Cosa ne pensate del jazz europeo?
Vorrei lanciare un sondaggio sul Jazz Europeo e strutturarlo su delle "tracce"....che ognuno di voi può scegliere e...."improvvisare"....
1) Quando/come/perchè ritenete o no che si possa parlare di jazz europeo.
2) Linee di demarcazione: analogie/differenze/convergenze col jazz afro-americano.
3) Linee di sviluppo: rapporto scrittura-improvvisazione
4) Linee nazionali: musicisti/gruppi/lavori significativi - apporti, collaborazioni, differenze
Intervenite numerosi...
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
Rivitalizziamo questo thread! mi sembra interessante!
Ottima sintesi di Martine!
Aggiungerei qualche nome di contemporanei Europei, in ordine sparso:
Eberhard Weber, Edward Vesala, Jan Garbarek, Scott Hamilton, Tomasz Stanko, Bobo Stenson, Alexander Von Schlippenbach, John Surman...
A mio avviso tutti grandissimi compositori e strumentisti! Forse la cosa che appare più interessante ascoltando la loro musica, è che hanno un approccio più svincolato dai canoni del mainstream attuale (Hard Bop); mi sembra che il jazz europeo abbia fatto tesoro delle esperienze del jazz (dal New Orleans al Free), e che si sia lasciato colorare dalle estese e profonde radici culturali della musica Europea, incluse il folk popolare nordico, o la musica colta degli ultimi secoli.
In particolare ho l'impressione che i musicisti europei che hanno abbracciato l'idioma Jazz abbiano quasi tutti una grande conoscenza musicale che proviene dalla tradizione classica, in particolare per l'uso dello strumento. Pensate che il Jass Creolo di inizio del '900 era suonato da musicisti che per lavoro erano in grandi orchestre sinfoniche o d'opera; quando a New Orleans subentrarono le leggi razziali, questi musicisti si ritrovarono emarginati, e costretti ad adattarsi a suonare in ambienti ben diversi, segregati, quindi a suonare musiche da ballo, con poliritmie di origini africane e le influenze del Blues provenienti dal Delta del Mississipi...
In USA, come anche in Eu, ora esistono molte scuole specifiche di Jazz, il che può essere un gran bene, innalzando la qualitÃ* esecutiva degli strumentisti, ma allo stesso può diventare limitativo se i musicisti non si lasciassero influenzare anche da altre forme ed idiomi per poi reinterpretarle (impara l'Arte e mettila da parte)...
In Italia ci sono sicuramente ottimi musicisti Jazz tra i quali: Dado Moroni, Enrico Rava, Giorgio Gaslini, Franco Ambrosetti, Paolo Fresu, il giovane talento Francesco Cafiso, il compianto Massimo Urbani... Il problema è che in Italia la cultura della musica è veramente un ... disastro! e la cosa fa ancor più rabbia se si pensa alla grande tradizione musicale di questo paese! Se negli USA i giovani ragazzi prendono in mano uno strumento giÃ* alle elementari (da Armstrong a Coltrane), qui gli insegnanti di musica nelle scuole pubbliche hanno ben altri grattacapi da affrontare, oltre all'assoluta ignavia ed arroganza dei giovani 'studenti'!
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
Pieranunzi, Rava, Fresu, Tonolo pianista, Tonolo saxman, Bollani, Gatto(ha vinto il premio come miglior batterista l'anno scorso), Antonello Salis, ecc ecc.... Senza sprecare tante parole, la crema della crema è a casa nostra.... e poco lontano Petrucciani non ha e non avrÃ* mai un degno rivale, per l'eternitÃ* e in qualunque dimensione.....
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
Dici bene: Petrucciani è grandioso! La Francia ha una profonda tradizione jazz, e non a caso i musicisti Americani che hanno vissuto in Europa se ne stavano/stanno lì. Django Reinhardt e Grappelli (The Hot Club Of France Quintet) hanno piantato il seme (e Grappelli veniva dall'Accademie)... Anche se in Italia il professionismo jazz si è sviluppato solo in seguito, ora vi sono sicuramente molti musicisti di grande talento: ascoltavo ora Cocco Cantini che non conoscevo, e sono rimasto folgorato dalla sua bravura e raffinatezza tecnica. Ma.... remma! :saxxxx)))
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo...il termine "jazz europeo" oggi non ha piu' senso...se non nell'identificare quella stagione (grosso modo fra il 1964 e gli anni '70) in cui certi musicisti europei cercarono di "liberarsi" del grosso fardello della propria lunghissima e densissima tradizione culturale e musicale per avventurarsi nei meandri della libera improvvisazione...quasi facendo da contraltare e forse un po'..."marameo"... alla cultura accademica del tempo, dominata da una massa sterminata di serialisti, strutturalisti...in Italia Berio, Nono, Rotondi...in Germania Stockhausen ecc.
Il jazz, oggi, è una sorta di "nouvelle" arca di Noè...in cui sono "imbarcati" musicisti con tendenze e orientamenti tra i piu' svariati che vanno dalle lusinghe piu' commerciali (lounge, nu jazz, smooth jazz ecc.), agli afecionados dei bei tempi andati (swing, bop, mainstream ecc.) alla "proto-avanguardia postuma" alle sedicenti/seducenti attrattive offerte dalla world music "riveduta e corretta"... Mi dispiace deludere i "laudatores temporis acti"...ma purtroppo quando un orientamento creativo, un modo di percepire la musica ma anche la vita quale era il jazz dei bei tempi...diventa materia accademica vuol dire che la sua funzione storica è stata assolta... tutto ciò prodotto diventa "rieseguibile", "rifruibile" al pari di una partitura di Mozart, Prokofiev ecc. perchè se ne è ricavato un metodo, delle regole, delle funzioni esecutive ovvero una tradizione che comporta la standardizzazione delle performances perchè è "così che si fa..." Insomma, come non si può "reiventare" nulla risuonando eternamente la V^ di Beethoven come "Blue Monk"!!!
Altri approfondimenti riguardanti il "jazz europeo" li affronterò in prossimi post...non vorrei che scada il tempo...e...
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
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Originariamente Scritto da juggler
Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo...il termine "jazz europeo" oggi non ha piu' senso...se non nell'identificare quella stagione (grosso modo fra il 1964 e gli anni '70) in cui certi musicisti europei cercarono di "liberarsi" del grosso fardello della propria lunghissima e densissima tradizione culturale e musicale per avventurarsi nei meandri della libera improvvisazione...quasi facendo da contraltare e forse un po'..."marameo"... alla cultura accademica del tempo, dominata da una massa sterminata di serialisti, strutturalisti...in Italia Berio, Nono, Rotondi...in Germania Stockhausen ecc.
Per il ritardo non sei scusato! Oltre i 10.416 .beats in web tempo accademici gli studenti sono giustificati nel lasciare l'aula! ;) Dici delle cose molto vere, ma in un modo, scusami, assolutistico, e vale anche per ciò che segue delle tue considerazioni. Si percepisce che hai una profonda conoscenza del soggetto, ma mi sembra che tu abbia sviluppato una certa intransigenza, senza tener conto, IMHO, delle motivazioni e passioni personali dei musicisti coinvolti in questa forma espressiva. Lo so, sarebbe forse troppo lungo e complesso il discorso, dovendolo affrontare nei dettagli per ogni singolo musicista attivo...
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Originariamente Scritto da juggler
Il jazz, oggi, è una sorta di "nouvelle" arca di Noè...in cui sono "imbarcati" musicisti con tendenze e orientamenti tra i piu' svariati che vanno dalle lusinghe piu' commerciali (lounge, nu jazz, smooth jazz ecc.), agli afecionados dei bei tempi andati (swing, bop, mainstream ecc.) alla "proto-avanguardia postuma" alle sedicenti/seducenti attrattive offerte dalla world music "riveduta e corretta"...
Anche qui, pur condividendo in pieno la tua analisi, per me è difficilissimo esprime giudizi: dato il presupposto che la musica Jazz nasce dalle influenze poliritmiche e dai cantastorie Africani, unite alla struttura armonica tonale, si dovrebbe fare un'analisi filologica dell'idioma, per confermare o negare l'appartenenza del dialetto a quell'idioma, appunto.
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Originariamente Scritto da juggler
Mi dispiace deludere i "laudatores temporis acti"...ma purtroppo quando un orientamento creativo, un modo di percepire la musica ma anche la vita quale era il jazz dei bei tempi...diventa materia accademica vuol dire che la sua funzione storica è stata assolta... tutto ciò prodotto diventa "rieseguibile", "rifruibile" al pari di una partitura di Mozart, Prokofiev ecc. perchè se ne è ricavato un metodo, delle regole, delle funzioni esecutive ovvero una tradizione che comporta la standardizzazione delle performances perchè è "così che si fa..." Insomma, come non si può "reiventare" nulla risuonando eternamente la V^ di Beethoven come "Blue Monk"!!!
Parole Sante! A conferma di quanto dici c'è l'anèddoto di Beethoven che preso un proprio foglio di musica durante un concerto, lo rovesciò ed improvvisò un'intera composizione su questo nuovo tema. L'improvvisazione non appartiene solo al Jazz, ma faceva parte anche della cultura musicale Europea. Nel jazz l'improvvisazione (rif. Paul Berliner, Thinking In Jazz: The Infinite Art Of Improvisation) rimane comunque una caratteristica strutturale fondante: in questa il vero artista, pur potendo citare frasi o addirittura semplici battute di altri artisti, deve esprimere i propri concetti! proprio come nel linguaggio si condividono le parole e la costruzione grammaticale, ma quando si usa si esprimono i propri pensieri relativi all'argomento, nel jazz questo è il tema o la melodia. Per continuare nell'analogia, potrei imparare a memoria l'orazione funebre di Antonio dal Giulio Cesare di Shakespeare ed usarla, che so, al funerale del mio gatto, ma questo non giustificherebbe il mio essere Antonio e tanto meno l'essere del mio gatto (Cesare): ovvero, il tempo ed il contesto vanno contemplati e valutati su solide conoscenze.
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Originariamente Scritto da juggler
Altri approfondimenti riguardanti il "jazz europeo" li affronterò in prossimi post...[...]
Non avevo capito che questo thread fosse una trappola per noi ignoranti :lol: dove avremmo dovuto subire le taglienti lezioni del ns dotto giocogliere :!: :zizizi))
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
Si possono accettare tutte le polemiche, anche le piu' feroci, perchè ciò fa parte della dialettica e scambi di visioni fra individui...ma non si possono proiettare su persone che non si conoscono intenzioni in modo paranoide e strumentale con toni ridanciani e da megalomane!
Sax'O...prima di vedere "trappole immaginarie" come un novello Don Chisciotte...dovresti vedere quelle in cui ti cali da solo
senza il complotto di chicchessia...GiÃ* nel post "Algoritmo del Jazz"...circa l'aforisma di Lacy su composizione e improvvisazione...hai citato Gil Evans...proponendo la lettura di un'intervista a Bill Evans (proprio la stessa cosa...) visto che ti trovavi potevi citare anche Bill Evans (saxman)...William Evans (alias Yuseef Lateef) e perchè no...a quel punto anche Zorro, Mazinga Z e Moana Pozzi...con conclusione finale di Pat Evans, povero nero sfigato della Bowery, che quando è fatto di efedrina ed alcool lancia aforismi musicali contro il cielo! Faresti bene prima di "sparare" citazioni e parole a casaccio...a far silenzio fra il rumore dei tuoi pensieri...per ridare qualche connotazione di senso agli stessi!
Riguardo alle accuse, poi, di assolutismo e intransigenza...quel periodo (anni '60/70) erano anni in cui si viveva come sulle barricate...c'era stato il '68...sono seguiti gli anni di piombo...allo stesso modo nelle Accademie musicali e soprattutto nei Conservatori italiani...il jazz era considerata una musica da night, da balera, volgare e non degna di alcuna considerazione...
Gaslini (che mai si finirÃ* di ringraziare...) dovette subire l'umiliazione piu' volte di non essere neanche ascoltato quando andava a proporre corsi di jazz nei Conservatori...il M° Fasano che alla fine degli anni '60 diventò direttore del Conservatorio S.Cecilia, gli propose di aprire un Corso sperimentale di Musica Jazz che ebbe un successo straordinario...con una cinquantina di iscritti e parecchie migliaia di uditori, fra i quali c'erano Urbani, Giammarco, Vittorini, Liguori...giusto per citarne alcuni...dopo qualche anno, diventò direttore Iacopo Napoli (c'è un suo testo orribile di armonia che ancora viene usato nei Conservatori) e incurante del successo del corso lo soppresse senza troppe discussioni... Non ho espresso giudizi di merito su nessun musicista, ma sintetizzato la temperie di un epoca...
Riguardo alla tua definizione sulla nascita del jazz...potevi usarne una piu' aggiornata...quella che citi è vetusta e superata...potrebbe essere applicata anche a quanto è successo musicalmente in Africa...ma in Africa, non è successo nulla di paragonabile ad una 3^via chiamata jazz o a qualcosa ad essa assimilabile...l'esegesi della nascita del jazz è un rompicapo sul quale ancora dibattono fior di studiosi e musicologi...una delle ragioni è che ancora non si riesce a stabilire con esattezza in che modo fra gli afro-americani c'è stato il passaggio dalla musica vocale a quella strumentale...e poi l'Africa è un continente...quali sarebbero questi africani di cui parli? L'Africa ha grandi tradizioni musicali e molto diversificate fra loro...
E poi ciò che affermo sul jazz di oggi...non è un'analisi ma una constatazione...basta confrontare le locandine di Umbria Jazz
della fine anni '70, primi '80..con quelle delle ultime edizioni...è un intero mondo che è cambiato e modi di considerare quella musica chiamata jazz o che si insiste a chiamare ancora così...
Ti "intruppi" troppo facilmente da solo perchè qualcuno possa tenderti...delle trappole...sei troppo abile a creartele da solo!
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
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Originariamente Scritto da juggler
Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo...il termine "jazz europeo" oggi non ha piu' senso...
Probabilmente ha solo cambiato di significato, quello che era un distinto movimento musicale nel peiodo specificato, e' diventato in linea di massima un termine quasi geografico, viene spontaneo (e lo faccio anche io dall'alto della mia ignoranza) attribuire nomi e personaggi anziche' specificare un prorio stile musicale.
Non so voi se sento Tonolo e Redman cerco di capire dove vogliono arrivare e se mi piace quello che fanno, non sono in grado e non mi interessa neanche dire "Ah questo si che e' europeo" o altro.
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Originariamente Scritto da juggler
purtroppo quando un orientamento creativo, un modo di percepire la musica ma anche la vita quale era il jazz dei bei tempi...diventa materia accademica vuol dire che la sua funzione storica è stata assolta... tutto ciò prodotto diventa "rieseguibile", "rifruibile" al pari di una partitura di Mozart, Prokofiev ecc. perchè se ne è ricavato un metodo, delle regole, delle funzioni esecutive ovvero una tradizione che comporta la standardizzazione delle performances perchè è "così che si fa..." Insomma, come non si può "reiventare" nulla risuonando eternamente la V^ di Beethoven come "Blue Monk"!!!
Il "cosi' che si fa..." inteso forse come applicare principi come ad esempio L'Aebersold e solo un modo per partire, nessuno e' nato "mostro", anche quelli bravi hanno avuto bisogno di guide, esperienze e punti stabili.
Parker ha iniziato suonando su Pres e Hawkins, poi ha sviluppato il suo linguaggio e guarda dove e' arrivato.
Coltrane non ha avuto vita facile con il primo quintetto di Davis, critici e fans chiedevano a Davis la sua testa, in seguito e' maturato velocemente come la pianta della piccola bottega degli orrori.
Anche oggi chi inizia a improvvisare guarda al passato, perche' per capire dove vuoi andare devi capire da dove vieni.
C'e ancora tanto da dire e ascoltare, io a livello di ascolto e di modernita' mi fermo al free e all;ultimo Coltrane, quello che e' venuto dopo onestamente faccio fatica a digerirlo ma ci sto provando.
I musicisti di oggi hanno guadagnato strumenti meccanicamente migliori, infiniti modi di apporofondire nozioni e insegnamenti ma purtoppo per loro le possibilita' di avere esperienza sul campo sono ben piu' scarse di una volta.
Prendi per esempio la foto di "A great day in Harlem", credo che quello sia stato in termini di popolarita' l'apice raggiunto dal jazz,dopo di quello un lento declino in termini di popolarita' e purtoppo l'associazione per il grande pubblico di Jazz = musica elitaria.
Adesso basta scrivere, perche' la musica va suonata + che parlata..
Ciao
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
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Originariamente Scritto da juggler
...dopo qualche anno, diventò direttore Iacopo Napoli (c'è un suo testo orribile di armonia che ancora viene usato nei Conservatori)
Mamma mia quanto hai ragione...quel testo fa davvero ridere...!!
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
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Originariamente Scritto da juggler
Si possono accettare tutte le polemiche, anche le piu' feroci, perchè ciò fa parte della dialettica e scambi di visioni fra individui...ma non si possono proiettare su persone che non si conoscono intenzioni in modo paranoide e strumentale con toni ridanciani e da megalomane!
juggler, tieni conto che la traduzione di una conversazione digitata con la tastiera rischia sempre di perdere il tono (a questo servirebbero le emoticon), e purtroppo rileggendo il mio messaggio di cui sopra capisco ora che tu possa aver frainteso, appunto, il tono con cui cercavo di aprire un dialogo: si può certo dire lo stesso di quello che tu scrivi nei miei riguardi, e non hai neppure introdotto nessuna emoticon per cercare di comunicare a chi legge anche l'emozione, appunto... Per il resto non voglio assolutamente polemizzare, e quindi non posso far altro che leggere con interesse le tue constatazioni e seppure le condivida, vorrei allo stesso modo che fossero in qualche modo sbagliate, non perchè le scrivi tu, ma perchè il fascino che esercita su di me questa forma di espressione artistica è tale che mi farebbe sperare in un jazz (Europeo, Americano, Africano) non ormai cosa del passato, un'arte accademica, ma vivo e che sa trasmettere ancora quel fascino...
Tante Belle Cose.
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
Sax'O...ricambio l'augurio con grande sinceritÃ*...sarÃ* per una "deformazione disciplinare" e forse anche generazionale...ma non mi trovo nell'uso degli emoticon...e questo può essere un mio limite... al di lÃ* della polemica che è scaturita fra noi, ti ritengo persona motivata, intellettualmente vivace e che ama la musica. Ciò che piu' mi ha "infastidito" è stata la tua chiusa finale...perchè non do dell'ignorante a nessuno per partito preso, nè tendo trappole...emoticon o non emoticon...siamo tenuti ad "approfondire" il ns. pensiero per fasi successive per questioni di spazio e di tempo e anche per lasciare ad altri di fornire elementi per ulteriori riflessioni e spunti argomentativi...questo è sempre un forum...
Alla prossima...
Re: Cosa ne pensate del jazz europeo?
Caro Giocogliere,
infatti ti dicevo che capivo il motivo del fraintendimento: nella chiusa finale "noi ignoranti :lol: ", ero appunto io a scriverla, ed era più intesa come 'la risata dello stolto' e non come 'la risata dell'arrogante', ma è più che comprensibile che tu l'abbia interpretata male (le emoticon sono un approssimativo modo di 'colorare' il tono di una frase, comunque)... come giustamente dicevi, mi creo da me stesso le trappole in cui poi cado! ;)
Ciao