Visualizza Versione Completa : Regole da seguire per testare un sax
Molto spesso quando provo un sax, non avendo un iter preciso da seguire, mi ritrovo a fare: scale, frasi di brani, armonici, sovracuti e tutto quello che in quel momento mi passa per la testa. Alla fine, ho solo una gran confusione..... e basta. Sarebbe utile avere uno schema preciso che aiuti anche a fare dei confronti.
Qualcuno ha dei suggerimenti?
fcoltrane
18th May 2011, 10:35
gli armonici per il suono e l'intonazione .
e una scala cromatica per la meccanica.
qualche accordo anche con le posizioni alternative (anche per verificare le chiavi a rischio)
poi se ho tempo riprovo tutto non solo con il bocchino titolare ma anche con altr (o con diversi setup sostituendo solo l'ancia).
ad esempio mi è capitato di provare un sax relativamente faticoso (rispetto al mio selmer I serie il Mk6 si prendeva più aria per saturarlo)
a volte capire le potenzialità di un sax non è cosa semplicissima.
ciao fra
re minore
18th May 2011, 11:43
Io per provare l'intonazione faccio cosi': prima di tutto un La naturale (Fa# sul contralto, Si sul tenore) che controllo con il diapason (ma all'occorrenza anche a orecchio). Poi parto dal La e faccio III, V e VIII (Do#, Mi, La naturali) per individuare eventuali problemi di intonazione su quelle specifiche note. Poi stessa cosa partendo dal Mi e via cosi' sul ciclo delle quinte fino ad esaurirle tutte. Poi come ha detto fcoltrane qualche bella scala cromatica e poi... ad libidum per il feeling generale.
Perchè gli armonici sono importanti per l'intonazione? Cioè se il sax è intonato anche gli armonici saranno intonati?
fcoltrane
18th May 2011, 15:27
il suono del sax secondo me è il suono del BB basso nota fondamentale di tutti gli armonici .
poi se confronti gli armonici con le stesse note sulle posizioni normali ti rendi conto sia dell'intonazione relativa sia di eventuali problemi di uniformità. (non solo di intonazione ma ad esempio di timbro)
tempo fa ho provato un mk6 che era stato registrato su alcune chiavi con spessori inadatti (e sia l'intonazione sia il timbro era carente in maniera rilevantissima sulle chiavi incriminate e di meno sulle altre posizioni.
ciao fra
ciao fra
ModernBigBand
18th May 2011, 23:57
La prova di uno strumento (sia esso nuovo o usato) è un evento quasi magico per tutti i saxofonisti, può capitare di provare uno strumento da quattro soldi e stare lì con la curiosità di un bambino per cercare di capirci qualcosa in più. Non parliamo poi di quando ci si trova tra le mani un piccolo gioiello, l'emozione è a mille.
Tuttavia, quando si prova uno strumento e soprattutto quando si intende fare un acquisto, bisogna andarci con i piedi di piombo e lasciare che le emozioni ci coinvolgano alla fine del test.
Quando provo un sax, soprattutto se usato, prima di montare il bocchino lo passo praticamente al microscopio, in particolare:
- Controllo tutti i tamponi e cerco di individuare eventuali problemi di chiusura (se non sono a casa, dove ho la "leak light", utilizzo le cartine da sigarette per una grossolana conferma)
- Controllo tasto per tasto eventuali squilibri/difetti nella tensione delle molle
- Controllo la presenza di eventuali giochi della meccanica
Questa fase preliminare "a secco" è fortemente consigliata perché a volte certi difetti non sono immediatamente evidenti. Per farvi un esempio, qualche tempo fa un amico mi ha lasciato il suo tenore Mark VII perché lo portassi dal mio tecnico, lamentava problemi di chiusura nei tasti 5-6 (Mi-Re gravi). Dopo cena monto un attimo il sax per vedere un po' la situazione e miracolo...lo strumento non presentava alcun problema: un po' stupito prendo la lampada ed effettivamente c'era un problema di chiusura, in parte dovuto anche all'usura dei tamponi. Perché non mi sono accorto di nulla suonando? Semplicemente perché avendo lo strumento una meccanica più dura rispetto al mio, automaticamente mi sono adattato ad essa e premendo leggermente di più il difetto non era evidente.
Ovviamente questo accade perché essendo abituato a suonare spesso strumenti diversi, ho sviluppato una sorta di "adeguamento automatico", un po' quello che accade ai collaudatori di automobili che non hanno problemi a gestire l'acceleratore di una Ferrari e poi passare a quello di una 500, non ci pensano, il cervello fa tutto in automatico.
Proprio per questo è importante cercare di evidenziare subito eventuali problemi di ordine meccanico, soprattutto quando non si ha molta esperienza: un problema meccanico può comportare per esempio difetti di intonazione e una persona non esperta può facilmente credere che il problema sia egli stesso, mentre invece è un problema dello strumento.
Detto ciò, conclusa l'analisi visiva dello strumento si può passare al riscaldamento dello strumento, fase importantissima che consente di provare lo strumento nelle condizioni più idonee (sappiamo tutti che uno strumento non riscaldato non può mai esprimere tutto il suo potenziale).
Per il riscaldamento sono ottimi i suoni filati e ancor di più gli armonici che permettono di riscaldare bene tutto il fusto. Terminata la fase di riscaldamento si può procedere gradualmente con alcune scale su tutta l'estensione dello strumento o con la scala cromatica, prima lentamente (per valutare sommariamente l'intonazione) e poi a velocità più sostenuta. Come "stress test" utilizzo la scala cromatica a circa 150-152 bpm, a questa velocità di solito se ci sono problemi di ritardo nell'azione della meccanica (tamponi che si incollano leggermente, tensione non omogenea, chiavi non sufficientemente lubrificate ecc...) escono subito fuori.
Per l'intonazione può andar bene anche qualche breve esercizio sugli intervalli.
A questo punto, dopo aver escluso la presenza di evidenti difetti, aver scaldato lo strumento, scaldato le mani, valutato sommariamente l'intonazione e il feeling con la meccanica, passo alla prova vera e propria che nel mio caso spesso prevede alcuni frammenti tratti dal repertorio classico piuttosto che da quello jazzistico. L'obiettivo è essenzialmente quello di mettere meglio in mostra eventuali problemi di intonazione e valutare la risposta dello strumento in alcuni passi particolari (es. per valutare la spontaneità di alcune note del registro sovracuto utilizzando certe combinazioni piuttosto che altre, per apprezzare meglio la sonorità dello strumento in un dato contesto, ecc...).
Una volta concluso l'esame "autoptico" potrete dare massimo sfogo alle vostre emozioni e valutare se quello strumento fa per voi o no.
In ogni caso la prova dello strumento è sempre un qualcosa di estremamente personale, va bene tracciare alcune linee guida (come suggerito più su, controllo generale, riscaldamento, valutazione intonazione, valutazione meccanica, ecc...) ma l'importante è che la prova si svolga sempre nella massima tranquillità, senza fretta alcuna, da soli (se preferite/non ritenete necessario la presenza di un orecchio "terzo") o insieme ad una persona più esperta: non è raro infatti ritrovarsi in una situazione come quella di fcoltrane e leggere il tutto come un difetto quando magari si tratta semplicemente di una peculiarità di un certo strumento.
Purtroppo la prova dello strumento è una delle situazioni in cui l'esperienza conta di più, infatti io consiglio sempre di far provare lo strumento a qualcuno più esperto proprio perché, come si dice...due teste ragionano meglio di una. ;)
Tblow
19th May 2011, 06:34
Eh . . . come non essere pienamente d'accordo con MBB !
Io mi permetto di aggiungere solo una cosa, paragonare il suono con le note che danno possibilità di posizioni diverse (per esempio Bb e C) , poi il passaggio dal C# al D e dal Eb al E; tutto questo per verificare l'omogeneità del suono nei punti solitamente cruciali. Resta il fatto che se si ha in mano uno strumento blasonato alle volte si può essere influenzati in partenza
Secondo Voi, è utile fare delle registrazioni sonore per fare delle valutazioni sulla qualità del suono?
Isaak76
22nd May 2011, 23:25
Secondo me no, perchè i fattori che entrano in gioco possono risultare fuorvianti!
Seppur utilizzando componentistiche di alta qualità (microfoni, registratori, diffusori, ecc), la fedeltà al "tatto" non sarà mai equiparata, quindi fare totalmente affidamento a una registrazione per carpirne le sonorità di uno strumento, è estremamente negativo!
re minore
23rd May 2011, 08:17
Io invece sarei propenso a dire di si'. Ascoltare la registrazione (di buon livello) dello strumento dovrebbe dare un'idea piu' neutra di quello che esce fuori rispetto alle sensazioni che si provano suonandolo - le quali pure sono ovviamente importanti. Inoltre permette di sentire e risentire i particolari, e di fare confronti quasi "in parallelo" sullo stesso passaggio. Conosco un professionista che ogni volta che mette mano su un nuovo strumento la prima cosa che fa e' registrare dei sample che poi confronta con il suo strumento abituale.
In ogni caso vale sempre una cosa: bisogna sapere quello che si fa, nessuna registrazione per quanto ben fatta potra' essere d'aiuto se non si hanno idee chiare su quello che si vuole ottenere.
Lo Zoom H4, può essere un buon sistema di registrazione? E qual'è il miglior posizionamento?
ilchitarraiomatto
21st February 2015, 16:37
Ciao a tutti,
mi stavo chiedendo, come si prova un sax nuovo (o usato che sia), per capire che vada bene?
Non parlo tanto di gusti personali quanto di una scelta oggettiva su uno strumento valido, meccaniche, tamponi, intonazione ecc..
Mi farebbe piacere avere una lista di cose da controllare e di esercizi particolari che mettano in risalto eventuali difetti. Immagino che starnazzare a caso non abbia molto senso. Mettiamo che io domani vada in negozio a provare uno strumento, mi siedo con lo strumento in mano (nulla di pornografico) e... che faccio? Da dove parto? Cosa devo assolutamente controllare? E in che modo?
Salüt :sax:
FabioAltoSax
5th March 2016, 13:53
ricordo di aver letto che Sonny Rollins valutava i sassofoni semplicemente suonando il Bb grave. se questa nota lo convinceva il resto si sistemava
Clarsax
5th March 2016, 18:34
Zard,
dai una occhiata a questo video realizzato dal tecnico americano Matt Stohrer
in cui spiega cosa e come controllare un sax in fase di acquisto
https://www.youtube.com/watch?v=TdvytvuiZyg
algola
5th March 2016, 20:54
ricordo di aver letto che Sonny Rollins valutava i sassofoni semplicemente suonando il Bb grave. se questa nota lo convinceva il resto si sistemava
ma sai, a questi livelli, si suonerebbero pure le pietre se avessero il sib grave... quindi...
Il_dario
5th March 2016, 21:31
Quoto Fabio, l'ho letto anche io ed in effetti se fai quella nota subito di getto senza difficoltá e ti soddisfa : il sax é buono :wink:
fcoltrane
5th March 2016, 22:28
il principio è che il Bb contiene tutte le note del sax .
se suona bene quella potenzialmente suoneranno bene tutte le altre .
Clarsax
5th March 2016, 23:16
Forse mi sono perso qualcosa...
ma Zard parlava di testare un sax nuovo per valutarne la validità oppure usato per testarne le condizioni?
il nero
5th March 2016, 23:17
Quando si costruisce un sax se ne fa un prototipo che è un tubo chiuso che ha come uniche aperture il collo e la campana e da qui si parte per trovare l'esatta posizione dei fori portavoce e poi di tutti gli altri fori che ci vogliono,così mi pare azzardato dire che se il tubo senza fori (tutte le chiavi chiuse) suona bene gli armonici significa che è buono,insomma un sax è un compromesso più o meno riuscito di tanti fattori non essendo la foratura l'ultimo dei problemi né per dimensione né per posizione dei camini. Ma nel giudicare un sax ci sono altre cose,pur rimediabili, altrettanto influenti sulla riuscita dello strumento come l'altezza dei tamponi aperti sui camini e l'influenza che questa altezza ha sull'intonazione di quella nota e di quelle che la precedono. Giudicare un sax prevede che il giudice sappia suonare come un mostro e possa,mettendo lo strumento alla frusta appunto giudicare;per chi,come me,balbetta quattro note questo giudizio si limita a mi piace,non mi piace,suona facile oppure è duro,tappato,sfogato,sfigato ecc...Quindi,secondo me,un dilettante va,prova tanti sax e ne sceglie uno col cuore,così come sceglie il cucciolino di cane che da una cucciolata salta fuori scodinzolando e gli corre incontro . Insomma un dilettante ascolta se la voce del sax gli piace,se è intonato ,se le chiavi chiudono (e questo non sono molti che lo sanno capire) e mai riuscirà a fare 320 bpm decenti.
Dimenticavo la serie di pregiudizi dei quali bisognerebbe disfarsi:solo i sax della x marca sono buoni,solo quelli nuovi,solo quelli moderni,solo quelli vecchi,solo argentati,laccati,"nature",pregiudizi che sono patrimonio comune anche di tanti professionisti.:mha!:
il nero:sax:
algola
6th March 2016, 06:23
Quando si costruisce un sax se ne fa un prototipo che è un tubo chiuso che ha come uniche aperture il collo e la campana e da qui si parte per trovare l'esatta posizione dei fori portavoce e poi di tutti gli altri fori che ci vogliono,così mi pare azzardato dire che se il tubo senza fori (tutte le chiavi chiuse) suona bene gli armonici significa che è buono,insomma un sax è un compromesso più o meno riuscito di tanti fattori non essendo la foratura l'ultimo dei problemi né per dimensione né per posizione dei camini. Ma nel giudicare un sax ci sono altre cose,pur rimediabili, altrettanto influenti sulla riuscita dello strumento come l'altezza dei tamponi aperti sui camini e l'influenza che questa altezza ha sull'intonazione di quella nota e di quelle che la precedono. Giudicare un sax prevede che il giudice sappia suonare come un mostro e possa,mettendo lo strumento alla frusta appunto giudicare;per chi,come me,balbetta quattro note questo giudizio si limita a mi piace,non mi piace,suona facile oppure è duro,tappato,sfogato,sfigato ecc...Quindi,secondo me,un dilettante va,prova tanti sax e ne sceglie uno col cuore,così come sceglie il cucciolino di cane che da una cucciolata salta fuori scodinzolando e gli corre incontro . Insomma un dilettante ascolta se la voce del sax gli piace,se è intonato ,se le chiavi chiudono (e questo non sono molti che lo sanno capire) e mai riuscirà a fare 320 bpm decenti.
Dimenticavo la serie di pregiudizi dei quali bisognerebbe disfarsi:solo i sax della x marca sono buoni,solo quelli nuovi,solo quelli moderni,solo quelli vecchi,solo argentati,laccati,"nature",pregiudizi che sono patrimonio comune anche di tanti professionisti.:mha!:
il nero:sax:
non posso che quotare
fcoltrane
6th March 2016, 11:56
quoto Il Nero .
Posso solo aggiungere che in questa difficile operazione di valutazione dello strumento oltre al riferimento del Bb basso e degli armonici contenuti con le singole posizioni del sax vi è un altro valido alleato.
il "confronto."
nel corso degli anni quando ho acquistato o venduto un sax ho sempre proceduto con valutazioni stringenti e confronti.
il mio primo sax professionale era un selmer i serie confrontato con svariati altri selmer II serie e mark 7 e svariati altri sax .
Ricordo come fosse oggi : andai sino a Torreimpietra (che allora mi apparve come il paradiso dei sassofonisti) e cominciai a provare sassofoni.
Braaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Bb basso.
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