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Visualizza Versione Completa : Aiuto sui pezzi che porterò ad una masterclass



giovanesassofonista
17th May 2011, 19:08
Chiedo aiuto su tutto ciò riguardante due pezzi: la "Sonatine Sportive" e la trascrizione di Londeix della "Prima suite per Violoncello" di Bach, a voi :saxxxx))) :saxxxx))) :saxxxx)))

phatenomore
18th May 2011, 00:43
Beh, beh, beh, gs... Tu mi evochi lo spirito puro del sax classico, il principo ordinatore che porrà ordine nel caos delle nostre ignoranze crasse...qui non può che intervenire il più sapiente dei sapienti... l' uomo che è tanto avanti che ha annotato il proprio stesso nome nella lista di quelli che non lo capiscono... Attendiamo e rabbrividiamo... Brrrrr

David Brutti
18th May 2011, 12:00
Complimenti per la scelta dei pezzi giovanesassofonista!

La Sonatine Sportive di Tcherepnine è un piccolo capolavoro pur essendo di difficoltà tecnica media.
Purtroppo la maggior parte dei consigli che ti posso offrire riguardano il trattamento "cameristico" dell'opera stessa in quanto non si tratta di un solo con accompagnamento, ma di un brano per duo dove il sax e il pianoforte sono assolutamente equivalenti e ugualmente importanti.
Il brano per chi non lo conoscesse, vuole riportare le sensazioni di 3 momenti "Sportivi" per l'appunto. Il 1° tempo è un vero e proprio incontro di Boxe dove i due strumenti si seguono e si rincorrono. Il 3° tempo vuole rappresentare la concitazione della corsa con una forma canonica.
Immancabile ovviamente una pausa ristoratrice che è ricreata nel 2° tempo:

1° Tempo:
-la pulsazione e il mantenimento del ritmo sono le componenti da tenere sempre presenti per ricreare la "motorica" atmosfera dei due boxeur che si fronteggiano. Studiare il brano quindi dapprima lentamente poi sempre più velocemente con il metronomo "alla croma".
-grande rigore deve essere riservato alle numerose articolazioni e ai vari tipi di attacco
-in generale siccome la parte del piano è quasi sempre energica ma molto sottile (max 1 o 2 linee), occorre fare attenzione affinché la dinamica sia compatibile tra i due strumenti. In generale occorre alleggerire il suono del sax nelle note tenute laddove il pianoforte si muove;
-sempre dal punto di vista cameristico, occhio all'improvviso "più vivo" alla fine del movimento il quale deve essere improvviso e conservare un buon insieme tra i due strumenti

2° Mi-temps (pausa)
-l'intonazione e l'omogeneità del suono sono le principali fonti di preoccupazione tanto più che la tonalità di Reb magg non aiuta affatto.
Lavorare quindi l'intonazione con i suoni bordone come già detto.
-lo studio del legato deve essere prioritario soprattutto nei passaggi d'ottava. Lavorare singolarmente i passaggi con gli esercizi meccanici (tipo Londeix);
-i momenti cadenzati devono essere espressivi e con la giusta sonorità. La cadenza ha un virtuosismo "di suono" e non "di velocità". Cercare quindi di "colorare" ogni suono nel giusto modo;

3° Course (corsa);
-lo studio della pulsazione è prioritario come nel primo movimento: lavorare sempre con il metronomo;
-particolarmente impegnativi sono i passaggi nel grave (che sono staccati e devono uscire puliti in tutte le dinamiche). Lavorare intensivamente i suoni filati sulle note Si, Do, Do#, Re grave.
-come nel primo movimento, equilibrare le dinamiche e le modalità di attacco con il pianoforte le quali devono essere compatibili.

Spero di esserti stato d'aiuto.

Ps.: evitiamo le polemiche please

KoKo
18th May 2011, 12:10
mi dite qualcosa della trascrizione di londeix della suite per violoncello?
io l'ho suonata, ma presa da un libro per sax che non so bene come sia stato trascritto...

giovanesassofonista
29th May 2011, 12:01
David, per prima cosa grazie per i consigli, alla fine non farò più la Suite per Violoncello, non so se la studierò quest'estate per conto mio, comunque avevo già associato anche la Suite Hellenique, di cui si è dibattuto varie volte su altri topic. Io ho ascoltato su Youtube la versione di Marcel Mule, c'è però solo il secondo e il terzo movimento. La difficoltà principale per me sta nell'emettere un bel suono, come consigli tu di giocare con il vibrato? E come consigli di lavorare sulle notine della scala della prima cadenza?

@KoKo Quella che ho io è una trascrizione della Prima Suite per Violoncello di Johann Sebastian Bach trascritta da Jean Marie Londeix, molto bella quella originale, inoltre nella trascrizione è stato inserito anche un cambio di timbro non presente nell'originale infatti ci sono punti in cui bisogna eseguire il Sol con il portavoce aggiungendo il Tf e ciò da un timbro diverso rispetto alla nota con la posizione normale. Per maggiori informazioni MP :fischio:

David Brutti
30th May 2011, 09:02
Ci dovrebbe essere in giro anche una mia incisione dal vivo (ovviamente quella di Mule è meglio di sicuro :half: :half: :half: ).

In ogni caso, per l'uso del vibrato nella classica attieniti in generale ad alcune semplici regole:

-meglio evitare un vibrato continuo (stile Mule) in quanto è ormai fuori stile;
-vibra i movimenti forti della battuta, evita di vibrare le note in levare e le note troppo veloci (dalla croma in su ad esempio);
-evita un vibrato ampio e pecoreccio ma anche il vibrato impercettibile in voga attualmente nella scuola francese. Insomma una giusta via di mezzo! Io ho cercato di avvicinarmi il più possibile al vibrato di grandi interpreti assolutamente NON SASSOFONISTI (in quanto ritengo che il sax nella classica rivesta ancor oggi un ruolo marginale e più che altro si muove in ambiti prettamente accademici e che poco hanno a che fare con la vita musicale reale); primo fra tutti il grande violinista Ucraino David Oistrakh come anche il grande Rostropovich.

Per le "notine" della cadenza, ti riferisci forse alla scaletta nella sesta misura? Se si, cerca di suonarle velocemente ma non troppo e soprattutto senza rinunciare alla qualità timbrica e ricordando che si tratta di una cadenza NON VIRTUOSISTICA a livello di note ma piuttosto a livello di sonorità. Cerca anche di evitare di accentare troppo il si grave ma di appoggiarti sul battere successivo (Fa#).

giovanesassofonista
30th May 2011, 19:11
[quote="David Brutti"]Ci dovrebbe essere in giro anche una mia incisione dal vivo (ovviamente quella di Mule è meglio di sicuro :half: :half: :half: ).
La tua comunque tiene testa, ma quali sono i tuoi sassofonisti contemporanei preferiti?

Aktis_Sax
31st May 2011, 12:42
David, GRAZIE MILLE!
Sullo spartito originale c'è un po' di analisi del brano, ma come sempre sei il migliore!

Overtone
31st May 2011, 13:20
Vorrei avere un maestro come David Brutti...

David Brutti
31st May 2011, 15:01
X Aktis: si nello spartito originale c'è una breve descrizione dei 3 movimenti (a volte mi piace leggerla o meglio farla leggere con un'intonazione tipo da telecronaca sportiva).

X Giovanesassofonista: preferirei evitare di andare sull'argomento in quanto si andrebbe OT. Sappi in generale che tranne rare eccezioni non amo molto il panorama del sax "accademico" in quanto sembra che a tutto si pensa tranne che a fare buona musica: sembra che si siano costituite delle scuole di pensiero rigidissime le quali non comunicano tra loro e che soprattutto fanno un pò ridere vista l'estrema nicchia nella quale è relegato il sax classico. Preferisco di gran lunga i miti del passato o i creativi del presente e più in generale quando si parla di classica preferisco indirizzare l'ascolto sui grandi e immortali interpreti i quali quasi mai sono sassofonisti.

giovanesassofonista
31st May 2011, 16:56
X Aktis: si nello spartito originale c'è una breve descrizione dei 3 movimenti (a volte mi piace leggerla o meglio farla leggere con un'intonazione tipo da telecronaca sportiva).
Questa mi manca

David veniamo alla fatidica domanda finale, tu per esempio quando provi un pezzo nuovo come fai a dire "Ok, il pezzo va bene lo possiamo suonare"? Su cosa ti basi, com'è deve essere un pezzo sia solistico, che in duo o in qualsiasi altra formazione per uscire bene?

David Brutti
31st May 2011, 20:12
Ti riferisci alla selezione del repertorio o alla preparazione e allo studio di un brano??

giovanesassofonista
1st June 2011, 11:45
La mia domanda era riferita alla preparazione e allo studio di un brano,però ora mi incuriosisce anche la selezione del repertorio :lol:

David Brutti
1st June 2011, 11:53
Nella vita da concertista non c'è mai tempo per farsi queste domande: occorre avere una preparazione tecnica tale da poter montare in brevissimo tempo brani di grande difficoltà. Fortunatamente essendomi avvicinato prestissimo al sistema d'insegnamento Francese e avendo ripudiato da sempre i metodi usati nei conservatori italiani sono stato da subito abituato a questa forma mentis.

Poi ovviamente i brani vanno maturati nel tempo, riprendendoli e ristudiandoli, ma per imbastire un brano di adeguato livello di difficoltà in modo decente devono bastare pochi giorni di studio: se non si riesce in 3-4 giorni (una settimana) a imbastire un brano significa che non si ha un livello tecnico adeguato per poterlo affrontare. Il metodo propugnato nel bel paese dove i brani d'esame si studiano per anni è TOTALMENTE controproducente e abitua l'allievo a studiare con tempi troppo lunghi e assolutamente non compatibili con quel che poi accade nel concertismo.

giovanesassofonista
1st June 2011, 12:06
Come scegli i brani che poi suonerai?

David Brutti
1st June 2011, 12:31
Spesso i brani vengono imposti dai festival vuoi per dare continuità alle varie stagioni o per soddisfare diverse "tematiche", altre volte invece si crea un repertorio organico e unitario che può rispondere a vari criteri (cronologico, geografico, di stile e così via).

In fase di studio invece andavo a documentarmi sulla bontà e sull'importanza degli autori (magari tramite una buona enciclopedia della musica) cercando sempre di indirizzare lo studio verso autori importanti e di grande spessore anche se magari si trattava spesso di rinunciare al virtuosismo nudo e crudo (quindi mi sono sempre rifiutato categoricamente di studiare i francesini neoclassici (Bozza, Bonneau, Boutry etc...) pieni di note ma di poco o nullo spessore musicale).
In generale la mia preferenza è andata sempre a autori di capitale grande importanza ad esempio: Hindemith, Schulhoff, Milhaud, Jolivet, Frank Martin, Anton Webern, Villa-Lobos, Haba, Debussy, Caplet, D'Indy, Larsson, Babbitt, Elliott Carter, Tcherepnine, Denisov, Berio, Stockhausen, Karg-Elert, etc... ce ne sono molti di grossi autori senza andare sulla contemporanea che hanno scritto per sax è che spesso sono sconosciuti ai sassofonisti stessi perché si tende a preferire l'autore minorino con le frasette simpatiche e mille note al secondo piuttosto che musica di spessore, senza considerare che la tecnica digitale nel sax è semplice in quanto la meccanica è moderna e razionale rispetto a legni più "arcaici" (tipo oboe e fagotto). Ecco perché l'ennesimo videino del sassofonino che fa Paganini non mi impressiona ne mi colpisce mentre i fraseggi interminabili e sublimi di un Rascher o di un Mule mi fanno letteralmente impazzire.