• Franco Luisi

    Autore: Redazione



    Intervista a Franco Luisi, noto tecnico di strumenti a fiato del centro Italia che ci parlerà di se, della sua professione e di questo affascinante mondo della riparazione.




    - Il nostro forum ha recentemente ospitato un dibattito sulle tecniche di riparazione del sax. C’è molta richiesta da parte dei saxofonisti a riguardo di corsi e seminari di questo tipo. Come si diventa riparatori di sax?

    Ho iniziato il mio approccio alla musica con il flauto, e dalla fine degli anni ‘80 mi sono dedicato alla riparazione di questo strumento in forma piu’ o meno empirica. Nel 1992 ho avuto l’opportunità di partecipare a un corso tenuto all’ ITEMM, l’ Institut des Technologies et des Métiers de la Musique che si trova a Le Mans, in Francia. Questo corso mi ha letteralmente “illuminato” e rivelato le nozioni fondamentali che mi mancavano per poter operare sugli strumenti a fiato: ho compreso e sperimentato come si costruiscono questi strumenti. Rientrato in Italia, ho quindi cominciato a lavorare sul sax, sul flauto e su altri strumenti a fiato con un bagaglio di conoscenze migliori. Ho studiato i rudimenti dell’acustica dei tubi sonori per cercare di comprendere l’effetto delle diverse forme e dei diversi materiali sul suono.

    Nel 1996 ho partecipato a un corso tenuto in Italia da David Straubinger, un costruttore di flauti americano che ha brevettato un nuovo tipo di cuscinetto per flauto, e presentato una serie di proposte innovative per migliorare la stabilità delle tamponature per sax e clarinetto. In occasione delle fiere specialistiche dedicate agli strumenti musicali, il contatto con i costruttori di strumenti a fiato italiani e stranieri mi ha aiutato a comprendere meglio le caratteristiche di questi strumenti.

    L’osservazione e la sperimentazione diretta delle procedure costruttive mi ha permesso quindi di concepire la creazione di un laboratorio professionale. Questo processo ha richiesto molti anni, durante i quali ho acquistato o costruito io stesso una serie di utensili specifici.

    Tra il 2000 e il 2008 ho vissuto in Africa, in quel periodo è cresciuta la mia passione per il sax, grazie a un jazzista che mi ha insegnato le regole dell’improvvisazione e dell’armonia e mi ha costretto a studiare in maniera seria. Ho così iniziato un percorso di studio del sax contralto che continuo ancora oggi, rimanendo pur sempre un dilettante.




    - Qual’è la parte piu’ interessante del mestiere di riparatore?

    Molte persone concepiscono la riparazione di strumenti musicali come un’attività “poetica” associata a una particolare sensibilità musicale, particolarmente pensando alla tradizione liutaia degli strumenti ad arco. Questo è comprensibile, poiché l’attività del costruttore/riparatore è strettamente legata alla musica. E’ sicuramente piu’ prosastico ammettere che la riparazione del sax è qualcosa di estremamente tecnico, che include la lavorazione dei metalli, la tradizione orafa e le tecniche di “carrozzeria” : tra gli strumenti di lavoro ci sono anche il martello e la lima....

    A mio avviso la riparazione di questi meravigliosi strumenti non va vista come un qualcosa di “creativo”, tanto piu’ che io sono convinto che ogni restauro deve tendere, nei limiti del possibile, al ripristino delle caratteristiche dello strumento volute dal costruttore. In questo senso, non condivido la pratica di apportare modifiche allo strumento o al bocchino in cerca di miglioramenti della sonorità o dell’intonazione. Senza dubbio il costruttore, che magari si basa su un’esperienza di 150 anni, ha già maturato le conoscenze sufficienti per proporre un sax correttamente equilibrato, secondo i suoi criteri!

    Personalmente mi limito ad apportare modifiche alla forma o dimensione delle chiavi solo se espressamente richiesto dal cliente per particolari esigenze; in questo caso però è opportuno preservare le chiavi originali e costruire separatemente le chiavi “modificate”, cosi ché le meccaniche d’origine rimangano sempre disponibili.

    Analogamente, per le tamponature cerco sempre di impiegare il tipo di cuscinetto e di risonatore che era utilizzato dal costruttore. Se necessario, preparo i cuscinetti su misura, particolarmente per gli strumenti storici.

    Cio’ premesso, ogni riparatore è anche un musicista o comunque un appassionato di musica, il contatto con i musicisti professionisti lo arricchisce e lo aiuta a comprendere molti dettagli importanti sulla tecnica di esecuzione, le imboccature, le ance, etc..

    Oltre al contatto con i musicisti, io valuto molto l’estetica degli strumenti, esiste una bellezza nella forma di certi sax, anche se non sempre questa bellezza corrisponde alle migliori caratteristiche sonore.

    Senza dubbio la parte piu’ interessante del mio lavoro è il restauro degli strumenti storici. Il mio testo di riferimento in questo campo è il Langwill Index, il “dizionario” di tutti i costruttori di strumenti a fiato dal rinascimento ai giorni nostri....


    - Quali sono a tuo avviso i consigli che si possono dare ai saxofonisti che vogliono affrontare la revisione del loro strumento da soli ?

    La tamponatura di un sax è una procedura apparentemente semplice, ma in realtà abbastanza complessa in quanto la revisione non si esaurisce con la sostituzione dei cuscinetti: come è stato giustamente osservato in un intervento sul vostro forum, è necessario sistemare prima l’assetto delle chiavi rispetto ai caminetti (le braccia delle chiavi del sax sono in genere lunghe e sottili e tendono a deformarsi con l’uso e gli urti).

    Prima di affrontare le operazioni necessarie a ottenere la corretta chiusura a 360° dei cuscinetti, si deve fare una pulitura delle meccaniche e del corpo del sax, una verifica e (se necessario) una sostituzione delle molle, l’eliminazione dei giuochi sulle meccaniche, una verifica delle saldature ed un’eventuale eliminazione delle ammaccature.

    Comunque la procedura piu’ importante è la regolazione delle corripondenze tra le chiavi: infatti, anche con i cuscinetti nuovi e correttamente posizionati, il sax risponderà male sui diversi intervalli se la regolazione delle chiavi non è corretta. Quindi nella maggior parte dei casi si dovrà effettuare la sostituzione di feltri e sugheri.

    Tutte queste procedure necessitano di tempi lunghi, ed è illusorio pensare che ci si possa limitare a una semplice sostituzione dei cuscinetti.

    Agli amici saxofonisti che si vogliono cimentare in queste operazioni, consiglierei di fare molta attenzione alla qualità degli utensili che utilizzano, si deve cercare di non rovinare le meccaniche e particolarmente le parti in acciaio. Se uno strumento è vecchio e non è stato revisionato da molto tempo, la ruggine e la sporcizia possono bloccare le filettature. L’utilizzazione di un cacciavite inadatto puo’ danneggiare gravemente la testa della vite o del perno: mi capita sovente di trovarmi di fronte a dei sax maltrattati. Purtroppo anche le ferramenta sono state invase da prodotti di pessima qualità ed è molto difficile trovare un cacciavite a stelo lungo veramente professionale. In caso di difficoltà con gli utensili, consiglio quindi di fermarsi prima che sia troppo tardi e andare a vedere un riparatore specializzato: le minuterie e i pezzi di ricambio costano cari !

    Un altro consiglio che puo’ sembrare ovvio: non fate mai esperienza su uno strumento di grande valore, soprattutto se non è il vostro ! In questa attività, come in molte altre, bisogna “baciare molti rospi prima di incontrare un principe azzurro” !!


    - Esistono in Italia tecnici riparatori che tengono corsi specialistici in questo settore ?


    La migliore scuola per apprendere queste tecniche sarebbe la fabbrica, perché in fabbrica si trovano le competenze, i macchinari e gli spazi piu’ adatti. Bisogna riconoscere che ci sono oggi in Italia delle fabbriche di sax che sono uscite dalla vecchia logica degli “strumenti per banda” per fare un vero salto di qualità. D’altra parte anche queste fabbriche hanno bisogno di un piccolo numero di tecnici, e il ricambio è molto limitato. Si deve comprendere che ogni produttore o tecnico ha i suoi piccoli “segreti industriali”, per cui preferisce non organizzare corsi. Inoltre in Italia ci sono molti riparatori “fai da te” che lavorano in maniera “non ufficiale” o discontinua, questo crea un contesto diverso da quello dei paesi dell’ Europa centro-settentrionale in cui i tecnici riparatori hanno una collocazione precisa e determinate garanzie.

    Invito tutti i saxofonisti che desiderano avere ulteriori dettagli a contattarmi tramite il mio sito www.ebowinds.com o venirmi a trovare a Roma (il lunedì) o in Umbria. Il mio laboratorio si trova in un villaggio medievale a pochi chilometri da Orvieto.