Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Non sapevo dove mettere il topic e lo messo qui.
Quanto è importante saper intonare note o intervalli cantando?
Ogni sera io mi alleno prendendo brani facili a caso e li suono col pianoforte mentre li canto.Mi diverto molto, ma é tanto importante per il sax?
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
direi Fondamentale! altrimenti il sax ti risulta quasi sicuramente stonato..
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Peró non la trovo molto semplice la cosa!Ho problemi a salire più in alto del do centrale.le note acute nn riesco a cantarle :mi fa male la gola!
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Poi ogni volta che credo di ricordarmi le note non le ricordo
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
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Originariamente Scritto da Saxsoprano99
Peró non la trovo molto semplice la cosa!Ho problemi a salire più in alto del do centrale.le note acute nn riesco a cantarle :mi fa male la gola!
Semplice: se vai troppo in alto scendi di un ottava e se troppo in basso alza di una ottava (il contenuto melodico rimane pressoche' invariato)....penso che avrai gia' utilizzato questo "trucchetto" da te (senza magari accorgertene).
Sarebbe piu' utile se utilizzi il solfeggio invece del "Na Na Na" o "La La La" che canticchiano molti molti sotto la doccia...dare un nome specifico a ciascun suono secondo me aiuta a memorizzare con piu' precisione.
Ci sarebbe il convenzionale solfeggio che e' relativo al grado della scala (il Do per esempio e' sempre il primo ed il SOL e' sempre il quinto grado).
Io invece ho preferito adottare un solfeggio assoluto - mi sa che sono l'unico al mondo ad utilizzare un metodo simile?
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Io quando canto dico sempre il nome delle note!cos'è il solfeggio assoluto?
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
E come chiami il DO# scusa? Usi il solfeggio relativo e lo integri in qualche altro nome - uno dei sette (do,re,mi,fa,sol,la,si) pero' si da' il caso che abbiamo 12 toni e 5 di questi non hanno un nome proprio...
Col solfeggio assoluto tutte le 12 note in una ottava hanno un nome....
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Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Io il do#, quando solfeggio, lo chiamo do (o anche re, a seconda dei casi) ma mentre lo dico/penso ho ben presente che si tratta del diesis (o bemolle). Funziona anche cosi'! ;)
Per tornare alla domanda principale: e' molto utile, soprattutto per l'improvvisazione.
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Perche' se la base sta suonando, ad esempio, | D-7 G7 | C7 | e tu improvvisi con la voce, un conto e' cantare e basta ed un altro contro e' per esempio pronunciare mentre si canta ReMi FaSol DoLaSoooool.....
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Anchio faccio come re minore per i #/b
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
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Originariamente Scritto da Saxsoprano99
Anchio faccio come re minore per i #/b
Se leggi nuovamente il mio precedente messaggio ho indicato esattamente che il solfeggio che fai tu e Re Minore e' quello "relativo" - infatti e' apparentemente l'unico tipo di solfeggio convenzionalmente accettato e' di per se' utilissimo. Io sto usando invece una alternativa che chiamo Solfeggio Assoluto poiche' si distacca dalla tonalita' ed introduce nomi per tutte le 12 note in una ottava - tu al momento devi addottare il nome di DO per un C# (o anche RE o MI o altro...) col solfeggio assoluto hai la scelta di utilizzare il nome "PA" per il C# (e' chiaro che ci sono altri 4 nuovi nomi per le altre note "nere").
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
Ti sbagli. Il solfeggio relativo e' un'altra cosa: nel solfeggio relativo si pronunciano gli intervalli, e non le note, chiamandoli con i nomi delle note (sembra paradossale, ma non lo e'). Io invece parlo proprio di solfeggio assoluto, ma invece di usare un termine specifico per il do# uso sempre il termine do (o re), anche se ovviamente so che e' un diesis (o un bemolle). Del resto, se leggo una nota sul III spazio di una partitura, preceduta da un #, la leggo (e penso) "do diesis", e non con un altro nome.
E comunque i concetti di solfeggio assoluto e solfeggio relativo trascendono l'uso o il non-uso di termini specifici per le note alterate: tant'e' che puoi fare sia solfeggio assoluto che relativo con nomi specifici per le note alterate oppure senza.
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
scusa ma cosa intendi dire con: "...nel solfeggio relativo si pronunciano gli intervalli.."?
Qua magari ci sono problemi di definizione...per come ho capito io, esiste un tipo di solfeggio col DO mobile - questo l'ho chiamato "relativo" dal momento che un F# puo' essere cantato come DO.
Il solfeggio che ho adottato io e' assoluto nel senso che il nome usato per cantare le note non cambia mai - ciascuna delle 12 note in una ottava e' assegnato un nome specifico - mentre nel solfeggio "assoluto" convenzionale si usano nomi alternativi per il F# ed il Gb per esempio che indeboliscono il senso assoluto dal momento che 7 note hanno un nome unico mentre le altre 5 (quelle nere) hanno due nomi...questo per mantenere una certa consistenza con l'uso dei diesis e dei bemolle (ci si guadagna da un lato ma perde nell'altro).
Re: Quanto è importante saper cantare note e intervalli?
> per come ho capito io, esiste un tipo di solfeggio col DO mobile - questo l'ho chiamato "relativo" dal momento che un F# puo' essere cantato come DO.
Giusto! In pratica chiami "do" il primo grado (ed anche l'ottavo, ovviamente), "re" il secondo (ed il nono) e cosi' via... quindi quando canti la sensibile della scala in cui ti trovi dici "mi" (se maggiore), indipendentemente dalla scala. Quindi in realta' pronunci gli intervalli, e non le note. Questo e' proprio il solfeggio relativo.
Io invece faccio (male, molto male) solfeggio assoluto: se dico "sol" quello e' proprio un "sol"(*) e non e' "il quinto grado della scala in cui mi trovo in quel momento". Il significato di "assoluto" e "relativo" e' proprio questo: nel solfeggio assoluto se dici "sol" e' un sol d'effetto (indipendentemente dal grado che quella nota ricopre nella tonalita' corrente), nel solfeggio relativo se dici "sol" stai dicendo "il quinto grado della tonalita' corrente" indipendentemente dalla nota d'effetto che stai cantando.
Per questo dicevo che "solfeggio relativo vs assoluto" e' ortogonale rispetto a "nomi specifici per ogni nota vs uso di # e b": sia in solfeggio assoluto che relativo puoi usare sia i nomi specifici che i # e b.
(*) In realta' io se dico "sol" sto in realta' cantando un Sib vero, visto che ormai suono solo il sax alto e penso "gia' trasposto", ma questo e' una ltro discorso.