• Recensione saxofoni M&G

    Autore: Marco Guidolotti

    E’ con grande piacere che ricevo una telefonata da un mio amico di vecchia data, Mauro Innocenti, che mi invita a provare dei sassofoni che, insieme a Gianni Trilli, stanno per dare vita al progetto M&G.
    Ebbene, prendiamo appuntamento e ci incontriamo in uno studio di registrazione di Grosseto, facendo alcuni video su dei brani standard jazz scelti da me su basi Aebersold. Dopo alcuni minuti passati a parlare della produzione di questi sassofoni (che vanno dal soprano al baritono) fabbricati in Cina ed assemblati in Italia, inizio la prova dal sax soprano (ho preferito cominciare dal più piccolo per poi finire con il più grande).

    Apro la custodia del Sax Soprano (particolarmente graziosa e resistente) e subito una bella sorpresa... Un affascinante strumento con una finitura satinata, sembrava assolutamente uno “vero”, un vintage! Sgrano gli occhi e metto immediatamente le dita sulla tastiera ed ecco unʼaltra graditissima sensazione: “questo è uno strumento incredibile” ho detto, “non solo per principianti o da studio”, come mi avevano accennato, “potrebbe usarlo benissimo un professionista”.

    Ed è andata proprio così, come me la aspettavo, ho montato velocemente il primo chiver che ho visto, quello diritto (il sax viene fornito con 2 chiver, diritto e curvo) con il mio settaggio preferito, un becco Selmer Super Session (del 2006) apertura I con ance Rigotti n° 3M.
    Ho suonato subito come se fosse stato da sempre il mio strumento... Eʼ unʼimpressione particolare quella che si sente quando trovi il TUO strumento, è difficile da spiegare a parole, ma un musicista può capire benissimo quello stato dʼanimo. Faccio le prime note e sento subito la grande intonazione, lʼomogeneità dello strumento, la tastiera che risponde benissimo ai miei comandi, la leggerezza, la meccanica incredibilmente curata nei minimi dettagli, è uno strumento nuovo che sembra suonato da anni, e dopo un minuto di prova (forse anche meno) decido di registrare subito il primo brano: “FOOTPRINTS” un blues minore di Wayne Shorter che mi sembra proprio adatto per il soprano.



    Come avrete potuto ben vedere, quello che vi dico è assolutamente vero, non ho avuto resistenza alcuna da parte dello strumento, è stato talmente facile e spontaneo da suonare, che non posso trovare difetti di nessun genere (a parte, per colpa della forte umidità ed il molto caldo presenti in studio, qualche tampone, naturalmente, ha fatto qualche capriccio, specie il solito SOL# e la chiave del portavoce... ma quelli sono ghiribizzi ben noti ai sassofonisti).

    Terminata la registrazione audio-video del bel sax soprano, inizio la prova del Sax Alto. Anche questo con aspetto elegantemente vintage, vagamente somigliante ad un Selmer Mark VI... Non appena metto mano sulla tastiera, sento però, una notevole differenza tra i due strumenti.
    La posizione delle chiavi è diversa, un poʼ più scomoda (almeno per quanto mi riguarda), la mano sinistra soffre un poʼ perché ha le chiavi alte, ma soprattutto è rallentata dalle chiavi del castelletto, forse troppo elevate. Comunque prendo confidenza con questo strumento (sinceramente ci è voluto di più di un minuto...) con il mio solito settaggio sullʼalto: becco MEYER 5M ed ance Vandoren JAVA N° 2 e 1/2. Decido, senza troppi fronzoli di iniziare a registrare un brano di Charlie Parker: “MY LITTLE SUEDE SHOES”.



    La sensazione iniziale è quella di avere tra le mani un buono strumento, omogeneo anchʼesso, preciso, intonato, che risponde bene ai comandi (anche molto veloci...) e adatto sia ai principianti che a studenti di medio corso (non so se consigliarlo ai professionisti anche in ambito televisivo o di turni di registrazione, forse perché ho avuto poco tempo per capire bene, avrei dovuto suonarlo per qualche ora, ma la sensazione immediata che ho avuto rispetto alla prova precedente sul soprano è stata diversa, forse meno entusiasmante anche se è stata comunque unʼimpressione più che buona).

    Anche in questo caso lʼumidità non perdona, ma riesco ugualmente a portare a termine la prova. Finita la prova dellʼAlto, passo al Sax Tenore, anchʼesso rifinito benissimo, elegante, satinato, impressiona la somiglianza con il Selmer Mark VI, quasi una copia, una “bella copia...”
    Metto su il mio nuovo becco: VANDOREN V16 - T95 - 44AS con ance Rigotti 3M (perfette per questo becco e sul tenore in generale).

    Come mi avevano accennato, questo strumento (impressione di che lo suona) è uno strumento che andrebbe curato un poʼ di più nella meccanica, in particolar modo sempre riguardo al posizionamento della chiavi della mano sinistra, sempre troppo alte per me. Eʼ uno strumento non facilissimo da suonare, non troppo spontaneo (forse anche perché non sfogato, perché nuovissimo) ma comunque suonabilissimo con qualche ora o giorno di prova in più.

    La sensazione, vista da dentro, è quella di avere uno strumento chiuso, che non daʼ modo di esprimersi al meglio. Ripeto, come per il soprano, non ho avuto quella sensazione immediata di freschezza e facilità nellʼemissione, pur avendo un siluro come becco... Finita la prova con il Tenore, vado in regia a sentire il suono venuto in registrazione, a sincerarmi della buon riuscita del brano e... beh, la sensazione cambia radicalmente: da fuori tutta unʼaltra storia! Il suono è profondo, scuro, rotondo e centrato, meno interessante sulle frequenze alte, ma sempre bella riuscita, devo dire! Adatto a tutti i principianti e studenti di medio corso, con un poʼ di abitudine ci si può tranquillamente lavorare in studio e live (soprattutto).



    Termino la mia prova con il Sax Baritono con il mio becco CHARLES BAY 7N7 rifinito a mano dal signor Charles Bay. Bella presenza scenica, satinato, slaccato anche lui, rimanda agli strumenti francesi Selmer Super Action Serie II, ma mi ricorda anche il mio vecchio baritono Yanagisawa 901... Lʼimpressione è subito buona, quasi alla pari del Soprano, lʼunica pecca è la posizione della chiave X (mano sinistra per prendere il MI e il FA con la posizione di ripiego) veramente troppo alta, si fatica molto a trovarla, soprattutto in velocità perché si deve spostare evidentemente la mano, alzarla di circa 3 cm... troppo!

    Eʼ uno strumento abbastanza agile, non troppo pesante, con un suono scuro, centrato, ricco di frequenze basse e medie, ma anche bella sensazione quando si va sui sovracuti, risponde decisamente bene. Un piccolo difetto di intonazione sulla posizione del RE centrale: molto crescente rispetto a tutti gli altri suoni della scala (ma anche questo è un problema ben noto ai sassofonisti...).

    Anche qui con una prova importante o praticando un attento studio, si può cercare di eliminare questo neo, difetto di tanti strumenti.






    CONSIDERAZIONI:

    Certo, passare in poco più di mezzʼora dal soprano allʼalto, dal tenore al baritono, tutti strumenti con un settaggio diverso tra loro, non è unʼoperazione semplicissima anche se si è abituati! Comunque, visto che il nostro lavoro di turnisti è praticamente questo, è una buona esperienza per testare questi strumenti, e vedere se sono facili e subito “pronti allʼuso”.
    La mia impressione è quella di aver trovato una gamma di strumenti semplici, facili da suonare, pronti allʼuso ed utilizzabili (previo tanto sudore e molto studio... come del resto tutti gli strumenti) nelle occasioni importanti, da registrazioni audio per programmi televisivi, teatrali, e nei vari ambienti lavorativi. Eʼ vero anche che suonare negli studi televisivi, nei teatri, negli studi di registrazione, dove ci sono sempre problemi di caldo secco (dovuto alle luci e ai riflettori) e problemi di freddo (dovuto allʼaria condizionata sempre molto alta) è un lavoro complesso e abbastanza estremo, quindi avere strumenti di questo genere, aiuta moltissimo il musicista, anche perché suonare uno strumento vintage in orchestra, oppure utilizzarlo come solista con maestri del calibro di Armando Trovajoli o Ennio Morricone (come è successo a me...) non è mai raccomandabile. In quei casi servono buoni strumenti, intonati, omogenei, compatti, proprio come sono gli strumenti M&G VINTAGE. Bravi Mauro e Gianni! Siete riusciti a colpire nel segno! Complimenti per la bella produzione di SAX e spero che un giorno i vostri strumenti verranno utilizzati da musicisti professionisti a livello internazionale, e acquisteranno sempre maggior valore economico, come tutti i vintage! Comunque andrà, sarò sempre qui ad appoggiarvi.

    Eʼ un onore, Marco Guidolotti