• Storia della Selmer



    La storia di quella che diventerà la più gloriosa azienda produttrice di saxofoni ha inizio con Henri ed Alexandre Selmer, due ottimi clarinettisti.

    Alexandre era primo clarinetto nell'Orchestra sinfonica di Boston mentre Henri era solista nella Banda della Guardia Repubblicana e nell'Orchestra del Grand Opera di Parigi.

    Henri cominciò a produrre ance e bocchini per clarinetto e già nell'1890 costruiva clarinetti.

    Alexandre aprì un piccolo negozio a New York per vendere i prodotti del fratello e nel giro di pochi anni il negozio diventò un punto di riferimento per molti musicisti; fu allora che Alexandre cominciò a farsi costruire vari strumenti che venivano marcati "Selmer - New York", tra i quali anche saxofoni, da fabbriche americane già avviate quali Conn, Buescher e Martin.

    Nel 1922 la Selmer decide di iniziare la produzione in proprio di saxofoni (Model 22) a Mantes, piccola città a circa 40 km da Parigi dove ancora oggi si produce la linea professionale.


    Questi strumenti non possedevano esattamente la stessa qualità degli strumenti "made in Usa" visto che il disegno era ripreso dai primi modelli di Adolphe Sax.

    Con il Modello 26 l'azienda fece un salto di qualità e con lei ovviamente anche i sui strumenti, la produzione americana comunque non cessò e la Selmer continuò a vendere gli "American Model", anche se probabilmente a prezzo più basso degli strumenti prodotti in Francia.

    La differenza tra sax prodotti in Francia o in USA non è comunque molta in quanto la Selmer adottò una strategia per non dover pagare i dazi doganali d'importazione; gli strumenti infatti venivano mandati negli States smontati e, solo una volta giunti a destinazione, venivano assemblati, sistemati, laccati ed incisi ad Elkhart, Indiana.

    Tutti i componenti e le composizioni delle lastre sono identici ai modelli francesi e pertanto le differenze non dovrebbero essere sostanziali. Gia da questi anni la Selmer si distinse per le sue prime innovazioni quali l'applicazione di dischetti di metallo al centro del tampone, che servivano per ottenere una migliore risonanza acustica ("Tone-Booster") e la barretta di metallo che univa il corpo del sax al suo padiglione con un anello fissato da viti; questa soluzione, oltre a far vibrare meglio tutto lo strumento, consentiva un più pratico smontaggio in caso di riparazione.

    I sax Selmer sono considerati da molti il massimo che si può chiedere per un saxofono vintage.