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Visualizza Versione Completa : I Grandi del jazz alle prese con lo studio...



giuseppeelides
18th June 2011, 08:05
Ciao,
ognuno di noi dedica un tot di tempo allo strumento in base agli impegni quotidiani della vita...
E i grandi del passato?(e del presente) Quanto tempo dedicavano allo studio? Quali metodologie utilizzavano, quali erano le loro abitudini, manie, singolarità?
Beh, chi più ne ha, più ne metta...
Grazie a tutti ciao!

giuseppeelides
18th June 2011, 20:53
a quanto pare nessuno ne sa nulla....

giosuei
18th June 2011, 21:33
I grandi del passato non lo so ma vedo suonare i grandi del presente e, sopratutto gli americani, si capisce che suonano e basta.

Per come passo io la mia giornata significa lavorare 10 ore al giorno, compreso il pranzo :ghigno:

fcoltrane
18th June 2011, 23:13
cosa studiassero i grandi non è dato saperlo.
ricordo però un video su youtube dove si può ascoltare Gordon riscaldarsi.
http://www.youtube.com/watch?v=eZE2ZZ79Yos
ed uno di Turner
http://www.youtube.com/watch?v=Lt3r5E1xdWQ
ciao fra

zulusax
18th June 2011, 23:19
Per quello che ho letto io, i due grandi del sax tenore, vale a dire John Coltrane e Sonny Rollins, suoanavano otto ore al giorno, come studio e poi era naturale che quando facevano dei concerti suonassero per 3 ore, con grande grinta ed inventiva.
In una recente intervista, Sonny Rollins ha detto, quando preparo un nuovo brano, lo studio in tutti i modi e le tonalità possibili e poi quando salgo sul palco, cerco di dimenticare tutto, perchè la musica deve uscire da sola.

GeoJazz
20th June 2011, 10:30
i grandi del presente e, sopratutto gli americani, si capisce che suonano e basta.
Mah, giosuei, non sono d'accordo con quello che dici. Gente come Chris Potter non credo che suoni e basta.
Per il passato e presente, il grande Gary Bartz si sciroppa/sciroppava un libro di musica classica ogni mattina come esercizi di riscaldamento (direttamente da sua testimonianza).
E Brecker non era da meno in quanto a studio giornaliero.

KoKo
20th June 2011, 10:39
ma come vi vengono ste domandE? =)
ciascuno studierà quello che gli serve per esprimersi...

vorrei solo sfatare i miti con un aneddoto, tempo fa ho sentito kenny garrett dal vivo.
poi siccome conoscevo un po' mi hann oportato nei camerini, bhe dopo un concerto (pure lungo) il gruppo che lo accompagnava era giustamente a rifocillarsi, lui in camerino a fare le scale col sax.
ci ho parlato per poco e ha detto che aveva un aereo alle 4 di notte per andare a fare un altro concerto il giorno successivo.
pero' era li a studiare =)

STE SAX
20th June 2011, 10:44
Coltrane era maniacale nello studio. Chi ha letto come me la sua biografia ne e' rimasto davvero impressionato. Non c'erano molti metodi allora ma John studiava le partiture classiche di Bach, gli studi per arpa e violino. Anche sul palco quando smetteva il suo solo spesso andava dietro a suonare ancora. Michael Brecker, un altro che studiava molto, ha dichiarato che quando doveva riprendere in mano il soprano dopo un periodo che non lo suonava, andava a lezione da un altro (non so chi fosse). Grande segnale di umilta', tenacia e professionismo.

giosuei
20th June 2011, 11:55
D'accordo GeoJazz........... l'ho messa lì troppo sbrigativamente :smile: ......... facevo riferimento principalmente ai musicisti di colore.
Quello che intendevo dire è che quando cominciano a suonare sembrano "entrare" in una dimensione diversa dal normale (dal mio normale di sicuro, ma credo ancora di più dal "loro" normale) ....sembra che si mettano a giocare, ma un gioco impegnativo, come tutti i veri giochi, che non sono mai passatempi.

Art Ensemble of Chicago per fare un esempio concreto: cultura, politica e analisi musicale...ma quando li ho sentiti dal vivo giocavano (eccome) e si divertivano (eccome) e facevano una fatica bestia (eccome) e questo presuppone una preparazione pesante e (forse) un pò ossessiva...........nel senso che di solito l' "abilità" del giocatore si costruisce su un'ossessione..........per questo dicevo che a me pare gente che "suona e basta"...........

docmax
20th June 2011, 13:21
Non si improvvisa niente... per suonare bene devi studiare, il quanto lo fa il tempo che hai, la vita che fai, le mire che hai.
Come in tutti i campi anche nel suonare vige la regola che il lavoro paga. E questa regola vige anche per i grandi.
Ci sono eccezioni, che però in un preciso tempo della loro vita, si sono fatti il mazzo (leggi Parker)

Overtone
20th June 2011, 13:31
Quoto. Bisogna farsi il mazzo ed in modo particolare, bisogna essere costanti nello studio. Quello che conta alla fine, non è tanto il fatto di passare 10 ore a studiare (a patto di poterlo fare per chi non è un professionista), ma come si studia, quali esercizi, e la continuità che secondo me ha un'importanza fondamentale. Poi i risultati arrivano.

bb
5th July 2011, 22:03
tutti i musicisti del passato e del presente che valgono veramente hanno accoppiato il talento allo studio , tanto studio.
Non esistono trucchi , ed il talento aiuta molto ,ma non puo' escludere lo studio.
Coltrane e Rollins studiavano sempre , pernsa che Trane dopo 3 set (all'epoca se ne facevano 3 ) tornava in albergo a studiare.
Cmq se sei curioso ti consiglio di leggerti un po' di biografie, ce ne sono diverse , alcune scritte bene altre un po' troppo zuccherose e romanzate per i miei gusti ed alcune anche molto divertenti!

PJM
6th July 2011, 23:03
Come dice Lee Konitz: " E' così che mi preparo a non essere preparato. E ci vuole un sacco di preparazione".

GeoJazz
14th July 2011, 10:05
Riporto un tratto del racconto di Benny Golson su Earl Bostic citato da Lewis Potter nella biografia di Coltrane "Blue Trane"

Golson, che lavorò con lui (Bostic) per diversi anni a metà dei Cinquanta, ricorda:
Gli chiesi: "Come hai fatto a diventare così bravo?" e lui rispose: "Iniziavo [a esercitarmi] alle otto del mattino, facevo una pausa pranzo dalle dodici all'una e poi riprendevo fino alle cinque, tutti i giorni eccetto la domenica". E così faceva anche Coltrane.

mix
14th July 2011, 10:52
un 84 enne Arthur Rubinstein (famoso pianista) dichiarò di sentire la necessità di studiare per 6 ore al giorno... quando era più giovane ne studiava 9... Non era jazzista ma comunque un Grandioso pianista...