• Modo Dorico

    Autore: Frank Valeriani

    Ciao ragazzi ! Mi chiamo Frank Valeriani, suono il sax (con tanto di "pagina personale" qui su saxforum.it !) e grazie alla disponibilita' di Alessio (l'amministratore), mi accingo a compiere l'ardua impresa di rispolverare un attimino discorsi che possono essere di interesse comune, dando ovviamente per scontato il fatto che siate tutti in grado di eseguire le scale maggiori e minori in TUTTE le tonalita' (poiche' sono il pane quotidiano che vi accompagnera' per tutta la "vita musicale" ! )


    Per questo intervento ho deciso di spendere qualche parolina sulla scala dorica, detta anche modo dorico.

    Un modo, o scala modale, nasce su uno dei sette gradi di una scala maggiore o minore. Ed e' altresi' opportuno specificare che qualsiasi altra scala (pentatonica ecc ecc) puo' generare un modo....ma andiamo con ordine e restringiamo l'orizzonte alle scale maggiori e minori, anzi con maggiore attenzione soffermiamoci sui modi che scaturiscono dalla scala maggiore.

    La scala maggiore, di per se stessa, considerata partendo dalla tonica fino alla sua ottava superiore (quindi partendo dal primo grado), e' anche chiamata Modo Ionico (o Modo Ionio). Questa stessa scala, se cominciata sul secondo grado (ed estesa quindi fino all'ottava superiore di quest'ultimo) genera un altro "modo", anch'esso denominato come un'antica regione greca : Modo Dorico. Stessa cosa avviene quando si parte dal terzo , dal quarto grado ecc.

    Quindi volendo esemplificare il discorso sulla scala di Do Maggiore, vediamo i modi generati da ciascun grado della scala maggiore ( lo specchietto seguente risultera' molto di aiuto) :
    Ionico
    DO RE MI FA SOL LA SI DO
    Dorico
    RE MI FA SOL LA SI DO RE
    Frigio
    MI FA SOL LA SI DO RE MI
    Lidio
    FA SOL LA SI DO RE MI FA
    Misolidio
    SOL LA SI DO RE MI FA SOL
    Eolio
    LA SI DO RE MI FA SOL LA
    Locrio
    SI DI RE MI FA SOL LA SI


    E' chiaro quindi che questo discorso e' valido per TUTTE le scale maggiori (suggerirei infatti di effettuare la trasposizione di questo specchietto in tutte le tonalita', per avere un quadro piu' chiaro ed aperto di tutto il discorso).

    Il modo ionico e quello eolio dovrebbero esserci alquanto familiari perche' corrispondono rispettivamente alla scala maggiore e alla scala minore naturale.

    La scala modale che prenderemo in considerazione in questa seduta (come gia' preannunciato) è quella generata dal secondo grado della scala maggiore: il modo dorico.

    In questa scala i toni ed i semitoni risultano susseguirsi cosi' : Tono, Semitono,Tono, Tono ,Tono, Semitono, Tono.

    E’ un modo "minore" poiche' l'intervallo fra il primo e il terzo grado (nell' esempio di cui sopra si tratta delle note Re e Fa) è di terza minore, la distanza fra il settimo e il primo grado è un tono (intervallo di seconda maggiore). Quindi l'accordo a quattro voci che prende forma da questa scala e' un accordo minore settima; infatti, tornando al nostro esempio (Re dorico) sovrapponendo fondamentale , terza , quinta e settima si ottiene RE FA LA DO , e cioe' : Re min 7 ! E se estendiamo questo accordo fino alla sua tredicesima (eptiade = accordo di sette note), ossia sovrapponiamo per terze le note che costituiscono la scala, abbiamo :

    RE FA LA DO MI SOL SI......riotteniamo la scala dorica in tutta la sua integrita' (ovviamente con i suoni in un ordine diverso, cioe' disposti per intervalli di terza) !

    A questo punto pero' spenderei qualche parolina sul "come" metabolizzare, interiorizzare questa scala. E' pratica comune cercare di "assorbire" questa scala rapportandola alla sua tonica. Mi spiego meglio : nell' esempio suddetto e' tendenza comune pensare di suonare la scala di Do partendo dal Re (ed il discorso diventa molto comune quando all'orizzonte si affacciano le "mostruose" alterazioni). Questa pratica ci avvicina al concetto, ma al tempo stesso non ci permette di dare l'enfasi giusta alla scala. Molti GRANDI nei loro seminari infatti suggeriscono di pensare al modo dorico come ad una scala minore naturale, alla quale e' stato alterato ( # ) il sesto grado. Questo quindi permette di soffermarci su una nota che "fa la differenza" ...sonora ovviamente !

    Ritorniamo al nostro esempio:
    RE minore naturale e' la relativa minore naturale alla scala di FA maggiore, giusto ? Quindi risulta essere quindi composta dagli stessi suoni di Fa maggiore, e cioe':
    RE MI FA SOL LA SIb DO RE ( la cui "eptiade" [accordo esteso fino alla tredicesima] risulta essere Re Fa La Do Mi Sol Si b )
    RE dorico differisce da questa scala nel sesto grado, cioe' nel SI che, anziche' essere bemolle, sara' naturale. E cioe' :
    RE MI FA SOL LA SI DO RE (...e ripetiamo, in questo caso l'eptiade avra' invece un Si naturale, e cioe' Re Fa La Do Mi Sol Si )
    Pensare al modo dorico in questo modo, ci permette di dare la giusta enfasi alla nota che "..fa la differenza.." ( il Si naturale )

    Riepilogando quindi, il modo dorico e' strettamente connesso con l'accordo di minore settima, cioe' l'accordo che risiede sul secondo grado di una scala maggiore e che indicheremo come II min 7 (secondo grado minore settima...che nel nostro caso era RE min 7, ossia II grado della scala di Do). Ed ancora, come si nota nel discorso delle "eptiadi", nel caso di Re min 7 (dorico) e' come se avessimo sovrapposto la triade di Mi min ( Mi Sol Si ) al Re min 7. L' effetto dorico quindi risiede in quest'ultima triade, e quel Si naturale ne e'....la testimonianza vivente !! E' molto accattivante l'effetto sonoro che la triade Mi Sol Si produce sull' accordo di Re min 7.

    Due brani in particolare ci permettono di soffermarci ad esplorare esclusivamente fino in fondo il modo dorico, e sono : SO WHAT di Miles Davis ed IMPRESSIONS di John Coltrane. I due brani, sebbene diversi nella melodia, sono identici nella struttura (A A B A) ed entrambi si sviluppano su Re dorico e Mib dorico fino alle estreme conseguenze !

    Suggerimenti:
    Esercitarsi nel praticare la scala dorica in TUTTE le tonalita'.
    Puo' essere interessante praticarle tutte per semitoni ascendenti (Re dorico, Mib dorico, Mi dorico ecc ecc), poi per semitoni discendenti (Re dorico, Do# dorico, Do dorico ecc ecc). Poi per quinte discendenti (Re dorico, Sol Dorico Do dorico..ecc ecc) ed infine per quinte ascendenti (Re dorico, La dorico, Mi dorico). Oltre che con le scale, l'esercizio dovrebbe anche essere ripetuto con gli arpeggi (arpeggiando ciascun accordo fino alla settima , es. Re Fa La Do, Mib Solb Sib Reb, Mi Sol Si Re... ecc ecc). Se qualcuno poi ha voglia di avventurarsi ancora di piu' nella pratica...beh...e' possibile esercitarsi eseguendo ciascuna scala proseguendo per intervalli di terza...poi magari di quarta (esempio per terze : Re Fa Mi Sol Fa La Sol Si La Do Si Re, Mib Solb Fa Lab Solb Sib Lab Do Sib Reb Do Mib...ecc )

    Buona DORICA a tutti !