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Visualizza Versione Completa : Determinare la tonalita' di un brano



re minore
4th August 2011, 09:28
Esiste una regola univoca e deterministica per determinare la tonalita’ di una composizione? Ad esempio: quando diciamo “il Gloria di Vivaldi e’ in Re Maggiore” cosa intendiamo esattamente?

La mia idea e’ che la tonalita’ di un brano sia determinata dall’accordo con il quale il brano finisce. L’ultimo movimento del Goria, i.e. il “Cum Sancto Spirito”, finisce guarda caso con un accordo di Re Maggiore.

La partitura dell’opera adotta diverse armature (Re, Sol, etc.). In “Et in Terra Pax Ominibus”, l’armatura e’ quella di Re Maggiore/ Si Minore, e finendo il movimento con un accordo di Si minore io dico che l’”Et in Terra”, di per se’, e’ in Si minore. Eppure l’”Et in terra” e’ parte del “Gloria” il quale e’ in Re.

Il “Gratias Agimus Tibi” presenta l’armatura di Sol Maggiore / Mi Minore, eppure l’accordo finale e’ Si Maggiore. Io dico che il “Gratias” e’ pertanto in Si Maggiore… sbaglio?

Saxsoprano99
4th August 2011, 10:33
La tonalità di un brano ti dice quali alterazioni ci sono in chiave ( ad esempio in re maggiore ci sono il fa# e il do# in chiave.)in sol maggiore c'e il fa#. In fa maggiore c'e il sib.
1 b tonalità FA o rem
2 b > SIb o solm
3 b > MIb o dom
4 b > LAb o fam
Etc.
1 # > SOL o mim
2 # > RE o sim
3 # > LA o fa#m
4 # > MI 0 do#m
Ect.
Spero di esserti stato d'aiuto.ciao

Saxsoprano99
4th August 2011, 10:35
Comunque è giusto quello che dicevi sull'accordo finale!

gene
4th August 2011, 11:00
Marco pone un quesito interessante ....... come si puo’ determinare la tonalita’ di un brano? Esiste una regola univoca e deterministica?
Lo ho scritto nell'altro messaggio quello sulla scala maggiore e minore, per cui copio ed incollo
Per tonalità si intende un insieme di suoni in relazione tra loro in modo che viene a determinarsi un centro gravitazionale armonico e melodico sul primo grado di una scala detta tonica.
In ogni tonalità vi è l'accordo di riposo per eccellenza che ne da il nome.
Esso viene costruito sul primo grado è la sua base è una triade detta di tonica formata prendendo il I, III e V grado della scala.
Se l'accordo di di tonica è maggiore si è in una tonalità maggiore, minore in una minore.
Spesso nell'ambito del medesimo brano si toccano varie tonalità che, al fine di stabilire quale sia tonalità principale si esamina l'accordo con cui inizia, ma specialmente quello con cui finisce ( qualcuno nei vari interventi aveva citato questa prassi).
Se si è in grado l'analisi armonica, ovvero come si correlano gli accordi può essere di aiuto.
Questo in modo molto sintetico, bisognerebbe aggiungere altri concetti, che rischiano di "inquinare" queste brevi nozioni.
Anche qui qualcuno aveva citato il discorso sensibile, VII grado etc. sinteticamente, osservando le alterazioni in chiave che corrispondono ad una tonalità maggiore o minore, se è presente l'alterazione del VII grado del modo minore per ottenere la sensibile che risolvere alla tonica, si può concludere di essere nella relativa minore ... es. 4 bemolli, se all'inizio o alla fine del brano (in mezzo il pezzo può modulare) appare il MI che sale al FA al posto del Mi bemolle per ottenere la sensibile che va alla tonica, siamo in FA minore invece che in Mi bemolle maggiore ....
Lo so, scritto così sembra un casino ....... chi è interessato si vada a rileggere un buon libro di teoria e armonia base e tutto apparirà più semplice !!!!!

re minore
4th August 2011, 11:15
La tonalità di un brano ti dice quali alterazioni ci sono in chiave ...

Eh eh, mica sempre! Questo magari e' vero per le canzonette tipo san remo, ma se ti vai a vedere la partitura di un'opera classica vedrai che le alterazioni in chiave cambiano ad nauseam, anche se la tonalita' "ufficiale" resta una sola! Citavo ad esempio il Gloria di Vivaldi visto che lo conosco bene, avendolo cantato come tenore in varie occasioni: e' in Re Maggiore, ma le alterazioni in chiave che vi si trovano cambiano con una certa frequenza. E' pero' vero che inizia e finisce in Re.

Danyart
4th August 2011, 12:19
siamo in FA minore invece che in Mi bemolle maggiore ....
In Fa minore anzichè in LAb maggiore

gene
4th August 2011, 12:42
Certo Daniè, è LAb, è ovvio, parlo di 4 bemolli in chiave,.... la fretta di scrivere ......

SaxRooster
4th August 2011, 13:50
Credo che le questioni siano due:

a. una questione pratica: ovvero quali sono gli "indizi" per individuare la tonalita' di una sezione di musica scritta che si "muove" sempre all'interno di una stessa tonalita' ( non modula ). Puo' anche essere la singola riga di uno spartito che modula in tutte e 12 le tonalita' del sistema temperato. Quello che ci interessa in questo caso e' sapere come individuare la tonalita' della riga in questione.

b. una questione teorica: all'interno di un brano che "modula" n-volte ( da qui i cambi di armatura di chiave) come si fa a determinare la tonalita' "d'impianto" del brano? Credo che quest'ultima questione sia solo una convenzione. Ci sarebbe da capire l'accademia delle crusca "musicale" cosa dice a proposito. Per esempio si potrebbe osservare un campione di partiture classiche e vedere se seguono lo stesso modello! Oppure chiedere a qualcuno che ha studiato per bene armonia classica se esiste una convenzione in proposito!

gene
4th August 2011, 14:04
Galletto sei fuori pista !!!!! ....... si potrebbe parlare, aggiungendo altra carne al fuoco, di tonalità, vista in un contesto "sistema tonale" e "sistema modale", temo però che la situazione si ingarbuglerebbe non poco ........ la cosa migliore che si potrebbe fare, ritengo sia, partendo dallo spunto iniziale, ripassarsi per bene la materia, e dopo, eventualmente fugare dei dubbi, perplessità etc. così sarebbe una discussione interessante .......

ModernBigBand
4th August 2011, 14:13
Per determinare la tonalità di un brano occorrono alcune nozioni di teoria musicale e di armonia. Non essendo questa la sede per fare lunghe considerazioni di teoria e armonia può essere sufficiente limitarsi ad alcuni punti fermi:

- per individuare la tonalità d'impianto di un qualsiasi brano occorre vedere innanzitutto l'armatura di chiave che ci permette di limitare a 2 le possibilità (ovvero la tonalità maggiore e la relativa minore);
- successivamente, guardando l'accordo finale del brano, si può avere già un certo margine di sicurezza nell'individuazione della tonalità (se troviamo l'accordo maggiore siamo in tonalità maggiore, viceversa per quella minore);
- se si è particolarmente fortunati il brano può iniziare con la tonica, ma questo non accade sempre...;
- se non ci si trova nella fortunata condizione precedente, un ulteriore passo da fare è quello di analizzare le prime 8 battute e ricercare alcuni movimenti caratteristici come ad esempio la sensibile che sale alla tonica (che in armonia è un cosiddeto movimento obbligato): se vediamo una alterazione dobbiamo cercare di capire la sua funzione, se siamo incerti tra DO Maggiore e La minore e vediamo un bel SOL# che sale al LA è chiaro che ci troviamo in tonalità minore anziché maggiore;
- se poi si è in grado di fare l'analisi armonica ci si mette al riparo da qualsiasi errore, in quanto basta individuare quelle formule di cadenza che offrono la "certezza" della tonalità come per es. il movimento II-V-I.
Per armonizzarlo in Re Maggiore ipotizziamo di suonare sul piano questi accordi costruiti appunto sul II-V e I grado della scala (con la sinistra che suona la prima nota dell'accordo, con il MI che sale al LA e scende al Re, mentre la mano destra suona le restanti tre note per ogni accordo):
(II) MI-SOL-SI-RE
(V) LA-SOL-LA-DO#
(I) RE-FA#-LA-RE
Senza andare nei dettagli ma soltanto dall'ascolto è facile cogliere il motivo per cui questo tipo di movimento rappresenti la "prova incontrovertibile" che si vuole ottenere...
E' inutile poi aggiungere che in ogni brano che superi le 8 battute ci saranno sempre delle modulazioni (ovvero dei passaggi in altre tonalità più o meno vicine per un certo numero di battute), ma nella stragrande maggioranza dei brani si parte e si finisce con la medesima tonalità. ;)

gene
4th August 2011, 14:36
Modern ....Odo augelli far festa !!!! ..... ma tu hai introdotto concetti da "sistema modale", II V I in minore, che derivano dall'armonizzazione della scala minore naturale, fermiamoci al "tonale" ... posso aggiungere, che nonstante il tentativo di suscitare curiosità sulle scale minori, tentativo non riuscito, mettiamo a cuocere altra carne .....
La scala minore, come risulta dall’applicazione dello schema del modo minore (da LA a LA), prende il nome di scala
minore naturale.
L’aggiunta della qualifica “naturale” ci fa intuire che esistono altri tipi di scale minori. Il motivo
dell’esistenza di altre scale minori sta nell’esigenza di utilizzare la sensibile anche nel modo minore. La sensibile
è il settimo grado del modo maggiore e la sua caratterista funzione le deriva dall’essere distante un
semitono dalla tonica. Per questo motivo nella scala minore naturale non possiamo parlare di sensibile in
riferimento al settimo grado, ma di sottotonica. Per utilizzare la sensibile nel corso di un brano in tonalità
minore è necessario innalzare di un semitono il settimo grado attraverso un’alterazione. In La minore quindi
viene innalzato il Sol a Sol#. Ma attenzione: questa alterazione non viene posta nell’armatura di chiave,
ma nel corso della scrittura. La scala minore che viene a formarsi con il settimo grado aumentato (sensibile)
prende il nome di scala minore armonica.
Qualcuno potrebbe chiedersi perché “armonica”. Di fatto questa scala non è generalmente usata in maniera
melodica (a parte alcuni casi in cui il VI grado va verso il V e il VII verso l’ VIII) ma principalmente per
l’armonia, cioè per la costruzione e concatenazione degli accordi, da cui il nome di scala minore armonica.
Ascoltandola ci rendiamo subito conto dell’insolito salto di un tono e mezzo tra il VI e VII grado di colore mediorentale, e pure italico del sud .... sicuramente lontano dai canoni della musica occidentale in senso classico. Per questo motivo,
volendo percorrere melodicamente il VI e il VII grado verso l’ VIII si è alterato anche il VI grado di un semitono
ascendente. Ecco quindi la scala minore melodica: con il VI e il VII grado alterati di un semitono ascendente.
Dal momento che però la sensibile svolge la sua caratteristica funzione solo in senso ascendente
verso la tonica ecco che quando la melodia attraversa questi gradi in senso discendente non è più necessaria
l’alterazione del VII grado e di conseguenza anche quella del VI, per cui la scala minore melodica in senso
discendente ritorna ad essere identica a quella naturale.
MO' BASTA !!!!

re minore
4th August 2011, 14:40
Io invece penso che SaxRooster abbia ben espresso la questione nel punto b. Non era nelle mie intenzioni affrontare la questione posta nel punto a. che mi risulta, tutto sommato, chiara.

Come dice Rooster, credo si tratti di una convenzione.

@MBB: il punto e' che un brano che si dice essere "nella tonalita' x" puo' presentare al suo interno MOLTE E DIVERSE ARMATURE. Ho portato l'esempio del Gloria di Vivaldi in Re Maggiore. Avere piu' di una armatura in chiave e' comunque, per le opere complesse, piu' la regola che l'eccezione.

Avevo ipotizzato che la tonalita' del brano fosse determinata dall'accordo finale, ma non e' cosi': il Requiem di Faure' e' in Re Minore (that's me!), eppure l'utlimo accordo dell'ultimo movimento (i.e. "In Paradisum) e' un Re Maggiore.

Nuova ipotesi: la tonalita' del brano e' determinata dall'accordo finale del I (e non dell'ultimo) movimento (qualora non sia suddiviso in diversi movimenti le due cose coincidono). Questa ipotesi e', se non altro, in linea con i pochi spartiti che ho avuto modo di controllare qua per qua.

re minore
4th August 2011, 14:42
MO' BASTA !!!!

Perche' basta? Citiamo a questo punto anche il buon vecchio Bach, e la sua scaletta semplice semplice... :smile:

gene
4th August 2011, 14:49
Ti cito invece, uno stralcio tratto dall'intervista rilasciata al Forum qualche anno fa da Cocco Cantini ... mi colpì questo passaggio e mi costrinse a rivedere certe cosette .........

Imparatevi le minori armoniche, le minori melodiche (armonizzandola troverete il mondo) e i primi 2 cromatismi per cominciare. Ad esempio i primi 2 cromatismi in C che sono il F# e il G#, valgono per tutte le scale della tonalità di C. Le cose da memorizzare sono molte meno di quello che questi metodi sbrigativi ma inutili (parlava dell'inutililità di certi aebersold, tipo quello sui II V I) dicono e soprattutto il senso della tonalità renderà tutto più melodico.

gene
4th August 2011, 15:00
per chi volesse approfondire, questo esempio, già citato in altri contesti, è molto esaustivo, qui però entriamo nel campo minato ........
http://www.jazzitalia.net/lezioni/piano ... monica.asp (http://www.jazzitalia.net/lezioni/piano/p_armmelodicaarmonica.asp)

ModernBigBand
4th August 2011, 16:34
Modern ....Odo augelli far festa !!!! ..... ma tu hai introdotto concetti da "sistema modale", II V I in minore, che derivano dall'armonizzazione della scala minore naturale, fermiamoci al "tonale" .......

Scusa gene ma non vedo cosa ci sia di più tonale di una cadenza perfetta II-V-I (oltretutto l'esempio fatto è in Re Maggiore), che fa parte dell'ABC dell'armonia.
In ogni caso ho fatto questo tipo di esempio soltanto per far capire come la conoscenza dell'armonia risulti utile in questi casi, forse per il principiante è più difficile ma chi ha un po' di esperienza non ha alcuna difficoltà ad individuare la tonalità (chiunque abbia studiato in conservatorio ricorderà con grande gioia la pratica dell'armonizzazione del basso e i vari trucchetti del mestiere!).
Il discorso che fai in questa sede sulle scale non è del tutto attinente in quanto la tonalità di un brano può essere Maggiore o minore, tertium non datur: il fatto di distinguere poi una scala minore naturale da quella minore armonica, melodica, bachiana, ecc... ha senso fin quando limitiamo il discorso alle scale, poiché nello "studio" della tonalità di un brano non ha questa importanza fondamentale (non è il caso di approfondire qui).


@MBB: il punto e' che un brano che si dice essere "nella tonalita' x" puo' presentare al suo interno MOLTE E DIVERSE ARMATURE. Ho portato l'esempio del Gloria di Vivaldi in Re Maggiore. Avere piu' di una armatura in chiave e' comunque, per le opere complesse, piu' la regola che l'eccezione.

Beh devi considerare sempre il brano che hai davanti, un conto è la tonalità di "Happy birthday" e un conto è la tonalità della Traviata piuttosto che del Concerto n.1 per pianoforte di ?ajkovskij o peggio ancora L'anello del Nibelungo di Wagner.

Per essere più chiari potremmo dire che:

- ci sono brani elementari che non presentano alcuna modulazione, sono molto brevi, iniziano e finiscono nella medesima tonalità (es. cantilene per bambini);
- ci sono brani più complessi che spaziano da un qualsiasi brano di musica pop fino ad esempio ai brani di musica "classica" per strumento solo (es. un preludio di Chopin) in cui c'è generalmente una tonalità di partenza, si "prosegue il percorso" con diverse modulazioni in altre tonalità (senza variazione dell'armatura di chiave) e solitamente si ritorna alla tonalità iniziale;
- vi sono infine brani ancora più complessi in cui la tonalità d'impianto può variare tra un movimento/tempo e un altro, per cui potremmo avere un primo tempo in Sib Maggiore (che a sua volta si comporta solitamente come un brano del tipo indicato qui sopra - tonalità di base-> modulazioni -> tonalità di base) e un secondo in Mi minore, un terzo in Fa minore e un quarto in Do# minore...e così via.

E' chiaro che quando si allargano gli orizzonti musicali e si passa dalla canzoncina pop all'opera monumentale è necessario adeguarsi alla nuova realtà, utilizzando sempre le conoscenze di base, ma completandole con altre conoscenze che derivano dall'esperienza. Parlare di tonalità per esempio nella Tetralogia di Wagner è riduttivo, stiamo parlando di una composizione divisa in un prologo e 3 giornate per la bellezza di circa 15 ore di musica...mica noccioline! Ecco perché in questi casi bisogna razionalizzare l'analisi della tonalità di questi brani, avendo ben chiaro il concetto che più è lungo e complesso il brano e più sono alte le probabilità che i cambi di tonalità siano frequenti.
A sostegno del processo "step by step" che deve condurre all'individuazione della tonalità (quello indicato nel precedente post) potrei aggiungere che molto spesso ci sono delle situazioni particolari in cui i "conti non tornano": potrebbe capitare ad esempio un brano in tonalità minore (considera un brano breve per non complicarci troppo la vita) che inspiegabilmente finisce con un accordo maggiore. Quello che agli occhi del profano può apparire un errore in realtà è un espediente che va sotto il nome di "terza piccarda" e consiste appunto nella conclusione di un brano in tonalità minore con una triade maggiore, soprattutto se l'accordo finale proviene da una cadenza plagale (I-IV-I).
Come ho già detto, questa non è la sede per dilungarsi, ho introdotto dei concetti soltanto per far capire che bisogna partire da alcuni dati di fatto e regolarsi di conseguenza ovvero:

1. valuto quali alterazioni ho in chiave;
2. riduco a 2 le possibilità (maggiore o minore, se ho 2# posso essere in Re Maggiore o in Si minore ma di certo non in Mib Maggiore o Fa Maggiore);
3. guardo l'accordo finale (per valutare se è maggiore o minore);
4. se l'accordo è maggiore vado a controllare le prime battute e cerco di capire come si "muove" il brano;
5. se il brano inizia con la tonica verosimilmente siamo nella relativa tonalità;
6. se nelle prime battute non ci sono alterazioni momentanee è probabile che il brano sia in tonalità maggiore, la presenza di alterazioni (parliamo di brani non troppo complessi) generalmente è ascrivibile all'alterazione del VII grado della scala minore per renderlo "sensibile" e avere in questo modo la tendenza a risolvere sulla tonica. Altre considerazioni si possono fare riguardo al fatto che normalmente la sensibile "non salta", ovvero deve andare a risolvere sulla tonica per grado congiunto, per cui se siamo incerti tra un Do Maggiore e un La minore e vediamo un SOL# che non sale sul LA ma "salta", verosimilmente siamo in presenza di un V grado alterato di Do Maggiore e non di un VII grado di La minore.
Se invece osserviamo un VI e un VII grado alterato che vanno a finire sulla tonica siamo in presenza di un frammento di scala minore melodica, per cui possiamo ragionevolmente concludere di essere in tonalità minore;
7. in ogni caso se si conosce l'armonia si va alla ricerca di alcuni movimenti caratteristici che normalmente "confermano" la tonalità.

P.S.: Se qualcosa non "torna" generalmente o si sta sbagliando o si sta ignorando qualche particolarità (es. il già citato utilizzo della terza piccarda che comporta la conclusione di un brano minore con un accordo maggiore).

gene
4th August 2011, 17:59
Modern, ho paura che più si scrive di queste cose, più aumenta il caos per molti dei nostri amici del forum, ecco perchè ho detto ...quel che ho detto ..... Un II V I MAGGIORE è chiaro, se parliamo di sistema tonale sappiamo bene il ruolo del V e l'accordo costruito sulla tonica delle stessa progressione.
Parlare di di I-maj7 per le minori melodica e armonica è già un'ulteriore informazione che genera caos ... ci sono troppe varianti aroionizzando la minore armoinica e melodica e da si fa presto a finire sul modale .....

Danyart
5th August 2011, 12:03
secondo me, fermo restando l'estrema preparazione che avete e che donate a tutti noi )mi ci metto anch'io che non sono certo un mostro di teoria) avete scritto troppe parole e pochi esempi e questo causa poca chiarezza per i neofiti, forse sarebbe meglio prendere un brano dall'armonia ambigua e farne un'analisi per chiarire certi aspetti (ad esempio Michelle o Autumn leaves)
che ne dite?

zkalima
5th August 2011, 21:19
Io sapevo che la tonalità, in generale, si riconosce dalle alterazioni in chiave e dall'uso relativo degli accordi di settima e semidiminuito che occupano il quinto grado, rispettivamente della scala maggiore e minore, e che si vedono nella sequenza II - V - I.
Un pezzo, naturalmente, può essere costruito in modo più complesso e modulare in diverse tonalità, ma nella sequenza citata il quinto grado dice se si è in modo maggiore o minore.
Sono ricordi un po' appannati, spero di non aver detto cretinate.

re minore
6th August 2011, 10:12
No zkalima, non hai letto bene la domanda.

Il V grado puo' servire per determinare la tonalita di *una porzione* di un brano. "Toccata e fuga" di Bach e' in re minore. Perche' e' in re minore? Questa e' la domanda. La mia supposizione e' che si dica sia in re minore perche' l'accordo finale e' re minore, e che in conseguenza di questo fatto si scelga l'armatura in chiave. Di quinti gradi in una composizione ce ne sono a iosa, ma la tonalita' del brano e' una sola: quindi il "V grado" non puo' determinarla.

Ad ogni modo il V grado non varia tra maggiore e minore: in un sequenza II - V - I il V grado ti indica la tonalita', ma saranno il II ed il I che ti diranno se e' minore o maggiore. Ad esempio:

D-7 / G7 / C maj7: do maggiore.
D-7 (meglio D sus b9) / G7 / C- maj7: do minore (melodico).
D-7b5 / G7 / C- maj7: do minore (armonico).

gene
6th August 2011, 11:57
Zkalima, rimandato a Settembre !!!!! (rileggiti per bene il libro di teoria ....)
No, professor D MINOR non è proprio così ........
intanto non hai considerato la minore naturale ...poi
D-7 / G7 / C- maj7: do minore (melodico), questo è OK, lascia sta SUS etc sul II grado
D-7b5 / G7 / C- maj7: do minore (armonico), questo è sbagliato .... il V è sempre V7b9 (quanti brani girano così) .......

Vai a rileggerti per bene, quanto citato per my Funny Valentine (clicca il link e RILEGGITI le spiegazioni, che sono belle chiare )
Intanto studia .. :ghigno: ritorno il 22, alle 14 parto ...stamme bene

ginos77
7th August 2011, 01:17
Scusate ma un brano all'interno a volte ha varie tonalità,quindi dire ire che un pezzo è in sol maggiore ad esempio...quando magari ci sono dei cambi di tonalità all'interno non è riduttivo?A volte da sol un brano passa in la e poi passa ancora in la#...ma lo si definisce sempre in sol....anche perchè la maggior parte delle volte ritorna in sol alla fine.......quindi vi è una struttura armonica magari da conoscere oltre alla semplice tonalità del pezzo!!La musica cmq è un casino!!! :muro((((...poi nelle opere che cita Reminore ancora di più---ma lì c'è di buono che la musica la si legge....e cioè non ci sono spazi per improvvisare...e forse è anche per questo che molti musicisti classici sono a digiuno di armonia.....sono mostri nel leggere e nel padroneggiare i suoni....ma digli di improvvisare su un accordo e si perdono nel vuoto!!!Non tutti ovviamente!!!

ModernBigBand
7th August 2011, 15:21
e forse è anche per questo che molti musicisti classici sono a digiuno di armonia.....sono mostri nel leggere e nel padroneggiare i suoni....ma digli di improvvisare su un accordo e si perdono nel vuoto!!!Non tutti ovviamente!!!

Cerchiamo però di non scadere nella fiera dell'approssimazione e del luogo comune...
La stragrande maggioranza dei musicisti classici conosce l'armonia in quanto è uno dei prerequisiti necessari nella formazione del musicista "completo", basti menzionare gli organisti (quanto di più lontano da un jazzista in termini di approccio musicale /repertorio) che durante la loro formazione dedicano tantissimo tempo alla pratica del basso continuo.
Ovviamente la "Musica" è così vasta ed i linguaggi utilizzati così diversi da lasciare ad ognuno la possibilità di scegliere il proprio ambito di applicazione.
In ogni caso, quello che bisogna allontanare in ogni modo è quello che io chiamo "celodurismo cronico e dilagante" che affligge chi musicista non è, ovvero chi non ha ancora sviluppato quel senso critico (che nasce soltanto quando per anni e anni ci si immerge nella musica e ci si lascia permeare fino al midollo) che permette di valutare compiutamente tutti gli aspetti di un determinato genere/settore musicale.
Cosa vuol dire che il musicista classico non sa improvvisare? Vuol dire forse che il mondo della musica ruota intorno all'improvvisazione jazzistica? Assolutamente no in quanto questo potrebbe essere soltanto il punto di vista limitato/limitante di un jazzofilo con i paraocchi, non quello di chi cerca di analizzare razionalmente il genere/settore di cui sopra.
Con lo stesso approccio limitato/limitante il "classicofilo" potrebbe dire al pianista jazz di eseguire un concerto di Rachmaninov o di Brahms e ricevere un 2 di picche, allo stesso modo il saxofonista classico potrebbe chiedere al saxofonista jazz di eseguire un qualsiasi brano di musica contemporanea, ma anche un più digeribile brano "classico" di un certo spessore e ricevere un 2 di picche anch'egli, stessa cosa se volessimo far cantare l'Aria "Der hölle rache" del "Flauto magico" ad una qualsiasi cantante jazz...e potremmo continuare all'infinito.
Allora a cosa porta questo "celodurismo", questo continuo voler porre l'accento sulle differenze? Assolutamente a nulla perché invece di concentrarci sulle peculiarità e sul bello che ogni settore musicale ci può regalare, stiamo lì a ravvivare i soliti luoghi comuni che non portano a nulla di buono.
In ogni caso, non vorrei che le mie parole fossero intese come una sorta di "rimprovero", ma come una accorata preghiera a trattare la Musica con l'immenso rispetto che merita, indipendentemente dalla sua caratterizzazione estemporanea.


Scusate ma un brano all'interno a volte ha varie tonalità,quindi dire ire che un pezzo è in sol maggiore ad esempio...quando magari ci sono dei cambi di tonalità all'interno non è riduttivo?A volte da sol un brano passa in la e poi passa ancora in la#...ma lo si definisce sempre in sol....anche perchè la maggior parte delle volte ritorna in sol alla fine.......quindi vi è una struttura armonica magari da conoscere oltre alla semplice tonalità del pezzo!!

La tonalità è uno dei tanti elementi che durante lo sviluppo di un qualsiasi brano muta, al fine di ricreare determinati effetti sonori. Come non esiste (a grandi linee) un brano scritto solamente con crome, un brano tutto "a metronomo" dall'inizio alla fine o un brano con una sola dinamica...allo stesso modo non esistono, o meglio sono pochi, i brani che sono sempre e soltanto nella stessa tonalità.

ginos77
7th August 2011, 16:39
Ma io mi riferivo a chi suona uno strumento melodico in ambito classico....ma la mia non era una critica o un c'è lo duro!!!Era una constatazione...per chi suona uno strumento melodico in ambito classico l'armonia viene trattata molto in maniera teorica e meno in maniera pratica..purtroppo.Io sono molto a contatto con ragazzi che studiano sax o clarinetto al conservatorio...e devo constatare che purtroppo sono molto a digiuno di armonia pratica..pur essendo dei mostri in tecnica e lettura....ma con questo non dico che sono meno musicisti dei musicisti di jazz...facevo solo una constatazione....se poi ho offeso qualcuno porgo le mie scuse....ma da come la vedo io il jazz è il modo migliore per affrontare accordi e tonalità con uno strumento melodico!!!Ed andrebbe inserito in maniera maggiore nei nostri conservatori...ma non come specializzazione....ma come materia vera e propria già dal primo anno.....anche se non sono un musicista queste cose le noto...non c'è bisogno di essere Strauss o Charlie Parker...se poi tu lo sei è un'altro conto!!

ModernBigBand
7th August 2011, 17:29
Evito di rispondere in questa sede in quanto l'argomento sta andando OT, per la didattica nei conservatori c'è l'apposita sezione. ;)

The 5axophonisT
4th September 2011, 23:08
Scusate ma io ho un tremendo dubbio. :muro(((( A volte capita di dover suonare ad "orecchio", quindi senza nessun spartito per improvvisarci sopra. In quel caso, come si potrebbe fare a determinare la tonalità del brano ? Sempre servendoci della nota iniziale e finale oppure c'è qualche altro metodo?

Oxossi
22nd September 2011, 16:22
Io ho un ennesimo quesito da porre...se so che un brano è in Dm se devo improvvisarci sopra con un pianoforte o un sax cambia o no? cioè secondo me con il pianoforte dovrei suonare in Fm e con il sax in Gm giusto?

STE SAX
22nd September 2011, 16:30
scusa non ho capito: se un brano e' in Dm (reale) con il pianoforte devi suonare in Dm, perche' vuoi andare in Fm? Conseguentemente col sax se sei al tenore suoni in Em e se sei con l'alto suoni in Bm

Aktis_Sax
23rd September 2011, 09:17
Credo che Modern sia stato molto chiaro nell'esporre i passaggi "fondamentali" da seguire per cercare di determinare la tonalità di un brano. Dite che per i neofiti fare così è troppo difficile, ma dovete anche pensare che i neofiti devono costruirsi una base di teoria musicale, e sicuramente all'inizio della loro esperienza non si metteranno a discutere della tonalità quando ancora non conoscono le scale!

Fred
8th January 2012, 13:47
Ragazzi la questione dell'ultimo accordo sul quale si può determinare in che tonalità è stato scritto il brano è ASSOLUTAMENTE ERRATA. Se per esempio un brano è stato scritto in re maggiore all'inizio e poi modula andando a finire per esempio su si minore, le alterazioni in chiave non sono cambiate ma il modo si (si sente il cambiamento). Per cui ci sono 2 semplici trucchetti da dilettanti per chi non sa riconoscere in che tonalità è un brano senza le dovute nozioni. Per quanto riguarda le tonalita con i b, bisogna guardare il penultimo b messo in chiave. EX: se abbiamo 3 b in chiave cioè si-mi-la la tonalità sarà o mib maggiore o do minore. Per quanto riguarda invece le tonalità con i #, bisogna innalzare di un semitono l'ultimo # segnato in chiave. EX: se abbiamo 3 # segnati in chiave, cioè fa-do-sol la tonalità sarà o la maggiore o fa# minore. Piccoli trucchi ma di grande importanza.
Per quanto riguarda invece il modo di un brano, ammesso che ne avessimo già dedotto le 2 tonalità nelle quali esso potrebbe essere stato scritto, bisogna guardare prima di tutto se nelle prime 5-6 battute (kolon) è presente la sensibile (7 grado della scala minore alterato di un semitono ascendente) e poi vedere su che accordo fondamentale si sviluppa il brano che di solito coincide con la sua stessa tonalità.