• Dario Cecchini

    Autore: Alessio Beatrice


    Nuova intervista di Sax Forum con i grandi saxofonisti contempornei. Vi presentiamo l'intervista al fondatore e baritonista dei Funk Off, la più famosa marchin' band italiana che molti di voi avranno visto anche per le strade di Perugia durante Umbria Jazz : Dario Cecchini. Lo ringraziamo per la disponibilità e simpatia e vi lasciamo alle sue parole. Buona lettura.


    - Dario, com'é nata la tua passione per la musica? I tuoi studi?

    Vengo da una famiglia di appassionati di musica e in casa si è sempre ascoltato jazz e musica brasiliana. Mio padre suona diversi strumenti e mio zio la batteria, infatti ho cominciato proprio suonando la batteria da piccolo. Poi a 14 anni iniziai a studiare anche il saxofono tenore per suonare nella banda di Vicchio, il mio paese. Per diversi anni suonai un po' tutt'e due gli strumenti senza decidere a quale dedicarmi veramente. Finito il liceo decisi per il saxofono e successivamente iniziai a studiarlo seriamente. Feci diversi seminari a Siena Jazz, studiai al Cam di Firenze con Mauro Grossi e Alessandro Di Puccio. Parallelamente frequentai anche il Conservatorio di Firenze dove poi mi sono diplomato.


    - Ed il progetto Funk Off? E' nato da una tua (devo dire geniale) idea, ne sei oltre che musicista anche il direttore musicale.


    Intanto grazie per il geniale! Non lo so quanto sia geniale… è un’idea che ho avuto mentre dirigevo una prova della Ballroom Dance Band ed è in qualche maniera il frutto della mia formazione e delle mie precedenti esperienze. Comunque è andata così: verso la metà degli anni 90 dirigevo questa Big Band del CAM, la scuola di musica jazz fiorentina.

    Doveva essere una formazione di Big Band classica ma che non suonasse brani del repertorio jazzistico ma che piuttosto tentasse di fondere il jazz con gli altri rami della black music, soprattutto funk e soul ,mirata al ballo e al ritmo. Fu così che cominciai a sperimentare un po’ di idee nell’arrangiamento, nel ritmo e successivamente nella composizione, che poi ho portato nei Funk Off. Inoltre in quegli anni suonavo in formazioni di altissimo livello, ma che spesso sentivo non si concedessero completamente alla musica come partecipazione e emozione.

    Da qui l’idea della Marchin’ Band che unisse alla musica il movimento, per enfatizzare la partecipazione emotiva e quindi riempire quel vuoto che sentivo. Ovvio che per fare una cosa del genere avevo bisogno di fare tante prove e per questo pensai a tutti ragazzi di Vicchio, il mio paese, con i quali già collaboravo in vari contesti e nei quali vedevo grosse potenzialità sia musicali che umane, essendo tutti noi molto amici.



    - Ai vostri concerti i fan possono comprare una chiavetta USB per accedere a contenuti speciali sul vostro sito. Un' idea carina ed innovativa, specialmente per un gruppo che non usa strumenti elettronici. Che cosa ne pensi della musica nell'era digitale?


    Sì, questa idea della chiavetta non è mia, è di Paolo e Luca rispettivamente trombettista e piattista dei Funk Off. Per me è una bellissima idea! Chi ha la chiavetta può, attraverso un codice, entrare in un’area riservata del sito Funk Off. Fra l’altro trovo che ci si debba adeguare ed essere attivi nei confronti della musica, come dici tu, nell’era digitale. La cosa che più salta agli occhi, lo vedo anche con i miei figli, è che le giovani generazioni non hanno quel rapporto che noi avevamo con il vinile e poi anche con il CD, cioè il gusto dell'oggetto, il gusto di leggere tutte le note di copertina, i musicisti, i ringraziamenti ecc ecc….. Oggi comprano su internet, hanno gli Mp3… è tutto diverso. Questo ovviamente ha portato ad una diminuzione delle vendite dei CDs in tutti i tipi di musica, non solo nel jazz. Però su i portali digitali la musica si vende ancora e va bene. E per me anche i dischi si possono vendere, basta fare concerti! Di questo si sono accorti tutti, compresi i discografici. Il problema al momento, dovuto a questa crisi che attanagli tutto il mercato e non solo discografico, è che anche le possibilità di fare i concerti sono diminuite.


    - Tre album che non possono mancare nella discoteca di un saxofonista? (a parte i vostri! )


    Ahaha!! Mah… i nostri potranno anche mancare no? :D
    Comunque… domanda difficilissima… te ne dico 3 che piacciono molto a me… ovvio che ne potrei dire molti altri. E comunque non considero mai solo il saxofono, considero il sound del disco, lo spessore della musica, la compattezza della band, l’idea. Ecco qua, in ordine casuale: John Coltrane – Giant Steps, Sonny Rollins – Way Out West, Joe Henderson – Lush Life.
    Lo so che sei stupito! Tre albums di tenoristi e nemmeno uno di baritonisti! Ok, ne aggiungo uno… posso? ;) Pepper Adams – The Master.


    - I Funk Off sono attenti anche alla solidarietà tramite il “Solidalfunk". Di cosa si tratta?

    Sì, è vero. Solidalfunk è un’iniziativa proposta da alcuni membri dei Funk Off e che tutta la band ha sposato con piacere. E’ un marchio che abbiamo inventato diversi anni fa per le nostre collaborazioni con le associazioni umanitarie “Assomiss” e “Mangrovia”, due associazioni ONLUS che operano in Africa e in India e con le quali collaboriamo oramai da diversi anni. In seguito in questi ultimi anni abbiamo collaborato anche con l’associazione mugellana “Indaco – Teatro con l’altro” per lo spettacolo “Via dei Matti n°0”, con l’associazione “Trisomia 21” di Firenze, con l’associazione “Il Geranio” di Prato e con “Generazione Contatti” di Firenze.
    Diciamo che Solidalfunk è il modo in cui i Funk Off sono solidali con gli altri.


    - I musicisti con i quali hai provato la maggiore soddisfazione nel condividere lo stesso palco?

    Beh... sono tanti.... mi vengono in mente Kenny Wheeler, Maurizio Giammarco, Nathalie Cole, Lee Konitz, Stefano Bollani. Fra i compagni di sempre mi piace ricordare Marco Tamburini con quale da anni collaboro ai progetti più svariati e Fabio Morgera, col quale avevo suonato da ragazzino e col quale collaboro di nuovo dopo 25 anni.


    - Il tuo setup? Hai mai cambiato i tuoi strumenti?

    Sì, ovviamente un po’ li ho cambiati negli anni. Se provo dei saxofoni che mi piacciono tantissimo… mah… il più delle volte li prendo.

    Però adesso ho veramente degli strumenti dei quali sono contento e che non sarà facile farmi cambiare.

    Vado in ordine:

    Sax soprano: ho iniziato con un Selmer Mark6, poi ho avuto uno Yamaha Custom e oggi ho uno Yamaha 62R del quale sono contentissimo. Per quanto riguarda il bocchino uso da diversi anni un Berg Larsen apertura 95 di ebanite dopo essere passato da vari modelli: Bari, Yanagisawa, Otto Link, sempre di ebanite.

    Sax contralto: ne possiedo tre, un King Zephyr, un Selmer Super Balance e un Yanagisawa 901 che ultimamente sto suonando di più. Siccome il contralto lo uso saltuariamente e spesso all'interno di concerti magari per un pezzo e via, preferisco avere uno strumento più pronto come lo Yanagisawa 901 che preferisco spesso agli altri due che sono bellissimi ma che necessitano di una maggior continuità. Per quanto riguarda il bocchino ho un Meyer 8 da molti anni che alterno ad uno Yanagisawa di metallo.

    Sax tenore: ho un Selmer Mark 6 da molti anni. Prima avevo un Selmer Super Action 2. Ho cambiato molti bocchini, dai più tradizionali tipo Otto Link di Metallo ed ebanite, al Berg Larsen di ebanite al Ponzol di metallo. Da qualche mese sono passato ad un Theo Wanne modello Datta del quale sono molto contento.

    Sax baritono: ho iniziato con un Baritono Grassi, poi uno Yanagisawa poi, negli ultimi anni di conservatorio comprai un Selmer Super Action 2 che lasciai dopo una decina d'anni quando trovai il Conn Lady Face del 1934 col quale suono oggi. Ho anche un altro sax baritono, un Conn 12 M del 1964 che uso prevalentemente con i Funk Off perchè più robusto (le sollecitazioni nei Funk Off sono maggiori) e con un suono più aggressivo dell'altro. Da sei anni uso un bocchino Jody Jazz 8 dopo essere passato dal 7. In precedenza avevo usato un Berg Larsen di ebanite 110 e in seguito un Dave Guardala per diversi anni.

    Il mio flauto traverso è un Philipp Hammig d’argento. Ho provato più volte a cambiarlo per flauti più “facili” da suonare ma poi torno sempre lì.

    Il mio flauto contralto è un Pearl di recente fattura con la testata diritta.


    - Vicchio é il paese in provincia di Firenze che ha dato i natali a Giotto, qual'é il tuo rapporto con la pittura e le altre arti?


    Amo molto l'arte. La pittura, la scultura, l’architettura ma anche la letteratura. Penso che oggi sia molto sottovalutato il ruolo dell'arte nella nostra società. E non solo dell'arte, anche della cultura in generale. I modelli televisivi contemporanei (a parte poche eccezioni) non danno di sicuro un buon esempio.
    Mi piace molto anche la storia, specie quella delle civiltà antiche e in particolare dei greci e dei romani.

    - Se non sbaglio, correggimi pure in tal caso, sei anche Direttore Artistico di un bel festival al quale spesso faccio visita: il Giotto Jazz Festival che si svolge a Vicchio ed in altri comuni del Mugello. Ricordo, tra gli altri, uno splendido concerto di Joe Zawinul poco prima della sua scomparsa. Ci parli di questa esperienza?

    Io non sono realmente il direttore artistico del festival. C'è un Jazz Club che prende le decisioni. Fra l'altro il festival è entrato da qualche anno a far parte del circuito Toscana Music Pool. Comunque faccio parte del gruppo di persone che ricrearono il Jazz Club sulle ceneri del vecchio jazz club del quale faceva parte mio padre e mio zio. Non sapendo l'inglese loro lo chiamarono negli anni 50 “Jazz club OF Vicchio”, noi abbiamo ripreso il loro nome e il loro vecchio logo.
    Molti sono stati i concerti a Vicchio e in tutto il Mugello per il Giotto Jazz veramente belli, sia di artisti italiani che stranieri. Quello di Zawinul è uno di quelli rimasti più nella memoria di tutti. Teatro strapieno, una musica meravigliosa, la consapevolezza di ospitare uno degli ultimi grandi di una generazione che non c'è più e che purtroppo pochi mesi dopo ci lasciò.


    - Progetti per il futuro?


    Intanto il nuovo disco dei Funk Off che spero di registrare a Marzo/Aprile. La musica è già pronta e provata, qualche pezzo lo suoniamo già nei nostri concerti, c’è soltanto da assimilarla un po’ di più. Poi spero di fare un po' di concerti con “Jazzasonic”, il mio quintetto con Fabio Morgera, Michele Papadia, Paolo Ghetti e Walter Paoli del quale è uscito per My Favorite il CD a Maggio di quest'anno. Fabio sarà in Italia da Novembre a Febbraio e in quel periodo sarebbe bello suonare un po’. Inoltre vorrei riprendere il mio progetto 4Winds che il Festival Controtempi di Parma mi aveva commissionato l’anno scorso. Si tratta di una suite per quartetto di fiati (io, Marco Tamburini, Achille Succi, Mauro Ottolini, 4Winds appunto) al quale però mi piacerebbe aggiungere un batterista e andare in sala di registrazione. Inoltre ho qualche data fissata con un trio a mio nome (D.C. Experimental Trio) con Gabriele Evangelista e Stefano Tamborrino. Con questo gruppo vorrei partire dalla musica scritta, non solo mie composizioni ma anche standards e brani che mi piacciono, lasciando però estrema libertà e creatività ai musicisti.

    Video dei Funk Off al concerto del 1° maggio 2010 di Roma


    Collegamenti:
    Funk Off official site: www.funkoff.it
    Funk Off su Facebook: http://www.facebook.com/pages/funkoff/98880454280
    Funk Off su Myspace: http://www.myspace.com/funkoff2000
    Jazz Club Vicchio: www.jazzclubofvicchio.it