• I pionieri del saxofono (primo e secondo capitolo)

    Autore: David Brutti

    Credendo di fare cosa gradita, vorrei pubblicare una serie di articoli informativi sulla vita dei poco noti e ancor meno riconosciuti pionieri del saxofono. Non parlo ovviamente di coloro che hanno reso grande il nostro strumento nel jazz, ma mi riferisco a quel poco indagato periodo che va dall'invenzione dello strumento alla "saxophone craze" degli anni '20.

    Inizio parlando di Edward A. Lefebre (1835-1911), responsabile di aver importato il sax negli USA, di aver contribuito a una prima diffusione dello strumento negli States in un periodo appena precedente alla "diffusione" del Jazz e di avere iniziato una collaborazione con le aziende manifatturiere americane. Probabilmente senza questa figura predominante il sax avrebbe avuto tutt'altra storia rimanendo probabilmente relegato a un ruolo di strumento subalterno.




    Inizio parlando di Edward A. Lefebre (1835-1911), responsabile di aver importato il sax negli USA, di aver contribuito a una prima diffusione dello strumento negli States in un periodo appena precedente alla "diffusione" del Jazz e di avere iniziato una collaborazione con le aziende manifatturiere americane. Probabilmente senza questa figura predominante il sax avrebbe avuto tutt'altra storia rimanendo probabilmente relegato a un ruolo di strumento subalterno.

    INTRODUZIONE:

    Quando si pensa ai pionieri del saxofono nella musica classica, immediatamente vengono in mente due nomi: Sigurd Rascher e Marcel Mule. Questi musicisti hanno avuto grosso modo carriere parallele a partire dalla metà degli anni venti attraversando gran parte del XX secolo.Entrambi hanno lasciato un profondo segno come concertisti e come docenti, ispirando i più grandi compositori del '900 a scrivere musica originale per saxofono e influenzando le future generazioni di saxofonisti classici nel mondo a continuare la loro tradizione.Ma cosa conosciamo della tradizione classica prima del 1920? Dobbiamo dedurre che non ci furono figure preminenti o musicisti classici di rilievo prima di questa data? Molti conoscono Elise Boyer Hall, una saxofonista di Boston che nella prima decade del '900 commissionò oltre 20 opere per orchestra e saxofono, tra cui spicca la Rapsodia di Debussy per orchestra e sax; ma la Hall fu principalmente una dilettante ed entusiasta sostenitrice del sax oltre che un'appassionata mecenate delle arti in genere.Un punto di partenza ovvio per iniziare ad indagare sulle figure di spicco del sax prima del 1920, può essere trovato nelle orchestre di fiati dirette da John Philip Sousa e Patrick Gilmore operanti tra la fine dell'800 e le prime due decadi del novecento.

    In qualità di direttore della United States Marine Band, Sousa introdusse una sezione di tre sax a partire dal 1884 e una sezione di sax stabile fu presente anche nella Sousa Band fin dalla sua fondazione nel 1892.Andando ad indagare ancora più indietro nel tempo, si può rimanere sorpresi dal fatto che Patrick Gilmore, forse il più celebre direttore di orchestre di fiati del XIX secolo, impiegò quattro sax come parte della rinnovata "Twenty-second Regiment Band" di New York nel 1873!Ma cosa conosciamo di questi primi saxofonisti? Ce n'è stato qualcuno che condivideva lo stesso spirito pionieristico e la sottile passione per il sax che possiamo trovare nei Maestri dell'era moderna? In effetti ci fu una figura con queste caratteristiche: Edward A. Lefebre.

    Con una carriera che inizia negli anni '50 dell'800 e che proseguirà ininterrotta fino alla sua morte nel 1911, Lefebre per primo presentò il saxofono come strumento solista in Europa, America e Africa!Con il proposito di dimostrare le potenzialità artistiche e espressive del saxofono, E. A. Lefebre portò avanti vigorosamente una carriera (le sue apparizioni concertistiche rientrano nell'ordine delle centinaia!) come solista, leader di sezione (ugualmente con Gilmore e Sousa) e come leader del suo quartetto di sax.

    Diversi compositori, rapiti dall'arte di Lefebre sul suo originale strumento, scrissero diverse opere originali per lui.Come insegnante, influenzò numerosi studenti e pubblicò decine di trascrizioni, arrangiamenti, così come alcuni brani originali per sax.Fu anche consulente della C. G. Conn company, supervisionando la produzione dei primissimi saxofoni costruiti negli Stati Uniti (prima del 1890 tutti i saxofoni erano costruitiesclusivamente in Europa).Per la sua appassionata opera si guadagnò il titolo di "re del saxofono" e fu contraddistinto come "nato con la missione di diffondere il suo strumento".

    Nel 1915, contemporanei di Lefebre si riferirono a lui come "il Paganini del saxofono", titolo che Sigurd Rascher si meritò diverse decadi più tardi!Edward A. Lefebre, la cui eredità è soltanto ora può dirsi completamente realizzata, fu un vero visionario; il suo forte impatto aiutò a cambiare radicalmente il percorso del saxofono nel XIX secolo, preparando il campo per la diffusione di massa che ebbe lo strumento nel XX secolo.


    ADOLPHE SAX E LA NASCITA DEL SAXOFONO (circa 1840-1857)

    Quando Adolphe Sax inventò il suo sax (c.1840), apparve subito destinato ad avere successo con il suo innovativo strumento. Ebbe sostenitori addirittura prima di aver depositato il brevetto (1846) e non passò molto tempo che il saxofono fu presentato in pubblico per la prima volta presso la Salle Herz a Parigi nel febbraio del 1844.

    Hector Berlioz arrangiò e diresse un suo brano per coro, Chant Sacrée, per il debutto di un sestetto misto (2 trombe, bugle, saxofono basso, 2 clarinetti), composto da strumenti costruiti da Adolphe Sax; in questa performance Sax stesso suonò il sax basso.
    Jean Georges Kastner fu il primo compositore ad includere il sax in una composizione maggiore, includendo il sax basso nella sua opera Le dernier Roi de Juda, eseguito nel dicembre del 1844. Dalla fine del 44 per tutto il 45, Kastner e Sax collaborarono inseme per redarre il Metodo Completo e Sistematico per saxofono.

    Occorre notare che oltre agli esercizi, agli studi e alle trascrizioni di brani della tradizione operistica e sinfonica, Kastner incluse un grande numero di composizioni per saxofono: Variations faciles et brillantes per sax contralto e pianoforte, pubblicato indipendentemente dal metodo nel 1851 da Branous et Cie., un Sestetto scritto per l'intera famiglia dei saxofoni [prima opera per ensemble di sax della storia del 1844 Ndtrad]: 2 soprani in do, un alto in fa, due bassi in do e un contrabbasso in fa (questo lavoro p stato adattato dal saxofonista Sigurd Rascher adottando una strumentazione "moderna", quindi per saxofoni in Sib e Mib. Il lavoro è stato pubblicato da Ethos Pubblications nel 1982).

    A partire dal 1845, i saxofoni vennero incorporati negli organici delle bande militari francesi e, nel 1846, il governo francese approvò il brevetto. Successivamente venne pubblicato il metodo di Kastner. Per un breve periodo, dal 46 al 50, vennero offerti dei corsi di saxofono presso il Gymnase Musical a Paris. Diversi conservatori regionali in Francia offrirono dei corsi di sax come anche numerosi conservatori in Svizzera, Belgio, Spagna e Italia. Non è chiaro quando l'insegnamento del saxofono venne istituzionalizzato in Inghilterra; alcune bande militari Inglesi ebbero in organico saxofoni a partire dal 1848. Nel 1850 il direttore e impresario Louis Antoine Jullien presentò Mr. Souallé come saxofonista solista in un concerto a Londra e nel 1851 a Parigi.

    Negli anni a seguire, Souallé diede concerti in Europa, India e Australia. All'inizio del 52 fu Henry Wuille il saxofonista solista di Jullien, eseguendo la sua composizione "Fantasia" per saxofono e piano.

    A partire dal 1850, diversi compositori iniziarono a includere saxofoni nelle loro composizioni. Nel 1851 Limander de Nieuwenhove, un allievo di François Fétis incluse una parte di Sax Contralto nel suo Le Chateau de la barbe bleu. Da quel momento sia Fétis che Berlioz pubblicizzarono tessendone le lodi i "nuovi effetti" che potrebbero essere introdotti in orchestra utilizzando la famiglia dei saxofoni.

    In effetti, un quartetto di sax (S, A, A, Bs) fu incluso per la prima volta da J. F. F. Halévy nella sua opera Le Juif errant; nella prima tenutasi nel 23 aprile 1852 a Parigi, Adolphe Sax suonò ancora una volta il suo sax basso.

    Secondo Halévy: "Questo primo tentativo in musica di un ensemble di nuovi strumenti, i quali sono senza alcuna analogia, ci fa realizzare che effetti fino ad oggi ignoti possono essere ottenuti dall'orchestra sinfonica".

    Questo quartetto di sax, che appare solo nelle ultime pagine della partitura di Halévy, fu utilizzato per descrivere l'ascesa dello spirito in cielo.

    Siccome il compositore utilizza i saxofoni esclusivamente nel suddetto episodio, ciò può essere considerata una chiara dichiarazione di come Hlévy intendeva il timbro del saxofono. Come Berlios sentiva delle forti analogie con il timbro del violoncello, Halévy sentiva delle sonorità paradisiache e celestiali.

    Nel 1853-54, l'orchestra di Jullien attraversò l'atlantico per un tour negli Stati Uniti, eseguendo la Santa Claus Symphony (1852) del compositore di Philadelphia William Henry Fry che impiegò un sax soprano nell'organico. Fry utilizza anche un soprano, un tenore e un basso nel suo Hagar in the Wilderness e un tenore nel poema sinfonico The Dying Soldier, entrambi scritti e eseguiti nel 1854.
    Una delle prime composizioni per sax solista e grande organico strumentale (orchestra di fiati militare) è datata nel 1855: Les souvenirs de Paris di J. Garrouste.

    A parte il sax solista, l'orchestra militare francese La Garde Républicaine incluse in organico non meno di 8 sax (2 soprani, 2 alti, 2 tenori, 2 baritoni) a partire dal 1856. Jean Georges Kastner, amico di Sax non che primo a comporre opere per saxofono, incluse di nuovo due saxofoni nel suo Le voix de Paris.

    Nel corso della sua prima decade di vita, il saxofono fece nota la sua presenza egualmente nel continente europeo come in quello americano, e importanti compositi notarono questo strumento. Berlios, paladino di A. Sax e dei suoi strumenti, scrisse diversi articoli tra il 1840 e il 1850 offrendo supporto al saxofono.

    Nell'edizione rivista del A Treatise upon Modern Instrumentation and Orchestration, pubblicata nel 1855, Berlioz ricapitola il contributo di Sax alle famiglie di strumenti a fiato: "Il Signor Sax ha perfezionato diversi vecchi strumenti, come io ho già indicato nel corso di questo lavoro. In più ha colmato alcune lacune esistenti nella famiglia degli ottoni. Il suo merito principale ciononostante è la creazione di una nuova famiglia di strumenti completata soltanto diversi anni addietro, utilizzando un'ancia singola, un becco da clarinetto e costruito di ottone. Questi sono i saxofoni. Questa nuova voce data all'orchestra possiede rare e preziose qualità: dolce e penetrante nelle note acute, piena e morbida nel grave, profondo e espressivo nel suo registro medio. In somma è un timbro "sui generis", offrendo vaghe analogie con il suono del violoncello, del clarinetto e del corno inglese ed è vestito in un abito in qualche modo d'ottone il quale offre il suo particolare suono.

    Il corpo dello strumento è un cono parabolico di ottone munito di un sistema di chiavi. La sua agilità lo rende appropriato per passaggi di una certa velocità, come anche per delle graziose cantilene e pensierosi effetti.

    Il saxofono può essere utilizzato con grandi vantaggi in tutti i generi musicali, ma soprattutto nei brani lenti e dolci.

    Il timbro del registro acuto dei saxofoni gravi ha un qualcosa di travagliato e dolente mentre le note gravi al contrario hanno una calma grandiosa o per così dire, pontificale.

    Tutti i sax, e principalmente il baritono e il basso, hanno la capacità di aumentare il volume e di far morire il suono, con un risultato sonoro inaudito fino ai nostri giorni nel registro grave della scala degli effetti e in una certa maniera simile a quello dell'armonium.

    Il timbro del sopranino è molto più penetrante di quello dei clarinetti in Sib o in Do, ma senza la durezza e acidità comune al clarinetto piccolo in Mib. Lo stesso vale anche per il soprano. Nell'avvenire compositori talentuosi trarranno grandi vantaggi dal saxofono combinato con la famiglia dei clarinetti o introducendo lo strumento in altre combinazioni che sarebbe un'imprudenza provare a predire.

    Lo strumento può essere suonato con grande facilità; le posizioni sono simili a quelle dell'oboe e del flauto. I clarinettisti che hanno già famigliarità con l'imboccatura, possono diventare maestri del suo meccanismo in brevissimo tempo."

    Il saxofono sembra destinato alla grandezza, ma nonostante le grandi lodi, Berlioz non utilizzò mai il saxofono in un'opera originale.

    In ogni caso, è interessante (se non spiacevole) notare che la parte autografa de La damnation de Faust include due sistemi bianchi all'inizio dell'ultimo movimento “Ciel Scène” destinati a un sax in Mib a a un sax in Bb! Possiamo soltanto supporre il motivo per cui non vennero utilizzati. In certo senso è sorprendente come Franz Liszt sia stato piuttosto entusiasta riguardo alle creazioni di Sax.
    Dopo aver visitato Sax a Parigi, Liszt scrisse le seguenti parole a Joseph Joachim: "... Sax si è prodotto per il nostro beneficio sulla sua grande famiglia di saxofoni, saxhorn, saxtuba, etc... Alcuni di questi (specialmente i saxofoni alto e tenore) possono essere estremamente utili anche nella nostra orchestra regolare e l'insieme ha un effetto realmente magnificente."

    Nonostante questo promettente punto di vista sulla nuova famiglia di strumenti, Liszt non incluse i saxofoni in nessuna delle sue partiture. Questo fatto può essere spiegato dal fatto che l'enstablishment musicale tedesco fu fortemente alleato con il costruttore di strumenti musicali Wilhelm Wieprecht, con il quale Sax ebbe aspri diverbi riguardanti i brevetti.

    Di certo non fece male avere importanti compositori come Berlioz e Liszt che parlano in favore di A. Sax e della sua nuova famiglia di strumenti, ma di sicuro se questi compositori avessero utilizzato il saxofono nelle loro partiture il futuro dello strumento come una voce stabile dell'orchestra sinfonica sarebbe stato più sicuro.

    Il compositore Gioacchino Rossini ha aiutato Sax ha far approdare lo strumento in Italia. Dopo aver udito per la prima volta il sax affermò che "è il più bel suono che abbia mai sentito".
    Nonostante attorno alla metà dell'800 si fosse virtualmente ritirato come compositore, Rossini convinse il Conservatorio di Bologna ad adottare gli strumenti di sax. Successivamente dei corsi di sax furono aggiunti al programma di studi. Rossini incluse dei sax nel suo La Corona d'Italia, scritto per banda militare nel 1868.

    All'inizio del 1855, Adolphe Sax avviò una piccola casa editrice a Parigi, pubblicando alla fine non meno di 36 composizioni per saxofono (solo e ensemble). A partire dalla fine del 1850 il saxofono in francia acquisì uno status che era riservato a strumenti con una ben più lunga tradizione. Classi speciali per militari vennero create presso il prestigioso Conservatoire de Paris a partire dal giugno 1857. Adolphe Sax stesso venne nominato come insegnante di sax. Ciò portò il saxofono all'attenzione di molti musicisti, compositori e all'etablishment musicale in generale. Fino a questo punto, solo una manciata di compositori sapeva dell'esistenza di questo strumento e ancora meno si sono cimentati nella composizione di opere originali. Tutto questo cambiò radicalmente nel 1857: a causa dell'istituzionalizzazione dell'insegnamento del sax di alto livello, si moltiplicarono le opere originali scritte per saxofono.

    Molti brani furono eseguiti dai saxofonisti durante gli esami sostenuti alla fine di ogni anno di studio (molte di queste composizioni furono pubblicate da Sax). Jean Baptiste Singelée, violinista belga, fu il primo tra il 1857 e il 1864 a scrivere per saxofoni al Conservatoire de Paris, scrivendo oltre trenta brani per sax solista e per ensemble di saxofoni di tutti i tipi. A Singelée è attribuita la composizione dei primi concerti e quartetti di sax (lungamente fuori catalogo, il suo Premier Quatuor op. 53 è stato ricostituito per strumenti moderni da J. M. Londeix nel 1977).

    Altri compositori Europei dell'800 hano dedicato opere per saxofono solista (e quartetto di sax) come ad esempio Joseph Arban, Friedrich Baumann, Léon Chic, Jules Demmersseman, Hyacinthe Klosé, Louis-Adolphe Mayeur, Raymond Moulaert, Jean-Nicholas Savari, Jérôme Savari, and Jean-Baptiste-Victor Mohr. Il compositore america no Caryl Florio contribuì componendo almeno due quartetti di sax, un quintetto per 4 sax e piano e un solo con accompagnamento orchestrale.

    Il saxofono godette di una relativa approvazione nell'arco di meno di due decadi e ancor prima del suo brevetto del 1846 furono scritte un metodo, repertorio originale e passi d'orchestra.

    Probabilmente il sax è un caso senza precedenti nella storia degli strumenti musicali per essere stato adottato in così breve tempo nelle orchestre militari e nei conservatori dell'Europa occidentale.
    Inoltre, preminenti compositori ottocenteschi hanno tessuto le lodi di Adolphe Sax e dei suoi saxofoni, favorendo l'utilizzo in orchestra sinfonica.

    Per permette al saxofono di sopravvivere e da ultimo per prosperare com strumento "colto", c'era (e c'è) bisogno di virtuosi in grado di presentare e provare i meriti musicali del saxofono.
    Compositori, direttori, musicisti e amanti della musica esposti a un'espressione artistica di alto livello proposta sul saxofono inizieranno ad intendere lo strumento come un attraente ed essenziale membro della famiglia dei legni.

    Il saxofonista virtuoso Edward A. Lefebre prese a cuore questa causa nella metà del 1850 divenendo un modello esemplare per il mondo con lo scopo di "portare lo strumento a una larga approvazione". Il suo lavoro si rivelò essere stupefacente.