Raccontare una storia o puntare all'effetto: due modi opposti di concepire l'improvvisazione.
Io preferisco il primo.
E voi?
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Raccontare una storia o puntare all'effetto: due modi opposti di concepire l'improvvisazione.
Io preferisco il primo.
E voi?
eheheheh magari una bella storia ad effetto. :D
ciao fra
quando l'improvvisazione si trasforma in una dimostrazione di virtuosismo tecnico (esasperata ricerca dell'effetto) allora molto meglio raccontare una barzelletta se in quel momento non si ha una buona storia. :mha!(
Per me, conta solo la storia. L'effetto deve essere funzionale alla storia, se no è fine a se stesso.
se posso permettermi,di solito chi parla così O sa essere anche virtuoso,o lo fa per convenienza perchè NON sa suonare virtuosamente. Nel secondo caso è lecito porre la domanda...
E' come il bluesman che dice che l'armonia è merda e che il blues è libero ma conosce solo una pentatonica e non saneppure gli accordi che girano in quelle 12 battute.
Beata ingnoranza! Sono curiosissimo di sapere di più sull'improvvisazione :half:
Ma putroppo ancora non ci capisco niente di quello che dite :zizizi))
Anche le storie bisogna saperle raccontare... in genere l'improvvisazione ha sempre qualcosa di magico che nessuno sa definire; è un pò come la vita che si crea con i musicisti nel momento in cui si svolge l'improvvisazione... come fai a definirla? Io cerco di godermela fino a quando ne ho da godere poi... bye!
per me e' come dice luiCitazione:
Originariamente Scritto da fcoltrane
l' importante è fare un bel solo alla fine... per me l'improvvisazione è un commento, riguardo a un tale pezzo il solo che farò dimostrerÃ* che cosa penso di quel pezzo. oppure sviluppo delle idee... secondo me "raccontare una storia" è un po' astratto come modo di concepire un solo... poi dipende che cosa ti dice la tua coscenza! la mia mi dice:"fai un solo soggettivamente e oggettivamente bello, cerca di stupire gli altri (e te stesso se ci riesci). sii preciso e marziale, non lasciare nulla al caso!) :D
Avete presente i grandi del jazz, come dire i musicisti che il jazz lo hanno creato, come Louis Armstrong o Sonny Rollins? Forse che non sapevano suonare? Certo, la tecnica di Armstrong non era quella di Winton Marsalis, ma tutto va contestualizzato.
Mi meraviglia sempre il senso architettonico, di superiore intelligenza musicale, degli assoli di questi geni musicali, assoli che hanno davvero un inizio, uno svolgimento e una conclusione, con idee che si concatenano in maniera logica e coerente, come il discorso di un grande retore.
Certo che l'"effetto" è di per sè prova di virtuosismo e personalmente non ho nulla contro chi ha una buona tecnica, nella misura in cui l'"effetto" non resti "effetto" fine a sé stesso.
D'altronde, il discorso è alquanto complesso, perché il virtuosismo oggi è legato ad un certo approccio di matrice in ultima analisi accademica, per cui un Thelonious Monk resterebbe fuori dalla cerchia dei virtuosi. Ma quante storie sapeva raccontare!!! In fondo, l'improvvisazione è o non è una sorta di composizione istantanea?
Non mi si fraintenda: non sono uno che scrive certe cose perché non sa suonare, ma esprimo semplicemente la mia concezione della musica, cioè i presupposti su cui la mia musica si baserebbe comunque, anche se, come mi piacerebbe, suonassi molto meglio di come suono.
Gunther Shuller e musicologi italiani anche importanti, come Marcello Piras e Stefano Zenni, hanno espresso i medesimi concetti!
Se per "effetto" intendi il virtuosismo tecnico, secondo me dovrebbero essere l'uno funzionale all'altro e strettamente complementari, non sostituti..
Un assolo di Coltrane sarebbe stato bello anche se avesse tenuto la tessa note per 2 minuti così come se Chet Baker avesse iniziato a fraseggiare hard bop!
Rimanendo sulla metafora della storia io posso raccontare cappuccetto rosso con un linguaggio aulico e ricercato oppure la divina commedia con un linguaggio terra terra, la storia non cambia, può solamente migliorare o peggiorare leggermente..
Più che la storia o l'effetto in se secondo me è necessario puntare sull'intenzione!
Se non sono io per primo che credo a quello che stò raccontando difficilmente potrò stupire chi mi ascolta, indipepndentemente dalla storia o dala ricercatezza del linguaggio
si ma nessuno di essi suona! ;) poi per caritÃ* la logica improvvisativa dei grandi non si tocca! nessuno dice che il saper mitragliare 200 note al secondo serva a fare un buon solo! però c'è differenza tra un grande solista che le sa fare da un altro grande solista che non lo sa fare! io penso che, per poter esprimere improvvisando esattamente quello che si vuole, una tecnica solida sia fondamentale!Citazione:
Originariamente Scritto da MyLadySax
La metafora del racconto di Cappuccetto Rosso o della Divina Commedia non è calzante, perché si tratterebbe di raccontare una storia che altri hanno giÃ* concepito, per cui il racconto, rispettivamente, con un linguaggio aulico e terra terra è assimilabile piuttosto ad una elaborazione: come il lavoro di Gil Evans su "Up from the Sky" di Jimy Hendrix.
Invece, sono calzanti sia Cappuccetto Rosso che la Divina Commedia, se considerati nella trama interna così com'è stata pensata dai rispettivi autori: sia la fiaba che il poema, pur nella loro distanza siderale, hanno un senso preciso che nasce anche dalla costruzione, frase dopo frase, evento dopo evento, di un qualcosa che alla fine si regge saldamente in piedi.
D'altronde, ciò non contrasta col fatto che la Divina Commedia è un capolavoro solo in quella veste formale che Dante ha voluto, per cui la peggioreremmo assai più che leggermente, se volessimo raccontarla, ad esempio, con il linguaggio di tutti i giorni.
La musica non nasce sulle dita o sulla lingua, ma nella nostra mente, per cui l'intenzione è effettivamente di fondamentale importanza. L'intenzione, però, va tradotta in un gesto e a questo fine occorre appunto la tecnica. Chi ne possiede oltre un certo grado è un virtuoso.
Naturalmente, ciò vuol dire che era un virtuoso anche Thelonious Monk, che non sarebbe stato in grado di affrontare con sufficiente destrezza il Mozart più elementare, ma era in grado di tradurre esattamente in suoni tutto ciò che concepiva.
Ma, a parte questa considerazione, io apprezzo la tecnica e ancor più il virtuosismo, appunto nella misura in cui è uno strumento finalizzato a porre in essere i gesti necessari per raccontare una storia, piccola o grande, come Capopuccetto Rosso o La Divina Commedia o Giant Steps. Non l'apprezzo, se si risolve in una sequenza di effetti speciali che vogliono soltanto significare "quanto sono bravo"!
Ti basta andare su Wikipedia per leggere quanto importante sia stato Schuller non solo come padre di tutti i teorici del jazz, ma anche come musicista.Citazione:
Originariamente Scritto da Jacoposib
Zenni non lo so, ma Piras è diplomato in pianoforte.
Anche molti musicisti, come Carlo Cattano, che è stato mio maestro (e maestro di Francesco Cafiso), condividono gli stessi concetti e, se è vero che i grandi erano capaci di improvvisare in maniera logicamente coerente, penso che condividessero pure loro.
Per me, comunque, non si tratta di suonare o non suonare 200 note al secondo, ma solo di suonare ciò che veramente si è in grado di concepire nella propria mente, che le note al secondo siano 200 o soltanto una.
Durante un corso di musica d'insieme a Siena, Enrico Rava disse ad un mio amico chitarrista che stava suonando un sacco di note: se non hai niente da dire, taci!
Era quello che volevo dire, tecnica e racconto devono essere complementari. Non si sceglie di puntare sull'uno o sull'altro. se qualcosa manca si sente.Citazione:
Originariamente Scritto da MyLadySax
Puoi avere tanto da raccontare ma se il vocabolario è poco ricco è un limite, se hai un gran vocabolari e niente da ire è lo stesso un limite. E secondo me è qui che si vede l'artista (nel vero senso della parola non l'abuso che viene fatto oggi del termine).
Se Ho qualcosa da raccontare cerco i mezzi migliori per raccontarlo al meglio. E i grandi, ognuno con i propri mezzi, chi con la tecnica, chi con l'innovazione, con la sperimentazione, chi con il naturale talento, hanno fatto tutti così