Re: Sax vintage e moderni
quello che poni è un antico quesito sul quale si erano espressi gli esperti e te la faccio breve: ti sembrerà strano ma pare che oggi non sia fattibile-conveniente-possibile riprodurre i materiali di una volta utilizzati per la costruzione dei saxes (la conclusione è che se si fosse potuto replicare certi strumenti vintage lo avrebbero già fatto)
Re: Sax vintage e moderni
Citazione:
Originariamente Scritto da runtujazz
Quello che mi chiedevo appunto è, ma se i sax di una determinata epoca suonano così bene suppongo sia anche merito del materiale con i quali sono stati costruiti, non sarebbe possibile ricreare la stessa lega metallica, spessori ecc.?
Non è una questione di materiali... è una questione di come venivano fatte le lavorazioni, nel complesso.
I materiali sono sempre quelli... non c'è/c'era niente di esoterico nei materiali di strumenti vintage.
La tecnologia metallurgica è sempre andata avanti... come tutto quello che quello è connesso all'industria meccanica.
Non è lo strumento vintage che suona meglio... semplicemente suona "diverso"... da qui in poi è una questione soggettiva e c'è molta psicologia dietro.
Di solito... "strumento vintage = strumento migliore" è un pensiero comune tra i jazzisti. Molto meno comune tra i sassofonisti classici... almeno "mediamente".
La realtà dei fatti è che bisogno andare ad analizzare alcune carattistiche "fisiche" e sonore degli strumenti per capire il perchè di certe affermazioni.
Poi è interessante andare a vedere come si è evoluto il mercato e come hanno reagito i vari produttori.
Citazione:
Originariamente Scritto da runtujazz
Certamente sarebbe impossibile avere esattamente lo stesso suono, ma forse qualcosa di molto molto simile? Vabbè le pietre tiratele piano e piccole...
Per molti strumenti del passato era anche impossibile avere due strumenti prodotti uno 2 ore dopo l'altro che suonassero uguali... e che rientrassero (da un punto di vista dimensionale) in un certo intervallo di tolleranza.
Esempio: se hai letto questo forum e in generale altri forum dove si parla di sassofono... parlando di Mark VI (... diciamo tenori, per semplificare) a varie fasce di seriali sono associate caratteristiche più o meno evidenti.
Trattandosi di uno strumento che è rimasto in produzione per circa 20 anni... il nome è rimasto quello ma lo strumento è cambiato nel corso del tempo... e questa è una causa.
Un altra causa è che il processo di lavorazione non rendeva possibile una alta consistenza, quindi potevano saltare fuori strumenti "differenti".
Sta cosa è rimasta anche sui Selmer "moderni"... un po' per questioni romantiche, un po' per immagine.
Viceversa altri produttori hanno a cuore ste cose (parlo della consistenza produttiva)... sempre per questioni di immagine ma anche per una questione di contenimento dei costi.
Re: Sax vintage e moderni
Adesso alcune ditte "artigianali " lavorando proprio sui materiali e sulla costruzione cercano di riprodurre il " suono " vintage. Questo viene fatto a discapito dell'ottimizzazione dei costi di produzione e alla serializzazione del prodotto , ma sempre con lo sguardo rivolto al mercato !
Detto terra terra : produrre per la propria soddisfazione e non guardare al mercato non rende quindi occorre fare delle scelte ,se sono strutturato per produrre 200 mila saxofoni l'anno devo fare dei prodotti assolutamente "impersonali" in modo che vadano inocontro alle esigenze di molti ! Se diversamente mi organizzo per costruine solo 500 posso gestirli uno per uno assecondando le esigenze e le richieste dei pochi che me lo chiedono ! È un prodotto diverso ad un costo diverso !
Purtroppo cosa di queste scelte è il meglio... Non si saprà mai !
:saxxxx)))
Re: Sax vintage e moderni
Citazione:
Originariamente Scritto da Il_dario
Adesso alcune ditte "artigianali " lavorando proprio sui materiali e sulla costruzione cercano di riprodurre il " suono " vintage.
Non è solo la costruzione... è il progetto complessivo.
Il problema è che a nessuno ben chiaro il concetto di "suono vintage"... se non per considerazioni prettamente storiche/anagrafiche.
Re: Sax vintage e moderni
Selmer MKVI: avevo letto da qualche parte che ad un certo punto in Selmer si era smarrita la formula con le varie percentuali dei componenti della lastra dei MKVI per cui da un certo periodo questi saxes non suonavano più come quelli prodotti precedentemente: ma come si fa a valutare e a dar credito a queste affermazioni? resta il fatto che vintage o moderni è abbastanza difficile trovare 2 saxes della stessa marca-modello che ti diano la stessa percezione di sound e questo è dovuto non solo a lastra-assemblaggio-e chi + ne ha più ne metta ma a moltissimi altri fattori sui quali ognuno dice la sua
Re: Sax vintage e moderni
Ciao a tutti,
leggo solo ora questo tread e quoto totalmente e "alla grande" quanto scritto da Tzadik ieri alle 17.13.
La "tecnica costruttiva" è totalmente cambiata e, permettetemi, non parliamo proprio di materiali (entreremmo in un "buco nero" bestiale).
Faccio solo un banale paragone prendendolo dagli amici liutai: forse che non si è capito come fosse composta la vernice dei violini Stradivari ? Tutt'altro: sappiamo di che si trattava eppure i violini di oggi, anche usando quella verniciatura, non sono Stradivari; e allora ? Ci dobbiamo suicidare ? No, oggi si fanno cose diverse.
Prendiamone atto, è così.
Ciao. gbcorti.
Re: Sax vintage e moderni
Forse è semplicemente che il suono dei grandi musicisti degli anni 50 e' stato fatto naturalmente con i sax di quel tempo ,se avessero avuto non so un selmer serie II probabilmente il sax di riferimento sarebbe quello ,chi non sogna di suonare come un Coltrane , e tutti gli artisti di quegli anni. I sax moderni suonano diverso ,forse anche meglio ma siamo noi che nelle orecchie e nel cuore abbiamo il sound di quegli anni
Re: Sax vintage e moderni
Sono convinto anch'io che molto, come dice Alessio ........è una questione di come venivano fatte le lavorazioni, nel complesso, ma anche con Ggcorti e Piffero. Però un dato oggettivo c'è ..... mi limito a Selmer ma il principio vale anche per altri brand storici. Tutti quegli strumenti erano più semplici .... mi spiego meglio, lastre più leggere e meccaniche più semplici.
Il primo motivo è logico, il secondo ne è la conseguenza. La tecnologia di quegli anni permetteva di costruire con la tecnica "tradizionale" pochi strumenti, rispetto agli standard odierni, inoltre c'era tanta manodopera specializzata e le condizioni in termini di salubrità dei posti di lavoro erano, confrontate agli standard attuali, molto precarie (occorre ricordare questo particolare).
Veniamo ai numeri (SELMER):
Model Introduced: Balanced Action
21,751 - 22,650
1936
22,651 - 25,600
1937
25,601 - 27,650
1938
27,651 - 29,300
1939
29,301 - 29,750
1940
29,751 - 30,500
1941
30,501 - 31,150
1942
31,151 - 31,580
1943
31,581 - 31,850
1944
31,851 - 32,350
1945
32,351 - 33,700
1946
33,701 - 35,800
1947
Model Introduced: Super Action
35,801 - 38,500
1948
38,501 - 41,500
1949
41,501 - 45,100
1950
45,101 - 48,300
1951
48,301 - 51,800
1952
51,801 - 55,200
1953
Model Introduced: Mark VI
55,201 - 59,000
1954
59,001 - 63,400
1955
63,401 - 68,900
1956
68,901 - 74,500
1957
74,501 - 80,400
1958
80,401 - 85,200
1959
85,201 - 91,300
1960
91,301 - 97,300
1961
97,301 - 104,500
1962
104,501 - 112,500
1963
112,501 - 121,600
1964
121,601 - 131,800
1965
131,801 - 141,500
1966
141,501 - 152,400
1967
152,401 - 162,500
1968
162,501 - 173,800
1969
173,801 - 184,900
1970
184,901 - 196,000
1971
196,001 - 208,700
1972
208,701 - 220,800
1973
Model Introduced: After 231,000/Mark VII
220,801 - 233,900
1974
233,901 - 246,800
1975
246,801 - 261,100
1976
261,101 - 276,100
1977
276,101 - 289,700
1978
289,701 - 303,100
1979
303,101 - 315,500
1980
Model Introduced: Super Action 80
315,501 - 327,300
1981
327,301 - 340,200
1982
340,201 - 353,300
1983
353,301 - 366,400
1984
366,401 - 378,800
1985
Model Introduced: Super Action 80/Series II
378,801 - 391,000
1986
391,001 - 406,000
1987
406,001 - 422,500
1988
422,501 - 439,600
1989
439,601 - 457,500
1990
457,501 - 473,600
1991
473,601 - 490,000
1992
Per molti anni la produzione annua di Selmer (tra il 37 ed il 1960 circa) si attestava tra i 3.000/5.000 pezzi annui ...... raddioppiando (e più) nel decennio successivo (fine anni 70). Con l'inizio dell'era Mark VII inizia una nuova filosofia produttiva e di strumenti, figlia di quegli anni. Strumenti da utilizzarsi anche in contesti amplificati/jazz elettrico etc. Nel giro di pochi anni la produzione, esponenzialmente raddoppia ...... per cui brevemente da 3.000/5.000 strumenti si passa a 20.000 (anni 90) . Questo è un dato oggettivo .... Lungi da me dire che gli strumenti vintage sono migliori, che un MK VI è sempre il miglior strumento mai prodotto (perché ci sono MK VI che non suonano), etc. etc.
Però una lastra leggera (perché quella era la tecnologia) seguita su tutta la filiera da lavoratori specializzati creava sicuramente strumenti, seppur differenti l'uno dall'altro, con una spiccata personalità (e questa eterogeneità produttiva era secondo me un bene) !!!! Il discorso è ancora lungo e complesso e lascio spazio al dibattito ..........
Re: Sax vintage e moderni
...quotando Gene sul discorso produzione, penso che il parallelo si possa fare tra quanti pianoforti produce Fazioli, se non ricordo male circa 200 l'anno e quanti ne produce Yamaha, anche qui se non ricordo male circa 200 ma al giorno...
Re: Sax vintage e moderni
Citazione:
Originariamente Scritto da gene
Sono convinto anch'io che molto, come dice Alessio ........è una questione di come venivano fatte le lavorazioni, nel complesso, ma anche con Ggcorti e Piffero. Però un dato oggettivo c'è ..... mi limito a Selmer ma il principio vale anche per altri brand storici. Tutti quegli strumenti erano più semplici .... mi spiego meglio, lastre più leggere e meccaniche più semplici.
La meccanica del Mark VI non era per niente semplice... e nemmeno quello del SBA e del BA... erano già meccaniche moderne.
Poi anche lì si è andati avanti... cioè meccaniche più resistenti, più facili da realizzare, più facili da "settare" e da riparare. Meno costose...
Poi chiaramente l'ergonomia può essere stata cambiata... però bisogna un po' separare le cose.
Discorso lastre.
Secondo me non sarebbe un problema costruire (materialmente) uno strumento leggero come un SBA o un BA... però poi a metterlo sul mercato, sarebbero cazzi. :zizizi))
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Secondo me, il Mark VII è adatto anche a farci altro... purtroppo la sua sfortuna è stata che la transizione tra Mark VI è stata eccessivamente drastica... ed ha coinciso anche con un cambio delle tecniche di produzione (che però avevo colpito pure gli ultimi Mark VI... alti e tenori).
Re: Sax vintage e moderni
Citazione:
Originariamente Scritto da tzadik
...Discorso lastre.
Secondo me non sarebbe un problema costruire (materialmente) uno strumento leggero come un SBA o un BA... però poi a metterlo sul mercato, sarebbero cazzi...
...curiosità, perché sarebbe un problema venderlo?
Re: Sax vintage e moderni
quindi secondo voi la differenza più rilevante è da individuarsi nel processo di lavorazione inteso in senso lato. (o come dice Gene nel diverso tipo di produzione )
Le vostre valutazioni sono sostanzialmente condivise, su un aspetto non sono daccordo ma solo per un problema di utilizzo di lessico comune.
Sia Tza sia Il Dario fate riferimento nei vostri interventi al "Suono vintage"
"a nessuno ben chiaro il concetto di "suono vintage"... se non per considerazioni prettamente storiche/anagrafiche."
"alcune ditte "artigianali " lavorando proprio sui materiali e sulla costruzione cercano di riprodurre il " suono " vintage."
io al contrario considero il suono vintage una realtà che non può essere discussa in questi termini.
Se prendiamo ad esempio il suono del nostro musicista preferito ad esempio Trane che ci delizia con un marcolino , più che al suono del sax (che sarà sempre il suono dell'artista) bisognerebbe riferirsi a come lo strumento reagisce alla emissione .
in pratica alla sensazione del musicista rispetto al suono che intende produrre in relazione a resistenza , sforzo , rapporto di intonazione omogeneità collocazione degli armonici vibrazione dello strumento ecc...
Quando provo un sax (un marcolino o un sba ) provo a capire proprio questi aspetti.
La misura della bontà di un marcolino dipende (dal mio punto di vista ) proprio da questi riferimenti.
L'aspetto che mi conforta è che il mio punto di vista spesso coincideva perfettamente con altri sassofonisti (molto molto molto più
in gamba di me ) e caso singolare tutti che avevano come riferimento un tipo di suono pieno di armonici .
Posso solo aggiungere che credo siano stati fatti dei tentativi di replicare con singole produzione artigianali (su richiesta del musicista) sax come il Sba tenore .
tempo fa ne avevo visto uno in vendita ma non avendolo mai provato non sono in grado di capire quanto siano andati vicini all'originale.
Re: Sax vintage e moderni
In effetti , come "suono vintage" intendo proprio quello che molti saxofonisti hanno in mente ascoltando i grandi del passato , e che in una certa misura tutti cerchiamo di ottenere, utilizzando sia strumenti del passato che strumenti moderni ! Le domande riguardo che sax suonava Tizio, che setup usa Caio per cercare di emularli sono all'ordine del giorno !
D'altronde il post iniziale poneva il quesito sul fatto che i sax del passato , come oggetti, "suonassero molto bene oggi " suonati da saxofonisti normali e non dai grandi del passato ... Quindi si pone il sax come centro e artefice del suono , E di conseguenza il suo design , i materiali utilizzati e la sua costruzione ; cosa che ribadisco, le ditte moderne , chi in un modo e chi un altro cercano di emulare !
:saxxxx)))
Re: Sax vintage e moderni
ipotizziamo per un attimo di poter replicare progetti, lastre, maestranze dell'epoca ecc:
a quanto potrebbe essere messo in vendita un modern-simil-vintage?
forse a non meno di 3-4k euro, visti gli odierni prezzi dei saxes
a quelle cifre uno cosa sceglierebbe? un vintage vero o un modern-simil-like-vintage?
oggi con 2-3-4Keuro ti compri la maggior parte (non tutti) dei vintage che sono in circolazione: Buescher, Conn, King, Martin, SML - e per i Selmer?
basta non andare da Roberto's Wind o equivalenti!