Chiver Serie III Jubilee "hand hammered" per sax tenore
Si vende chiver Selmer "Serie III" per sax tenore Jubilee, slaccato, con trattamento di “hand hammering” (martellatura).
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Il chiver qui in vendita è un chiver Serie III Jubilee (quindi costruito dopo il 2010) che è stato sottoposto a un processo di slaccatura (chimica) e ricottura preventiva e “martellatura” finale.
La “martellatura” provoca incrudimento e l’incrudimento è l’unico sistema che permette un incremento (sensibile) delle caratteristiche di resistenza sull’ottone: diventa più resistente e più “rigido” (meno elastico). È pratica comune forse da centinaia di anni, ma è tornata popolare circa 7 anni fa’ con i chiver “martellati” di Ken Bock (https://bit.ly/KBSaxophoneNecks)
L’esperimento è nato per pura curiosità: si voleva fare un confronto sia con un chiver Serie III argentato sia con un chiver Serie III “normale… testando vari livelli di martellatura. Questo esemplare il livello di martellatura è “basso” (per riferimento: sui chiver di Ken Bock i colpi sono molto più “profondi).
La performance del chiver è sensibilmente migliorata in termini di velocità di emissione.
A livello percettivo si percepisce un po’ di brillantezza in più.
Probabilmente si va nella direzione i quelli che già 20 anni fa’ erano i chiver Serie III Booster: chiver uguali per profilo e canneggio ma in ottone rosso (e non giallo) con l’interno del “collo” filettato.
Nessuna variazione “dal giorno alla notte” comunque.
Come ogni chiver Serie III, è compatibile con tutti i sax tenori Selmer dal “Balanced Action” in poi.
Con piccoli adattamenti, il chiver è compatibile (in generale) con molti sax tenori che hanno la prima parte del canneggio di derivazione Selmer, (Yamaha e Yanagisawa… Jupiter etc etc)…
Foto: https://bit.ly/3ApA3D2
Vendo a 300€ compresa con corriere.
Acquisto con possibilità di restituzione: soddisfatti o rimborsati.
Il risparmio sul nuovo è di 90€… quasi il 25% in meno rispetto al nuovo, soddisfatti o rimborsati!
Caratteristiche tecniche/sonore del chiver disponibile qui di seguito:
Citazione:
Originariamente Scritto da
tzadik
È pratica comune già da oltre 20 anni (… da quando è stato disponibile in vendita il tenore Serie III) usare il chiver Serie III su altri tenori Selmer, in particolare Mark 7, Serie I e Serie II (ma anche su Mark VI e precedenti).
La spinta a cambiare chiver è spesso dovuta al fatto che il solo "cambio di setup" (cambiare imboccatura e tipo di ancia) è in grado solo di equalizzare il suono originale verso un "altro suono".
Cambiare "setup" non è comporta significative variazioni del funzionamento dello strumento alle varie dinamiche di esecuzione e non nemmeno in grado di cambiare le frequenze/la distribuzione di armonici dello strumento stesso. In parole povere, il suono di partenza dello strumento non varia.
Questi effetti sono ottenibili (usando lo stesso strumento) solo cambiando chiver, cioè la conformazione dei primi 25/30 cm dello strumento.
Per fare un confronto con strumenti Selmer popolari (tenori Mark 7/Serie I/Serie II con relativo chiver originale) utilizzando su questi strumenti un chiver Serie III… l'effetto utile ottenibile è in sintetizzabile in pochi semplici aspetti:
1) una migliore distribuzione dei pesi (dello strumento). Il chiver Serie III ha un profilo più basso del chiver Mark 7/Serie I/Serie II, questo si traduce in una posizione relativa (tra strumento e suonatore) più ravvicinata, con il braccio destro meno in tensione. Risultato: lo strumento sembra (tenendolo in mano e in una posizione/postura corretta) un po’ più leggero.
2) la diversa conformazione (curva più ampia, angolazione più aperta, maggiore lunghezza e profilo più basso) permettono contemporaneamente di avere la campana più vicino al suonatore (sono quei 2 cm che fanno la differenza). La conseguenza è che di avere una migliore percezione del proprio suono (mentre si sta suonando) migliorando di molto il feedback.
3) una migliore redistribuzione delle frequenze "fondamentali" dello strumento. Il suono risulta più omogeneo e pieno in particolare nel registro medio e alto (e altissimo). Il suono viene percepito più pieno e "rotondo".
4) il diverso canneggio e angolazione del chiver Serie III confrontato ai chiver Mark 7/Serie I/ Serie II permette una maggiore facilità di emissione e soprattutto una intonazione migliorata agli estremi.
5) sempre a causa del diverso canneggio/angolazione rende lo strumento più tollerante con imboccature (camera molto stretta e apertura molto chiusa) diverse da quelle che generalmente erano state prese come riferimento per calcolare il canneggio sul Selmer Mark 7 e poi Serie I/II.
Nello specifico, si nota che lo strumento diventa ugualmente efficiente anche con imboccature con camera media e larga e aperture medie.
Gli strumenti Selmer denominati "Serie III" rappresentano il risultato di un progetto di sviluppo durato più di 10 anni.
Contrariamente al credo popolare, i Selmer "Serie III" non sono delle evoluzioni degli strumenti "Serie II" (ben più conosciuti e popolari), ma si tratta di strumenti diversi pensati per soddisfare esigenze ed abitudini diverse.
I Selmer "Serie III" nascono seguendo la spinta da parte di molti estimatori (nonché artisti Selmer) di tornare alle origini… cioè di ricreare quella che era la sonorità dei Selmer che hanno fatto la storia del marchio (Mark VI e Super Balanced Action) aggiungendo caratteristiche tipiche di strumenti più moderni (maggiore omogeneità di suono e intonazione più facile). Tutto questo non dimenticando la piega verso strumenti "potenti" e "brillanti" inaugurata con il Mark7 e proseguita con Serie I e Serie II.
Partendo da dettagli strutturali leggermente differenti (rispetto ai "Selmer Serie II"), i Selmer "Serie III" sono riconoscibili dalla diversità della forma (e del canneggio) del chiver.
È risaputo che i primi 25/30 cm dello strumento (in maggior ragione sul sax tenore) hanno una grandissima influenza sul risultato sonoro (e anche sull'intonazione).
Non è un azzardo dire che un chiver diverso (dall'originale) può creare una "rivoluzione" in quello che è il funzionamento dello strumento.
