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Addio Wayne!
Wayne Shorter, gigante del jazz e sassofonista dei Weather Report, è morto in un ospedale di Los Angeles. Il musicista aveva 89 anni.
Solista, compositore e bandleader, Shorter nei primi anni Sessanta è stato uno dei giovani interpreti dell’hard bop. Il suo stile decisamente personale univa lo swing all’imprevedibilità tipica dei musicisti d’avanguardia. Originariamente suonava il sax tenore ma con il tempo passò al soprano, consolidando il suo lirismo nei Weather Report.
Noto anche con i nomignoli di Mr. Gone e Mr. Weird per la sua forte personalità fuori dal comune, Shorter sviluppo un approccio decisamente personale allo strumento: “Essere originale, per me, significa esaltare quello che stai facendo in modo così profondo da arricchirlo”, ha detto Shorter, “più riesci ad essere originale e più è profondo il tuo confronto con l’eternità”.
Shorter si fece notare prima come turnista e autore per i Jazz Messengers di Art Blakey (1959-64) e poi nel secondo grande quintetto di Miles Davis (1964-68). Contemporaneamente si distinse come leader in una serie di registrazioni per la Blue Note Records. Dopo lo scioglimento del quintetto di Davis, ha suonato in due delle pietre miliari del jazz elettrico prodotte dal trombettista americano, In a Silent Way (1969) e Bitches Brew (1970), che hanno inaugurato la scena fusion degli anni 70. Con un altro dei musicisti incontrati alla corte di Davis, il tastierista Joe Zawinul, Shorter fondò di lì a poco i Weather Report realizzando alcuni album di grande successo tra il 1971 e il 1986.
Con la mente sempre aperta ad anticipare e incontrare le novità musicali, Shorter si è messo spesso al servizio di altri artisti lavorando anche con artisti folk e pop come la cantautrice Joni Mitchell, il cantante degli Eagles Don Henley e gli Steely Dan.
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Monumentale.
Good Bye Wayne.
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un altro gigante che se ne va...
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se suono, pardon, strimpello il sax, molto lo devo a lui e al suo stile...per anni la sua musica mi ha accompagnato, è stato un amico, un maestro,un compagno di viaggio,la colonna sonora della mia adolescenza. Ora riposa in pace... che bei concerti ora lassù insieme a Jaco e a Joseph!
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Uno dei miei primi amori.
In famiglia nessuno prima di me si era mai cimentato nello studio della musica, non avendo una vera e propria eredità musicale acquisita raccoglievo consigli su cosa ascoltare da conoscenti che mi "aiutavano" nella mia personale ricerca (all'epoca internet non era alla portata di tutti e nei piccoli paesini le informazioni non fluivano così velocemente). Wayne fù uno dei primi artisti indicatomi e influenzò molto il modo in cui approcciai la musica da piccolo.
In particolare nel primo suo cd che acquistai era contenuta una bellissima versione del brano "All or nothing at all": qui il sax sembra fluttuare costantemente sulla parte ritmica... lirico, melodico, quasi distante, "distaccato" dal contesto. Lo ascoltavo di continuo, lo canticchiavo quando andavo a scuola e lo imitavo quando studiavo sax. Quel disco mi ha accompagnato anche nei miei primi giri in macchina da neopatentato con le prime radio lettore cd.
In una delle nostre uscite in auto da fidanzatini mia morosa (la attuale) mi fece notare una cosa su cui non avevo prestato attenzione prima riguardo il significato del titolo di questo brano. Disse: "Vedi, il titolo del brano che ascolti spesso è più o meno la traduzione inglese di una frase che pronunci spesso -o per bene o per niente-, ci avevi mai riflettuto?".
Oggi, dopo tanto tempo, ho riacceso lo stereo (la tecnologia è andata avanti e la mia attuale automobile non ha più il lettore cd purtroppo), ho inserito il cd e ho lasciato che la voce del suo sax tenore cantasse come quando l'ho ascoltata per la prima volta.
Grazie Wayne.
https://www.youtube.com/watch?v=6PlVMop2W2U
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L'ho ascoltato a Roma con i Weather Report, di sicuro la formazione con Yaco Pastorius, che la fece da padrone. Anche altre volte, poi ho in mente una occasione, mi sembra a Perugia, dove collaborò con Pino Daniele...possibile? Comunque un grande, sassofonista e compositore assolutamente originale. R.I.P.
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quasi 90 anni, una grande carriera, ma soprattutto indiscutibilmente un grande musicista (a tutto tondo direi) e, a giudicare da quello che si può capire dalle interviste, una bella persona. un'età giusta per andarsene, spiace sempre, ma, sinceramente, quello che più mi spiace è sapere che ha avuto una vita segnata da dolori esagerati...
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lui e Coltrane, nessun altro