Occhio!Citazione:
Originariamente Scritto da andreaguidotti
I "II V I" non sono intervalli, sono successioni di accordi.
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Occhio!Citazione:
Originariamente Scritto da andreaguidotti
I "II V I" non sono intervalli, sono successioni di accordi.
Senza nessuna polemica... ma se hai bisogno di qualcuno che ti spieghi queste cose secondo me non puoi tenere un corso... per esperienza personale ti posso dire che per insegnare una cosa ad un livello x tu la devi comprendere al livello 10x. :zizizi))
Quoto....Citazione:
Originariamente Scritto da re minore
Io non accetterei di insegnare se non so qualcosa e anche mooolto bene e fluida.
Se fosse un corso solamente teorico allora "forse" ce la si può fare ma se devono essere dimostrati gli argomenti okkio... :\\:
p.s.: Se ascolti i soli di QUALSIASI saxofonista del passato, ti accorgerai nettamente che l'uso fluido e fluente delle triadi (in tutte le salse, magg. min. aumentate e diminuite) anche in successione cromatica è perennemente presente, idem per le quadriadi, note di approccio, passing notes, ecc., questi secondo me sono argomenti che vanno contestualizzati in un insegnamento Jazz...
Inoltre non si menzionano l'uso degli accordi e scale diminuite, sostituzioni di tritono, quadriadi con superimposizioni, armonia quartale, coltrane changes, ecc. ecc.
Insomma mi sembra un pò riduttivo il tuo programma, ma non conoscendo il target di allievi non posso esprimere più di tanto un giudizio.
Good Luck.
Appunto. Anche perché se non li hai giÃ* ben chiari tu questi concetti rischi di creare solo tanta confusione nella testa degli allievi.Citazione:
Senza nessuna polemica... ma se hai bisogno di qualcuno che ti spieghi queste cose secondo me non puoi tenere un corso... per esperienza personale ti posso dire che per insegnare una cosa ad un livello x tu la devi comprendere al livello 10x. :zizizi))
non è facile rispondere alla tua domanda .
ciascuno degli argomenti che hai evidenziato meriterebbe un approfondimento .
ti posso dire che anche prescindendo dalla musica jazz la conoscenza delle scale maggiori e minori è imprescindibile.
così come è importante conoscere gli accordi.
Per spiegarlo ai bambini puoi provare a far ascoltare un brano jazz (relativamente semplice)
evidenziando ciò che riconosci:
(una scala un accordo ecc..) in questa maniera si renderanno conto di quanto sia importante.
ciao fra
é solo teoria ?Citazione:
Originariamente Scritto da andreaguidotti
hanno giÃ* le basi ? (quali sono le note musicali, come vengono scritte sul pentagramma in chiave di violino...)
comunque l' idea di Frank non mi sembra male...
Queste parole mi procurano un po' di dispiacere. Devo dirti che ho frequentato decine di Forum e community, ma mai ho trovato la disponibilitÃ* e la simpatia che distingue il SaxForum. Detto questo, naturalmente quoto gli amici sopra, i miei commenti ricalcherebbero le loro parole. Poi, non so a quale scopo quei bambini avrebbero necessitÃ* di queste nozioni, ma considerando l'etÃ* è piuttosto difficile liquidare in modo semplice quei concetti che richiedono un po' di studio. Peraltro non si capisce se quei ragazzi, hanno basi solide per poter affrontare quelle lezioni. L'inverno passato la Prof in banda ha sudato non poco per poterci infilare nella zucca la classificazione degli intervalli, ad esempio.Citazione:
Originariamente Scritto da andreaguidotti
Credo che se devi fare un corso a dei ragazzini di unidici anni è sicuramente superfluo l'elenco che hai postato. Dubito che anche una minima percentuale di loro possa andare oltre le scale maggiori e minori (e neanche tutte). Piuttosto mi sembra ottimo il suggerimento di fra di ascoltare insieme a loro alcuni brani (magari della tradizione, tipo Armstrong, Goodman, Billie Holiday) e cercare di capire cosa colgono e sopratutto trasmettergli tu alcuni principi basilari come melodia, struttura di una canzone, note blues....
Se poi ti hanno commissionato un corso con quelle caratteristiche (anche se non so per fare cosa, giÃ* solo l'aprroccio sul modale richiede anni di studio e dubito si possano dare dei "cenni" comprensibili) basta che prendi un Aebersold, il n. 3 mi sembra e hai quasi tutto. Per il resto c'è un libercolo di Dan Haerle che tratta tutte le scale ed i modi.
Ciao,
se parliamo di ragazzi di 10-11 anni con poca esperienza potresti partire dalla lettura del pentagramma e un po' di solfeggio. Poi potresti fargli affrontare il circolo delle quinte e le scale maggiori, scale minori e gli intervalli. Assimilate un po' quelle cose sarebbe più facile parlare di triadi e accordi di settima. Poi dopo quello ci sta un mondo. Però parte tutto da quello.
Non so. Questa è la mia opinione. Ma è chiaro che un 11 potrebbe giÃ* avere chiare queste cose.
Facci sapere.
Io non ti rispondo dicendo che non voglio fare polemica. Invece dico che l'approssimazione che governa il nostro mondo purtroppo contagerà anche quei ragazzini che non avranno la fortuna di incontrare un professionista che imposti loro delle basi come si deve. Detesto le cose stile "viva il parroco!".Citazione:
Originariamente Scritto da re minore
Non c'e' nessuna polemica da fare: le domande che sono state fatte presuppongono, anche solo per avere risposte "entry level", decine di pagine da scrivere e da studiare. Non sono domande a cui puo' essere data una risposta "alla leggera" in pochi post. Ed il fatto che tali domande siano state fatte evidenziano che colui che le fa non puo' porsi come punto di riferimento neanche davanti a ragazzi di 11 anni.
Io, tanto per fare un esempio, ho giocato a scacchi per anni, ho partecipato a numerosi tornei nazionali ed internazionali, uno lo ho pure vinto e mi hanno citato in una rivista specializzata, sono riuscito a pattare con alcuni maestri... forse se mi preparassi bene (e dico forse) potrei tenere una lezione introduttiva sugli scacchi a dei ragazzi di 11 anni. Una persona che chiedesse in un forum di scacchi "come muove il cavallo?" no.
Inoltre i "concetti brevi" non esistono se non sono supportati da una vasta cultura specifica. Ad esempio il concetto breve della scala modale e' che e' "centrata sull'accordo". Un altro concetto breve (un po' piu' lungo): "un pezzo modale tende a presentare lunghe sequenze nello stesso modo mentre un pezzo tonale tende a modulare le tonalita'". Ok, vai la e ripeti quello che hai letto qui. Poi qualcuno alza la mano e ti chiede " cos'e' un modo?"... oppure "Qual e' la tonalita' di un pezzo tonale che modula in piu' tonalita'?"... o lo sai e lo spieghi oppure non lo sai e fai una pessima figura. E le domande sono imprevedibili, se vai a fare lezione devi SAPER IMPROVVISARE, ed e' per questo che devi avere la vasta cultura alle spalle.
Invece, se siamo ancora in tempo (credo di no) o comunque per la prossima occasione, potresti fare una cosa di questo genere: ti prepari una base con una semplice sequenza di accordi /C-7/F7/Bb/Bb/ ), che si ripeta per due o tre minuti. Ti porti in classe un computer (o un mp3 player) con la base, una tastiera ed un un amplificatore per tastiera (non per chitarra!) al quale attacchi e la tastiera e il computer. Fai andare la base e inviti i ragazzi a suonare sui tasti neri della tastiera. Le note nere della tastiera sono la pentatonica di Eb, e sugli accordi che ho citato ci sta.
Poi provi a suonare sui tasti bianchi... e non va! Allora puoi spiegare che un usicista jazz sa sempre quali note possono "stare bene" sulla musica che si sta suonando, e tra queste sceglie quelle che meglio rappresentano quello che sente dentro... Certo tirare avanti un'ora e' dura, ma se ti porti anche il sax ed improvvisi sulla base (pentatonica di Mib come gia' detto, oppure scala di Bb maggiore), e poi fai suonare loro il tempo passa, loro si divertono e tu fai la tua figura!
Re minore, parli come il mio insegnante!
Ah! NEl 75 il maestro Pippo Caruso scrisse appunto uan canzone che ebbe un discreto successo..."Sonatina sui tasti neri"