• Drake "Jerry Bergonzi Master Series" 10* - Sax tenore

    Autore: Alessio "Tzadik" Roman


    Qualche giorno mi fa mi è arrivato da provare questo splendido bocchino:
    un Drake "Jerry Bergonzi Master Series" 10* (=10*=0,135") per sax tenore: http://www.drakemouthpieces.com/Masters_Series.html




    Riporto di seguito un paio di impressioni a caldo.
    Spero che siano di utilità visto che il bocchino in questione credo possa soddisfare le esigenze di MOLTI sassofonisti... e visto che non è ancora disponibile in Europa (credo lo sarà tra pochi mesi).


    - Come si presenta?

    Il bocchino arriva in una scatolina di plastica trasparente telescopica. Sul bordo interno della scatolina è incollato un biglietto da visita con l'immagine del banner del sito.
    All'interno della scatolina è bloccato da due blocchi di gomma piuma (alle estremità) che lo tengono fermo: niente di geniale ma almeno il bocchino viaggia abbastanza sicuro anche senza ulteriori imballi.
    Il corredo consiste di una legatura ad anello "Double Rail" e un cap Rovner.: nient'altro.


    - Il materiale

    Il bocchino è fatto di resina, il sito dice che è una resina particolare che contiene particelle ceramiche. La descrizione è corretta perché, a una attenta visione della tavola del bocchino si notano alcune particelle biancastre.
    Ora, io non so che influenza sul suono possano avere queste particelle "emulsionate" nella resina, però la descrizione del sito è, almeno da un punto di vista "visivo", corretta e credibile.
    Una cosa che salta subito "all'occhio" è il peso... anche se il bocchino è in resina è più pesante della maggior parte degli altri bocchini in resina "in voga" in questo periodo (Aizen, Saxscape, François Louis): il bocchino ha un peso che è in linea con il peso di un normalissimo bocchino in ebanite.
    La scelta di usare resina al posto di ebanite penso sia dovuta sostanzialmente ad aspetti tecnologici:
    - si può avere un maggior controllo sul materiale, si può "colare" facilmente, come è tradizione per i bocchini americani (in ebanite)
    - probabilmente più facile da lavorare, sia da una macchina utensile, sia "a mano" e di conseguenza si possono ottenere quote dimensionali più precise con meno fatica.
    - probabilmente cambia qualcosa nel suono (rispetto all'ebanite)... e probabilmente cambia qualcosa "in positivo".
    La legatura è dello stesso materiale del bocchino.
    Il bocchino ha le dimensioni esterne di un bocchino standard in ebanite per sax tenore (Otto Link Tone Edge. Vandoren...) quindi si può usare con una moltitudine di legature "standard".


    - Estetica e finitura

    Il bocchino è rifinito in maniera "veramente eccellente": la tavola è perfettamente piatta, i binari e il ciglio sono rifiniti in maniera eccellente.
    I binari sono internamente scavati in maniera progressiva e confluiscono in una camera molto larga
    Il collo del bocchino è rinforzato con un anellino di rame (o comunque una lega di rame, visto che il colore è rosaceo).
    Rispetto agli altri modelli Drake (escluso il "Pete Christlieb Master Series" e i modelli per baritono) l'anellino di rinforzo è più lungo: questo (sulla carta) dovrebbe contribuire ad aumentare volume/proiezione e a rendere il suono più centrato... non ho idea se sia reale sta cosa, però ci si può accontentare... esteticamente l'anellino fa la sua bella figura.

    Sul lato sinistro troviamo "inciso" la firma "Drake™" con sotto "Handmade USA" e sotto la data ti produzione "07 2012" (luglio 2012, il bocchino è uscito sul mercato il 23 luglio 2012) e il numero seriale "001" (si, esatto... questo è il primo esemplare di questo bocchino venduto).
    Sul lato destro troviamo "incisa" la firma di Jerry Bergonzi, "Bergonzi" e l'apertura "10*" (che è posizionata come sugli Otto Link in ebanite).
    Sulla parte superiore del bocchino troviamo il marchio di Aaron Drake, che consiste in un simbolo che unisce la "A" e la "D".
    Il "marchio" e la "firma" si ritrovano anche sulla legatura ad anello.
    Esteticamente il bocchino si presenta in una finitura standard, semi lucida tipo Ottolink, non opaca tipo Jody Jazz né lucidissima tipo Vandoren V16.
    Il bocchino è stato lucidato, ma leggermente si intravedono bene i segni delle passate di carta vetrata, sia sulle superfici esterna sia nelle superfici esterne (tavola compresa).
    Tutto questo penso sia per sottolineare che sono finiti a mano, in molti bocchini industriali non si notano segni "lineari" ma soltanto i segni circolari di una generica fresa.


    - Come suona?
    Sicuramente questa è la parte più "divertente" della recensione...
    Il bocchino è una riproduzione fedele dell'Otto Link personale di Jerry Bergonzi: un Otto Link Tone Edge Early Babbitt Florida blank, apertura 10* (si, Bergonzi suona con un bocchino parecchio aperto).
    Per chi non lo sapesse Tone Edge Early Babbitt Florida blank sono i bocchini di transizione tra la serie "Slant Signature" e la serie "Early Babbitt", bocchini ricavati dal blank degli "Slant Signature" con l'interno via di mezzo tra "Slant Signature" e "Early Babbitt": sono bocchini rari e molto ambiti (e abbastanza quotati).
    Strutturalmente è diverso dagli altri modelli Drake "originali" (il "Son of Slant" camera larga e il "Son of Slant" camera media): è diverso l'esterno, è diverso l'interno... è diverso il suono/timbro/risposta.
    Il baffle è molto ben pronunciato e i binari sono decisamente larghi (rispetto i due "Son of Slant"), la discesa è differente... la camera almeno quanto il "Son of Slant" a camera larga.

    Il bocchino risulta relativamente facile da suonare (attenzione: è un 10* e chi sta scrivendo è abituato a usare bocchini più chiusi, intorno a 8*).
    Ha un volume considerevole per la tipologia di bocchino, sicuramente sufficiente in molti contesti: tutto questo dipende dalla ottima fattura, dall’ottimo progetto e dalla grande efficienza di questo bocchino.
    Il feeling che trasmette il bocchino è diverso da quello degli altri Drake... il suono è veramente "vintage": se mentre i due "Son of Slant" centrano in pieno l'obiettivo di avere un suono "scuro e neutro" (scuro e morbido il SoS a camera media, scuro e panciuto il SoS a camera larga)... sto bocchino ha come obiettivo quello di emulare perfettamente tutti gli aspetti legati alla generazione del suono di un Otto Link "vintage"... e devo dire che (dopo aver provato un buon numero di Otto Link "vintage") ci riesce perfettamente, aggiungendo comunque versalità e semplicità di utilizzo.
    Nonostante sia un 10* (apertura ampia) richiede una quantità di aria leggermente inferiore a quella che ci si aspetterebbe da un bocchini del genere.
    Vendendo da bocchini 8*, bisogna ridurre un po' la durezza dell'ancia (niente di strano...) dopo qualche ora di apprendistato si comincia ad apprezzare la flessibilità di un bocchino con un'apertura così ampia... chiaramente un esemplare così aperto richiede comunque un'ottima respirazione e grande sensibilità.
    (Il bocchino comunque si può acquistare anche in altre aperture... è disponibile in 7*=0,105", 8*=0,115", 9*=0,125" e 10*=0,135")

    Il facing è decisamente ben calibrato per l'apertura, quindi è bello lungo ma non eccessivamente lungo da far flettere troppo la prima parte dell'ancia.

    Riguardo alla diatriba "resina vs. ebanite": non ho trovato niente di negativo nel fatto che sia un bocchino fatto in resina, anzi... contrariamente a molti altri bocchini dello stesso materiale, questo Drake non da l'impressione di essere in resina, considerando come suonano altri becchi della fattispecie facilmente reperibili in Italia.
    Anzi, suonando con altri bocchini Drake già da più di un anno, apprezzo molto la resina che Aaron Drake che usa per i suoi bocchini... la sensazione che mi da è che al di là del timbro lo spettro armonico che produce il bocchino alle varie dinamiche rimane comunque equilibrato e fornisce una leggera compressione a dinamiche estreme... dinamiche a cui la maggior parte dei bocchini "preziosi" in ebanite comunque tendono a diventare un po' "vetrosi"... non che questo dipenda solo esclusivamente dal materiale... ma anche il materiale comunque ha una influenza... specialmente sul suono percepito dal suonatore.
    Tengo a precisare che si tratta di aspetti personali... le stesse motivazioni per cui io preferisco la resina (...) all'ebanite potrebbero essere le stesse per cui uno preferisce l'ebanite alla resina (...). "Resina" poi è un termine generico (esistono resine di tutti i tipi).

    La legatura in dotazione funziona discretamente, ferma l’ancia in maniera solida, non sono riuscito ad apprezzarne le caratteristiche sonore: ho una particolare antipatia per le legature ad anello
    La resa sonora è stata migliore con la solita gabbietta standard, con una legatura Rovner Dark e con una legature Francois Louis "Pure Brass".

    Per la prova ho utilizzato una Rico Jazz Select filed 3 Medium (ben rodata), una Marca Jazz #3,5 (ben rodata), una Giuliani Jazz #3,5 (abbastanza usata) e una LaVoz Medium Hard (quasi nuova): si riescono a percepire le sfumature che il bocchino genera con le diverse ance.
    Con la Rico Jazz Select, si riesce a ottenere un suono compatto e piuttosto versatile... forse più verso un Early Babbitt "normale" (maggior separazione tra le varie frequenze)
    Con la Marca Jazz #3,5... più o meno le stesse considerazioni per la Rico Jazz... ma maggior morbidezza e un suono più "breathy"... direi dovuto a un po' alla durezza lievemente maggiore rispetto alla Rico Jazz Select.
    Con la Giuliani "Jazz", nonostante sulla carta si tratta di un'ancia abbastanza brillante... forse per la combinazione durezza dell'ancia/apertura si otteneva un suono decisamente più "tradizionale" o "vintage"... più medi, suono un po' più centrato... forse qualcosa in più anche a livello di risonanza sulle note alte: in un certo senso il suono andava un po' verso il classico suono "nasale" di un Otto Link.
    Con la LaVoz Medium Hard, il suono diventava molto "vecchio" e più liquido e continuo (forse più omogeneo)... meno volume: forse un po' più verso l'idea di suono di Bergonzi, o almeno del suono di Bergonzi dell'ultimo periodo... con quest'ancia si sente parecchio l'apertura per per via del taglio dell'ancia (punta spessa e dorso spesso) e per via della durezza (ero un po' al limite)
    Le LaVoz sono ance piuttosto legnose e mi piacciono per questo, il suono rimane piuttosto spesso: sul bocchini qui "recensito" forse però il suono risultava un po' tropo "vecchio" con una La Voz Medium Hard... sono sicuro che con un LaVoz Medium forse il suono sarebbe diventato più organico.

    Credo che il bocchino qui descritto rispetto ad altri modelli Drake originali, in particolare il tanto ambito "Son of Slant", a parità di apertura (quindi tralasciando l'esemplare qui provato, che è un 10*) abbia una resistenza sensibilmente maggiore (dovuta specialmente al design interno e ai binari più spessi) che contribuisce a fornire una consistentepatina vintage al suono... che difficilmente si ritrova su bocchini con resistenza "troppo bassa" (il termine "troppo bassa" è un po' aleatorio... però credo renda abbastanza l'idea).


    - Considerazioni finali

    Il bocchino qui recensito è un bocchino di alto artigianato, quindi alcune caratteristiche sono valutabili oggettivamente, ma le differenze che possono far amare o odiare un’imboccatura come questa sono esclusivamente soggettive e vanno ricercate nel modo e nell’impostazione del musicista e di conseguenza nel suono che si riesce a tirare fuori.

    Personalmente non mi lascio influenzare molto dai nomi, dal prezzo, o dalle descrizioni, devo dire che rispetto ad altri bocchini le descrizioni presenti sul sito ufficiali sono decisamente attendibili.

    Il bocchino nell'apertura dell'esemplare qui provato (10*=0,135" molto aperto) è decisamente un bocchino per gente esperta
    Il bocchino viene proposto in diverse aperture (7*, 8*, 9* e 10*): in aperture minori il bocchino decisamente diventa molto appetibile anche per gente meno esperta.
    Ovviamente bisogna anche essere disposti a sborsare 325 dollari (più spedizione, più tasse doganali)... il prezzo in euro sarà sicuramente abbondantemente sopra i 300€.

    Non sono in grado di dire se il bocchino valga i soldi che costa... posso dire che non si tratta di un'operazione commerciale: il bocchino va ad aggiungersi al catalogo Drake e ha caratteristiche differenti rispetto agli altri modelli (succedanei e non).
    Aaron Drake è un abile sassofonista e un abilissimo artigiano... da quel che so, ha sempre sviluppato i suoi bocchini da solo, creando bocchini sempre estremamente equilibrati (parlo di caratteristiche sonore) e costruiti in maniera eccellente. Una della cose che più contraddistingue i suoi prodotti è la "neutralità" del suono che esce (indipendentemente dalle caratteristiche del modello che si prende in considerazione)... e questa "neutralità" è una delle cose che fanno amare o odiare questi prodotti.

    Il bocchini qui descritto invece segue una filosofia diversa; sicuramente gli input del sassofonista di cui il bocchino porta il nome (Jerry Bergonzi) sono stati molto importanti nella creazione di questo prodotto. Al di là del fatto che è strutturalmente diversa da tutti gli altri modelli Drake... in questo bocchino non si ritrova più quella "neutralità" che contraddistingue i Drake "originali"... non è solo il suono diverso (che è tautologicamente diverso tra tutti i tutti vari modelli), è proprio l'idea di suono differente e mira a replicare il suono dei vecchi Otto Link, riproducendo anche le sensazioni "extra sonore" che quei bocchini ritornavano... e sto bocchino ci riesce in maniera "eccellente", tanto eccellente da rendere sterili tutte le polemiche del tipo "meglio l'originale... la copia è una copia" che potevano avere un fondo di "verità", in quanto spesso il marketing porta ad aspettative... che poi vengono "smentite". Poi secondo me è anche limitante valutare un bocchino solo in base a quanto assomiglia a un altro bocchino.

    Raccomando seriamente questo bocchino a chi ancora sta cercando la vera "connessione" al suono vintage... e vuole un prodotto di qualità altissima senza dover spendere quei 800/1000€ a cui vengono venduti "quegli" Otto Link vintage di riferimento per quelle sonorità.

    Non allego nessun sample (seguiranno sample sul sito ufficiale) perchè comunque il bocchino, "sentendolo da fuori" è quasi indistinguibile da un Otto Link "Early Babbitt Florida blank" oltretutto suonando io con uno strumento non tradizione (R&C R1 Jazz) il suono è comunque diverso dal suono del bocchino su uno strumento "tradizionale" (vedi Selmer) e quindi non sarebbe sicuramente bello da sentire... ma non molto "attendibile".


    Qui trovate un po' di foto pubblicitarie (... si tratta dell'esemplare che ho provato... seriale "001"):












    Qui altre foto varie: http://fotoalbum.virgilio.it/tzadik/drake_bergonzi/