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Visualizza Versione Completa : James Carter, fantasticamente libero di far ciò che gli pare



Danyart
13th June 2011, 22:43
http://www.youtube.com/watch?v=ufkuda8q ... re=related (http://www.youtube.com/watch?v=ufkuda8qfJk&feature=related)
questo straordinario saxista si permette di suonare così il bellissimo e dolce brano di Django Reinhardt, vorrei tanto, un giorno, potermi permettere tale libertà di mantenere il mio stile, il mio credo (che è molto diverso da james carter), in ogni contesto, grande James!

Danyart
13th June 2011, 22:50
devo dire che in questo pezzo mi ricorda molto l'altro grande pazzo, David Murray!!

STE SAX
13th June 2011, 22:52
e che je voi di' ............

KoKo
13th June 2011, 22:55
a me james carter non è mai piaciuto tanto, l'inizio di questo video pero' (finchè suona con la batteria) è bellissimo.
dopo mi so annoiato...

phatenomore
13th June 2011, 22:59
Kok, sempre il solito schifiltoso! (in realtà è ammirazione, e pure invidia, per il tuo gusto e per la tua cultura jazzistica che ho percepito da parecchio tuoi post) :lol:

KoKo
13th June 2011, 23:02
ma piantala...
non so perchè non mi abbia mai preso tanto james carter...eppure i tenoristi di quella scuola mi piacciono (george adams su tutti, lo amo proprio).
mi sembra che ogni tanto gigioneggi troppo, gli va riconosciuta grande onestà sicuramente, e un suono impressionante =)

Danyart
13th June 2011, 23:09
al di là che possa piacere o no io intendevo mettere in risalto il fatto che si comporta sempre in modo totalmente personale, cioè suona proprio come gli pare, interpreta i pezzi come meglio crede senza cadere in scopiazzature o sdolcinerie, in questo è molto simile, paradossalmente, a rollins e david murray...poi, a me, molte volte, mi piace pure come suona, ma non sempre

KoKo
13th June 2011, 23:15
si dany,
intendevo questo con onesto...
credo pero' che debba essere una prerogativa minima per un musicista no?

Danyart
13th June 2011, 23:17
spesso non lo è, carter anche qui è stato spesso criticato aspramente proprio perchè ha quasi zero compromessi (in parte l'ho fatto anch'io), anche se ascoltando l'inizio di questa http://www.youtube.com/watch?v=tJ_cnJp7 ... re=related (http://www.youtube.com/watch?v=tJ_cnJp71BA&feature=related) si potrebbe pensare il contrario, ma poi ridiventa lui, anche se con maggiore rispetto!

13th June 2011, 23:27
A me Carter non piace proprio.
Nell'ultimo album che ha registrato ho scoperto che quasi tutti i soli in realtà sono frutto di montaggi. Dai diversi take registrati ha scelto le frasi che più gli sono piaciute e poi sono state montate.

Non so quanti si avvalgano di questi strumenti, ma lo trovo orribile e molto triste.

KoKo
13th June 2011, 23:29
fosse questo il problema io non ci vedo niente di male, è un modo come un altro di comporre musica.

i primi che mi vengono in mente se penso a questo modo di lavorare sono frank zappa e miles davis =)

Danyart
13th June 2011, 23:30
infatti

13th June 2011, 23:49
Si ok, il male è altro, però quando il tutto nasce dalla frustrazione ed insoddisfazione non credo che un montaggio sia la giusta soluzione, anche perché alla fine genera solo altra insoddisfazione. Almeno per quanto mi riguarda, lo sentirei come un trucco.
Zappa direi che è caso a parte, non conosco i dischi "montati" di Davis ma immagino siano quelli dopo i primi anni sessanta giusto?

Lo vedo come snaturare il senso stesso dell'improvvisazione, un conto è sovraincidere, inserire una traccia di una altro strumento, ma un conto è tagliare dei soli per renderli più belli.
Tra l'altro quando non c'è ne sarebbe proprio bisogno, perché Carter sa suonare alla grande anche se non piace a me...

juggler
17th June 2011, 07:37
Con "In a silent way", Davis inizia ad usare la tecnica "collage": il disco che dura sui 35'/38' è la sintesi di 2 ore di libera improvvisazione.
L'idea, tuttavia, non è di Davis, ma di Teo Macero, il produttore...
Sono i produttori di Carter, che decidono quale prodotto deve uscire ed essere diffuso su scala planetaria:
è lo stile delle multinazionali discografiche, l'artista suona... il sound viene creato durante la post-produzione...
l'artista non può stabilire neanche la scaletta dei brani, così come appaiono sul disco:
diventa anche per lui una sorpresa sentire che cosa hanno montato per ottenere il risultato finale.

Comunque, anche i Beatles hanno adoperato simili tecniche...in ambito pop, è la regola.
In ambito accademico, per la Deutsche Grammophone, Herbert Von Karajan è stato il primo ad applicare
le tecniche di montaggio al repertorio sinfonico...

E' una pratica, oramai, ampliamente diffusa:
il disco è un prodotto, è una simulazione di ciò che è la musica
non è la musica stessa.
Ma anche accade che la creazione di un prodotto discografico in sè, stabilisca la direzione e qualità del sound ovvero che si definiscano
delle proprietà stilistiche, che possono non essere chiare in fase creativa...

I prodotti si creano montando...e in un una certa misura offrono la possibilità di creare un sound
le qualità degli artisti le si riconoscono nei live, non dai dischi...

17th June 2011, 08:46
Nell'ultimo articolo/intervista su James Carter di Down Beat appare abbastanza chiaramente la libertà di cui gode l’artista, di sicuro la scelta del taglia e cuci dei soli è esclusivamente farina del suo sacco.
Tra l’altro sembra che Carter sia proprietario di una importante collezione di sax vintage, tanto che nemmeno lui sa quanti sassofoni possiede, pare inoltre che sia suo solito parlare di sax senza soluzione di continuità.

Molte case discografiche lasciano ampia libertà decisionale ai propri artisti, mi viene in mente la Savant (Bergonzi ad esempio ha assoluta libertà su tutto), oppure la Nonesuch (multinazionale, la quale ha all’attivo gente come Metheny, Redman e Meldhau), oppure la Criss Cross e da ultimo la Artistshare (nata proprio con l’obiettivo di dare priorità all’artista essendo una casa indipendente fondata dagli stessi artisti).

zulusax
17th June 2011, 09:41
Questa questione del montaggio, non è molto bella effettivamente, ma direi che non sia un motivo per rifiutare un artista, il montaggio si fà nel cinema, lo fà chi scrive, chi disegna fumetti, insomma mi sembra abbastanza normale.
Poi se andate ad ascoltare James Carter dal vivo, lì non ci sono montaggi, io l'ho sentito, diversi anni fà, ed è impressionante e poi ha anche questa grande facilità, di passare da un sax all'altro e da un clarinetto all'altro, senza alcun problema.

juggler
17th June 2011, 10:27
Se parliamo di produzioni indipendenti, il discorso cambia: l'artista è chiamato ad essere parte in causa, nelle diverse fasi produttive...

Il marketing della comunicazione (ma dobbiamo riferirlo soprattutto alle multinazionali discografiche) può essere direzionato diversamente rispetto alla strutturazione/confezione del prodotto: per cui, ciò che realmente avviene può essere "celato" per accordi contrattuali tra l'azienda e l'artista quanto per evidenti ragioni promozionali...

Ad ogni modo, tutti i "prodotti culturali" come giustamente afferma Zulusax
oggi sono sottoposti allo stesso standard d' "impacchettamento":
l'attenzione è posta sul target
e tutte le "azioni" sono costruite per soddisfare
le aspettative ed esigenze di uno specifico target
che permette l'esistenza/competitività
di quel prodotto sul mercato.

17th June 2011, 12:55
sono d'accordo, ma oggi come ieri, le logiche commerciali sono sempre esistite, si sono solo evolute in considerazione della maggior concorrenza e del mercato che si è ristretto. Alla fin fine sono secoli che il denaro si è sostituito al baratto.

Olatunji
22nd June 2011, 09:18
beh però è proprio una bomba sto pezzo :D