estremamente complicato da richiedere ad un musicista classico. Meglio sarebbe non decontestualizzare il discorso...
Re: Miles Davis sui musicisti classici
d'accordo con Juggler! per la "sono alto come un sardo" beh... :lol: :lol:
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Citazione:
Tanto certi esecutori accademici quanto certi jazzisti sono, oggi, speculari: recitano "a soggetto" una parte che è sempre la stessa...improvvisare tenendo come riferimento solo un giro di accordi, ormai non porta da nessuna parte, nè ci sono i margini per essere creativi: si dimostra solo di "essere competenti" rispetto ad un certo stile...e nulla piu'! Cicli poliritmici, sezioni pluritematiche, nuove sperimentazioni timbriche, accostamenti di stili differenti e quant'altro possono portare la "direzione improvvisativa" verso nuovi lidi...
verissimo anche questo!
Propongo un paragone...un artista che dipinge opere personali,magari solamente ispirate ai grandi,e un abilissimo falsario (anzi,qualcuno che produce falsi d'autore).Questo ultimo alla fine esegue un capolavoro che è stato pensato e prodotto da un altro grande artista,esattamente con un musicista ricalca quel che il compositore voleva trasmettere.
Anche un jazzista,quando esegue uno standard,ma non è un ricalcare quanto un raccontare,come un nonno lo fa ai nipoti,riempiendo di proprie esperienze e invenzioni il racconto.
Purtroppo,personalmente,non riesco ancora a vedere dove sta il margine di libertÃ* che si cela dietro un musicista classico. Voglio dire,vogliamo paragonare una composizione istantanea di un jazzista,ad una esecuzione di un brano letto? Fino a che punto questa famosa "interpretazione" dietro la quale si celano le libertÃ* (musicali) di un musicista classico si spinge? Parlo di una bilancia artistica...non riesco proprio a equiparare le due vie per esprimere la musica..posso farlo solo a patto che l'esecutore sia anche il compositore
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Beh il riferimento a Sketches of Spain è abbastanza evidente, si tratta dello sfogo di un musicista che si è scontrato con l'impostazione di musicisti classici a cui ha cercato di spiegare cosa voleva e non l'ha ottenuto, essendo un jazzista Miles ha esasperato il concetto facendone una generalizzazione, quasi una provocazione, (la sua autobiografia ha un gran campionario di fanfaronate e bugie, come di solito succede fra i jazzisti), se il carattere dei jazzisti non fosse stato così estremo, non avremmo avuto ciò che di meglio ha dato il jazz.
Con buona pace dei musicisti classici. :D
Re: Miles Davis sui musicisti classici
Che dire, il musicista classico come dice Tzadik deve fare determinate cose, la tecnica e la precisione ritmica viene prima di tutto, tutto è finalizzato a un'esecuzione perfetta..il jazzista (degli anni di Miles però) sapete tutti cosa deve avere e cosa deve fare..MUSICA, creare un colore, avere dell'arte addosso e buttarla fuori, non importa con tante o poche note o se perfettamente intonate o nò o..il problema è che il jazzista di oggi sta diventando un musicista classico o come un musicista di Pop che deve suonare sui dischi sul click e se si parte un trentaduesimo dopo, il pc ti fa vedere nel bel grafico che sei fuoritempo..se mettessimo a suonare in questo modo i grandi del jazz avrebbero dei problemi..infatti sono mestieri,sensibilitÃ* diverse, se si suona jazz con questo approccio come purtroppo non pochi fanno, allora buonanotte :mha!( La veritÃ* è che oggi, in non molti casi chi suona jazz ne rispettano il concetto primo e l'idea che stanno alla base di questa musica anche perchè l'estetica intorno a noi cambia e tutto il sistema ci "obbliga" a produrre roba "bella e perfetta" bisogna essere inattacabili sotto il punto di vista tecnico, artistico, compositivo,interpretativo,supercazzola ecc..L'obbiettivo è fare i professionisti a 360° però manca tanta musica..Nel momento in cui si fanno dei soli che sono dei copiaincolla di frasi di artisti del passato, il brano suonato non è altro che "musica classica" suonata magari senza lo spartito davanti. Due giorni fa mi stavo ascoltando un live al Five Spot del 68 con Barry Harris, C.Mcpherson e company..beh sono lì che arrancano in certi punti, "cercano" gli accordi, rischiano di brutto, si sente proprio che stanno cercando! Però quanta musica!! ti si drizzano i peli!!..Beh una cosa del genere oggi non sarebbe pubblicata :muro(((( PJM
Re: Miles Davis sui musicisti classici