• Wayne Shorter

    Da molti critici e studiosi Wayne Shorter fu considerato una delle "menti" che hanno saputo ideare l'innovativa estetica del celebre quintetto di Miles Davis negli anni Sessanta. Da allora, il sassofonista ha saputo confermarsi come uno dei più influenti artisti nella storia della musica africana-americana.

    Nato il 25 agosto 1933, a Newark, New Jersey, Shorter avvia una carriera eccezionale subito dopo avere prestato servizio come militare dal 1956 al 1958: inizia a collaborare con il pianista Horace Silver, per poi lavorare nell'orchestra del trombettista Maynard Ferguson. Dal 1959 al 1963 si esibisce nei celebri Jazz Messengers guidati dal batterista Art Blakey. Nel 1964 Miles Davis convince Shorter ad abbandonare la sua collaborazione con Blakey per entrare a far parte del suo quintetto, a fianco di Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams.

    Nel frattempo Shorter incide come leader per la Vee Jay alcune eccellenti realizzazioni come Second Genesis, Blues A La Carte, Wayning Moments. Inizia poi una lunga serie di incisioni con la Blue Note, alcune delle quali rappresentano capolavori del jazz come Night Dreamer, Juju, Adam's Apple e Schizophrenia. In gran parte per la stessa etichetta, affianca leader come Lee Morgan, Freddie Hubbard, Lou Donaldson, Tony Williams, Donald Byrd, McCoy Tyner, Grachan Moncur III. Collabora discograficamente anche con Joni Mitchell, Steely Dan, Carlos Santana, Herbie Hancock.

    Nel 1970 Shorter lascia il gruppo di Miles Davis (con cui partecipa anche alle nuove svolte estetiche di lavori come In A Silent Way e Bitches Brew) per fondare -assieme al tastierista e compositore Joe Zawinul- uno fra i più acclamati gruppi improvvisativi degli anni Settanta e Ottanta, i Weather Report. Con quest'ultimo complesso Shorter ridefinisce i confini dell'ibridazione fra jazz, rock e nuovi sviluppi dell'elettronica in campo musicale.

    Alla collaborazione con Weather Report, il sassofonista (acclamato sia come tenorista che, a partire dal 1968, come sopranista e, naturalmente, come compositore) affianca una carriera solistica che, però, va via via facendosi sporadica: fra il 1974 e il 1995 vengono pubblicati lavori quali Native Dancer, Atlantis, Phantom Navigator, Joy Rider e High Life.

    Pur continuando un'attività concertistica (fra cui, ad esempio, il gruppo VSOP con Herbie Hancock, Freddie Hubbard, Ron Carter e Tony Williams), Shorter riprende a incidere come leader solo nel 2002, con Footprints Live, realizzazione che documenta l'attività del suo attuale quartetto, un gruppo ormai maturo e capace di straordinari risultati musicali, testimoniati anche da lavori discografici come Alegria e Beyond The Sound Barrier. Influenzato da artisti come Ben Webster, Coleman Hawkins, Lester Young e Charlie Parker, Shorter è sicuramente l'artista che più ha saputo sviluppare, e in modo originale, la lezione e l'eredità lasciate da John Coltrane.[/COLOR]