• Francesco Bearzatti

    Autori: Alessio Beatrice e Francesco Li Puma




    Nuova intervista ad una delle migliori ance del panorama italiano e non solo, insignito qualche mese fa del premio "Top Jazz 2009: strumentista dell'anno sezione ance": Francesco Bearzatti. Lo abbiamo incontrato dopo il bel concerto di Firenze con i suoi "Tinissima Quartet" parlandoci di se e dei suoi progetti.

    - Ciao Francesco, innanzitutto complimenti per il premio "Top Jazz 2009: strumentista dell'anno sezione ance" indetto dalla rivista Musica Jazz che hai ricevuto pochissimo tempo fa, una bella soddisfazione!

    Grazie!


    - Partiamo dall'inizio, quando hai scoperto il tuo amore per la musica ed in particolare per il saxofono?

    L’amore per la musica si é manifestato fin dalla nascita, cantavo sempre e facevo ritmi con tutto quello che mi capitava; ho distrutto tutto le “chincaglierie” che mia mamma teneva in salotto solo perché suonavano bene (posacenere di cristallo, bicchieri,piatti, ecc..).Ad un certo punto mio nonno mi costrui’ le bacchette e cominciai a suonare sui bidoni dell’olio d’oliva, poi su una batteria autocostruita.Pestavo e cantavo da mattina a sera, e un giorno, durante il terremoto del Friuli nel lontano 1976 mentre tutti scappavano per una forte scossa io continuai a suonare e nemmeno mi accorsi di quello che stava accadendo... Intorno ai 6 anni quando già ero destinato alla batteria e al violino soffiai nel clarinetto di mio nonno e imparai facilmente alcune canzonette che si cantavano in casa e con quello strumento arrivai al diploma dei Conservatorio a 16 anni. Il saxofono arrivo’ solo piu’ tardi, quando incontrai Glauco Venier e mi convinse a passare al sax.


    - Si denota nella tua musica una passione per il rock e l'elettronica, il che non è molto usuale per un saxofonista. Ricordiamo tra gli altri il progetto italo-americano "Sax Pistols" con Stomu Takeishi e Dan Weiss.
    Addirittura dopo il concerto mi hai detto che ti consideri un "chitarrista col sax"...

    Esatto. Ho cominciato imitando i chitarristi blues e rock, imparando ad orecchio quelle pentatoniche sporche e cariche di pathos (almeno per me) ed ero sempre incollato ai dischi. Nello stesso modo appresi il pianoforte, orecchiando dai vinili... Quando fondai i Sax Pistols la mia intenzione era quella di far rivivere i miei “guitar hero” di quando ero ragazzo e tutti si stupirono di come fraseggiavo col distorsore e mi chiedevano se avessi studiato questo o quell’altro...in realtà quello della chitarra rock è un linguaggio che ho interiorizzato da ragazzo ascoltanto tonnellate di rock e blues.


    - Attualmente sei in tour con il "Tinissima Quartet" (Francesco Bearzatti: sax tenore, clarinetto; Giovanni Falzone: tromba, effetti; Danilo Gallo: basso; Zeno de Rossi: batteria), puoi parlarci di come si svolge il lavoro compositivo?

    A me piace molto fantasticare e inventare storie e quando compongo procedo nella stessa maniera. Nel caso di Tinissima le storie dei personaggi che decido di raccontare sono già scritte e a me non resta altro che scriverne la colonna sonora pescando liberamente da dove mi pare e viaggiando un po’ come faceva Marco Polo, cioè racconto anche di luoghi dove non ho mai messo piede.


    - Il nome del quartetto prende il nome dalla fotografa Tina Modotti alla quale lo scorso anno hai dedicato l'album "Suite for Tina Modotti", registrato live in studio ed in modo acustico, definito dalla critica "un piccolo prezioso capolavoro". Com'è nato questo progetto?

    Volevo celebrare “Tina Modotti” un essere umano straordinario di cui mi sono innamorato attraverso le foto e la lettura, ed è uscita la “Suite for T. M.”. Ho anche la fortuna di avere un gruppo di musicisti bravissimi e creativi che non è cosa da poco.


    - Il 2010 è iniziato sempre con i Tinissima ed i primi concerti del tuo nuovo progetto, un concept album dedicato al leader afroamericano Malcom X (nei prossimi mesi è prevista l'uscita dell'album), realizzato come progetto multimediale che prevede la proiezione dal vivo delle illustrazioni di Francesco Chiacchio. Ce ne vuoi parlare?

    La suite per Malcom X è il secondo lavoro scritto e pensato per il Tinissima 4tet. Anche questo lavoro parte dalla grande ammirazione che provo per Malcom X e dalle emozioni che le sue gesta mi hanno ispirato. L’apporto di Francesco Chiacchio (con la mediazione di Antonio Vanni) è in questo caso straordinariamente intenso come avrai visto anche tu a Firenze.


    Creativamente quali aspirazioni/obbiettivi ti sei posto?

    Nessuno e tutti...


    - Se fosse possibile racchiudere in poche parole, quale è il messaggio che cerchi di dare con la tua musica?

    Beh con Tinissima sicuramente il mio intento è di emozionare e divertire facendo pero’ scoprire certi certi personaggi con idee importanti e rivoluzionarie. Poi ognuno interpreta a modo suo, ma mi pare che in un momento di controllo totale da parte dei media e di chi li possiede ( e non mi riferisco solo all’Italia) come quello che stiamo vivendo sia importante spingere su certi argomenti.
    In generale mi piacerebbe riuscire a far passare un messaggio d’amore.


    - In che tipo di contesti preferisci "usare" ognuno dei tuoi tre strumenti (tenore, soprano, clarinetto)?

    Dipende dal sound che ho in testa, lo decido molto istintivamente. Il soprano l’ho momentaneamente abbandonato per ristudiare il clarinetto.


    - Che tipo su setup usi? Lo cambi spesso?

    Innanzitutto faccio una premessa, ho smesso di preoccuparmi di bocchini e di ance da moltissimo tempo e detesto quei saxofonisti che parlano solo di questi argomenti... Non vorrei sembrare presuntuoso e so benissimo che tutti questi discorsi fanno parte di un normale percorso di crescita ma a me mi annoiano un sacco... Credo che ognuno debba sperimentare tutto quello che gli pare per trovare la propria voce ma non è usando per forza l’imboccatura di Coltrane o le ance di Shorter che succedono i miracoli. Sul tenore suono un Dukoff Hollywhood 5 stella ritoccato e vecchissimo, comperato a NY e ance Francoise Louis 4 emezzo. Non cambio bocchino da 15 anni e ance da 5.
    Sul soprano ho suonato per anni un Bari molto aperto con ance vandoren 2 e mezzo.


    - Ci puoi raccontare quale è stato il tuo percorso nella scelta del tuo attuale sax e imboccatura?

    Anche per il sax vale la stessa cosa. Suono un “Super Balance” del '48 da sempre (che culo!!) mentre all’imboccature ci sono arrivato dopo avere cambiato bocchino centinaia di volte.


    - Che consigli ti senti di dare ad un saxofonista che sta cercando una propria identità di suono e linguaggio?

    Di imparare correttamente l’uso del diaframma e di fare un sacco di armonici e note lunghe; di studiare Bach e di imparare il Jazz dai dischi e non dai metodi


    - Trovi stimolante l'attuale scena musicale italiana/europea/usa? che differenze trovi tra queste tre "correnti"?

    Trovo molto stimolante confrontarmi con diversi musicisti di aree sia geografiche che artistiche diverse. Da chiunque c’è molto da imparare e con chiunque ci si puo’ divertire... oppure no...


    Un saluto agli amici di Sax Forum?

    Mandi (non ho dimenticato il friulano!).