• Max Ionata

    Autore: Redazione


    Proponiamo ai nostri lettori l'intervista che ci ha concesso l'ottimo Max Ionata, musicista che oltre ad essersi affermato nel vecchio continente è riuscito a conquistare anche i cuore dei giapponesi. Ci parlerà di questa sua ultima esperienza, della sua carriera musicale e di molto altro. Buona lettura.


    - Max Ionata, com'è nata la tua passione per la musica e nello specifico per il saxofono?

    La mia passione per la musica è nata da giovanissimo, l'ho sempre amata nonostante nessuno in casa la praticasse in nessun modo, ascoltavo quei pochi dischi dei miei genitori con molta attenzione e mi accorgevo che questa passione non era una cosa comune tra i ragazzi della mia età.

    Poi nel mio paese si formò una banda musicale, mi ricordo che in quella occasione il maestro distribuiva e insegnava a suonare gli strumenti in base alle sue necessità di organico, infatti qualcuno se lo vide arrivare in casa con un basso tuba o un corno francese nei migliori casi, ma nei peggiori anche con una coppia di piatti!
    Ovviamente seguiva tutto un rituale con cui cercava di convincere il malcapitato che lo strumento musicale in questione era molto importante all'interno della banda e che aveva un ruolo determinante.

    Io fui più fortunato, perchè trascinato da un mio caro amico che chiese di suonare il sassofono, feci anch'io la stessa richiesta, pur sapendo ben poco di questo strumento; ero molto affascinato dalla sua forma a pipa che mi incuriosiva molto, ma me lo vidi arrivare con uno strumento dritto simile al sassofono, che lui chiamava sax soprano. Non ero molto contento di questa cosa, ma l'entusiasmo per quella novità era tale che non dovette neanche sforzarsi a vendermi la cosa in qualche modo.

    Da allora dopo aver studiato per qualche mese con lui il sax soprano, entrai subito a far parte di questa banda di paese, anche se in realtà conoscevo a malapena un paio di scale, ma ricordo che pian piano imparai tutti i brani del nostro repertorio e il maestro fu molto contento di me.
    Dopo poco tempo riuscii a convincere un mio amico, che suonava il sax tenore, a fare uno scambio con il mio strumento e da allora non ho cambiato più idea.




    - Adesso sei un musicista affermato, qual'è stata la tua formazione musicale?

    Fondamentalmente sono autodidatta, ma ho studiato con Rosario Giuliani per un paio di anni e la cosa mi ha aiutato molto per migliorarmi tecnicamente e per entrare nel mondo del jazz, poi ho studiato armonia con Luca Mannutza che mi ha chiarito tantissimi punti oscuri di questa fantastica scienza.


    - Che cosa deve fare un professionista per mantenersi "in forma"? In altre parole, come è impostata la tua giornata tipo di studio?

    Questa è una domanda alla quale è un po' difficile rispondere, perchè lo studio è assolutamente una cosa individuale, nel senso che ognuno ha bisogno del suo tempo, ma mi rendo conto che tutti vogliamo sapere questa cosa da un collega. Io stesso ho fatto la stessa domanda a Chris Potter, il quale però mi ha risposto senza tergiversare: "Sai Max, io nella mia vita non ho mai studiato più di 4 ore al giorno, però suono il sax da quando avevo 4 anni!!"; dopo questa risposta sono corso a studiare!!
    Comunque scherzi a parte per quel che mi riguarda, se sono a casa, studio tutto il tempo che posso, che può durare da un minimo di due ore ad un massimo di sei o anche otto.


    - Chi ti ha maggiormente influenzato nello studio del tuo strumento?

    Sai è davvero difficile per me farti un solo nome, perchè io sono davvero influenzato allo stesso modo da Rollins e Coltrane, da Bergonzi e Lovano e persino da Ornette e Dewey Redman passando per Joe Henderson, che nelle varie fasi della mia carriera hanno attirato la mia attenzione musicale al punto, a volte, da dedicarmi allo studio specifico del loro linguaggio, trascrivendo i loro soli o comprando un'imboccatura che avesse un suono simile al loro.


    - Negli ultimi anni hai passato i confini dell'Eurpa e sei arrivato addirittura a conquistare, anche grazie ad alcuni album all'attivo con l'etichetta "Arborè" ed in particolare all'ottimo album "Inspiration", il cuore dei giapponesi.

    Il Giappone è una terra straordinaria che a me ha dato e continua a dare davvero molto, con l'albore abbiamo stabilito un rapporto professionale ormai consolidato, tanto che Satoshi Toyoda adesso è diventato il mio manager per tutta l'area extraeuropea e con lui stiamo continuando a sviluppare la mia carriera discografica ed artistica.
    Vado sempre volentieri a suonare in Giappone, infatti ad aprile sarò di nuovo a Tokyo per tre concerti in un nuovo jazz club.


    - Il Giappone è un paese lontano, anche musicalmente per la maggior parte delle persone. Qual'è la situazione del jazz nel Paese del Sol levante?

    Il Giappone è un paese lontano da tutto il resto del mondo, perchè ovviamente ha una cultura molto asiatica, penso al cibo e alla religione ad esempio, ma per il jazz e per la musica in generale non è molto diverso da altri paesi, perchè vi riescono a convivere le situazioni musicali più diverse dall'hard-bop allo swing o dalla musica elettronica alla musica brasiliana.
    Sicuramente è unica la loro passione per il nostro paese che li porta ad amare particolarmente anche la nostra musica.


    - Qual è la tua maggiore ispirazione quando componi nuova musica o durante un’improvvisazione sul palco in compagnia di altri musicisti?

    Comporre musica per me rimane una delle cose più importanti di questa nostra professione, perchè è un modo per lasciare il proprio contributo alla musica e farlo per una formazione piuttosto che per un'altra mi stimola molto, ad esempio in questo periodo sto scrivendo per registrare un nuovo disco con Reuben Rogers e Clarence Penn e sicuramente scrivo cose cercando di sfruttare al massimo le loro capacità, che sono davvero notevoli.
    Ovviamente quando sono su un palco per me non conta assolutamente l'importanza dei miei colleghi o del posto nel quale sto suonando, io cerco comunque di dare il massimo, poi ovviamente se suono con un ottimo gruppo, il risultato del sound sarà molto migliore, ma l'impegno personale non cambia, mai!


    - Il tuo setup?

    Sax Tenore La Ripamonti V-Jazz custom 6 - Bari 105 lavorato da Filippo Bucci- Ance Giuliani jazz Gold 3.5
    Sax Soprano La Ripamonti V-Jazz -Bari 66 lavorato da Filippo Bucci- Ance Giuliani classiche 3


    - Siamo arrivati all’ultima consueta domanda. Progetti futuri?

    Oltre alla registrazione del disco che ho citato prima, sto lavorando alla promozione del disco uscito il 15 febbraio per Via Veneto Jazz, che si intitola "DIECI" con il quale festeggio i miei primi dieci anni di carriera.
    Nel disco ci sono, oltre a me, Luca Mannutza, Nicola Angelucci, Nicola Muresu e una special guest molto presente nelle mie ultime produzioni, Fabrizio Bosso.


    Sito ufficiale: www.maxionata.com