Riporto articolo comparso su "Brescia oggi", ma ciascuno diffonda/comunichi come tale situazione
sta evolvendo nelle varie regioni e città.
http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/ ... refresh_ce
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Riporto articolo comparso su "Brescia oggi", ma ciascuno diffonda/comunichi come tale situazione
sta evolvendo nelle varie regioni e città.
http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/ ... refresh_ce
e si Jug, conosco perfettamente la situazione abitando a Brescia e ti devo dire che mentre l'anno scorso ho suonato tantissimo (una cinquantina di serate), quest'anno e' cominciato magro magro e c'e' davvero poco da fare. Un vero peccato, ma e' colpa dei proprietari dei locali e del pubblico stesso.
continuo dopo perche' ora devo uscire di fretta .........
continuo ...........
dicevo che e' colpa dei proprietari dei locali, veramente grezzi e poco o per nulla inclini a offrire alla clientela qualcosa di diverso e raffinato. Faccio un esempio che in 30 anni non mi era mai capitato, in un nuovo ristorante moerno di Brescia (faccio anche il nome perche' sono veramente degli s......, si tratta de IL FERMENTO) con un casino infernale fatto dal vociare dei clienti sono venuti a dirci di abbassare il volume che gia' tenevamo basso tanto che non sentivo gli altri neppure a due metri. Abbiamo comunque abbassato il volume (facevamo bossa nova quindi immagina che volume potevamo avere) e sono venuti ancora una volta mentre stavamo suonando in modo sgarbato a dirci malamente e maleducatamente di abbassare ancora. Beh, ce ne siamo andati all'istante smontando tutto in un baleno con la gente che ci diceva di rimanere e che non erano d'accordo.
Colpa poi anche del pubblico in genere, non parlo della circostanza di cui sopra, perche' non e' disponibile verso la musica e solo con molta fatica quando riesci ad appassionarli, allora ti riconoscono professionalita' e applaudono convinti. Sembra quasi che sono loro a farti un favore a sopportarti e non tu che fai un favore a loro dandogli anima e cuore.
Questo ovviamente in una piazza come Brescia dove i posti canonici per fare musica non ci sono piu'. L'unico locale serio, ilJazzonlive, sta chiudendo e non c'e' veramente altro al di la' di qualche pub/birreria o ristoranti vari dove come dicevo e' difficilissimo e disarmante suonare.
Aggiungi che il cantante con le basi (massimo rispetto ma e' il massimo del minimo) soppianta il gruppo live con costi molto piu' bassi.
Io che non ci devo campare e lo faccio per divertirmi, non bado a compensi e quindi mi basta suonare pero' dopo le ultime uscite nelle quali non sei considerato e ti senti quasi sopportato dal proprietario e snobbato dal pubblico mi chiedo: ma chi me lo fa fare? Per fortuna non sono tutti cosi' e quindi qualcosa in giro si trova sempre pero' se uno guarda all'estero dove in ogni paese la situazione e' migliore e c'e' rispetto non solo per chi suona ma anche per la musica in generale come forma di cultura, c'e' poco da stare allegri da noi.
Questo succede a Brescia
........Charlie si era sentito vietare, al pari dei suoi colleghi il passaggio attraverso l’ingresso principale del locale. Di lì potevano entrare solo i bianchi. Si vendicò passando di tavolo in tavolo, dove erano seduti i musicisti, e mandando in frantumi, uno dopo l’altro, i bicchieri in cui questi avevano bevuto. La direzione, spiegava, non li avrebbe più usati perché erano stati contaminati dalle labbra di gente dalla pelle scura.......
questo, purtroppo, accadeva non molto tempo fa al grande Parker...
quello che narri non mi stupisce ...
pazienza e perseveranza ;)
Just, se non si ha nulla da dire, si può evitare di fare della retorica spicciola con "citazioni vintage"...
E' un tentativo di riflettere sulla situazione complessiva di chi lavora (o cerca di farlo) con la musica
e la dimensione complessiva utenza (pubblico)/gestori/organizzatori in Italia e ora.
Ste, oltre alla situazione dei locali, che come descrivi mi sembra abbastanza "omogenea" in tutta la ns. penisola,
con qualche isolata eccezione, qua e là, siamo in una situazione in cui anche "realtà istituzionali",
festival e rassegne "storiche" si trovano a "tirare i remi in barca" e a non sapere se e/o fin quando potranno esistere/resistere...
Poco piu' di 3 anni fa (2008), Ilaria Scattina, ha girato un documentario sulla disastrosa situazione della musica live in Italia:
pur non essendo un documento esaustivo, mette in luce, tuttavia, diverse problematiche che tutte insieme fanno un mix abbastanza esplosivo
e deprimente, in cui probabilmente quello che assistiamo oggi è piu' un effetto che una causa...
la crisi, poi, sembra il paravento con cui giustificare tutto, in senso peggiorativo...un'altra "pezza" lanciata verso una decadenza da "basso impero"...
http://vimeo.com/2687833
Vediamo, nei limiti del possibile, di evidenziare complessivamente le cause di questo lento disastro, cercando di comprendere
i vari aspetti e magari prospettare se e in che modo possono crearsi nuovi scenari: se tutto sta crollando, forse qualcos'altro
dovrà pure rinascere, con basi diversificate...e quali possono essere? I "musici" son quelli che per primi dovrebbero prospettare
delle possibili soluzioni o alternative...anche perchè solo lamentarsi, come sempre e in ogni caso, non porta da nessuna parte.
probabilmente Just evidenziava che da sempre i musicisti hanno avuto grandi difficoltà .
(a tutti i livelli soprattutto se non si trattava di musica che facilmente raggiungeva il grande pubblico)
trovo che la musica sia tristemente sottovalutata e in un momento di crisi siano i musicisti a soffrire più di altri.
Il jazz, ma anche altre forme musicali, sembrano sopravvivere solo quando nasce un felice connubio tra la passione e volontà di qualche organizzatore, accompagnato da un utile apporto del pubblico/privato a sostegno.
Mano a mano che vengono meno ed escono di scena certi personaggi, i festival, e le iniziative da quat'ultimi organizzati, se ne vanno con loro.
Sicuramente è un problema di cultura musicale, di un mancato sostegno pubblico ad alti livelli, della crisi, e di tutto il resto che più volte ci siam detti. Personalmente però, ho il dubbio che la componenete maggiore sia proprio l'assenza di persone che metteno in quello che fanno passione, che si impegnano per creare qualcosa.
L'ho vissuto direttamente più volte, un corso jazz con lezioni e jam finale, grazie alla disponibilità di alcuni locali poi naufragato per via della svogliatezza di alcuni, la banda cittadina che rischia il naufragio non per assenza di fondi (allora, non oggi....ndr) ma per la scomparsa di un paio di bandisti che si occupavano praticamente di tutto e con nessuno disposto a prenderne il posto.
ecco,secondo me,il nocciolo della questione...per non parlare dei media...da noi viene soloCitazione:
Originariamente Scritto da New York nights
propinata musica leggera 24h su 24 salvo rare eccezzioni la sera tardi;c'è stato
un assottiglimaento (non trovavo le parole) culturale molto marcato negli ultimi anni e questo
è innegabile.Per quanto riguarda la crisi...bè...è dappettutto in europa,però altrove non ci sono stati tagli alla cultura come da noi,all'etstero investono sempre in cultura...
questoè il mio punto di vista..
l'episodio 'citato' mi sembrava emblematico per sottolineare quello che hai inteso e ribaditoCitazione:
Originariamente Scritto da fcoltrane
chiedo venia se sono apparso retorico
La musica ben fatta (musica classica, pop, jazz, progressive, rock) andrà avanti con maggiori difficoltà ma andrà avanti. I modi di far musica credo cambieranno, dovranno per forza cambiare, ma obbligheranno coloro che di musica vivono a reinventarsi o a proporre cose nuove.
Cercare formule dove le arti si "sposano": musica-letteratura-pittura-danza possono interagire e mostrare un tangibile risultato del continuo divenire del genio creativo umano.
Cercare formazioni originali: nell'ambito musicale chi avrà originalità, pur nella semplicità di un progetto presentabile perché come spesa è ancora affrontabile economicamente dai gestori dei locali, avrà la possibilità di farsi ascoltare.
Importante sarà spingere chi legifera ad alleggerire gli orpelli dei balzelli che gravano sulla musica dal vivo (SIAE ENPALS) almeno per le categorie sotto la soglia minima di reddito, oppure dare la reale possiiblità di esibire un prodotto gratuitamente nel caso in cui per es. non vi sia altro che rimborso spese.
Infine cercherei di incrementare la diffusione dell'offerta didattica popolare: aumentiamo il gusto di imparare la musica e di fare musica da parte della gente che, a mio avviso, avra più tempo per affinare la propria musicalità e per imparare a suonare (possibile che di popolare ci sia solo il ballo? Le bande dove son finite?).
Sono d'accordo sulla necessità di aumentare la cultura musicale di base. Chi sa apprezzare la musica (di qualsiasi genere) magari qualche volta preferisce rinunciare ad una serata in pizzeria a favore di un concerto.Citazione:
Infine cercherei di incrementare la diffusione dell'offerta didattica popolare: aumentiamo il gusto di imparare la musica e di fare musica da parte della gente che, a mio avviso, avra più tempo per affinare la propria musicalità e per imparare a suonare (possibile che di popolare ci sia solo il ballo? Le bande dove son finite?).
Per quanto riguarda le bande (almeno qua al nord), vivendo praticamente solo di volontariato, sono in genere molto discontinue e tante volte la formazione musicale viene un po' trascurata.
A Padova e Vicenza sopravvivono le rassegne più importanti, magari perché dietro hanno sponsor di un certo spessore (cito il Porsche Live a PD che si è svolto pochi giorni fa, o il Vicenza Jazz Festival in maggio) o perché un locale è riuscito a crearsi un bel giro (il Panic Jazz di Marostica ad esempio).
Sono però appuntamenti che chiamano artisti di grande attrattiva e ben noti, mentre latitano le occasioni per sentire (io vado a sentire) tanti altri artisti meno noti e qualche volta meno "scontati".
Anche per gli altri generi musicali la situazione è difficile, direi tragica. Un articolo di qualche tempo fa che descrive la situazione dei locali a Vicenza è questo e purtroppo è estremamente realistico
http://www.nuovavicenza.it/2011/12/tutt ... rockeggia/
beh, i grandi nomi piu' o meno non fanno fatica a suonare anche da noi perche' il richiamo degli appassionati e' per fortuna forte e quindi sia le rassegne all'aperto sia nei locali c'e' sempre il tutto esaurito e quindi l'organizzatore/proprietario del locale e' sempre contento. Il problema vero rimane per noi gente comune di semiprofessionisti/professionisti non conosciuti che non possiamo con il nostro nome riempire le sale e allora le occasioni sono sempre molto scarse. Il piu' delle volte il proprietario si aspetta che sia tu a portargli gente, ma il tuo ruolo e' quello di suonare non di fare il pierre, quindi dopo un paio di volte ti lascia a casa.
Verissimo; che poi, a me appassionato ascoltatore, piace andar a sentire sia i grandi artisti internazionali ma anche musicisti meno acclamati: ho assistito a concerti bellissimi suonati in posti sconosciuti
Una parte della colpa secondo me va anche (almeno a PD) ai quotidiani, che nella pagina degli spettacoli spesso menzionano solo gli eventi più importanti o quelli che si svolgono nei soliti locali, ma agli altri non dedicano neanche una riga. Mi è capitato di sentire bei concerti solo grazie al passaparola, magari casuale... A Vicenza invece il quotidiano locale fa una meritoria opera di diffusione di tutto quello che gli arriva in redazione
Per come la vedo io... la musica e i vari format musicali sono comunque soggetti alle leggi di mercato... e parliamo di intrattenimento.
È giusto che il promoter abbia un qualche tipo di "ritorno" di qualche tipo.
Piuttosto spesso invece è il promoter a essere poco competente.
Generalmente, il costo non è un problema dipende qual è il "ritorno" per il promoter.
Qui si chiama in causa il tipo di format che il musicista (o chi per lui) propone al promoter... e come viene proposto e pubblicizzato.
Nessuno fa niente per niente.
Quindi per me "tempi duri per la musica dal vivo" a me non dice niente: chi vende "qualità", non ha mai problemi... il problema è capire come vendere questa qualità e come far sì che questa "qualità" abbia visibilità e grande partecipazione da parte del pubblico.
Questo vale anche a bassi livellli...