• Giulio Visibelli

    Autore: William Butta



    Ecco a voi amici di Sax Forum una nuova interessante intervista curata dal sempre ottimo William Butta ad un altro grande musicista contemporaneo: Giulio Visibelli. Alcuni di voi lo avranno apprezzato anche come insegnante nei seminari di Siena Jazz. Ringraziamo Giulio per la sua simpatia e disponibilità.

    - Sei nato flautista (diplomato al conservatorio Mascagni di Livorno n.d.r.), com'è nato l'amore per il sax?

    Si, ho iniziato a studiare il flauto per caso all'età di dieci anni dopo un anno di solfeggio. All'epoca andava per la maggiore Gazzelloni che con il suo flauto d'oro era una star internazionale tant'è vero che alcuni compositori contemporanei gli avevano dedicato dei pezzi e persino Eric Dolphy aveva intitolato un brano "Gazzelloni". Io avrei voluto studiare pianoforte sulle orme di mio fratello maggiore Pietro che già lo suonava piuttosto bene, ma a scuola di musica fecero di tutto per dissuadermi dicendomi che non c'erano posti disponibili.
    La scelta del flauto si dimostrò azzeccata perchè ero abbastanza portato ma, quando vidi in uno spettacolo di arti varie, al quale partecipavano mio zio e i miei fratelli, un sassofonista che suonava anche il flauto, pianificai che in un futuro prossimo avrei suonato il sax.
    Ero ancora piccolo, avevo anche altri interessi e l'età dell'adolescenza mi portò ad affrontare la musica con una certa superficialità.
    Per fortuna avevo ancora degli stimoli familiari (anche l'altro fratello strimpellava la chitarra) ed in casa nostra e dai cugini si ascoltavano le avanguardie del rock progressivo dell'epoca oltre alle maggiori opere sinfoniche.
    Fu nell'anno scolastico 75-76 che, frequentando l'ITIS di Livorno, un compagno di classe bassista mi tirò dentro un gruppetto con il quale ci trovavamo a suonare negli scantinati della scuola e dove, per la prima volta, provai l'ebrezza dell'improvvisazione.
    Sempre un altro compagno di classe, Alessandro Marchetti, trombettista affermato, mi avvicinò al mondo del Jazz che conosceva piuttosto bene perchè i suoi genitori erano professionisti a bordo di Navi in giro per il mondo.
    Alessandro mi portò a vedere la Perugia Big Band diretta da Giancarlo Gazzani e, successivamente, il quintetto di Giorgio Gaslini con G.Trovesi e G.Bedori non chè una lezione concerto sempre di Gaslini all'interno delle mura scolastiche.
    Questi concerti mi fecero ricordare ciò che avevo pianificato qualche anno prima: il Flauto insieme al Sax, Alla fine dell'anno scolastico come premio di promozione mi feci regalare un Sax Tenore e nell'autunno successivo ero già su un palco di una sala da ballo ed esibirmi con uno strumento che conoscevo a malapena......


    - Sei anche un compositore, come nascono le tue opere?


    Parlare di opere è un po' troppo pretenzioso.
    Le mie composizioni nascono dall'esigenza di esprimere le mie idee con un linguaggio che mi appartenga, in un contesto in cui mi possa riconoscere totalmente.
    Normalmente parto dalla melodia ma, recentemente, grazie a nuovi stimoli derivati dallo studio, ho introdotto nuovi elementi che mi hanno permesso di sperimentare procedimenti diversi.
    Nel mio ultimo CD che uscirà in autunno per la "Music Center", per esempio, ho utilizzato elementi numerici che hanno condizionato lo sviluppo di un paio delle composizioni contenute in questo lavoro.


    - Lavori molto, numerose sono le collaborazioni, ma hai inciso pochi album rispetto alla tua lunga carriera. Come mai?


    Effettivamente ho avuto un calo di produzione negli ultimi dieci anni e questo è accaduto per diverse ragioni.
    Avendo sperimentato diversi campi del mio universo musicale, sono andato alla ricerca di idee nuove per mettere insieme del materiale che aggiungesse qualcosa di nuovo ai lavori precedenti.
    Nel frattempo ho avuto numerose collaborazioni che mi hanno arricchito molto e hanno dato sfogo alle mie esigenze espressive. Due CD in duo con Cappelletti più uno in trio con la straordinaria partecipazione di Steve Swallow al Basso, molti concerti con la Civica Jazz Band, varie esperienze in piccola formazione con Enrico Intra, altre ancora con varie formazioni di Claudio Angeleri, Paolo Paliaga e molti altri ancora.


    - Tra i tuoi album hai delle preferenze?


    Come ti dicevo sopra tutti rappresentano qualcosa di diverso e, a loro modo, sono tutti ben riusciti.
    Ciò nonostante resto particolarmente legato a "Il grande Cerchio" (con Mitch Forman, Marco Micheli e Bill Elgart)per la qualità della musica e dei musicisti.


    - Ritorniamo per un momento alle origini della tua carriera musicale. In che modo ti sei avvicinato al mondo del jazz?


    Fu nel periodo delle prime scorribande nel Progressive Rock. Stavo provando ad improvvisare come sentivo nei dischi dei Jethro Tull, King Crimson, Emerson Lake and Palmer, Perigeo ed altri ancora.
    Una sera, alla fine di una prova, si presentò Franco Caroni (attualmente presidente di Siena Jazz con il quale festeggeremo il trentennale quest' anno) alla ricerca di ragazzi promettenti da tirare su per inserirli nel suo gruppo "Studio Improvvisazione" nel quale suonava il basso. Mi parlò del jazz e di quanto fosse importante per migliorare le capacità improvvisative. Dopo qualche giorno avevo registrato tutti gli LP che arrivavano a Siena e che Franco regolarmente acquistava. In quegli anni ho fatto l'indigestione di Coltrane e Rollins. Mi addormentavo con la cuffia in testa! Dopo qualche mese mi inserirono nel gruppo aspettando i modesti progressi che non si fecero troppo attendere.
    I Seminari Nazionali di Jazz Siena furono il confronto che serviva per un volenteroso come me. Ne frequentai sette prima di partire per gli Stati Uniti e ricordo con particolare emozione il primo: Claudio Fasoli era ospite in casa mia, dormiva nel mio letto e facevamo la lezione nel garage.


    - Hai ancora qualche rapporto con la musica classica? Suoni o ascolti brani classici? Perché?


    Per quanto riguarda le performance i rapporti con la classica sono attualmente limitati ad alcuni rari interventi nell'ambito di orchestre. Ascolto e studio musica classica e contemporanea dal punto di vista compositivo. Insegno strumento ai ragazzi principianti utilizzando parallelamente anche metodi classici.

    - I tuoi musicisti di riferimento (sia in ambito Jazz che Classico)…?

    Ho lottato con tutte le mie forze per rimuovere i musicisti di riferimento e per trovare qualcosa di più personale.
    Sono sicuro che da un ascolto attento potranno emergere molte influenze ma spero che la sintesi finale risulti più possibile originale! La cosa più importante è sviluppare un linguaggio ed un espressione che sia unica e riconoscibile.


    - Rimpiangi qualcuno dei tuoi collaboratori del passato?

    Ho avuto la fortuna di collaborare con grandi musicisti che mi hanno arricchito musicalmente e umanamente. Ricordo con particolare affetto Mal Waldron che era un uomo di eccezionali qualità.


    - Come consideri le tante contaminazioni presenti nel mondo del jazz?


    Tutto può contribuire all'arricchimento del linguaggio improvvisativo. La musica classica indiana, per esempio, ricca di melodia e di sistemi ritmici complessi è stata sempre fonte di ispirazione di grandi musicisti.
    Il mondo è pieno di tradizioni millenarie non che di artisti contemporanei che esplorano le diverse influenze.


    - Come sono i tuoi ritmi di lavoro? Ti dedichi unicamente alla musica? Viaggi spesso?

    Il mio lavoro di musicista a tempo pieno è ripartito tra lo studio, le performance e la didattica.
    I ritmi sono dettati dagli impegni che variano di giorno in giorno e quindi non è possibile descriverne un andamento preciso.


    - Sei insegnante ai seminari di Siena Jazz, come pensi sia meglio sfruttare il lavoro, le ore di studio quando il tempo a disposizione con i propri allievi è relativamente poco?...


    Nei seminari di Siena gli studenti sono occupati nella quasi totalità delle ore disponibili quotidianamente.
    Per questa ragione le lezioni sono improntate sull'organizzazione dello studio che dovranno intraprendere.
    Personalmente cerco di trasmettere gli strumenti più opportuni per l'espressione della propria musicalità attraverso una verifica dei loro mezzi e una certa quantità di consigli utili.


    - Quali sono i tuoi progetti per il futuro?


    Ho un nuovo CD in uscita nell'autunno dal titolo "VIA MAESTRA" con Franco Ambrosetti, Roberto Cecchetto, Marco Micheli e Mauro Beggio. Sto prendendo contatti per presentarlo in giro per l'Europa.


    - Vuoi dire qualcosa agli amici di Il Saxofono?


    Un carissimo saluto a tutti gli amanti della musica e del sax.